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Eccellente intervista di Marta Leonori su Repubblica di domenica scorsa sul tema dei cartelloni. Avanti così senza tentennamenti

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“Insegne multilingue e niente ditte abusive ecco come sparirà l’orrore di Cartellopoli”

Intervista all’assessore Leonori sul nuovo piano “È l’occasione giusta per recuperare il decoro” 

«QUESTO è un progetto di decoro che Roma aspetta da moltissimi anni e avrà un forte impatto sia al centro ma soprattutto nelle periferie». L’assessore comunale alla Roma Produttiva, Marta Leonori, è cosciente del degrado creato dalle decine di migliaia di cartelloni pubblicitari che hanno invaso la capitale.

Cosa sta facendo il Campidoglio per mettere fine allo scempio di Cartellopoli?
«Dopo la delibera di dicembre, con cui abbiamo parzialmente revocato la 116 di Alemanno, che aveva attuato una sorta di sanatoria dei cartelloni, abbiamo inserito due delibere collegate al bilancio: il Prip, il piano regolatore degli impianti pubblicitari e alcune modifiche al regolamento. L’assemblea capitolina dovrà approvarle, poi si potrà lavorare sui piani di localizzazione, una fotografia sul territorio di dove posizionare i nuovi impianti. Infine bandire la gara per l’assegnazione delle concessioni, visto che quelle di tutti i cartelloni di Roma scadranno il 31 dicembre. Questo avrà ricadute sia su decoro e risorse dell’amministrazione sia sulla lotta all’abusivismo».

Come?
«Assegneremo la responsabilità del territorio alle società che vinceranno la gara. Chi vince dovrà rimuovere gli impianti abusivi».

Con la revoca della cosiddetta sanatoria Alemanno il Comune ha dichiarato illegali tra i 4 e i 5mila impianti. Molti, però, sono ancora in strada.
«Un paio di migliaia sono stati rimossi dalle ditte stesse. Per gli altri abbiamo sanzionato le società che avrebbero dovuto farlo entro 90 giorni. E se le società non pagano ci rivarremo sul pubblicizzato mentre con le risorse a bilancio continueremo le rimozioni».

Nel licenziare il Prip la commissione Commercio ha previsto un meccanismo di “premialità” per le ditte che in questi anni sono state virtuose. Le associazioni di cittadini però sono sul piede di guerra perché temono ricorsi.
«Nel regolamento attuativo avevamo già inserito l’impossibilità di partecipare alle gare per quelle società che hanno installato cartelloni abusivi o che non sono in regola con i pagamenti. Capisco l’intento della commissione di lasciare fuori le società non virtuose ma quello della premialità è un aspetto molto delicato che andrà valutato tecnicamente. La premialità può essere costruita solo su criteri oggettivi e non deve inficiare la gara».

La commissione ha invece bocciato la possibilità di prevedere pubblicità nel centro storico per il bike sharing o per arredo urbano…
«Nel Prip avevamo inserito l’opportunità per l’amministrazione di aggiungere progetti speciali legati all’innovazione e al turismo senza stravolgere i piani di localizzazione e da studiare con la Sovrintendenza. Penso, per esempio, a pannelli che grazie alle nuove tecnologie diano informazioni in varie lingue direttamente su smartphone o tablet. L’obiettivo è andare verso una nuova concezione di impiantistica: da elemento di degrado a elemento che eleva la qualità della pubblicità dando servizi aggiuntivi».

Basterà il Prip a ridare decoro a Roma?
«Il Prip recepisce alcune prescrizioni per la tutela paesaggistica e prevede che i nuovi impianti con una coerenza estetica. Abbiamo vietato ogni tipo di messaggio sessista o che inciti alla violenza e, su suggerimento dei municipi, potremmo bandire anche quelli che incitano al gioco d’azzardo. È un grande progetto di decoro per tutta la città».

Questo PRIP così come licenziato dalla Giunta non accontenta nessuno: quali e quanti emendamenti saranno stati presentati per migliorarlo o per distruggerlo del tutto?

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/questo-prip-cosi-come-licenziato-dalla-giunta-non-accontenta-nessuno-quali-e-quanti-emendamenti-saranno-stati-presentati-per-migliorarlo-o-per-distruggerlo-del-tutto/


Immagine.Slide copertina 
Nel corso dei 45 minuti di tempo che aveva a disposizione per fare il suo intervento, risultato poi l’ultimo del pomeriggio di ieri, il cons. Alessandro Onorato (Lista Alfio Marchini) ha voluto fare riferimento anche al PRIP.

Immagine.Alessandro Onorato.1
 Alessandro Onorato

Ne fa fatto anzitutto la cronistoria, ricordando che la modifica del Regolamento di Pubblicità è stata approvata con la deliberazione n. 37/2009, che ha registrato solo 3 voti contrari.

