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Definitivamente vietato il formato 4x3? Nessun problema, c'è chi ha risolto così. Solite barzellette da cartellopoli
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Gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 che entro il 20 maggio 2015 non sono stati convertiti sullo stesso posto in impianti di mt. 3 x 2
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3-che-entro-il-20-maggio-2015-non-sono-stati-convertiti-sullo-stesso-posto-in-impianti-di-mt-3-x-2/
Su questo stesso sito il 22 dicembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Il TAR del Lazio accoglie parzialmente il ricorso della SCI sospendendo fino al 20 maggio 2015 la decorrenza della conversione degli impianti pubblicitari di formato 4 x 3”, che dava notizia della Ordinanza n. 06520 del 18 dicembre 2014 con cui la Seconda Sezione del TAR del Lazio aveva prorogato fino al 20 maggio 2015 il temine ultimo utile entro cui convertire tutti gli impianti di formato 4 x 3, che invece il Dott. Francesco Paciello aveva fissato al 31 gennaio 2015, diffidando le ditte con Nota prot. LR BG 61384 del 23 settembre 2014. (http://www.vasroma.it/il-tar-del-lazio-accoglie-parzialmente-il-ricorso-della-sci-sospendendo-fino-al-20-maggio-2015-la-decorrenza-della-conversione-degli-impianti-pubblicitari-di-formato-4-x-3/).
L’atto del Dott. Francesco Paciello è stato impugnato al TAR che ha prorogato al 20 maggio 2015 la scadenza fissata al 31 gennaio 2015.
La stessa proroga è stata concessa alla ditta “FOX” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06524 del 18 dicembre 2014, alla ditta “D & D OUTDOR ADVERTISING” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06523 del 18 dicembre 2014, alla ditta “WAYAP” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06522 del 18 dicembre 2014, alla ditta “A.P.A. (AGENZIA PUBBLICITÀ AFFISSIONI)” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06508 del 18 dicembre 2014 ed alla ditta “CLEAR CHANNEL AFFITALIA” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06525 del 18 dicembre 2014. (vedi http://www.vasroma.it/sono-19-i-ricorsi-al-tar-contro-la-normativa-tecnica-di-attuazione-del-prip-ed-il-nuovo-regolamento-di-pubblicita/)
La proroga fino al 20 maggio 2015 che la seconda Sezione del TAR del Lazio ha concesso alle suddette 6 ditte pubblicitarie per trasformare i propri impianti dal formato 4 x 3 a mt. 3 x 2 non poteva non valere conseguentemente anche per tutte le altre ditte pubblicitarie.
È quanto ha espressamente riconosciuto il Dott. Francesco Paciello con la seguente Nota prot. QH/1631 del 13 gennaio 2015 con cui ha rettificato la diffida trasmessa con Nota prot. LR/BG/61384 del 23 settembre 2014 ed ha comunicato che “non si procederà a sanzionare gli impianti pubblicitari di dimensioni superiori al formato 3 x 2 fino al 20 maggio 2015”, precisando che la decisione è “in aderenza alle decisioni fino ad oggi assunte dal Tar in sede cautelare” e che ”per motivi di equità, il termine suddetto è esteso a tutte le Società inserite nella Nuova Banca Dati, ancorché non ricorrenti o che hanno già avviato la trasformazione degli impianti pubblicitari”.
Una volta decorso il termine del 20 maggio 2015, il Dott. Francesco Paciello ha trasmesso la seguente Nota prot. QH 3681 del 22 maggio 2015.
Come si può bene vedere, il Dott. Francesco Paciello considera cessati dallo scorso 21 maggio “gli effetti della tutela cautelare concessa dal TAR Lazio fino all’udienza del 20.5.2015” e comunica contestualmente che “si procederà all’accertamento degli impianti ancora esistenti nel formato 4 x 3 e di quelli il cui colore non è conforme alle prescrizioni fissate con Deliberazione G.C. n. 380/2014”.
Riguardo al colore prescritto c’è da sapere che con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014è stato tenuto conto delle 6 Ordinanze cautelari emanate dal TAR del Lazio il 18.12.2014, per cui è stato deciso, “altresì, di stabilire che, entro il 20 maggio 2015, in applicazione dell’art. 19 comma 2 del Regolamento di Pubblicità (deliberazione Assemblea Capitolina n. 50/2014) tutti gli impianti pubblicitari, sia SPQR che di proprietà privati, già inseriti nella Nuova Banca Dati e mantenuti sul territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del Regolamento di Pubblicità devono presentare la caratteristica tecnica del colore grigio antracite RAL 7016 Pantone 3305, allo scopo di assicurare uniformità tra gli impianti installati sul territorio e migliorarne l’impatto visivo complessivo nonché l’inserimento nel contesto urbano”.
La nota è indirizzata anche a tutti i Centri Media per avvertirli che, “in quanto già a conoscenza del divieto di utilizzo del formato 4 x 3, saranno considerati responsabili della violazione”: allo stesso riguardo la nota precisa inoltre che “sarà considerato responsabile in solido il soggetto pubblicizzato”.
La nota si chiude precisando che “la presente comunicazione costituisce comunicazione di avvio del procedimento ai sensi della legge 241/90 a tutela, oltre che delle disposizioni predette, anche della parità di trattamento tra gli operatori del settore e del principio di concorrenza”: ricorda infine che “nel termine di 10 giorni dal ricevimento della presente è possibile inviare eventuali osservazioni corredate da documenti”.
Nei 10 giorni successivi diverse ditte pubblicitarie che non avevano provveduto alla rimozione degli impianti di mt. 4 x 3 entro il 20 maggio 2015 hanno trasmesso un proprio cronoprogramma entro cui si sono impegnate a convertire tutti gli impianti di loro proprietà di queste dimensioni.
Con specifiche Determinazioni Dirigenziali il Dott. Francesco Paciello ha approvato il cronoprogramma di un certo numero di ditte, a cui ha concesso l’utilizzo del formato 3 x 2 sugli impianti di mt. 4 x 3 per tutto il tempo che non verranno convertiti in impianti di mt. 3 x 2.
Come risulta dall’aggiornamento all’8 giugno 2015 dell’elenco delle ditte pubblicitarie inserite nella Nuova Banca Dati, con specifiche Determinazioni Dirigenziali tutte del 4 giugno 2015 il Dott. Francesco Paciello ha approvato nell’ordine il cronoprogramma delle seguenti ditte:
I.G.A. (IMPIANTI GESTIONE AFFISSIONI S.R.L.) (codice NBD 0513) – D.D. n. 1284 prot. 40350 del 4 giugno 2015
GREGOR (codice NBD 0074) – D.D. 1285 prot. n. 40354 del 4 giugno 2015
A.P.A. (AGENZIA PUBBLICITÀ AFFISSIONI) – (codice NBD 0044) – D. D. n. 1286 prot. n. 40355 del 4 giugno 2015
CLEAR C HANNEL AFFITALIA – (codice NBD 0025) D.D. n. 1287 prot. n. 40361 del 4 giugno 2015
Dall’ulteriore Elenco dei contribuenti inseriti nella Nuova Banca Dati al 12 giugno 2015 risultano altre 4 Determinazioni Dirigenziali tutte dell’8 giugno 2015 con cui il Dott. Francesco Paciello ha approvato nell’ordine anche il cronoprogramma delle seguenti ditte:
MEDIA GROUP S.R.L. UNIPERSONALE (codice NBD 0446) – D.D. 1288 prot. n. 40363 dell’8 giugno 2015
SARILA (codice NBD 0064) – D.D. 1300 prot. n. 41128 dell’8 giugno 2015
UNIGAMMA (codice NBD 0093) – D.D. 1301 prot. n. 41131 dell’8 giugno 2015
S.E.P. (codice NBD 0083) – D.D. 1302 prot. n. 41132 dell’8 giugno 2015
Va fatto anzitutto presente che tutte ed 8 le suddette ditte pubblicitarie risultano avere adempiuto entro il 31 gennaio 2015 alla dichiarazione NBD 2015, avendo pagato quanto meno le prime rate del Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) e/o del canone di locazione degli impianti SPQR anche e soprattutto per gli impianti di mt. 4 x 3 che si sono impegnati a convertire entro un congruo termine e su cui hanno quindi acquisito il diritto di utilizzo ai fini pubblicitari: ma va precisato che per motivi di equità e soprattutto per evitare disparità di trattamento in particolare con le ditte pubblicitarie che hanno già convertito i propri impianti da 4 x 3 a mt. 3 x 2, il Dott. Francesco Paciello ha dovuto concedere un utilizzo temporaneo della sola pubblicità da mt. 3 x 2 su impianti di mt. 4 x 3 non ancora convertiti.
Si sono iniziate così a vedere affissioni pubblicitarie i mt. 3 x 2 su impianti ancora di dimensioni di 4 x 3, come attestano le seguenti foto.
Va al tempo stesso messo in grande risalto che debbono essere perseguite e sanzionate le ditte pubblicitarie che non hanno rimosso i propri impianti di mt. 4 x 3 entro il 20 maggio 2015 né hanno presentato e comunque avuto approvato un cronoprogramma entro cui mettersi in regola, ma che continuano ad utilizzarli speculativamente con la pubblicità di manifesti di mt. 4 x 3 affissi illecitamente sui medesimi impianti, come attestano le seguenti foto.
Va altresì precisato che gli 8 cronoprogrammi fin qui approvati dal Dott. Francesco Paciello non hanno una ugual durata, ma non vanno oltre il prossimo mese di settembre: non essendo ancora state pubblicate le 8 Determinazioni Dirigenziali, non è possibile al momento conoscere il termine ultimo di tempo entro cui ognuna delle suddette 8 ditte pubblicitarie si è impegnata a convertire tutti i propri impianti di mt. 4 x 3, scaduto comunque il quale senza avere ottemperato in tutto o in parte saranno sanzionabili tutti gli impianti non ancora convertiti.
Fanno eccezione gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 della ditta “S.C.I. (SOCIETÀ CONCESSIONI INTERNAZIONALI) installati lungo i tracciati ferroviari, per i quali sembra essere stato concessa la scadenza del 10 ottobre 2015 per convertirli tutti in impianti di mt. 3 x 2: i motivi sarebbero legati ai tempi di perfezionamento con RFI del subentro nella concessione alla CBS.
Una conferma indiretta verrebbe dalla constatazione che tutti gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 installati sulla via Cassia a ridosso della ferrovia San Pietro-La Storta sono al momento oscurati.
Parimenti oscurati risultano gli impianti installati in Viale di Tor di Quinto a ridosso del rilevato ferroviario che erano prima in concessione alla CBS.
Ma va al tempo stesso messo in rilievo che la S.C.I. non risulta al momento avere un cronoprogramma approvato né risulta avere convertito i propri impianti di mt. 4 x 3 entro lo scorso 20 maggio, come attestano le seguenti foto scattate il 13 giugno 2015, su cui continua ad essere illecitamente sfruttata la pubblicità di manifesti di mt. 4 x 3 affissi illecitamente sui medesimi impianti.
Va messo poi in evidenza che, ad eccezione dell’A.P.A., della GREGOR, dell’UNIGAMMA e della MEDIA GROUP UNIPERSONALE, tutte le rimanenti 4 ditte pubblicitarie hanno installato anche degli impianti “senza scheda”, con la I.G.A. che risulta avere installato pure 5 impianti “senza scheda” da mt. 4 x 3: va quindi messo in risalto che tutti questi impianti “senza scheda” rimangono abusivi a tutti gli effetti e che per quelli di formato 4 x 3 non vale conseguentemente il cronoprogramma così come approvato dal Dott. Francesco Paciello.
A distanza di 6-10 giorni dalla approvazione dei rispettivi cronoprogrammi, la situazione a cui si assiste sul territorio della capitale denota un comportamento delle ditte pubblicitarie che non appare del tutto coerente con quanto ognuna di esse si è impegnata a fare.
Analizziamone i singoli comportamenti.
A 10 giorni di distanza dalla approvazione del suo cronoprogramma risulta che nella sola zona di Roma Nord questa ditta ha convertito alcuni dei suoi impianti da mt. 4 x 3 a mt. 3 x 2, come attesta la seguente foto.
Risulta anche avere già utilizzato manifesti di mt. 3 x 32 su propri impianti di mt. 4 x 3 ancora non convertiti, come attestano le foto seguenti.
Ma risulta al tempo stesso continuare a sfruttare la pubblicità di manifesti di mt. 4 x 3 affissi illecitamente sui medesimi impianti, come attesta la foto seguente che lascia vedere sulla destra i tre impianti installati a ridosso della collina di Tor di Quinto, dove invece è stato utilizzato il formato pubblicitario di mt. 3 x 2.
Questa ditta dalla fine del 2013 si è distinta per avere riempito Roma di megaimpianti di mt. 8 x 3 che sono stati ottenuti affiancando due impianti di mt. 4 x 3 e che risultavano quindi del tutto illeciti prima ancora che il nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, abolisse gli impianti di formato 4 x 3.
Il 1° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità dispone che a decorrere dal 1 gennaio 2015 devono essere convertiti in impianti di mt. 3 x 2 anche tutti gli impianti di dimensioni superiori ai 12 mq., vale a dire i 4 x 3: entro il 20 maggio 2015 la GREGOR non ha provveduto a rimuovere nessuno dei suoi impianti di mt. 8 x 3.
A 10 giorni di distanza dalla approvazione del suo cronoprogramma risulta che nella sola zona di Roma Nord questa ditta ha provveduto per ora solo ad oscurare due di questi megacartelloni, come attestano le foto seguenti: sarà interessante vedere al riguardo come vi verranno utilizzati formati pubblicitari di mt. 3 x 2 (presumibilmente uno per cartellone di mt. 4 x 3).
Ma al tempo stesso la GREGOR continua a sfruttare del tutto illecitamente la pubblicità di manifesti di mt. 8 x 3 affissi illecitamente sul megaimpianto installato in via Cassia all’altezza di Villa Manzoni, come attesta la seguente foto.
A 10 giorni di distanza dalla approvazione del suo cronoprogramma risulta che nella sola zona di Roma Nord questa ditta ha convertito alcuni dei suoi impianti da mt. 4 x 3 a mt. 3 x 2, come attesta la seguente foto.
Con tale denominazione sociale è subentrata alla ditta “MG ADVERTISIONG” (codice NBD 0056), di cui ha acquisito molti impianti, mantenendone la cimasa “MG”.
A distanza di 10 giorni dalla approvazione del suo cronoprogramma risulta che questa ditta continua a sfruttare la pubblicità di manifesti di mt. 4 x 3 affissi illecitamente sui medesimi impianti, come attesta la foto seguente.
Come si può vedere dal confronto con la sottostante foto tratta da Street View di Google Maps, risalente al mese di luglio del 2014, la ditta ha provveduto soltanto a verniciare i suoi due impianti di colore grigio antracite RAL 7016 Pantone 3305 e ad eliminare la pubblicità soltanto sull’impianto di destra.
La MEDIA GROUP S.R.L. UNIPERSONALE ha invece provveduto a convertire due altri suoi impianti di mt. 4 x 3 installati sul Viale di Tor di Quinto all’altezza dello svincolo per via del Foro Italico.
Questa ditta ha provveduto anche ad utilizzare la pubblicità di formati 3 x 2 su propri impianti di mt. 4 x 3, come attesta la foto seguente.
In conclusione i diversi Gruppi del Corpo di Polizia Municipale di Roma capitale possono ed anzi debbono sanzionare:
– tutti gli impianti e tutti i relativi manifesti pubblicitari la cui superficie espositiva superi i 12 mq., vale a dire il formato di mt. 4 x 3 (caso dei megaimpianti della ditta GREGOR e di altre ditte), perché in violazione del divieto prescritto dalla lettera c) del 2° comma dell’art. 4 del nuovo Regolamento di Pubblicità;
– tutti gli impianti e tutti i relativi manifesti pubblicitari la cui superficie sia uguale a mq. 4 x 3, (caso degli impianti non convertiti e sfruttati con pubblicità illecita) perché in violazione , anche con pronoprogramma approvato), perché in violazione tanto del formato massimo, consentito ai sensi del punto 1) della lettera F) del 1° comma dell’art. 20 del nuovo Regolamento di Pubblicità, quanto del cronoprogramma eventualmente approvato.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
http://www.vasroma.it/gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3-che-entro-il-20-maggio-2015-non-sono-stati-convertiti-sullo-stesso-posto-in-impianti-di-mt-3-x-2/
Su questo stesso sito il 22 dicembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Il TAR del Lazio accoglie parzialmente il ricorso della SCI sospendendo fino al 20 maggio 2015 la decorrenza della conversione degli impianti pubblicitari di formato 4 x 3”, che dava notizia della Ordinanza n. 06520 del 18 dicembre 2014 con cui la Seconda Sezione del TAR del Lazio aveva prorogato fino al 20 maggio 2015 il temine ultimo utile entro cui convertire tutti gli impianti di formato 4 x 3, che invece il Dott. Francesco Paciello aveva fissato al 31 gennaio 2015, diffidando le ditte con Nota prot. LR BG 61384 del 23 settembre 2014. (http://www.vasroma.it/il-tar-del-lazio-accoglie-parzialmente-il-ricorso-della-sci-sospendendo-fino-al-20-maggio-2015-la-decorrenza-della-conversione-degli-impianti-pubblicitari-di-formato-4-x-3/).
L’atto del Dott. Francesco Paciello è stato impugnato al TAR che ha prorogato al 20 maggio 2015 la scadenza fissata al 31 gennaio 2015.
La stessa proroga è stata concessa alla ditta “FOX” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06524 del 18 dicembre 2014, alla ditta “D & D OUTDOR ADVERTISING” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06523 del 18 dicembre 2014, alla ditta “WAYAP” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06522 del 18 dicembre 2014, alla ditta “A.P.A. (AGENZIA PUBBLICITÀ AFFISSIONI)” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06508 del 18 dicembre 2014 ed alla ditta “CLEAR CHANNEL AFFITALIA” con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06525 del 18 dicembre 2014. (vedi http://www.vasroma.it/sono-19-i-ricorsi-al-tar-contro-la-normativa-tecnica-di-attuazione-del-prip-ed-il-nuovo-regolamento-di-pubblicita/)
La proroga fino al 20 maggio 2015 che la seconda Sezione del TAR del Lazio ha concesso alle suddette 6 ditte pubblicitarie per trasformare i propri impianti dal formato 4 x 3 a mt. 3 x 2 non poteva non valere conseguentemente anche per tutte le altre ditte pubblicitarie.
È quanto ha espressamente riconosciuto il Dott. Francesco Paciello con la seguente Nota prot. QH/1631 del 13 gennaio 2015 con cui ha rettificato la diffida trasmessa con Nota prot. LR/BG/61384 del 23 settembre 2014 ed ha comunicato che “non si procederà a sanzionare gli impianti pubblicitari di dimensioni superiori al formato 3 x 2 fino al 20 maggio 2015”, precisando che la decisione è “in aderenza alle decisioni fino ad oggi assunte dal Tar in sede cautelare” e che ”per motivi di equità, il termine suddetto è esteso a tutte le Società inserite nella Nuova Banca Dati, ancorché non ricorrenti o che hanno già avviato la trasformazione degli impianti pubblicitari”.
Una volta decorso il termine del 20 maggio 2015, il Dott. Francesco Paciello ha trasmesso la seguente Nota prot. QH 3681 del 22 maggio 2015.
Come si può bene vedere, il Dott. Francesco Paciello considera cessati dallo scorso 21 maggio “gli effetti della tutela cautelare concessa dal TAR Lazio fino all’udienza del 20.5.2015” e comunica contestualmente che “si procederà all’accertamento degli impianti ancora esistenti nel formato 4 x 3 e di quelli il cui colore non è conforme alle prescrizioni fissate con Deliberazione G.C. n. 380/2014”.
Riguardo al colore prescritto c’è da sapere che con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014è stato tenuto conto delle 6 Ordinanze cautelari emanate dal TAR del Lazio il 18.12.2014, per cui è stato deciso, “altresì, di stabilire che, entro il 20 maggio 2015, in applicazione dell’art. 19 comma 2 del Regolamento di Pubblicità (deliberazione Assemblea Capitolina n. 50/2014) tutti gli impianti pubblicitari, sia SPQR che di proprietà privati, già inseriti nella Nuova Banca Dati e mantenuti sul territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del Regolamento di Pubblicità devono presentare la caratteristica tecnica del colore grigio antracite RAL 7016 Pantone 3305, allo scopo di assicurare uniformità tra gli impianti installati sul territorio e migliorarne l’impatto visivo complessivo nonché l’inserimento nel contesto urbano”.
La nota è indirizzata anche a tutti i Centri Media per avvertirli che, “in quanto già a conoscenza del divieto di utilizzo del formato 4 x 3, saranno considerati responsabili della violazione”: allo stesso riguardo la nota precisa inoltre che “sarà considerato responsabile in solido il soggetto pubblicizzato”.
La nota si chiude precisando che “la presente comunicazione costituisce comunicazione di avvio del procedimento ai sensi della legge 241/90 a tutela, oltre che delle disposizioni predette, anche della parità di trattamento tra gli operatori del settore e del principio di concorrenza”: ricorda infine che “nel termine di 10 giorni dal ricevimento della presente è possibile inviare eventuali osservazioni corredate da documenti”.
Nei 10 giorni successivi diverse ditte pubblicitarie che non avevano provveduto alla rimozione degli impianti di mt. 4 x 3 entro il 20 maggio 2015 hanno trasmesso un proprio cronoprogramma entro cui si sono impegnate a convertire tutti gli impianti di loro proprietà di queste dimensioni.
Con specifiche Determinazioni Dirigenziali il Dott. Francesco Paciello ha approvato il cronoprogramma di un certo numero di ditte, a cui ha concesso l’utilizzo del formato 3 x 2 sugli impianti di mt. 4 x 3 per tutto il tempo che non verranno convertiti in impianti di mt. 3 x 2.
Come risulta dall’aggiornamento all’8 giugno 2015 dell’elenco delle ditte pubblicitarie inserite nella Nuova Banca Dati, con specifiche Determinazioni Dirigenziali tutte del 4 giugno 2015 il Dott. Francesco Paciello ha approvato nell’ordine il cronoprogramma delle seguenti ditte:
I.G.A. (IMPIANTI GESTIONE AFFISSIONI S.R.L.) (codice NBD 0513) – D.D. n. 1284 prot. 40350 del 4 giugno 2015
GREGOR (codice NBD 0074) – D.D. 1285 prot. n. 40354 del 4 giugno 2015
A.P.A. (AGENZIA PUBBLICITÀ AFFISSIONI) – (codice NBD 0044) – D. D. n. 1286 prot. n. 40355 del 4 giugno 2015
CLEAR C HANNEL AFFITALIA – (codice NBD 0025) D.D. n. 1287 prot. n. 40361 del 4 giugno 2015
Dall’ulteriore Elenco dei contribuenti inseriti nella Nuova Banca Dati al 12 giugno 2015 risultano altre 4 Determinazioni Dirigenziali tutte dell’8 giugno 2015 con cui il Dott. Francesco Paciello ha approvato nell’ordine anche il cronoprogramma delle seguenti ditte:
MEDIA GROUP S.R.L. UNIPERSONALE (codice NBD 0446) – D.D. 1288 prot. n. 40363 dell’8 giugno 2015
SARILA (codice NBD 0064) – D.D. 1300 prot. n. 41128 dell’8 giugno 2015
UNIGAMMA (codice NBD 0093) – D.D. 1301 prot. n. 41131 dell’8 giugno 2015
S.E.P. (codice NBD 0083) – D.D. 1302 prot. n. 41132 dell’8 giugno 2015
Va fatto anzitutto presente che tutte ed 8 le suddette ditte pubblicitarie risultano avere adempiuto entro il 31 gennaio 2015 alla dichiarazione NBD 2015, avendo pagato quanto meno le prime rate del Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) e/o del canone di locazione degli impianti SPQR anche e soprattutto per gli impianti di mt. 4 x 3 che si sono impegnati a convertire entro un congruo termine e su cui hanno quindi acquisito il diritto di utilizzo ai fini pubblicitari: ma va precisato che per motivi di equità e soprattutto per evitare disparità di trattamento in particolare con le ditte pubblicitarie che hanno già convertito i propri impianti da 4 x 3 a mt. 3 x 2, il Dott. Francesco Paciello ha dovuto concedere un utilizzo temporaneo della sola pubblicità da mt. 3 x 2 su impianti di mt. 4 x 3 non ancora convertiti.
Si sono iniziate così a vedere affissioni pubblicitarie i mt. 3 x 2 su impianti ancora di dimensioni di 4 x 3, come attestano le seguenti foto.
Impianto pubblicitario in viale Mazzini (foto scattata l’11 giugno 2015)
Va al tempo stesso messo in grande risalto che debbono essere perseguite e sanzionate le ditte pubblicitarie che non hanno rimosso i propri impianti di mt. 4 x 3 entro il 20 maggio 2015 né hanno presentato e comunque avuto approvato un cronoprogramma entro cui mettersi in regola, ma che continuano ad utilizzarli speculativamente con la pubblicità di manifesti di mt. 4 x 3 affissi illecitamente sui medesimi impianti, come attestano le seguenti foto.
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impianto pubblicitario della ditta R.B. Pubblicità di mt. 8 x 3 installato in Viale di Tor di Quinto
(altezza dell’incrocio con via Flaminia Vecchia)
(cartellone ottenuto affiancando due impianti di mt. 4 x3)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Fanno eccezione gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 della ditta “S.C.I. (SOCIETÀ CONCESSIONI INTERNAZIONALI) installati lungo i tracciati ferroviari, per i quali sembra essere stato concessa la scadenza del 10 ottobre 2015 per convertirli tutti in impianti di mt. 3 x 2: i motivi sarebbero legati ai tempi di perfezionamento con RFI del subentro nella concessione alla CBS.
Una conferma indiretta verrebbe dalla constatazione che tutti gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 installati sulla via Cassia a ridosso della ferrovia San Pietro-La Storta sono al momento oscurati.
(foto scattata il 13 giugno 2015)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impianto installato in Via Cassia
(altezza istituto “Bona Crux”)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impianto installato in Via Flaminia – Viale di Tor di Quinto
(foto scattata il 13 giugno 2015)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impianti installati in Viale di Tor di Quinto
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impianto installato in piazza Cardinal Consalvi
(foto scattata il 13 giugno 2015)
A distanza di 6-10 giorni dalla approvazione dei rispettivi cronoprogrammi, la situazione a cui si assiste sul territorio della capitale denota un comportamento delle ditte pubblicitarie che non appare del tutto coerente con quanto ognuna di esse si è impegnata a fare.
Analizziamone i singoli comportamenti.
CLEAR CHANNEL AFFITALIA
(codice NBD 0025)
Impianto convertito in via Cassia (all’altezza dell’incrocio con via Quadroni)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
L’impianto originario di mt. 4 x 3 ora convertito
Tre impianti di mt. 4 x 3 installati sul Largo della Giustiniana con pubblicità di mt. 3 x 2
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Tre impianti di mt. 4 x 3 installati su Viale di Tor di Quinto con pubblicità di mt. 3 x 2
(a ridosso della collina di Tor di Quinto)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
due impianti di mt. 4 x 3 installati su Viale di Tor di Quinto con pubblicità di mt. 3 x 2
(a ridosso dello svincolo per la via del Foro Italico)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impiant0 di mt. 4 x 3 installato in via Flaminia con pubblicità di mt. 3 x 2
(all’altezza dell’incrocio con via Guido Reni)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
GREGOR
(codice NBD 0074)
Il 1° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità dispone che a decorrere dal 1 gennaio 2015 devono essere convertiti in impianti di mt. 3 x 2 anche tutti gli impianti di dimensioni superiori ai 12 mq., vale a dire i 4 x 3: entro il 20 maggio 2015 la GREGOR non ha provveduto a rimuovere nessuno dei suoi impianti di mt. 8 x 3.
A 10 giorni di distanza dalla approvazione del suo cronoprogramma risulta che nella sola zona di Roma Nord questa ditta ha provveduto per ora solo ad oscurare due di questi megacartelloni, come attestano le foto seguenti: sarà interessante vedere al riguardo come vi verranno utilizzati formati pubblicitari di mt. 3 x 2 (presumibilmente uno per cartellone di mt. 4 x 3).
Impianto al momento oscurato di mt. 8 x 3 installato in via Cassia
(a ridosso del muro di cinta dell’Ospedale Fatebenefratelli)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impianto al momento oscurato di mt. 8 x 3 installato in viale di Tor di Quinto
(a ridosso della spalletta del rilevato ferroviario)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Impianto di mt. 8 x 3 installato in via Cassia
(all’altezza di Villa Manzoni)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
A.P.A. (AGENZIA PUBBLICITÀ AFFISSIONI)
(codice NBD 0044)
(a ridosso dello svincolo per la via del Foro Italico)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Gli stessi due impianti A.P.A. quando erano di dimensioni 4 x 3
(foto scattata il 12 febbraio 2015)
MEDIA GROUP S.R.L. UNIPERSONALE
(codice NBD 0446)
A distanza di 10 giorni dalla approvazione del suo cronoprogramma risulta che questa ditta continua a sfruttare la pubblicità di manifesti di mt. 4 x 3 affissi illecitamente sui medesimi impianti, come attesta la foto seguente.
Due impianti di mt. 4 x 3 installati in via della Stazione di Tor di Quinto
(all’incrocio con Viale di Tor di Quinto)
(foto scattata il 13 giugno 2015)
La MEDIA GROUP S.R.L. UNIPERSONALE ha invece provveduto a convertire due altri suoi impianti di mt. 4 x 3 installati sul Viale di Tor di Quinto all’altezza dello svincolo per via del Foro Italico.
Due impianti convertiti in Viale di Tor di Quinto
(foto scattata il 13 giugno 2015)
Gli stessi due impianti quando erano di dimensioni 4 x 3
(foto scattata il 12 febbraio 2015)
Impianto installato in via Cassia a ridosso del muro di cinta dell’Ospedale Fatebenefratelli
(foto scattata il 13 giugno 2015)
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– tutti gli impianti e tutti i relativi manifesti pubblicitari la cui superficie espositiva superi i 12 mq., vale a dire il formato di mt. 4 x 3 (caso dei megaimpianti della ditta GREGOR e di altre ditte), perché in violazione del divieto prescritto dalla lettera c) del 2° comma dell’art. 4 del nuovo Regolamento di Pubblicità;
– tutti gli impianti e tutti i relativi manifesti pubblicitari la cui superficie sia uguale a mq. 4 x 3, (caso degli impianti non convertiti e sfruttati con pubblicità illecita) perché in violazione , anche con pronoprogramma approvato), perché in violazione tanto del formato massimo, consentito ai sensi del punto 1) della lettera F) del 1° comma dell’art. 20 del nuovo Regolamento di Pubblicità, quanto del cronoprogramma eventualmente approvato.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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La seduta della Commissione Commercio convocata per un aggiornamento sulla applicazione del P.R.I.P.
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/la-seduta-della-commissione-commercio-convocata-per-un-aggiornamento-sulla-applicazione-del-p-r-i-p/
http://www.vasroma.it/la-seduta-della-commissione-commercio-convocata-per-un-aggiornamento-sulla-applicazione-del-p-r-i-p/
Fra le riunioni delle Commissioni Capitolina convocate l’11 giugno 2015 c’era anche la seguente.
Il Presidente Orlando Corsetti, da me sentito personalmente al telefono, ha spiegato questa insolita convocazione per capire da un lato i passi fatti nel lasso di tempo intercorso dalla approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (P.R.I.P.) ad oggi, ma soprattutto per esaudire una esplicita richiesta presentata dal cons. Ignazio Cozzoli Poli (Alleanza Popolare Nazionale).
Ignazio Cozzoli Poli
Alla riunione di ieri mattina, oltre al Presidente Corsetti ed al cons. Ignazio Cozzoli Poli, intervenuto anche per conto del cons. dello stesso gruppo politico Gianni Alemanno (in quanto assente), risultano aver partecipato i consiglieriFranco Marino (Lista Civica Marino Sindaco), Immacolata Battaglia (Sinistra Ecologia e Libertà) ed Enrico Stefàno (Movimento 5 Stelle).
Era presente anche il Dott. Francesco Paciello.
Hanno voluto assistere e partecipare, fra gli altri, il Direttore dell’A.I.P.E. (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) Avv. Ettore Corsale, ed i rappresentanti di alcune ditte pubblicitarie che fanno capo alla associazione di categoria S.P.A.R. (Società Pubblicitarie Associate Romane), come la “Cosmo Pubblicità”, la “New Poster”, la “Ars” e la “GBE”.
Alla riunione ha voluto partecipare di persona l’Assessore Marta Leonori, che ha aggiornato i presenti sullo stato di attuazione del PRIP, facendo sapere che la S.p.A. “Aequa Roma” ha redatto e consegnato i Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari (vedi http://www.vasroma.it/17810/), al momento ancora all’esame delle Soprintendenze competenti per territorio per l’espressione del rispettivo “parere”: si è impegnata a presentare i 15 Piani di Localizzazione alla Commissione Commercio, ma a porte chiuse, in quanto la Giunta Capitolina non ne ha ancora approvato la “proposta” da sottoporre poi alla partecipazione dei cittadini ed all’esame dei Consigli dei 15 municipi per acquisire il “parere” di rispettiva competenza.