Ha poi detto che il PRIP <<arrivò ma non arrivò>> in aula perché per causa di un ostruzionismo trasversale non è stato mai dibattuto né tanto meno votato.

Il PRIP licenziato dalla attuale Giunta Capitolina è secondo lui la <<ennesima bufala di Marino>> e del modello Parigi a cui si vorrebbe rifare.

Ha ricordato il “percorso di partecipazione” al PRIP voluto da Corsetti che <<di fatto non ha prodotto nulla>>.

Ha definito la proposta di deliberazione n. 59 <<un mostro perché scontenta tutti e perché non si ha il coraggio di dire la verità>>: si dichiara convinto che non l’ha scritta la Leonori e si chiede se per caso sia forse opera del suo capo segreteria Leslie Francesco Capone.

Parla da un lato del timore paventato del vincitore unico di un bando internazionale <<senza fare nomi IGP Décaux>> e dall’altro lato del caos creato, perché <<se c’è un Comune che non fa rispettare le regole allora diventa un fatto fisiologico>>: si dichiara convinto che per Capone si azzera tutto e si ha un unico aggiudicatario e si va avanti così.

Fa sapere poi che durante il percorso di partecipazione al PRIP è venuta fuori la “premialità” da dover riconoscere e siccome non si è riusciti a trovare un meccanismo per riconoscerla allora si ritarda tutto di 5 anni che se mai avvenisse ci troveremo per tutto questo tempo <<una accozzaglia di roba inguardabile>>.
Ma ha aggiunto che <<follia più grande delle proroga (follia che non risolve nulla)>> sarebbe togliere la proposta n. 59 dalle deliberazioni propedeutiche al bilancio, perché <<se togli questa roba i 60 milioni di euro di ricavo dove li prendo ?>>.

Ha concluso il suo intervento affermando che <<allora il rischio è che non si ha il coraggio della verità per voler accontentare tutti ed alla fine vince solo chi ha la possibilità di fare “cartello”>>.

****************

Nella giornata di ieri entro le ore 19,00 andavano presentati gli emendamenti anche alle due proposte di deliberazione n. 59 e n. 61. 

In prospettiva di questa scadenza, pur senza conoscere ancora le controdeduzioni, che ho chiesto ufficialmente ieri mattina direttamente all’Assessore Leonori ma che sono riuscito ad avere paradossalmente dal cons. Davide Bordoni che me le ha personalmente trasmesse davanti a me dal suo iPAD, il 14 luglio scorso con distinti messaggi di posta elettronica ho trasmesso gli Emendamenti da presentare entro le ore 19 di mercoledì 16 luglio 2014 da me elaborati a Fabrizio Panecaldo (PD), coordinatore della maggioranza, Luca Giansanti (capogruppo della Lista Civica per Marino), Gianluca Peciola (capogruppo di SEL), Massimo Caprari (capogruppo di Centro Democratico) e Marcello De Vito (capogruppo M5S) con l’invito a farli propri e presentarli: il giorno dopo li ho trasmessi anche al cons. Alessandro Onorato. 

Alla scadenza delle ore 19,00 di ieri sono venuto a spere che sarebbero stati presentati tutti gli emendamenti da me proposti sia dall’intero gruppo del Movimento 5 Stelle che dal cons. Alessandro Onorato.  

In molti di questi emendamenti ho recepito le proposte fatte dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale nel Parere sulle proposte di PRIP e modifica al Regolamento Affissioni e Pubblicità. 

Immagine.Frontespizio parere Agenzia

Mi sono fatto fare allora 48 copie a colori del suddetto parere, quanti sono i consiglieri della Assemblea Capitolina e ad ognuna delle quali ho legato in testa la seguente mia nota di accompagno.

 Immagine.Nota accompagno a parere Agenzia

Nel pomeriggio di ierisono riuscito a consegnare personalmente a mano una copia del parere della Agenzia con la suddetta mia nota di accompagno ai seguenti 25 consiglieri:
Marcello De Vito (capogruppo M5S) – tramite Enrico Stefàno;
Enrico Stefàno (M5S);
Virginia Raggi (M5S);
Daniele Frongia (M5S);
Immacolata Battaglia (SEL);
Ignazio Cozzoli Poli (Alleanza Popolare Nazionale);
Pier Paolo Pedetti (PD);
Marco Pomarici (NCD);
Cosimo Dinoi (Movimento Cantiere Italia);
Valeria Baglio (PD);
Davide Bordoni (Forza Italia);
Daniela Tiburzi (PD);
Alfredo Ferrari (PD);
Franco Marino (Lista Civica Marino);
Maurizio Policastro (PD);
Annamaria Proietti Cesaretti (SEL);
Athos De Luca (PD);
Giaanluca Peciola (SEL);
Alessandro Onorato (Alfio Marchini);
Alfio Marchini (per il tramite di Onorato);
Luca Giansanti (capogruppo Lista Civica Marino);
Massimo Caprari (Centro Democratico);
Fabizio Panecaldo (PD);
Francesco D’Ausilio (capogruppo PD);
Sveva Belviso (NCD). 