Ma l’argomento più discusso che è stato affrontato nel corso della riunione sembra aver riguardato – da quanto mi è stato riferito – anche e soprattutto gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3, che come formato è stato abolito sia nel P.R.I.P. che nel nuovo Regolamento di Pubblicità.
Per un opportuno confronto al riguardo faccio presente che l’Avv. Ettore Corsale ha curato per conto della ditta “D & D OUTDOOR ADVERTISING” il ricorso contro la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, impugnando anche l’abolizione degli impianti di formato 4 x 3, rispetto alla cui disposizione ha testualmente affermato quanto segue: “Roma Capitale ha imposto l’adempimento di un obbligo (ovvero dell’adeguamento dei formati non più previsti) che, oltre ad essere gravoso e di impossibile o estremamente difficile esecuzione per i tempi brevissimi assegnati per siffatto adempimento (31.1.2015), è anche e soprattutto inutile nonché penalizzante e incisivo di parte resistente, considerato che, a fronte della prossima scadenza (al 31.12.2014 e comunque, all’esito delle ravvicinate gare che verranno bandite dall’ente resistente) dei titoli (mai rilasciati, ma di cui si è riconosciuta la validità per effetto dell’inserimento in Banca Dati) viene richiesta, del tutto contraddittoriamente e sproporzionatamente, la onerosa e temporanea sostituzione degli impianti esistenti”.
Faccio presente che con Ordinanza del TAR del Lazio n. 06523 del 18 dicembre 2014 la Seconda Sezione del TAR ha accolto parzialmente il ricorso, prorogando al 20 maggio 2015 il termine ultimo entro cui convertire tutti gli impianti di mt. 4 x 3.
Da quanto mi è stato riferito, alcuni dei soggetti privati che hanno partecipato alla riunione di ieri mattina sono andati oltre i ricorsi presentati al TAR, perché avrebbero ora posto l’ulteriore questione di avere anche la garanzia di poter ammortizzare meglio l’investimento a cui sono state costrette le ditte pubblicitarie con la conversione dei 4 x 3, rimanendo sul territorio con i loro impianti del “riordino” per un periodo più lungo (comunque imprecisato) di quello che manca da qui ai bandi di gara.
La convocazione della riunione, richiesta dal cons. Ignazio Cozzoli Poli, forse aveva come vera finalità proprio quella di “ufficializzare” questa ulteriore richiesta, che a mio giudizio non appare però legittimata non solo dalla normativa approvata al riguardo, ma anche e soprattutto dal prossimo Giubileo e dalla volontà dell’Amministrazione Capitolina di entrare a regime possibilmente ai primi del 2016.
Per le suddette ragioni, stando a quanto mi è stato riferito, l’Assessore Marta Leonori non avrebbe preso in nessuna considerazione la possibilità di consentire una qualche dilazione alla permanenza sul territorio di Roma degli impianti del “riordino” e conseguentemente di allungare (chissà poi fino a quando) i tempi che si è prefissa assieme al Sindaco ed alla Giunta Capitolina.
Riguardo agli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 l’Assessore Marta Leonori ha invece fatto il monitoraggio, dandone le cifre statistiche: erano in tutto 5.500 in tutta Roma e ne sarebbero stati convertiti in tutto 4.000.
Di certo gli impianti di mt. 4 x 3 che debbono ancora convertire le 5 ditte che hanno avuto approvato il rispettivo cronoprogramma entro cui mettersi in regola (vedi http://www.vasroma.it/gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3-che-entro-il-20-maggio-2015-non-sono-stati-convertiti-sullo-stesso-posto-in-impianti-di-mt-3-x-2/#more-20775) non ammontano ai rimenanti 1.500, dal momento che numericamente dovrebbero esserci diverse altre ditte che non hanno convertito entro il 20 maggio 2015 i propri impianti di mt. 4 x 3 e che non intendono farlo nemmeno dopo, non avendo presentato o comunque approvato alcun cronoprogramma.
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Ai fini di una informazione più corretta e precisa di quella fin qui da me fornita ho avuto stamattina dagli uffici comunali competenti maggiori chiarimenti sull’oggettivo svolgimento della seduta di ieri.
La richiesta di concedere alle ditte pubblicitarie una permanenza maggiore sul territorio dei loro impianti, in modo da poter ammortizzare l’investimento a cui sarebbero state costrette per la conversione degli impianti di mt. 4 x 3, è stata avanzata dal cons. Ignazio Cozzoli Poli.
È stata subito condivisa ed appoggiata dall’Avv. Ettore Corsale dell’A.I.P.E., ma non dalla consigliera Immacolata Battaglia che ha fatto presente che una casualità del genere rientra pur sempre nel “rischio d’impresa” che decide di affrontare ogni ditta pubblicitaria.
Il Dott. Francesco Paciello ha al riguardo fatto anzitutto presente che la stessa Sezione Seconda di Roma del TAR del Lazio ha riconosciuto che la eliminazione degli impianti del formato 4 x 3 rientra nella cura del decoro urbano che spetta discrezionalmente al Comune e che non è quindi sindacabile.
Ha evidenziato in secondo luogo che è obbligatoria solo la rimozione degli impianti da mt. 4 x 3, mentre non è strettamente necessaria anche una loro conversione in impianti di mt. 3 x 2, che costituisce quindi una scelta che rientra proprio nel “rischio d’impresa” che ogni ditta decide di affrontare con un investimento del genere, non limitandosi alla sola rimozione.
Il Dott. Francesco Paciello ha anche fatto sapere che gli impianti di mt. 4 x 3 ancora non convertiti a tutt’oggi sarebbero 1.600.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Gli ulteriori cronoprogrammi approvati alle ditte pubblicitarie che entro il 20 maggio 2015 non hanno convertito i propri impianti di mt. 4 x 3
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/gli-ulteriori-cronoprogrammi-approvati-alle-ditte-pubblicitarie-che-entro-il-20-maggio-2015-non-hanno-convertito-i-propri-impianti-di-mt-4-x-3/
http://www.vasroma.it/gli-ulteriori-cronoprogrammi-approvati-alle-ditte-pubblicitarie-che-entro-il-20-maggio-2015-non-hanno-convertito-i-propri-impianti-di-mt-4-x-3/
Su questo stesso sito il 15 giugno 2015 è stato pubblicato un mio articolo dal titolo “Gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 che entro il 20 maggio 2015 non sono stati convertiti sullo stesso posto in impianti di mt. 3 x 2”, che è stato poi aggiornato dando la seguente conclusione:
fatta salva l’eventuale approvazione di ulteriori cronoprogrammi, di cui si verrà caso mai a conoscenza con i successivi aggiornamenti degli elenchi dei contribuenti inseriti nella Nuova Banca Dati, la situazione aggiornata a tutt’oggi è la seguente:
– a 5 ditte pubblicitarie (I.G.A., GREGOR, A.P.A., CLEAR CHANNEL AFFITALIA e MEDIA GROUP S.R.L. UNIPERSONALE) è stato approvato il rispettivo cronoprogramma con la concessione dell’utilizzo dei formati 3 x 2;
– a 3 ditte pubblicitarie (SARILA, UNIGAMMA e S.E.P.) è stato approvato il rispettivo cronoprogramma con la concessione invece della proroga della verniciatura degli impianti. (http://www.vasroma.it/gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3-che-entro-il-20-maggio-2015-non-sono-stati-convertiti-sullo-stesso-posto-in-impianti-di-mt-3-x-2/)
Proprio ieri è stato pubblicato sul sito web del Comune di Roma l’Elenco dei contribuenti inseriti nella Nuova Banca Dati al 22 giugno 2015, dal cui esame si evince che dal precedente elenco aggiornato al 12 giugno scorso ad oggi il Dott. Francesco Paciello ha nel frattempo approvato il cronoprogramma presentato dalle seguenti ulteriori 5 ditte pubblicitarie, a cui ha concesso l’utilizzo temporaneo della pubblicità del formato 3 x 2 sugli impianti di mt. 4 x 3 che si sono impegnati a convertire entro un certo margine di tempo.
S.C.I. (codice 0040) – Determinazione Dirigenziale 1367 prot. n. 43094 del 16/6/2015
ARS PUBBLICITÀ (codice NBD 0053) – Determinazione Dirigenziale 1392 prot. n. 44362 del 19/6/2015
COMUNICANDO LEADER (codice NBD 0484) – Determinazione Dirigenziale 1393 prot. n. 44363 del 19/6/2015
GDR PUBBLICITÀ (codice 0504) – Determinazione Dirigenziale 1394 prot. n. 44365 del 19/6/2015
GRAFICOLOR NEW (codice NBD 0022) – Determinazione Dirigenziale 1395 prot. n. 44367 del 19/6/2015
Nell’articolo pubblicato il 15 giugno 2015 arrivavo alla conclusione che i diversi Gruppi del Corpo di Polizia Municipale di Roma Capitale possono ed anzi debbono sanzionare:
– tutti gli impianti e tutti i relativi manifesti pubblicitari la cui superficie espositiva superi i 12 mq., vale a dire il formato di mt. 4 x 3 (caso dei megaimpianti della ditta GREGOR e di altre ditte), perché in violazione del divieto prescritto dalla lettera c) del 2° comma dell’art. 4 del nuovo Regolamento di Pubblicità;
– tutti gli impianti e tutti i relativi manifesti pubblicitari la cui superficie sia uguale a mq. 4 x 3, (caso degli impianti non convertiti e sfruttati con pubblicità illecita) perché in violazione tanto del formato massimo, consentito ai sensi del punto 1) della lettera F) del 1° comma dell’art. 20 del nuovo Regolamento di Pubblicità, quanto del cronoprogramma eventualmente approvato.
Nel caso della violazione del formato massimo consentito di mt. 3 x 2 ho fatto rientrare gli impianti pubblicitari della ditta S.C.I., di cui ho riportato le foto di 7 di essi che erano utilizzati con pubblicità di pari formato di mt. 4 x 3 alla data del 13 giugno 2015, vale a dire tre giorni prima che con D.D. 1367 del 16 giugno 2015 il dott. Francesco Paciello approvasse anche il cronoprogramma presentato dalla stessa S.C.I. con concessione dell’utilizzo temporaneo della pubblicità del formato 3 x 2.
Sarà interessante vedere se sarà sanzionata quanto meno la pubblicità irregolare di formato superiore ai mt. 3 x 2.
Dall’esame dell’elenco dei contribuenti inseriti nella Nuova Banca Dati al 22 giugno 2015 si evince anche che alle tre seguenti ditte il Dott. Francesco Paciello ha contestato la dichiarazione che hanno presentato riguardo agli adempimenti amministrativi per il 2015 (vedi http://www.vasroma.it/la-comunicazione-informativa-con-cui-il-dott-francesco-paciello-ha-richiamato-al-rispetto-della-legalita-tutte-le-ditte-pubblicitarie-inserite-nella-nuova-banca-dati/#more-15288).
PUBBLITALIA (codice NBD 0026) – contestata con nota n. 16476 del 9/3/2015
CLEAR CHANNEL JOLLY PUBBLICITÀ (codice NBD 0149) – contestata con nota n. 16477 del 9/3/2015
CLEAR CHANNEL AFFITALIA (codice NBD 0025) – contestata con nota n. 16478 del 9/3/2015
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Sulla decisione della Giunta Capitolina di far riverniciare dai privati le strisce pedonali in cambio di spazi pubblicitari rimangono alcune perplessità anche dopo la pubblicazione della delibera
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/sulla-decisione-della-giunta-capitolina-di-far-riverniciare-dai-privati-le-strisce-pedonali-in-cambio-di-spazi-pubblicitari-rimangono-alcune-perplessita-anche-dopo-la-pubblicazione-della-delibera/
http://www.vasroma.it/sulla-decisione-della-giunta-capitolina-di-far-riverniciare-dai-privati-le-strisce-pedonali-in-cambio-di-spazi-pubblicitari-rimangono-alcune-perplessita-anche-dopo-la-pubblicazione-della-delibera/
Su questo stesso sito il 1 giugno 2015 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Più ombre che luci sulla decisione della Giunta Capitolina di far riverniciare dai privati le strisce pedonali in cambio di spazi pubblicitari”, in cui esprimevo una serie di valutazioni sulle ombre riguardanti il provvedimento preso. (http://www.vasroma.it/20272/).
Ad esso è seguito il successivo 5 giugno un articolo dal titolo “Chiarimenti dell’Ufficio comunale competente sulla decisione della Giunta Capitolina di far riverniciare dai privati le strisce pedonali in cambio di spazi pubblicitari sulle transenne parapedonali”, in cui ho dato i chiarimenti avuti con viva soddisfazione perché mi avevano rassicurato sul rischio da me paventato che la decisione presa dalla Giunta Comunale potesse ritardare anziché accelerare l’entrata a regime del PRIP e dei Piani di Localizzazione con i veri bandi che si debbono fare quanto prima, possibilmente entro l’anno e prima dell’inizio del Giubileo. (http://www.vasroma.it/chiarimenti-dellufficio-comunale-competente-sulla-decisione-della-giunta-capitolina-di-far-riverniciare-dai-privati-le-strisce-pedonali-in-cambio-di-spazi-pubblicitari-sulle-transenne-paraped/#more-20429)
Il suddetto articolo si chiudeva facendo presente che la deliberazione della Giunta Capitolina non era stata ancora pubblicata all’Albo on line del Comune, per cui rimanevo in attesa di conoscerne i contenuti per avere una definitiva conferma che l’iniziativa non appare in conflitto e comunque non contrasta né ritarda l’entrata a regime che Roma aspetta da più di vent’anni.
Il 12 giugno 2015 è stata pubblicata la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 180 del 29 maggio 2015 concernente gli “Indirizzi per la procedura di gara avente ad oggetto la sponsorizzazione di interventi di messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali presenti sul territorio di Roma Capitale”.
Nelle premesse dell’atto si fa presente che “negli ultimi anni l’azione della Pubblica Amministrazione ha notevolmente risentito degli effetti della congiuntura economica”, per cui occorre “coinvolgere risorse private nella realizzazione di attività di interesse generale”, e si prende atto che “fra gli strumenti che realizzano la suddetta collaborazione fra pubblico e privato è ricompreso il contratto di sponsorizzazione, cui le pubbliche Amministrazioni Locali possono ricorrere”.
Viene quindi considerato che “Roma Capitale, al fine di conseguire un risparmio di spesa nella realizzazione delle attività legate alla realizzazione di segnaletica orizzontale, intende ricercare, mediante procedura ad evidenza pubblica, soggetti terzi (persone fisiche o giuridiche, ivi comprese le Associazioni), anche in forma associata che intendano proporsi come Sponsor per tali attività”, con la precisazione che “l’intervento della sponsorizzazione riguarda la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali e della relativa segnaletica stradale presente sul territorio di Roma Capitale – suddivisi in lotti di pari valore commerciale – con esclusione delle aree sottoposte a vincolo di tutela” e che “tale messa in sicurezza prevede il posizionamento di parapedonali ed il ripristino e la manutenzione della segnaletica orizzontale esistente, con l’adozione di materiali ad elevata visibilità e durata, così come previsto dall’allegato disciplinare tecnico” [che non è stato però pubblicato on line, ndr.].
Riguardo alle “aree sottoposte a vincolo di tutela” non appare chiaro se l’esclusione riguardi le strisce pedonali (ipotesi a mio giudizio molto poco probabile) oppure le transenne parapedonali che dovrebbero essere poste in prossimità delle strisce pedonali riverniciate: in tal ultimo caso, se si dovesse applicare alla lettera l’abbinamento obbligato di un impianto parapedonale per ogni striscia pedonale riverniciata, avremmo delle strisce pedonali nelle aree sottoposte a tutela che non potrebbero essere riverniciate dallo Sponsor.
Nel mio primo articolo pubblicato il 1 giugno 2015 ho fatto presente che le transenne parapedonali nonpotranno esistere anche nel Municipio I, dove sia il Regolamento di Pubblicità che le Norme Tecniche del PRIP vietano espressamente l’installazione di qualunque parapedonale, sia di proprietà del Comune che di proprietà privata.
Dal momento che è più che probabile che nelle suddette aree soggette a vincolo ricadano anche delle strisce pedonali accanto a cui non potranno essere installati parapedonali, avevo messo in evidenza l’opportunità di prevedere un corrispettivo di pubblicità che obblighi a riverniciare anche strisce pedonali non provviste di transenne parapedonali.
Una possibilità del genere dovrà ormai essere prevista nel testo del bando di gara.
Riguardo ai lotti più avanti nelle premesse viene precisato che “i lotti previsti nell’avviso pubblico e contenenti l’elenco delle strade, dovranno essere di dimensione, di superficie e di valore commerciali tra loro equivalenti”.
Viene altresì precisato che “lo Sponsor avrà diritto alla propria visibilità in un apposito spazio, di dimensioninon superiori a 300 cmq., sul parapedonale posto in prossimità dell’attraversamento oggetto di intervento, secondo quanto prescritto dal Regolamento sulla Pubblicità di cui alla deliberazione Assemblea Capitolina n. 50/2014”.
Al riguardo debbo far presente che nell’articolo pubblicato il 5 giugno 2015 chiarivo che l’ultimo periodo del 2° comma dell’art. 23 del nuovo Regolamento di Pubblicità, dedicato alle “Modalità di applicazione del canone”, dispone che “non si fa luogo ad applicazione del canone per superfici inferiori a trecento centimetri quadrati” e non quindi per superfici “non superiori a 300 cmq.” che lascia intendere la possibilità per lo Sponsor di uno spazio uguale e non inferiore a 300 centimetri quadrati.
Le premesse proseguono precisando ancora che “gli impianti, le opere, i beni eseguiti o forniti nell’ambito della sponsorizzazione, esclusi i pannelli con le visibilità dello sponsor, sono acquisiti gratuitamente al patrimonio comunale capitolino al momento della loro realizzazione” e che “il contratto di sponsorizzazione avrà durata di un anno, a partire dalla data di sottoscrizione, e che alla sua scadenza, o alla sua cessazione per qualsiasi causa, i beni dovranno essere restituiti in perfetto stato di manutenzione a Roma Capitale”.
Si lascia intendere da un lato che a carico dello Sponsor c’è la realizzazione di nuovi impianti parapedonali acquisiti gratuitamente al patrimonio comunale, ad esclusione dei “pannelli con le visibilità dello sponsor”, facendo capire dall’altro lato che non si parla né quindi si tratta esplicitamente di “pubblicità”.
Ma nel dispositivo della deliberazione viene stabilito che “sono, in ogni caso, escluse le sponsorizzazioni riguardanti:
a) propaganda di natura politica, sindacale, filosofica o religiosa;
b) pubblicità diretta o collegata alla produzione o distribuzione di tabacco, prodotti alcolici, materiale pornografico o a sfondo sessuale, gioco d’azzardo e armi;
c) messaggi offensivi, incluse le espressioni di fanatismo, razzismo, odio o minaccia o comunque lesive della dignità umana;
d) pubblicità lesive della dignità della donna o di genere, nonché immagini che possano associarsi a maltrattamenti e/o alla violenza sugli animali.”
Mi era stato chiarito al riguardo che sulle transenne parapedonali non verrebbe installata della “pubblicità” vera e propria, che pur sotto i 300 centimetri quadrati concessi farebbe comunque rientrare la casistica nella disciplina dettata dal PRIP e dai Piani di Localizzazione, perché a chi vincerà il bando di gara verrebbe concesso di installare soltanto il proprio logo.
Ma il suddetto elenco delle “sponsorizzazioni” che debbono essere escluse lascia di riflesso intendere che si va ben oltre un semplice “pannello” con il logo dello Sponsor e che sarebbero conseguentemente consentite tutte le altre forme di “propaganda”, di “messaggi” e di “pubblicità”.
Se poi si va ad esaminare la scheda tecnica allegata alla deliberazione, le perplessità allora aumentano anzitutto perché è riprodotto il seguente frontespizio del Servizio Tecnico Affissioni e Pubblicità della U.O. Regolazione, monitoraggio e controllo delle affissioni e pubblicità che è relativo al “progetto delle tipologie impianti tipo nell’ambito del territorio di Roma Capitale definite dalle deliberazioni di A.C. n° 49 e 50 del 30/07/2014” e più specificatamente al “FORMATO TIPO PARAPEDONALE DIM. 1.00 X 0.70”.
Al riguardo non posso non rilevare come a questo livello si registri solo il coinvolgimento del Dott. Francesco Paciello, di cui invece nelle premesse della deliberazione non figura che sia stato acquisito il parere di sua stretta competenza.
Va messo inoltre in evidenza che il testo della deliberazione cita esclusivamente la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, mentre il suddetto frontespizio fa riferimento a tipologie di impianti tipo elencate all’art. 35 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.I.P. e delle schede tecniche allegate alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014.
Alla destra della suddetta tabella è riportato il seguente progetto del formato tipo parapedonale dim. 1.00 x 0.70.
Come si può ben vedere mostra in alto il parapedonale di proprietà privata che nelle schede tecniche è classificato come “IMPIANTO TIPO: 2.A PARAPEDONALE”, mentre in basso mostra il parapedonale di proprietà del Comune (SPQR) classificato come “IMPIANTO TIPO: 1.D PARAPEDONALE SPQR”, lasciando così intendere che dovrebbero essere realizzati ex novo entrambi i tipi di impianto, senza nessuna ulteriore precisazione, specialmente su come si provvederà alla loro manutenzione una volta che il Comune sarà entrato in possesso di entrambi i tipi di parapedonali.
A quest’ultimo riguardo debbo inoltre rilevare quanto già ho scritto, vale a dire che la S.p.A. “Aequa Roma” ha finito di redigere i 15 Piani di Localizzazione, che prevedono anche l’individuazione dei parapedonali come “impianti pubblico servizio” bifacciali di mt. 1,00 x 0,70, la cui posizione è al momento soggetta – al pari delle posizioni anche di tutti gli altri tipi di impianti – all’esame delle Soprintendenze competenti per territorio che dovranno esprimere il proprio “parere” entro il prossimo 12 luglio.
Ho scritto anche e soprattutto che per evitare ad ogni modo qualsiasi interferenza tra le due procedure, le nuove transenne parapedonali dovranno essere posizionate sul territorio in punti diversi da quelli già individuati dai Piani di Localizzazione per i parapedonali con pubblicità da mt. 1,00 x 0,70.
Da quanto mi risulta è mancato fino ad ora questo necessario coordinamento: a questo punto si potrà ed anzi si dovrà provvedere ad evitare ogni interferenza nel testo del futuro bando.
Alla destra del progetto sono riportati i particolari del progetto stesso.
Dal progetto sopra riportato, confrontato con le schede tecniche degli impianti tipo 1.D e 2.A, si evince che il singolo pannello espositivo del parapedonale è di cm. 100 x 70, per cui su di esso lo Sponsor dovrebbe affiggere un proprio “pannello” tutt’al più di cm. 60 x 50, dove – stando al dispositivo della deliberazione n. 180/2015 – potrebbe trovare spazio non solo il logo, ma qualche forma di “pubblicità” diversa da quelle escluse, di cui si è detto.
Dal momento che non è stato pubblicato il disciplinare tecnico allegato alla deliberazione n. 180/2015, non è dato di sapere se vi sia precisato cosa esattamente lo Sponsor possa utilizzare il pannello espositivo di cm. 60 x 50 a lui concesso come corrispettivo, così come non è dato di sapere se è bifacciale il pannello da sfruttare (come è presumibile) e soprattutto quale sia il numero di impianti parapedonali da realizzare ex novo in prossimità di ogni striscia pedonale riverniciata.
A quest’ultimo riguardo l’Assessore Pucci ha rilasciato dichiarazioni in cui afferma che «verranno installati quattro parapedonali con otto facciate totali».
C’è infine un’ultima perplessità che riguarda la decisione presa dalla Giunta Capitolina.
Come tristemente noto, la città di Roma è in questo momento in un totale stato di degrado per quanto riguarda in particolare le strade, di cui nei giorni scorsi i media hanno messo in risalto le buche come “piaga capitale”: è di tutta evidenza che, senza provvedere prima a rifare l’intero manto stradale di tutte le vie di Roma che ne hanno urgente bisogno, verrebbero vanificate del tutto le riverniciature delle strisce pedonali poste su strade dissestate che poco dopo saranno riparate e asfaltate di nuovo per tutta la loro lunghezza.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Strisce pedonali, ai privati gli interventi di messa in sicurezza
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/strisce-pedonali-ai-privati-gli-interventi-di-messa-in-sicurezza/
http://www.vasroma.it/strisce-pedonali-ai-privati-gli-interventi-di-messa-in-sicurezza/
Sul sito di Roma è stato pubblicato in data odierna il seguente comunicato.
Roma, 15 luglio – È stato presentato dagli assessori capitolini Maurizio Pucci (Lavori Pubblici) e Marta Leonori (Roma Produttiva) il piano di sponsorizzazione per la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali.
Gli interventi riguarderanno le strisce pedonali della grande viabilità e saranno realizzati ad opera di privati che potranno diventare “sponsor” per un anno.
L’operazione riguarda tutto il territorio cittadino, ad esclusione delle aree del centro storico.
Si tratta della messa in sicurezza di 20 lotti di 1.000 metri quadrati, per complessivi 119 incroci.
Gli interventi prevedono il ripristino e la manutenzione della segnaletica orizzontale esistente, utilizzando pitture conbiocomponenti più resistenti e visibili di notte, e l’installazione dei parapedonali sui quali gli “sponsor” potranno apporre il proprio nome o marchio, secondo quanto previsto dal regolamento sulla pubblicità.
Da domani, giorno di pubblicazione del bando, fino al 31 agosto i privati potranno presentare la richiesta al Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana – Via Petroselli 45, Ufficio Protocollo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.
L’avviso pubblico sarà disponibile sul nostro portale.
“Un’operazione – ha spiegato l’assessore Pucci – che ci farà avere un risparmio di circa 350 mila euro, consentendoci di mettere più risorse per il Municipio I. Se l’operazione si moltiplica anche negli altri municipi, i risparmi saranno molto maggiori“.
L’intervento infatti, che al momento riguarda solo la viabilità principale, “rappresenta un quinto della viabilità cittadina”.
“Questo – ha aggiunto l’assessore Leonori – è un intervento di sponsorizzazione e arredo urbano. È un modello che stiamo studiando per ripeterlo in altri settori“.
All’Amministrazione spetterà il compito di verificare il corretto svolgimento dei lavori, dal punto di vista del rispetto dei materiali, delle tempistiche, della sicurezza e delle autorizzazioni per il contenuto dei cartelloni.
Il costo è di 20mila euro per ciascun lotto, con una spesa complessiva di 400mila euro.
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Per chi volesse sapere quali saranno le strisce pedonali riverniciate che ricadono nel territorio del XV Municipio si rimanda all’articolo pubblicato sempre in data odierna sul sito “VignaClaraBlog.it” dal titolo “Strisce pedonali con sponsor privati, ecco quali nel XV Municipio” (http://www.vignaclarablog.it/2015071533969/strisce-pedonali-con-sponsor-privati-ecco-quali-xv-municipio/#more-33969).
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Strisce pedonali «firmate» e pagate dagli sponsor
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/strisce-pedonali-firmate-e-pagate-dagli-sponsor/
![Corriere Sera 16.7.2015.]()
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http://www.vasroma.it/strisce-pedonali-firmate-e-pagate-dagli-sponsor/

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CARTELLONI, SANTORO-LEONORI: “60 RIMOZIONI SU VIA LAURENTINA”
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/cartelloni-santoro-leonori-60-rimozioni-su-via-laurentina/
http://www.vasroma.it/cartelloni-santoro-leonori-60-rimozioni-su-via-laurentina/
Su questo stesso sito il 27 aprile 2015 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Laurentina killer: dopo le manifestazioni il municipio rimuove i cartelloni abusivi”, che dava notizia delle prime rimozioni di cartelloni pubblicitari abusivi installati in via Laurentina (http://www.vasroma.it/laurentina-killer-dopo-le-manifestazioni-il-municipio-rimuove-i-cartelloni-abusivi/).
La seguente agenzia di stampa dà notizia del prosieguo dell’operazione di rimozione lungo lo stesso tratto di strada.
Roma, 30 LUG – “Da questa mattina siamo al lavoro per far rimuovere 40 impianti pubblicitari abusivi da via Laurentina, nel tratto esterno al Grande Raccordo Anulare“.
Lo dichiarano in una nota il presidente del Municipio IX Andrea Santoro e l’assessora municipale al commercioSimona Testa.
“L’operazione, coordinata dalla Polizia Locale del IX Gruppo Eur – afferma Santoro – si aggiunge alle altre condotte nelle ultime settimane che hanno portato alla demolizione e rimozione di oltre 60 impianti irregolari in un solo km di strada, impianti che mettevano a rischio anche la sicurezza degli automobilisti.
Oggi è stato nuovamente rimosso anche un impianto ‘recidivo’, che dopo il primo intervento era stato ricollocato abusivamente. Le imprese sono state inoltre sanzionate.
Durante questa importante operazione è stato bello vedere automobilisti passare facendo il segno della ‘vittoria’, perché sulla Laurentina stiamo riportando legalità, sicurezza e decoro che mancavano da anni“.
“Prosegue l’azione dell’Amministrazione di contrasto ai cartelloni pubblicitari abusivi – commenta Leonori – Le riforme portate avanti continuano a produrre risultati anche sui territori, grazie al lavoro e alla collaborazione dei Municipi, che prestano quotidianamente una forte attenzione alla legalità e al decoro del settore. Si tratta anche di interventi importanti per la sicurezza di stradale. Ringrazio Andrea Santoro e Simona Testa per la determinazione con cui stanno portando avanti queste azioni“.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Otto foto di 500 metri di via Nomentana per ricordarci come siamo messi
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Dona il 5 per mille a VAS per consentirle di continuare a difendere gli interessi diffusi
L’associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società (VAS) è nata nel 1991, ma è stata riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con D.M. del 29 marzo 1994: è iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
È una associazione apartitica e senza fini di lucro che si propone di portare avanti progetti e iniziative di solidarietà sociale, di tutela e valorizzazione della natura e dei beni storico-culturali.
I suoi valori (ecopacifismo, biodiversità, beni comuni) sono stati fatti propri dai gruppi locali organizzati in Circoli Territoriali che fanno capo a loro vota ai rispettivi Coordinamenti Regionali, laddove costituiti.
L’attività svolta in questo arco di tempo di ormai quasi 25 anni si è diversificata e ha toccato più ambiti e settori.
Per l’impegno fin qui dimostrato sempre al di fuori ed al di sopra delle parti, l’associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) ha pagato e continua a pagare un prezzo altissimo per la sua indipendenza da tutte le istituzioni politiche e da tutte le pubbliche amministrazioni.
Si trova così costretta a sostenersi per lo più soltanto con gli aiuti economici dei suoi associati, comunque non sufficienti a saldare l’ingente debito accumulato che a seguito di un accordo con gli organismi finanziari competenti è stato spalmato in rate mensili fino al 2018.
Invitiamo pertanto a donare il 5 x mille a favore di VAS per consentirle di continuare ad esistere ed a proseguire le sue battaglie a tutela degli interessi diffusi: l’invito vale per tutti coloro che credono nella democrazia partecipata e nella utilità di garantirla anche attraverso l’azione di questa associazione.
Grazie comunque.
Per sostenere VAS puoi donare il 5×1000 (contributo dello Stato senza spese per il singolo contribuente).
Sul tuo modulo di dichiarazione dei redditi, nello spazio dedicato alla scelta del 5×1000:
• metti la tua firma nel primo riquadro in alto a sinistra (sostegno volontariato e non profit)
• inserisci il codice fiscale di VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società):
Per chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi basta che il contribuente sottoscriva la dichiarazione nella prima casella in alto a sinistra nel modello CUD.
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L’attività svolta in questo arco di tempo di ormai quasi 25 anni si è diversificata e ha toccato più ambiti e settori.
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Si trova così costretta a sostenersi per lo più soltanto con gli aiuti economici dei suoi associati, comunque non sufficienti a saldare l’ingente debito accumulato che a seguito di un accordo con gli organismi finanziari competenti è stato spalmato in rate mensili fino al 2018.
Invitiamo pertanto a donare il 5 x mille a favore di VAS per consentirle di continuare ad esistere ed a proseguire le sue battaglie a tutela degli interessi diffusi: l’invito vale per tutti coloro che credono nella democrazia partecipata e nella utilità di garantirla anche attraverso l’azione di questa associazione.
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• metti la tua firma nel primo riquadro in alto a sinistra (sostegno volontariato e non profit)
• inserisci il codice fiscale di VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società):
CF 97078560584
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Laurentina killer: dopo le manifestazioni il municipio rimuove i cartelloni abusivi
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/laurentina-killer-dopo-le-manifestazioni-il-municipio-rimuove-i-cartelloni-abusivi/
I lavori di messa in sicurezza di via Laurentina, finanziati dall’ex Provincia di Roma e iniziati nel 2008, debbono essere ancora conclusi ed hanno provocato 111 incidenti con 10 morti e centinaia di feriti.
Stanchi di contare i morti sulle strade, i cittadini di Santa Serena, Colle dei Pini, Villaggetto, Strampelli e Selvotta hanno organizzato una serie di manifestazioni di protesta.
In particolare i residenti del comitato delle Cinque Colline, che abitano tra il cimitero Laurentino e Pomezia, hanno deciso di passare all’azione e nel tratto più pericoloso, quello tra il chilometro 15.200 e 15.700, il 19 aprile 2015 hanno sistemato 450 fantocci insanguinati e 75 striscioni per denunciare la pericolosità di nove chilometri della via Laurentina.
La protesta dei cittadini ha portato il Municipio IX a prendere dei provvedimenti per il rispetto della legalità, di cui ci dà notizia il seguente articolo, pubblicato con questo titolo il 25 aprile 2015 sul sito “Roma Today”.
Ventuno già rimossi, altri venti andranno giù nei prossimi giorni. Le manifestazioni dei giorni scorsi per sensibilizzare le istituzioni sullo stato della Laurentina, hanno smosso il municipio IX che in questi giorni ha deciso di intervenire sui cartelloni pubblicitari.
Negli ultimi 3 giorni sono entrati in funzione i carri attrezzi per rimuovere i cartelloni pubblicitari abusivi.
“C’era una situazione di reale pericolo oltre che di illegalità perché molti di questi impianti erano pericolanti o fissati male nel terreno; abbiamo già rimosso 21 cartelloni abusivi in tutte le aree verdi e le rotatorie nel tratto tra via Gutemberg e il cimitero Laurentino e nei prossimi giorni ne abbatteremo altri 20“, fa sapere Andrea Santoro, presidente del Municipio IX.
“Nelle scorse settimane, insieme all’assessore Simona Testa, ho convocato gli uffici dell’ex provincia di Roma, competenti su questo passo della consolare, per programmare gli interventi in funzione della sicurezza e del decoro urbano mentre il gruppo IX della polizia locale, guidato dal comandante Massimo Fanelli, ha sanzionato con circa 500 euro i concessionari abusivi.
Dopo aver ricevuto la sanzione, 13 operatori pubblicitari hanno rimosso autonomamente i propri impianti illegali, agli altri invece saranno addebitati anche i costi dell’abbattimento“.
“Si tratta di un ulteriore azione per tutelare la sicurezza e il decoro urbano in questo tratto di strada dove si sono verificati 111 incidenti con morti e feriti.
Il ripristino della legalità rappresenta un impegno importante: deve essere chiaro che in questo municipio non c’è più spazio per i furbi”, ha concluso Santoro.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
http://www.vasroma.it/laurentina-killer-dopo-le-manifestazioni-il-municipio-rimuove-i-cartelloni-abusivi/
I lavori di messa in sicurezza di via Laurentina, finanziati dall’ex Provincia di Roma e iniziati nel 2008, debbono essere ancora conclusi ed hanno provocato 111 incidenti con 10 morti e centinaia di feriti.
Stanchi di contare i morti sulle strade, i cittadini di Santa Serena, Colle dei Pini, Villaggetto, Strampelli e Selvotta hanno organizzato una serie di manifestazioni di protesta.
In particolare i residenti del comitato delle Cinque Colline, che abitano tra il cimitero Laurentino e Pomezia, hanno deciso di passare all’azione e nel tratto più pericoloso, quello tra il chilometro 15.200 e 15.700, il 19 aprile 2015 hanno sistemato 450 fantocci insanguinati e 75 striscioni per denunciare la pericolosità di nove chilometri della via Laurentina.
La protesta dei cittadini ha portato il Municipio IX a prendere dei provvedimenti per il rispetto della legalità, di cui ci dà notizia il seguente articolo, pubblicato con questo titolo il 25 aprile 2015 sul sito “Roma Today”.
Ventuno già rimossi, altri venti andranno giù nei prossimi giorni. Le manifestazioni dei giorni scorsi per sensibilizzare le istituzioni sullo stato della Laurentina, hanno smosso il municipio IX che in questi giorni ha deciso di intervenire sui cartelloni pubblicitari.
Negli ultimi 3 giorni sono entrati in funzione i carri attrezzi per rimuovere i cartelloni pubblicitari abusivi.
“C’era una situazione di reale pericolo oltre che di illegalità perché molti di questi impianti erano pericolanti o fissati male nel terreno; abbiamo già rimosso 21 cartelloni abusivi in tutte le aree verdi e le rotatorie nel tratto tra via Gutemberg e il cimitero Laurentino e nei prossimi giorni ne abbatteremo altri 20“, fa sapere Andrea Santoro, presidente del Municipio IX.
Tratto della via Laurentina tra le due rotatorie
(via Giovanni Gutemberg in alto a sinistra e Cimitero Laurentino in basso a destra)
Impianti pubblicitari installati all’altezza della rotatoria su cui sfocia via Gutemberg
Andrea Santoro
Impianti pubblicitari installati sulla rotatoria all’altezza del Cimitero Laurentino
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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USB imbrattori!
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/usb-imbrattori/
http://www.vasroma.it/usb-imbrattori/
Su questo stesso sito l’11 giugno 2015 è stato pubblicato un articolo dal titolo “La concezione della legalità secondo il segretario nazionale della UGL Credito”, che riportava le foto di una serie di manifesti del SindacatoUnione Generale del Lavoro (UGL) affissi abusivamente fin dal 2003 (http://www.vasroma.it/la-concezione-della-legalita-secondo-il-segretario-nazionale-della-ugl-credito/).
Sempre dal sito facebook “Roma Pulita” si viene a conoscenza che anche il sindacato “Unione Sindacale di Base” (in sigla USB) la stessa concezione della legalità della UGL.
Dal 26 luglio 2015 ha imbrattato Roma di manifesti con il seguente slogan: “Diritti violati, democrazia sfregiata“.
Alle ore 22:46 del 28 luglio 2015 su “Roma Pulita” è stato pubblicata la seguente foto con questo commento di Stefano Miceli: “Diritti violati, democrazia sfregiata” Con questo slogan, il sindacato USB cerca credibilità. Peccato che i manifesti siano tutti abusivi…
Sempre su “Roma Pulita” il 2 agosto 2015 sono state pubblicate le seguenti due foto scattate in via degli Orti di Cesare con questo commento: USB imbrattatori!
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Perché dopo un anno dal Piano Regolatore i cartelloni stanno tutti ancora lì? Ecco come Roma distrugge se stessa. Per gli interessi di chi?
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal blog "Roma fa schifo":
http://www.romafaschifo.com/2015/08/perche-dopo-un-anno-dal-piano.html
http://www.romafaschifo.com/2015/08/perche-dopo-un-anno-dal-piano.html
"Cari amici di Roma fa Schifo, esattamente un anno fa seguii con passione il gran can can che faceste sull'approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Grazie a tutto quel casino il Piano venne approvato, ma come mai poi non se n'è saputo più niente? Come mai i cartelloni sono tutti ancora lì? Come mai non si sono svolti i bandi internazionali rispetto ai quali ci avete fatto una capa tanta per anni?".
Bella domanda. Che ci dà modo di spiegare cosa sta succedendo. Perché dietro ai tempi estenuanti con i quali sta andando avanti la grande riforma della pubblicità esterna a Roma (ricordiamo che siamo al medioevo mentre tutte le città del mondo e d'Italia sono nel futuro, e ci stiamo solo perché negli anni passati si è deciso di favorire il racket che c'è dietro questo settore con decine di ditte infiltrate dalle mafie) c'è qualcosa di molto più schifoso di quanto si possa immaginarsi.
La procedura, dopo l'approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) la scorsa estate, prevedeva tutta una serie di attività che - ovviamente, siamo in Italia - sono state in primis rallentate dai ricorsi al TAR. Per fortuna i ricorsi sono stati persi dalle ditte che li hanno intentati (anche se un nuovo pronunciamento ci sarà ad ottobre) e allora si è andati avanti a produrre, per ogni Municipio, dei Piani di Localizzazione, nel frattempo il Comune si è quasi fatto convincere a sperimentare alcune modalità cadendo per un pelo nelle trappolette delle ditte. Gli step dovevano comunque essere: redazione dei Piani di Localizzazione (15, uno per ogni Municipio. Il primo ad essere stato presentato in anteprima fu a febbraio il VII) > la loro presentazione agli uffici competenti > la presentazione alla città > un passaggio istituzionale (approvazione in Consiglio? In Giunta?) definitivo > l'indizione dei bandi internazionali che avrebbero portato - speriamo - ditte internazionali e serie a gestire un settore molto particolare, specifico e delicato che le dittuncole cafone romane si sono rivelate inadatte (ed è un eufemismo) a gestire.
Cosa è successo? E' successo che il processo si è arenato al primo step. I 15 Piani sono stati redatti da Aequa Roma, ma una volta inviate agli uffici (leggasi soprintendenze) per un avallo formale, hanno ricevuto centinaia e centinaia di osservazioni.
Le stesse soprintendenze che hanno taciuto, per trent'anni, quando la città (e gran parte delle aree tutelate, monumentali, archeologiche) veniva ricoperta di impianti di ogni forma e ogni colore gestiti sovente dalla criminalità, ora fanno il pelo e il contropelo alla proposta del Comune di riformare il settore, rallentando la procedura, facendo perdere all'amministrazione una montagna di soldi, rinforzando le ditte e il loro potere contrattuale in sede di ricorso. Uno scandalo in piena regola. Che diventa uno scandalo allucinante (ma, tranquilli, i giornali della città non ne parlano) se si pensa che tra gli uffici che dovrebbero "tutelare" i beni culturali, quello che più di ogni altro ha avuto da ridire è stata la Sovrintendenza Capitolina. Non quella Monumentale, non quella Archeologica che anzi si è comportata in maniera molto corretta, no: quella Capitolina. La Sovrintendenza Comunale, quella retta da Claudio Parisi Presicce, che è di fatto un ufficio del Comune, un organo dell'Assessorato alla Cultura, assimilabile ad un Dipartimento di Roma Capitale.
Insomma è la città che si fa male da sola. Che si umilia da sola. Che si mette i bastoni tra le ruote da sola. L'assessorato al Commercio e il Dipartimento delle Attività Produttive cercano di riformare un settore terrificante dopo decenni di crimine e abusivismo rispetto al quale tutti si sono voltati dall'altra parte, e proprio ora tutti si svegliano: stiamo parlando di qualcosa come 800 pagine di osservazioni. Equivalgono a quelle operazioni Calderoli Style fatte in Parlamento per bloccare qualche riforma utile ma scomoda con tonnellate e tonnellate di emendamenti. Ed è il Comune che sevizia se stesso, ripetiamolo. Si potrà dire: ma la Sovrintendenza semplicemente applica la legge e fa notare se determinati impianti non possono stare in un certo luogo. Già, ma a parte che certi impianti in "quel luogo" ci stavano da anni senza che nessuno abbia detto nulla, solo che prima ci stavano nel caos, ora ci stanno in un disegno strategico di riforma. Ma poi non è solo questo: il documento riporta tutta una serie di interpretazioni, deduzioni e chili&chili di mancanza di elasticità.
Risultato? Questo scherzo potrebbe rendere tutta l'operazione infattibile. I lotti che poi verranno messi a gara potrebbero risultare non appetibili dal punto di vista commerciale, le gare insomma potrebbero andare deserte o non consentire al Comune di chiedere in cambio i servizi che in tutto il mondo si ricavano dalla valorizzazione della pubblicità esterna (arredo urbano, bike-sharing, toilette, mappe, ma soprattutto un sacco di soldi per l'amministrazione che ne ha bisogno) e l'operazione di riforma potrebbe andare a farsi benedire facendo restare tutto com'è. Magari qualcuno dentro determinati uffici capitolini mira proprio a questo...
Bella domanda. Che ci dà modo di spiegare cosa sta succedendo. Perché dietro ai tempi estenuanti con i quali sta andando avanti la grande riforma della pubblicità esterna a Roma (ricordiamo che siamo al medioevo mentre tutte le città del mondo e d'Italia sono nel futuro, e ci stiamo solo perché negli anni passati si è deciso di favorire il racket che c'è dietro questo settore con decine di ditte infiltrate dalle mafie) c'è qualcosa di molto più schifoso di quanto si possa immaginarsi.
La procedura, dopo l'approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) la scorsa estate, prevedeva tutta una serie di attività che - ovviamente, siamo in Italia - sono state in primis rallentate dai ricorsi al TAR. Per fortuna i ricorsi sono stati persi dalle ditte che li hanno intentati (anche se un nuovo pronunciamento ci sarà ad ottobre) e allora si è andati avanti a produrre, per ogni Municipio, dei Piani di Localizzazione, nel frattempo il Comune si è quasi fatto convincere a sperimentare alcune modalità cadendo per un pelo nelle trappolette delle ditte. Gli step dovevano comunque essere: redazione dei Piani di Localizzazione (15, uno per ogni Municipio. Il primo ad essere stato presentato in anteprima fu a febbraio il VII) > la loro presentazione agli uffici competenti > la presentazione alla città > un passaggio istituzionale (approvazione in Consiglio? In Giunta?) definitivo > l'indizione dei bandi internazionali che avrebbero portato - speriamo - ditte internazionali e serie a gestire un settore molto particolare, specifico e delicato che le dittuncole cafone romane si sono rivelate inadatte (ed è un eufemismo) a gestire.
Cosa è successo? E' successo che il processo si è arenato al primo step. I 15 Piani sono stati redatti da Aequa Roma, ma una volta inviate agli uffici (leggasi soprintendenze) per un avallo formale, hanno ricevuto centinaia e centinaia di osservazioni.
Le stesse soprintendenze che hanno taciuto, per trent'anni, quando la città (e gran parte delle aree tutelate, monumentali, archeologiche) veniva ricoperta di impianti di ogni forma e ogni colore gestiti sovente dalla criminalità, ora fanno il pelo e il contropelo alla proposta del Comune di riformare il settore, rallentando la procedura, facendo perdere all'amministrazione una montagna di soldi, rinforzando le ditte e il loro potere contrattuale in sede di ricorso. Uno scandalo in piena regola. Che diventa uno scandalo allucinante (ma, tranquilli, i giornali della città non ne parlano) se si pensa che tra gli uffici che dovrebbero "tutelare" i beni culturali, quello che più di ogni altro ha avuto da ridire è stata la Sovrintendenza Capitolina. Non quella Monumentale, non quella Archeologica che anzi si è comportata in maniera molto corretta, no: quella Capitolina. La Sovrintendenza Comunale, quella retta da Claudio Parisi Presicce, che è di fatto un ufficio del Comune, un organo dell'Assessorato alla Cultura, assimilabile ad un Dipartimento di Roma Capitale.
Insomma è la città che si fa male da sola. Che si umilia da sola. Che si mette i bastoni tra le ruote da sola. L'assessorato al Commercio e il Dipartimento delle Attività Produttive cercano di riformare un settore terrificante dopo decenni di crimine e abusivismo rispetto al quale tutti si sono voltati dall'altra parte, e proprio ora tutti si svegliano: stiamo parlando di qualcosa come 800 pagine di osservazioni. Equivalgono a quelle operazioni Calderoli Style fatte in Parlamento per bloccare qualche riforma utile ma scomoda con tonnellate e tonnellate di emendamenti. Ed è il Comune che sevizia se stesso, ripetiamolo. Si potrà dire: ma la Sovrintendenza semplicemente applica la legge e fa notare se determinati impianti non possono stare in un certo luogo. Già, ma a parte che certi impianti in "quel luogo" ci stavano da anni senza che nessuno abbia detto nulla, solo che prima ci stavano nel caos, ora ci stanno in un disegno strategico di riforma. Ma poi non è solo questo: il documento riporta tutta una serie di interpretazioni, deduzioni e chili&chili di mancanza di elasticità.
Risultato? Questo scherzo potrebbe rendere tutta l'operazione infattibile. I lotti che poi verranno messi a gara potrebbero risultare non appetibili dal punto di vista commerciale, le gare insomma potrebbero andare deserte o non consentire al Comune di chiedere in cambio i servizi che in tutto il mondo si ricavano dalla valorizzazione della pubblicità esterna (arredo urbano, bike-sharing, toilette, mappe, ma soprattutto un sacco di soldi per l'amministrazione che ne ha bisogno) e l'operazione di riforma potrebbe andare a farsi benedire facendo restare tutto com'è. Magari qualcuno dentro determinati uffici capitolini mira proprio a questo...
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Le modifiche della struttura organizzativa del Comune di Roma che hanno riguardato il settore Affissioni e Pubblicità
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/le-modifiche-della-struttura-organizzativa-del-comune-di-roma-che-hanno-riguardato-il-settore-affissioni-e-pubblicita/
Su questo stesso sito il 28 novembre 2013 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Approvazione del nuovo assetto della macrostruttura capitolina anche in materia di affissioni e pubblicità”, che dava notizia della Deliberazione n. 384 del 25-26 ottobre 2013 con cui la Giunta Capitolina ha approvato il nuovo assetto della macrostruttura comunale, articolata in Strutture di linea, Centrali e Territoriali, in strutture di staff e in strutture di Supporto agli Organi e all’Amministrazione. (http://www.vasroma.it/approvazione-del-nuovo-assetto-della-macrostruttura-capitolina-anche-in-materia-di-affissioni-e-pubblicita/)
http://www.vasroma.it/le-modifiche-della-struttura-organizzativa-del-comune-di-roma-che-hanno-riguardato-il-settore-affissioni-e-pubblicita/
Su questo stesso sito il 28 novembre 2013 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Approvazione del nuovo assetto della macrostruttura capitolina anche in materia di affissioni e pubblicità”, che dava notizia della Deliberazione n. 384 del 25-26 ottobre 2013 con cui la Giunta Capitolina ha approvato il nuovo assetto della macrostruttura comunale, articolata in Strutture di linea, Centrali e Territoriali, in strutture di staff e in strutture di Supporto agli Organi e all’Amministrazione. (http://www.vasroma.it/approvazione-del-nuovo-assetto-della-macrostruttura-capitolina-anche-in-materia-di-affissioni-e-pubblicita/)
L’articolo faceva sapere che le Strutture Centrali assumono, di norma, la denominazione di Dipartimento e che delle Strutture di linea Centrali faceva parte quella che nell’assetto previgente era chiamata “Dipartimento Attività Economiche e Produttive-Formazione Lavoro” e che ora con il nuovo assetto viene denominata ”Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive-Formazione Lavoro” a capo della quale è stata nominata Direttore la dott.ssa Virginia Proverbio.
Secondo l’assetto previgente dal “Dipartimento Attività Economiche e Produttive-Formazione Lavoro” dipendeva la “Direzione Regolazione e Gestione Affissioni e Pubblicità” che aveva come responsabile il dott. Francesco Paciello e che con il nuovo assetto viene ora soppressa del tutto: secondo il nuovo Organigramma dal ”Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive-Formazione Lavoro” dipendono ora la “Direzione Attività economiche e produttive” che fa capo alla dott.ssa Francesca Romana Nicastro che ha alle sue dipendenze la “U.O. Regolazione, monitoraggio e controllo delle affissioni e pubblicità” che fa capo al dott. Francesco Paciello il quale dirige tutti gli stessi uffici che prima dipendevano dalla “U.O. Pianificazione insediamenti pubblicitari-Gestione affissioni e pubblicità”.
Dopo che con ordinanza n. 265 del 23 dicembre 2014 il Sindaco Ignazio Marino ha disposto il rinnovo della composizione della Giunta Capitolina, si è reso necessario procedere all’adeguamento organizzativo e funzionale della macrostruttura capitolina, provvedendo ad una complessiva revisione dell’assetto organizzativo del Comune, operando anche una riconfigurazione delle Direzioni in una unica dimensione organizzativa laddove la complessità gestionale lo consenta, superando la attuale articolazione delle medesime in almeno due Unità organizzative.
Con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 222 del 3 luglio 2015 sono state approvate delle “Modifiche e integrazioni al Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi di Roma Capitale, approvato con deliberazione Giunta Capitolina n. 384 e ss.mm.ii. del 25-26 ottobre 2013”.
Hanno riguardato fra l’altro anche il settore Affissioni e Pubblicità.
La struttura di linea del Dipartimento sviluppo economico e attività Produttive – Formazione Lavoro si chiama ora Dipartimento sviluppo economico e attività Produttive (Allegato B).
Come già detto, dal Dipartimento dipendeva la Direzione Attività economiche e Produttive che era a capo tanto della U.O. Regolazione, monitoraggio e controllo delle affissioni e pubblicità (che come dirigente aveva il Dott. Francesco Paciello) quanto della U.O. S.U.A.P. (Sportello Unico delle Attività Produttive): con la decisione di Giunta la Direzione Attività economiche e Produttive è stata sdoppiata nella Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità, senza nessuna U.O. correlata, e nella Direzione Sportelli Unici, da cui sono ora fatte dipendere le U.O. S.U.A.P. e S.U.A.R. (Sportello Unico delle Attività Ricettive).
Estratto dell’Allegato B alla D.G.C. n. 222/2015
Come precisato dall’Allegato C alla Deliberazione della G.G.C. n. 222/2015 “alla struttura sono attribuite le funzioni relative alla gestione del S.U.A.R. (Sportello unico attività ricettive), già allocate nell’ambito del Dipartimento Promozione del Turismo e della Moda, nonché quelle in materia di gestione di aziende agricole e fattorie educative, abilitazione all’esercizio dell’attività di agriturismo, istruttoria e verifica U.M.A., certificazioni e autorizzazioni in campo agricolo, parere P.A.M.A. e rilascio titolo, già allocate nel Dipartimento Tutela Ambientale”.
Ne deriva che il Dott. Francesco Paciello, da dirigente della U.O. Regolazione, monitoraggio e controllo delle affissioni e pubblicità, è stato promosso a Direttore della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità, ma senza più alcuna Unità Organizzativa correlata.
È stata quindi soppressa la U.O. Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità: non è dato al momento di sapere se con essa sono stati soppressi in particolare il Servizio Tecnico ed i relativi altri Servizi (Contratti e Contabilità, Contenzioso, Documentazione del Territorio, Procedimenti Amministrativi).
Sembra essere stato mantenuto l’incarico alla S.p.A. “Aequa Roma” di curare l’istruttoria degli spostamenti e delle ricollocazioni degli impianti pubblicitari.
Ma poi con Ordinanza n. 170 del 13 agosto 2015 il Vice Sindaco Marco Causi ha conferito al Dott. Francesco Paciello l’incarico di Direttore della Direzione Sportelli Unici e della U.O. S.U.A.P. correlata, mentre ha conferito al Dott. Giuseppe Voce l’incarico di Direttore della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità, come attesta il seguente allegato B all’Ordinanza.
Con l’Ordinanza n. 170/2015 viene anche conferito l’incarico di Direttore della Direzione Acquisizioni – consegnee delle U.O. correlate il Dirigente amministrativo Paola Sbriccoli.
Sembra che lo spostamento ad altro incarico del Dott. Francesco Paciello sia dovuto all’avvicendamento generalizzato dei funzionari del Comune di Roma, che non poteva quindi ammettere eccezioni, avendo il Campidoglio dato il via alla rotazione dei dirigenti tanto nei dipartimenti comunali quanto nei Municipi, applicando le norme dell’Anticorruzione e le linee guida della nuova macrostruttura varata poco tempo fa.
Ad essere infatti coinvolta per prima dalla rotazione nei Municipi è stata la Direttrice della Direzione Attività economiche e produttive Francesca Romana Nicastro, 45 anni, avvocato, già funzionaria dell’Amministrazione provinciale di Torino, poi segretaria comunale in diversi comuni piemontesi e dal 2000 nell’amministrazione capitolina: è stata nominata Direttore del XV Municipio, al posto di Lucia Roncaccia che è diventata la responsabile di tutti gli uffici della war room del Sindaco Marino.
A Direttrice della Direzione Attività economiche e produttive è stata promossa la Dott.ssa Silvana Sari.
A parziale rettifica della sua stessa Ordinanza n. 170 del 13 agosto 2015 il Vice Sindaco Marco Causi ha poi emanato l’Ordinanza n. 171 del 17 agosto 2015 con cui ha conferito al Dott. Francesco Paciello (a partire dalla stessa data del 17 agosto) la carica di Direttore della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità fino al 31 ottobre 2015 e di Direttore della Direzione Sportelli Unici dal 1 novembre prossimo, con alle sue dipendenze le U.O. correlate dello S.U.A.P. (Sportello Unico delle Attività Produttive) e S.U.A.R. (Sportello Unico delle Attività Ricettive).
Sempre a parziale rettifica dell’Ordinanza n. 170/2015, che conferiva l’incarico di Direttore della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità al Dirigente amministrativo Giuseppe Voce, la sua successiva Ordinanza n. 171 conferisce allo stesso funzionario l’incarico di Direttore della nuova Direzione Acquisizioni – consegne e della correlata nuova U.O. Immissioni in possesso e consegne del Dipartimento Patrimonio – Sviluppo e Valorizzazione.
Con l’Ordinanza n. 171 viene conferito l’incarico di Direttore della Direzione Sportelli Unici (dal 17 agosto al 31 ottobre del 2015) alla Dott.ssa Paola Sbriccoli, che dal prossimo 1 novembre 2015 assumerà l’incarico di Direttore della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità (al posto di Giuseppe Voce).
Come risulta dal suo Curriculum Vitae la Dott.ssa Paola Sbriccoli ricopriva prima l’incarico di Dirigente dellaDirezione Gestione Procedimenti connessi alle Entrate Fiscali, struttura di staff che è stata soppressa dalla Deliberazione della Giunta Capitolina n. 222 del 3 luglio 2015.
Ne deriva che il Dott. Francesco Paciello, che ha un corposo Curriculum Vitae e di cui debbono essere riconosciute le notevoli capacità tecniche e professionali, che hanno permesso di far approvare il PRIP ed il nuovo Regolamento di Pubblicità e di ridare un certo ordine allo stato dell’impiantistica a Roma, è destinato ad esercitare la sua promozione di Direttore della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità soltanto per poco meno di due messi e mezzo (dal 17 agosto 2015 al 31 ottobre 2015).
Mi voglio augurare che entro il tempo che rimane di qui alla fine del suo mandato nel settore Affissioni e Pubblicità si possano realizzare, ancora con il suo valido e determinante contributo, le seguenti due fasi:
1 – approvazione entro il 20-25 settembre da parte della Giunta Capitolina della “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione, come modificati ed integrati da “Aequa Roma” in recepimento dei “pareri” negativi espressi dalle tre Soprintendenze interessate, da trasmettere ai Consigli dei 15 Municipi per acquisire il “parere” di loro competenza, che va espresso dopo che hanno attivato la partecipazione di cittadini, comitati, associazioni e ditte pubblicitarie ;
2 – controdeduzioni della Giunta Capitolina con un nuovo coinvolgimento delle tre Soprintendenze interessate (per acquisire i loro “pareri” favorevoli definitivi) e contestuale approvazione definitiva dei 15 Piani di Localizzazione entro la fine del prossimo mese di ottobre (con Paciello ancora al suo posto).
Se verrà rispettato il suddetto cronoprogramma, alla Dott.ssa Paola Sbriccoli rimarrà solo il compito di rilasciare le “autorizzazioni” per tutti gli impianti pubblicitari di cui ci sarà stata l’aggiudicazione della gestione per i prossimi 10 anni al termini dei rispettivi lotti messi a gara.
Rimane comunque essenziale che entro la fine di ottobre la Giunta Capitolina abbia adottato i criteri con cui assegnare gli impianti SPQR secondo la bozza che spetta al Dott. Francesco Paciello di predisporre per stabilire quali ditte pubblicitarie che hanno partecipato alla procedura del “riordino” avranno diritto di partecipare alle procedure di evidenza pubblica.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Impianti pubblicitari installati lungo il confine della riserva statale della Tenuta di Castel Porziano e della riserva regionale di Decima Malafede
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
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Da: vas roma circolo.vas.roma@gmail.com
Date: 11 settembre 2015 13:23
Oggetto: Impianti pubblicitari installati lungo il confine della riserva statale della Tenuta di Castel Porziano e della riserva regionale di Decima Malafede
A: “romaproduttiva@comune.roma.it” , Francesco Paciello , seg10mare.polizialocale@comune.roma.it, commissario.romanatura@regione.lazio.it, dbadaloni@regione.lazio.it
Cc: “LESLIE FRANCESCO.CAPONE”
Il 2 settembre 2015 è pervenuta a questa associazione la segnalazione di un cittadino che ha fatto presente che “lungo la strada SP 104/b Pratica di Mare, … fra lo svincolo SR148 Pontina e via di Campo Ascolano, sono presenti lungo il lato della strada 14 cartelloni pubblicitari nel lato sinistro (direzione Pratica di Mare) e 3 nel lato destro” precisando che “vedendo Google Map risulterebbe che il lato sinistro ricade nella Riserva Naturale di Decima Malafede, mentre il lato destro nella Riserva Statale Tenuta di Castelporziano”.
Ha anche allegato a livello esemplificativo la seguente foto tratta da Street View di Google Maps.
Ha inoltre fatto presente che “Adiacente a questo, lungo la SP 6/f Pratica di Mare – Ostia/Anzio (denominata anche via Arno) nel lato destro direzione mare, … sono presenti 26 cartelloni (+ 3 pali senza cartellone), anch’essi quindi adiacente al confine della Riserva Statale Tenuta di Casterlporziano e, da quel che si può vedere dalla strada, senza codice identificativo alfanumerico.”
Sempre a titolo esemplificativo ha allegato la seguente foto tratta da Street View di Google Maps.
Per identificare bene la zona ha allegato il seguente screenshot della mappa, con evidenziati in verde i tratti di strada interessati dai 43 cartelloni pubblicitari segnalati.
Per quanto riguarda la riserva statale della Tenuta di Castel Porziano la lettera d) del 3° comma dell’art. 11 della legge n. 394/1991 (“Legge quadro sulle aree protette”) vieta “lo svolgimento di attività pubblicitarie al di fuori dei centri urbani, non autorizzate dall’Ente parco”.
Per quanto riguarda invece la riserva regionale di Decima Malafede, ai sensi della lettera o) del 1° comma dell’art. 8 della legge regionale n. 29/1997 (“Norme in materia di aree naturali protette regionali”) entro i confini delle aree naturali protette regionali è vietata “l’apposizione di cartelli e manufatti pubblicitari di qualunque natura e per qualsiasi scopo, fatta eccezione per la segnaletica stradale di cui alla normativa vigente e per la segnaletica informativa del parco”.
L’art. 7 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP), approvato conDeliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014, recepisce le suddette norme e dispone che “nelle aree naturali protette istituite, nonché lungo le strade che delimitano il perimetro di queste, è vietata la collocazione di impianti pubblicitari”.
Il PRIP riporta in apposite tavole la sintesi del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) che destina la strada SP 104/b Pratica di Mare e la strada SS 148 Pontina a “Reti Infrastrutture e Servizi”, disciplinate dall’art. 32 delle Norme del PTPR che al paragrafo 5.5 della Tavola C prescrive per i cartelloni pubblicitari il <<divieto nelle aree di margine alle infrastrutture viarie e ferroviarie salvo segnaletica di pubblica utilità>>
Estratto Tav. A1.b del PRIP
Il PRIP destina il tratto di stradale in questione a zona “A”, disciplinata dall’art. 15 delle N.T.A. del PRIP, che precisa che “il divieto è esteso anche alle aree di pertinenza delle strade, delle piazze e dei larghi che segnano il confine della predetta zona e che non sono classificate nei tipi stradali indicati all’art. 10”.
Estratto della Tav. 1_14 del PRIP (in rigato la zona “A”)
Si fa presente che con Nota VAS prot. n. 17 del 14 maggio 2010 ho chiesto la rimozione di tutti i Cartelloni pubblicitari abusivi installati ai confini delle aree naturali protette gestite dall’Ente Roma Natura.
Con Nota prot. n. 4546 del 14 settembre 2010 l’allora Direttore dell’Ente Roma Natura Stefano Cresta ha trasmesso al Direttore del Servizio Affissioni dott. Francesco Paciello l’elenco di 492 schede anagrafiche di impianti installati dentro le riserve naturali gestite da Roma Natura di cui ha richiesto l’immediata rimozione.
Nella sola riserva naturale di Decima Malafede i guardiaparco hanno rilevato all’epoca bel 151 cartelloni pubblicitari, quanto meno 17 dei quali risultano ancora non rimossi a distanza ormai di più di 5 anni, malgrado il sollecito da me trasmesso con Nota VAS prot. n. 6 del 25 febbraio 2014.
La situazione è diventata ora ancor più intollerabile dopo che è stato approvato il PRIP da più di un anno senza che ne siano rispettati i divieti di affissione almeno per il caso in questione.
Si torna pertanto a sollecitare le SS. LL. in indirizzo ad esercitare i propri poteri nell’ambito delle rispettive competenze per far sì che venga ripristinata la legalità con l’immediata rimozione di tutti i 43 impianti pubblicitari segnalati assieme ai 3 pali senza cartelloni.
Si resta in attesa di un cortese riscontro scritto che si richiede anche per via telematica ai sensi degli articoli 2, 3 e 9 della legge n. 241/1990.
Distinti saluti.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS)
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Manifesti omofobi a Roma, Comune: affissioni oscurate
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
![Immagine.Manifesto omofobo]()
(da “Roma Pulita”)
Sul sito “diario romano” è stato pubblicato ieri un articolo dal titolo “Tornano i vandali dei manifesti”, che ha dato notizia della ingente campagna di manifesti abusivi scatenata in questi giorni dalla fondazione Giorgio Almirante e dalla fondazione Alleanza Nazionale, corredandola delle seguenti foto (http://www.diarioromano.it/tornano-i-vandali-dei-manifesti/)
A Roma, nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 settembre sono stati affissi dei manifesti abusivi e non firmati che riportano queste frasi: “I bambini non si comprano. No alle discriminazioni, no all’utero in affitto, no al matrimonio e alle adozioni gay. La cosiddetta ”stepchild adoption” prevista dal disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili consentirà alle coppie omosessuali di procurarsi ed adottare un bimbo… noi diciamo NO!“.

Si sono andati a sommare ai manifesti abusivi di celebrazione di Giorgio Almirante.
La denuncia di tali manifesti è partita da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center della Capitale che ha raccontato l’ennesimo atto di intolleranza da parte di chi ama definirsi “normale”.
La denuncia ha provocato un immediato seguito da parte dell’Assessore per Roma Produttiva Marta Leonori, che ha fatto oscurare i manifesti.
(da “Roma Pulita”)
(da “Roma Pulita”)
(da “Roma Pulita”)
Ha poi rilasciato al riguardo il seguente comunicato.
Roma, 18 set. (askanews) – È partita ieri l’azione di oscuramento e rimozione di manifesti abusivi, molti dei quali con messaggi omofobi, apparsi in città.
Gli uffici dell’Assessorato a Roma Produttiva e del Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive, con il supporto della Polizia Locale, hanno inviato squadre di operatori che hanno oscurato i manifesti affissi illegalmente, defisso quelli che deturpavano i muri ed emesso le relative sanzioni.
I primi interventi hanno riguardato numerose vie della città, ma l’azione di controllo e monitoraggio continua per individuare nuove affissioni.
“Ancora una volta siamo dovuti intervenire – afferma l’assessora a Roma Produttiva Marta Leonori – per defiggere e oscurare manifesti che imbrattano la città affissi al di fuori delle regole.
Ciò significa impiegare risorse pubbliche, quindi dei cittadini, per individuare, coprire o rimuovere i manifesti.
Ma quello che è più grave è che ci fossero manifesti abusivi che riportavano messaggi omofobi, messaggi inaccettabili che infrangono anche l’articolo 12 bis del Regolamento approvato lo scorso anno con il sostegno dell’Assemblea capitolina.
Continueremo con questa azione – conclude Leonori – che punta a restituire decoro e dignità alla città“.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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VAS segnala la presunta installazione abusiva di due impianti pubblicitari su Lungotevere dei Vallati e Lungotevere dei Tebaldi
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Da: vas roma Date: 27 settembre 2015 18:19
Oggetto: Installazione di due impianti pubblicitari su Lungotevere dei Vallati e Lungotevere dei Tebaldi
A: Francesco Paciello , seg01trevi.polizialocale@comune.roma.it, “romaproduttiva@comune.roma.it” , “Marta.leonori@comune.roma.it” , jacopomaria.emilianipescetelli@comune.roma.it Cc: “LESLIE FRANCESCO.CAPONE”
È pervenuta a questa associazione la segnalazione di un privato cittadino, corredata da foto, che fa presente l’installazione avvenuta nello scorso mese di luglio di due impianti pubblicitari della tipologia palina di mt. 1,00 x 1,00, ubicati rispettivamente in Lungotevere dei Vallati (all’altezza dell’incrocio con via degli Strengari con codice 0025/AD527/P) ed in Lungotevere dei Tebaldi (all’altezza del civico n. 15 con codice 0025/AD526/P).
La segnalazione mette in risalto che sugli stessi posti prima risultavano installate due paline presumibilmente “SPQR” del formato di mt. 1,00 x 1,40, come attestano le foto seguenti trasmesse in allegato alla segnalazione.
Impianto pubblicitario su Lungotevere dei Vallati
Foto tratta da Street View di Google Maps che attesta la preesistente installazione su Lungotevere dei Vallati di una palina di mt. 1 x 1,40
La palina di mt. 1 x 1 installata in sostituzione della palina di mt. 1 x 1,40
La palina di mt. 1 x 1 installata all’altezza dell’incrocio con via degli Strengari
La segnalazione mette in risalto che il codice identificativo del nuovo impianto non è riportato su targhetta metallica ma su adesivo trasparente.
Targhetta trasparente con il numero di codice identificativo 0025/AD527/P della ditta CLEAR CHANNEL AFFITALIA
La suddetta targhetta appare in violazione dell’art. 55 del D.P.R. n. 495 del 16.12.1992, con cui è stato emanato il Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice della Strada, ai sensi del quale “su ogni cartello o mezzo pubblicitario autorizzato dovrà essere saldamente fissata, a cura e a spese del titolare dell’autorizzazione, una targhetta metallica, posta in posizione facilmente accessibile, sulla quale sono riportati, con caratteri incisi, i seguenti dati:
- a) amministrazione rilasciante;
- b) soggetto titolare;
- c) numero dell’autorizzazione;
- d) progressiva chilometrica del punto di installazione;
- e) data di scadenza.”
Impianto pubblicitario su Lungotevere dei Tebaldi
Foto tratta da Street View di Google Maps che attesta la preesistente installazione su Lungotevere dei Tebaldi di una palina di mt. 1 x 1,40
Foto tratta da Street View di Google Maps che attesta il momento della sostituzione con una palina di mt. 1 x 1
La palina di mt. 1 x 1 installata in sostituzione della palina di mt. 1 x 1,40
La palina di mt. 1 x 1 installata in sostituzione della palina di mt. 1 x 1,40
La segnalazione mette in risalto che anche per tale caso il codice identificativo degli impianti non è riportato su targhetta metallica ma su adesivo trasparente.
Targhetta trasparente con il numero di codice identificativo 0025/AD526/P della ditta CLEAR CHANNEL AFFITALIA
Una presumibile spiegazione della sostituzione della palina di mt. 1 x 1,40 con una palina di mt. 1 x 1 viene dalla modifica del Regolamento di Pubblicità apportata dall’Assemblea Capitolina con deliberazione n. 50 del 30 luglio 2014, che ha eliminato le paline di mt. 1 x 1,40 dall’elenco delle tipologie riportate alla Lettera F) del 1° comma dell’art. 20, ammettendo come massimo formato solo quello di mt. 1 x 1.
Se ne chiede ad ogni modo conferma, precisando se le paline sostituite di mt. 1 x 1,40 erano di proprietà del Comune (modello SPQR) ed erano concesse in locazione alla ditta CLEAR CHANNEL AFFITALIA, facendo sapere in tale caso come sia stata possibile la sostituzione di due impianti SPQR con due impianti di proprietà privata.
Si fa presente inoltre che l’installazione della palina installata sul Lungotevere dei Vallati all’altezza dell’incrocio con via degli Strengari risulta in violazione della lettera a) del 4° comma dell’art. 51 del Regolamento di esecuzione ed attuazione del Codice della Strada (DPR 495/1992), ai sensi del quale “Entro i centri abitati … il posizionamento è autorizzato invece nel rispetto della distanza minima di 50 metri prima … delle intersezioni lungo … le strade urbane di quartiere”.
Si fa presente infine che sia Lungotevere dei Vallati che Lungotevere dei Tebaldi sono ricompresi all’interno del Centro Storico di Roma (Municipio I), che è soggetto a vincolo paesaggistico imposto dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), registrato come tale (in rigato obliquo) nella Tavola 1.07 del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP).
Estratto della Tav. 1.07 del PRIP (altezza isola Tiberina)
Si chiede pertanto di sapere se per entrambi i suddetti impianti sia stata quanto meno presentata richiesta di rilascio della “autorizzazione paesaggistica” da parte del Comune di Roma (a ciò subdelegato ai sensi della legge regionale n. 59/1995), previo parere favorevole vincolante della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma.
Si mette in evidenza infine che, come si evince dall’estratto della Tav. 1.07 del PRIP, sia Lungotevere dei Vallati che Lungotevere dei Tebaldi sono destinati dal PRIP a sottozona B1, disciplinata dall’art. 15 delle Norme Tecniche di Attuazione che autorizza l’installazione soltanto di paline SPQR di formato 100 x 100 e non anche paline private su suolo pubblico, come appaiono invece i due impianti della ditta CLEAR CHANNEL AFFITALIA.
In caso di accertamento di eventuali vizi di legittimità riguardo alle due suddette nuove installazioni, si chiede alle SS.LL. – ciascuna nell’ambito delle rispettive competenze – di far provvedere all’immediato ripristino della legalità.
Si resta in attesa di un cortese riscontro scritto in merito, anche per via telematica, che si richiede ai sensi degli artt. 2, 3 e 9 della legge n. 241/1990.
Distinti saluti.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS)
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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VAS segnala un impianto pubblicitario installato all’altezza del civico n. 226 di via Flaminia
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
———- Messaggio inoltrato ———
Da: vas roma
Date: 29 settembre 2015 18:00
Oggetto: Impianto pubblicitario installato all’altezza del civico n. 226 di via Flaminia
A: seg02parioli.polizialocale@comune.roma.it, Francesco Paciello, “romaproduttiva@comune.roma.it” , “Marta.leonori@comune.roma.it” , “EMILIA.LA NAVE”
Cc: “LESLIE FRANCESCO.CAPONE”
Da: vas roma
Date: 29 settembre 2015 18:00
Oggetto: Impianto pubblicitario installato all’altezza del civico n. 226 di via Flaminia
A: seg02parioli.polizialocale@comune.roma.it, Francesco Paciello
Cc: “LESLIE FRANCESCO.CAPONE”
In data 22 settembre 2015 è pervenuta a questa associazione una segnalazione di un privato cittadino (corredata di foto) che fa presente l’avvenuta installazione di un impianto pubblicitario della tipologia palina di mt. 1,00 x 1,40 all’altezza del civico n. 226 di via Flaminia, sul marciapiede che delimita il perimetro del giardino pubblico in consegna all’Ufficio Giardini, a cavallo tra via Flaminia e Viale Tiziano.
Con la segnalazione è stata trasmessa la seguente foto della targhetta con il numero di codice identificativo 0023/AS959/P.
Nell’elenco dei contribuenti inseriti nella Nuova Banca Dati, aggiornato al 22 giugno 2015, con il codice n. 0023 risulta registrata la ditta “MORETTI PUBBLICITÀ” S.r.l., che sembra aver sostituito un precedente impianto, come si desume dalla seguente foto dei montanti dell’impianto.
La seguente foto tratta da Street View di Google Maps attesta infatti che sullo stesso posto ad ottobre del 2014 risultava installata una palina con orologio di mt. 1 x 1,40, presumibilmente sempre della ditta “MORETTI PUBBLICITÀ” S.r.l. che avrebbe inteso sostituirla con una palina senza orologio.
Si fa presente che nel vigente Regolamento di Pubblicità, così come modificato dall’Assemblea Capitolina con deliberazione n. 50 del 30 luglio 2014, sono state eliminate le paline con orologio di mt. 1 x 1,40 dall’elenco delle tipologie riportate alla lettera b) del punto 4) del 1° comma dell’art. 20, ammettendo come massimo formato solo quello di mt. 1,00 x 0,70: sono state altresì eliminate le paline di mt. 1 x 1,40 dall’elenco delle tipologie riportate alla lettera F) del 1° comma dell’art. 20, ammettendo come massimo formato solo quello di mt. 1 x 1.
Si chiede di sapere se la preesistente palina con orologio fosse di proprietà della ditta “MORETTI PUBBLICITÀ”, che quindi avrebbe deciso di sostituirla con una palina senza orologio sempre di formato 1,00 x 1,40, che appare però in violazione con la normativa nel frattempo vigente in materia, e specificatamente non solo con il Regolamento di Pubblicità, ma anche con il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP), approvato dall’Assemblea Capitolina con deliberazione n. 49 del 30 luglio 2014, che all’art. 35 delle sue Norme Tecniche di Attuazione prevede fra le tipologie di impianto ammesse solo paline di mt. 0,70 x 1,00 e 1,00 x 0,70 e paline con orologio di mt. 1,00 x 0,70.
L’installazione dell’impianto appare anche in violazione con la disposizione del Regolamento di Pubblicità antecedente alla sua modifica, che alla lettera h) del 1° comma dell’art. 18 faceva e fa tuttora espresso divieto di installazione di impianti in “aree in consegna al Servizio Giardini già attrezzate a verde”.
L’installazione dell’impianto appare inoltre in violazione con l’art. 8 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP), che al 1° comma dell’art. 8 (relativo alle “Aree a verde pubblico”) dispone testualmente: “Nelle aree attrezzate a verde pubblico o destinate a verde pubblico dai vigenti strumenti urbanistici, nonché lungo le strade che delimitano il perimetro di queste, è vietata la collocazione di impianti pubblicitari ad eccezione delle aree incluse nelle sottozone B2 e B3 di cui agli artt. 13, 16 e 17, nelle quali è ammessa esclusivamente l’istallazione di impianti di proprietà di Roma Capitale e destinati a comunicazioni di tipo istituzionale nella misura massima di 1 mq di superficie espositiva ogni 1.000 mq di superficie destinata a verde pubblico.”
Il tratto di Via Flaminia in questione è destinato dal PRIP a sottozona B2, dove però è ammessa esclusivamente l’installazione di impianti SPQR e non di impianti privati.
Va messo infine in evidenza che la posizione in cui è stato installato l’impianto pubblicitario ricade all’interno del vincolo paesaggistico imposto automaticamente per le “zone di interesse archeologico” ai sensi della lettera m) del 1° comma dell’art. 142 del vigente “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, così come emanato con D. Lgs. n. 42 del 22.1.2004 e successivamente integrato e modificato dai D.Lgs. n. 156 del 3.4.2006 e n. 62 e 63 del 22.3.2008: il vincolo in questione costituisce un “bene paesaggistico” che è individuato nella sottostante Tavola del Piano Territoriale Paesistico Regionale (in sigla PTPR).
Tavole “B” del PTPR – Particolare della Tavola 24, Foglio 374
– Aree di interesse archeologico già individuate (art. 13 della legge regionale n. 24/1998) –
Estratto dell’allegato E5 del PTPR
– Aree tutelate per legge – Zone di interesse archeologico – areali – [art. 142, comma 1, lettera m) D.l.vo 42/2004]-
Ai sensi del successivo art. 153 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” nelle aree tutelate come beni paesaggistici “è vietata la posa in opera di cartelli o altri mezzi pubblicitari se non previa autorizzazione dell’amministrazione competente, che provvede su parere vincolante …del soprintendente”.
Si chiede pertanto di sapere se per il suddetto impianto sia stata quanto meno presentata richiesta di rilascio della “autorizzazione paesaggistica” da parte del Comune di Roma (a ciò subdelegato ai sensi della legge regionale n. 59/1995), previo parere favorevole vincolante della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma.
In caso di accertamento di eventuali vizi di legittimità riguardo alla suddetta nuova installazione, si chiede alle SS.LL. – ciascuna nell’ambito delle rispettive competenze – di far provvedere all’immediato ripristino della legalità.
Si resta in attesa di un cortese riscontro scritto in merito, anche per via telematica, che si richiede ai sensi degli artt. 2, 3 e 9 della legge n. 241/1990.
Distinti saluti.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS)
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Dalla fine dello scorso mese di luglio è scaduta la moratoria dei procedimenti di spostamento/ricollocazione, di adeguamento e di trasformazione/accorpamento degli impianti pubblicitari
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:http://www.vasroma.it/dalla-fine-dello-scorso-mese-di-luglio-e-scaduta-la-moratoria-dei-procedimenti-di-spostamentoricollocazione-di-adeguamento-e-di-trasformazioneaccorpamento-degli-impianti-pubblicitari/
Dalla fine del mese di agosto arrivano segnalazioni di installazioni di cartelloni impianti pubblicitari che vengono considerati di nuovo impianto, quando così non può essere dal momento che è vietato il rilascio di nuove “autorizzazioni”, ad eccezione delle sole paline di mt. 1 x 1 (ai sensi del comma 3 bis dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità).
Per capire in che cosa possono consistere effettivamente tutte queste “nuove” installazioni, c’è da rifarsi ad una “moratoria” di cui ho dato notizia su questo stesso sito il 26 gennaio 2015 con la pubblicazione di un articolo dal titolo “È stata finalmente pubblicata la delibera con cui la Giunta Capitolina ha affidato l’incarico per la redazione dei 15 Piani di Localizzazione prescritti dal PRIP”. (http://www.vasroma.it/e-stata-finalmente-pubblicata-la-delibera-con-cui-la-giunta-capitolina-ha-affidato-lincarico-per-la-redazione-dei-15-piani-di-localizzazione-prescritti-dal-prip/).
Dava fra l’altro la notizia che con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014 (pubblicata il 22 gennaio 2015 sul siti web del Comune) era stato deciso di “disporre una moratoria, per un tempo non superiore a 180 giorni dall’approvazione della presente deliberazione, di tutti i seguenti procedimenti ad iniziativa di parte, anche in corso d’istruttoria, riferiti ad impianti pubblicitari insistenti su suolo pubblico capitolino:
– spostamento/ricollocazione degli impianti pubblicitari;
– adeguamento degli impianti pubblicitari;
– trasformazione/accorpamento degli impianti pubblicitari, ivi comprese le trasformazioni da monofacciali a bifacciali, con esclusione delle trasformazioni riguardanti l’adeguamento ai formati del di cui all’art. 20 del Regolamento di Pubblicità (deliberazione Assemblea Capitolina n. 50/2014), senza spostamento sul territorio, e gli accorpamenti fra impianti già inseriti nella Nuova Banca Dati e dotati di identificativo, con esclusione dell’utilizzo dei modelli E relativi alla procedura di riordino degli impianti pubblicitari di cui alla deliberazione Consiglio Comunale”.
Calcolando con il calendario alla mano la decorrenza dei 180 giorni, a partire dal 22 gennaio scorso compreso, si arriva alla conclusione che il 20 luglio 2015 è scaduta la “moratoria” per cui dal giorno dopo a tutt’oggi sono diventati di nuovo possibili procedimenti di:
– spostamento e ricollocazione degli impianti pubblicitari ai sensi della Deliberazione della Giunta Comunale n. 395 del 3 dicembre 2008, della Determinazione Dirigenziale n. 3312 del 23 dicembre 2008, così come modificata dalla Determinazione Dirigenziale n. 618 del 27 marzo 2012;
– adeguamento e riposizionamento degli impianti pubblicitari risultanti non conformi alle deroghe al Codice della Strada autorizzate dalla Deliberazione della Giunta Comunale n. 193 del 25 ottobre 2004, ai sensi del comma 10 dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità;
– accorpamento e trasformazione di più impianti già esistenti aventi formato diverso in nuovi impianti tutti del medesimo formato, ai sensi del comma 12 dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità.
La Giunta Capitolina sta per approvare la “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione, così come redatti da “Aequa Roma” e poi modificati ed integrati a seguito dei “pareri” espressi dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma, dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma e dalla Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali, su cui verrà attivata la partecipazione di cittadini, comitati, associazioni e ditte pubblicitarie per acquisire alla fine il “parere” di competenza di ognuno dei 15 Consigli Municipali.
Mi auguro che, contestualmente alla approvazione della “proposta”, la Giunta Capitolina voglia di nuovo prescrivere la stessa “moratoria” che congeli lo stato dell’impiantistica pubblicitaria fino all’espletamento dei bandi di gara che porteranno finalmente, con l’entrata a regime, a dare a Roma il decoro che merita la capitale.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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Le dimissioni che il Sindaco di Roma è stato costretto a dare da parte della sua stessa maggioranza lasciano a metà il procedimento di adozione e di approvazione dei Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari
Pubblichiamo questo articolo ripreso dal sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
Come ormai noto a tutti alle ore 19,29 dell’8 ottobre 2015 è stato dato l’annuncio ufficiale delle dimissioni che il Sindaco di Roma Ignazio Marino ha dovuto dare, costretto dalla sua stessa maggioranza in seno all’Assemblea Capitolina, che – in barba al garantismo che ha sempre sbandierato – stavolta non ha trovato di meglio che non perdonare al “suo” stesso Sindaco (al momento nemmeno ufficialmente indagato) l’accusa ancora tutta da dimostrare di alcuni suoi presunti scontrini falsi.
A conferma di questo voltafaccia l’Assessore alla Cultura Giovanna Marinelli ha rilasciato una intervista che è stata pubblicata ieri sulla cronaca di Roma del quotidiano “Il Messaggero” con un articolo dal titolo “Se viene meno il sostegno politico fare un passo indietro è doveroso”, in cui viene messa in risalto la sua seguente significativa affermazione: “il primo cittadino è stato mollato dal suo partito, non dai suoi elettori”.
Per testimonianza diretta, acquisita sul fronte della dura battaglia iniziata nel 2011 e vinta per il momento con l’approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e del nuovo Regolamento di Pubblicità, posso oggi affermare con fondati motivi che a tentare quanto meno di “mollare” da ben prima il Sindaco di Roma sono stati non solo il suo stesso partito (PD), ma anche gli altri gruppi politici della sua maggioranza: porto a conoscenza che fin dall’inizio del procedimento di revisione del PRIP licenziato dalla Giunta di Alemanno (settembre 2013) mi è stato detto da fonti autorevoli di non fidarmi della maggioranza dell’Assemblea Capitolina.
In molte occasioni mi sono trovato in seguito a rapportarmi (in sede di Commissioni Consiliari prima e direttamente in aula Giulio Cesare poi) con diversi consiglieri tra cui il Presidente della Commissione Bilancio Alfredo Ferrari(PD), l’ex capogruppo PD in Campidoglio Francesco D’Ausilio ed il capogruppo della Lista Civica Marino Sindaco,Luca Giansanti, che alla fine di giugno del 2015 si sono dovuti autosospendere perché erano finiti in diverse intercettazioni delle carte dell’inchiesta su Mafia Capitale.
Luca Giansanti ha partecipato di persona per la prima volta alla riunione della Commissione Commercio che si è tenuta il 26 giugno 2014 per l’espressione del parere da dare alla proposta del PRIP licenziata dalla Giunta Capitolina e per intervenire sul criterio per garantire una “premialità” alle ditte “virtuose”. (vedihttp://www.vasroma.it/per-dare-una-premialita-a-tutti-i-costi-alle-ditte-virtuose-senza-nemmeno-sapere-come-e-quali-sono-la-commissione-commercio-boccia-lemendamento-gia-conco/)
Fra i consiglieri dei gruppi di maggioranza da me conosciuti c’è stato anche il capogruppo del Centro DemocraticoMassimo Caprari, che in quasi tutte le riunioni della Commissione Commercio dedicate al PRIP ha mandato una sua fidata collaboratrice: è stato arrestato agli inizi di giugno del 2015 assieme al consigliere Pierpaolo Pedetti(PD) ed all’allora Presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti.
Prima ancora (fine di ottobre del 2014) Francesco D’Ausilio aveva commissionato in proprio, ma in qualità di allora capogruppo del PD, un sondaggio sul gradimento di Marino, per dimostrare anche, a suo dire, che il Sindaco non conosceva nemmeno le correnti di quel partito che l’ha portato al Campidoglio: il sondaggio gli è costato le dimissioni da capogruppo del PD.
Fra le “correnti” del PD che non conosceva forse Marino, ma che è stata costretta a conoscere più che bene l’Assessore Marta Leonori, c’è stata quella che fa capo al Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, che in totale eccesso di potere si è inventato un procedimento di partecipazione alla redazione del PRIP, che si sarebbe dovuto concludere “con la stesura di un testo finale del Piano da sottoporre alla approvazione della Giunta e dell’Assemblea Capitolina”. (vedi http://www.vasroma.it/la-telenovela-senza-fine-del-percorso-di-partecipazione-per-la-stesura-del-piano-regolatore-degli-impianti-pubblicitari-prip/)
L’anomalo procedimento è iniziato il 22 ottobre 2013 ed è stato ufficiosamente chiuso con una Nota di Corsetti ad Assessore Leonori del 14 aprile 2014, senza nessuna stesura di un testo finale delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP: si è trattato di un tempo enorme perso inutilmente, che ha fatto ritardare di ben 6 mesi l’adozione del PRIP, avvenuta con Decisione della Giunta Capitolina n. 35 del 30 aprile 2014.
CON IL SENNO DI POI È OGGETTIVAMENTE INCONFUTABILE CHE SE NON SI FOSSERO PERDUTI QUESTI 6 MESI, OGGI AVREMMO I PIANI DI LOCALIZZAZIONE GIÀ DEFINITIVAMENTE APPROVATI.
Dalla lettura della rassegna stampa di ieri sono venuto a sapere che 10 consiglieri del PD (su un totale di 19) si sarebbero messi a piangere alla notizia delle dimissioni del Sindaco Marino: la notizia, se rispondente al vero, è estremamente significativa perché – anche a voler ammettere che non siano state lacrime di coccodrillo – lascia ben capire che malgrado i rimpasti di ben 4 consiglieri, quasi la metà dell’attuale partito di maggioranza non ha di certo “rimpianto” invece le dimissioni del Sindaco e le ha anzi presumibilmente quanto meno “forzate” se non causate.
Le dimissioni del Sindaco sono state date nel momento in cui la Giunta Capitolina stava per approvare la proposta dei 15 Piani di Localizzazione, da trasmettere poi ai Consigli dei rispettivi Municipi, per acquisire il “parere” di loro competenza, dopo avere attivato il Regolamento di partecipazione dei cittadini, previsto espressamente dall’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP: la proposta del testo della delibera di Giunta era stata predisposta dagli Uffici competenti ben 16 giorni fa ed è tuttora all’esame del Segretario Generale.
LE DIMISSIONI LASCIANO COSÌ A METÀ IL PROCEDIMENTO DI ADOZIONE ED APPROVAZIONE DEI PIANI DI LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI, PER CUI È LECITO CHIEDERSI A QUESTO PUNTO COSA SUCCEDE.
La normativa vigente in materia è data dal D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000, che al 3° comma dell’art. 53 stabilisce che “le dimissioni presentate dal sindaco o dal presidente della provincia diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario”.
Ne deriva quindi che la Giunta Capitolina rimane in carica per i prossimi 20 giorni, durante i quali può assolvere alla ordinaria amministrazione nella piena totalità dei suoi membri, anche perché le dimissioni degli Assessori risultano essere state solo annunciate ma non formalizzate.
Il Campidoglio ha fatto sapere che Marino «formalizzerà le dimissioni il 12 ottobre, lunedì»: dal giorno successivo scatteranno i fatidici 20 giorni durante i quali potrà ripensarci.
Se l’addio sarà mantenuto, il 2 novembre decadrà da sindaco: fino a tale data quindi la Giunta Capitolina è in grado di assolvere alla ordinaria amministrazione.
Il 1° comma del successivo art. 141 dispone che “i consigli comunali … vengono sciolti con D.P.R., su proposta del Ministro dell’interno: … b) quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi per le seguenti cause: … 2) dimissioni del sindaco”.
Il successivo 3° comma dispone che “con il decreto di scioglimento si provvede alla nomina di un commissario, che esercita le attribuzioni conferitegli con il decreto stesso.”
Come riportato ieri dal quotidiano “l’Avvenire” le dimissioni diventeranno esecutive entro 20 giorni, l’Assemblea Capitolina sarà dunque sciolta ai primi di novembre con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno ed il Governo avrà altri 90 giorni per individuare e proporre tramite il Viminale un commissario, del rango di prefetto, nominato sempre con un Decreto del Presidente della Repubblica per gestire l’ordinaria amministrazione.
Il successivo 4° comma stabilisce che “il rinnovo del consiglio nelle ipotesi di scioglimento deve coincidere con il primo turno elettorale utile previsto dalla legge” vale a dire in una domenica tra il 15 aprile ed il 15 giugno 2015, presumibilmente assieme al rinnovo di amministrazioni di altre città.
Va ad ogni modo messa in preventivo anche l’eventualità di uno slittamento delle elezioni alla fine del 2016, con la motivazione del Giubileo.
Se si tiene conto della suddetta vigente normativa, si hanno le seguenti possibilità:
1 – entro i prossimi 20 giorni la Giunta Capitolina può e secondo me deve anzi approvare la delibera riguardante la “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione da sottoporre poi al parere dei 15 Municipi, se non altro perché già predisposta da ben 16 giorni ed attualmente all’esame del Segretario Generale del Comune;
2 – se malauguratamente non ci fosse la volontà politica di “chiudere” questa importante fase attuativa del PRIP (ed il fatto sarebbe a mio giudizio estremamente grave), il Commissario Straordinario che verrà nominato può comunque approvare lui, nelle veci della Giunta Capitolina, la delibera relativa alla “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione (a conferma di questo diritto-potere si portano le deliberazioni n. 6 del 10 marzo 2008, n. 45 del 17 marzo 2008 e n. 38 del 22 aprile 2008, tutte approvate dall’allora Commissario Straordinario Mario Morcone).
Riguardo alla possibilità poi che sulla “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione riescano ad esprimere il “parere” di propria competenza i Municipi, a quel momento forse tutti anch’essi commissariati, trattandosi di piani attuativi del PRIP, va valutata l’opportunità di consentire ai 15 eventuali Commissari di esprimere comunque nelle veci dei rispettivi Consigli Municipali il “parere” di loro competenza, affidando ad ognuno di essi il compito di attivare il Regolamento di partecipazione dei cittadini, previsto espressamente dall’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP: la partecipazione diretta di cittadini, dei comitati di quartiere, delle associazioni e delle ditte pubblicitarie potrà essere di notevole aiuto se non sopperire all’esame di ogni Piano di Localizzazione che sarà affidato all’Ufficio Tecnico del Municipio, in sostituzione della preventiva istruttoria affidata per prassi alla Commissione Commercio.
In tal modo si consentirebbe al Commissario Straordinario del Comune di Roma di controdedurre poi ai “pareri” dei Municipi e di approvare definitivamente tutti e 15 i Piani di Localizzazione prima delle elezioni di maggio del prossimo anno, rimandando al futuro nuovo Sindaco di Roma ed alla sua Giunta il compito di espletare i bandi di gara per l’assegnazione della gestione decennale degli impianti pubblicitari individuati dai Piani di Localizzazione.
In assenza di queste minime garanzie di consolidamento irreversibile degli strumenti di attuazione del PRIP, specie se poi a votare si andrà a dicembre dell’anno prossimo, anziché a maggio, temo lo stesso rischio paventato dal Sindaco nel seguente passo finale del testo delle sue dimissioni: “Spero e prego che questo lavoro – in un modo o nell’altro – venga portato avanti, perché non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso”.
Nel caso specifico da me trattato il rischio è che, per causa di questa interruzione forzata di ogni attività amministrativa fino a maggio o peggio ancora fino a dicembre del prossimo anno, a Roma torni a regnare la “cartellopoli” che ha dilagato all’epoca del Sindaco Alemanno, proprio in pieno svolgimento del Giubileo, mostrando visivamente a tutti i pellegrini che verranno a Roma in che misura viene tenuto il decoro della capitale e con esso la legalità.
In tal caso malaugurato una grossa responsabilità ricadrà sulle spalle del futuro Commissario Straordinario e della dott.ssa Paola Sbriccoli, che dal prossimo 1 novembre si insedierà al comando della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità, subentrando al dott. Francesco Paciello a cui va oggettivamente riconosciuto il merito di essere stato il fulcro dei risultati fin qui raggiunti grazie anche e soprattutto al suo supporto ed alla sua consulenza fornita sempre in modo più che corretto sul piano tecnico e soprattutto su quello giuridico: ne sono una riprova non ultima tutte le ultime pronunce del TAR del Lazio che hanno dato sempre ragione al Comune rigettando i ricorsi delle ditte pubblicitarie.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
AGGIORNAMENTO
Per quanto riguarda il destino dei 15 Municipi di Roma il 4° comma dell’art. 27 del nuovo Statuto del Comune di Roma, approvato con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 8 del 7 marzo 2013, stabilisce che “i Consigli dei Municipi sono eletti contemporaneamente all’Assemblea Capitolina, anche nel caso di scioglimento anticipato della medesima; restano in carica per la durata del mandato dell’Assemblea Capitolina; esercitano le loro funzioni sino alla elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili.”
Lo conferma il seguente articolo di oggi pubblicato sulla cronaca di Roma del quotidiano “Corriere della Sera”.
Ne deriva che ad esprimere il “parere” sulla proposta dei Piani di Localizzazione dovrebbero essere presumibilmente gli tessi 15 Consigli municipali e non i commissari o i subcommissari nominati dal Commissario Straordinario di Roma.
Per quanto riguarda invece l’eventualità che si vada a votare alla fine del prossimo anno si riporta il seguente articolo pubblicato oggi sul quotidiano “Il Messaggero”.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) - circolo.vas.roma@gmail.com
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