Mi riprometto di consegnare una copia anche ai rimanenti consiglieri alla ripresa dei lavori dell’Assemblea Capitolina, che sembra fissato per il prossimo venerdì 18 luglio 2014: in questo frattempo mi analizzerò le controdeduzioni che finalmente sono riuscito ad avere per farne oggetto di un articolo per domani, in attesa di sapere quali e quanti emendamenti saranno stati  alla fine effettivamente presentati.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Le controdeduzioni della Giunta Capitolina ai pareri espressi dai Municipi su PRIP e modifiche al Regolamento di Pubblicità

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/le-controdeduzioni-della-giunta-capitolina-ai-parere-espressi-dai-municipi-su-prip-e-modifiche-al-regolamento-di-pubblicita/

Come noto sono state licenziate la Decisione della Giunta Capitolina n. 35 del 30 aprile 2014 relativa alla proposta di deliberazione n. 59 (“Approvazione Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari”) ) e la Decisione n. 36 del 30 aprile 2014 relativa alla proposta di deliberazione n. 61 (“Modifiche ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 37 del 30 marzo 2009, …., riguardante il Regolamento comunale recante le norme in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni”).
In data 12 maggio 2014 entrambe le proposte sono state trasmesse ai Municipi per l’espressione del parere da parte del relativo Consiglio.
Le associazioni VAS, Basta Cartelloni-Francesco Fiori e Cittadinanzattiva hanno allora redatto una serie di proposte di Emendamenti congiunti che costituiscono sostanzialmente una integrazione ed un aggiornamento della proposta unitaria trasmessa il 27 novembre 2013 nell’ambito del percorso di partecipazione al PRIP attivato dalla Commissione Commercio.
La novità di avere fatto diventare entrambe le proposte di deliberazione propedeutiche ad un bilancio che doveva essere approvato entro il prossimo 31 luglio, data che presumibilmente verrà prorogata al 30 settembre, non consentiva più di pretendere una zonizzazione conforme a quella del P.R.G. vigente di Roma, perché avrebbe costretto a rivedere tutte le 14 tavole di zonizzazione e tipi stradali ed impedito quindi di approvare il PRIP prima del bilancio: il problema è stato superato spostando la modifica alla Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP, lasciando così inalterate le 14 tavole.
Le proposte di emendamenti sono state trasmesse in particolare ai Consigli dei Municipi I (ex I “Roma Centro Storico”), XIII (ex XVIII “Roma Aurelio”) e XV (ex XX “Cassia Flaminia”) che le hanno fatte proprie ed approvate come richieste a cui hanno subordinato i rispettivi “pareri” favorevoli.
Ad esprimere alla fine un parere favorevole incondizionato sono stati i Consigli dei Municipi II, III, IV, V, VI, IX, X, XI, XII e XIV, mentre i Consigli dei Municipi I, VII, VIII, XIII e XV hanno espresso parere favorevole con una serie di richieste e/o osservazioni.
Nella seduta del 25 giugno 2014 sono state approvate sia le Controdeduzioni della Giunta Capitolina in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 che le Controdeduzioni della Giunta Capitolina in ordine alla proposta di deliberazione n. 61.
Analizziamole a partire dalla proposta di deliberazione n. 61, riportando ogni volta – per un opportuno confronto ed una migliore comprensione – anche il testo vigente dell’articolo o del comma modificato e/o integrato, evidenziando sempre il testo che è stato accolto in grassetto di colore blu: rimetto anche le motivazioni portate dalle associazioni VAS, Basta Cartelloni-Francesco Fiori e Cittadinanzattiva per gli emendamenti da loro proposti ed accolti.

Proposta di deliberazione n. 61

(modifiche ed integrazioni al Regolamento di Pubblicità)

Richieste accolte
L’attuale 1° comma dell’art. 4 recita testualmente nel seguente modo.
ART. 4
Mezzi pubblicitari ammessi e vietati – Norme tecniche per l’installazione
1. È ammesso, alle condizioni, caratteristiche e modalità stabilite dal presente regolamento e dalle norme da esso non abrogate, l’uso dei seguenti impianti, che costituiscono mezzi pubblicitari:
a) impianti per affissioni di manifesti o pittorici su suolo o pareti;
b) impianti luminosi o illuminati;
c) plance luminose;
d) paline luminose e non luminose;
e) insegne, targhe, tende e simili;
f) scritte su vetrine;
g) palloni frenati;
h) mezzi collocati su e all’interno di veicoli, tranne quanto disposto dal successivo comma 2, lett. a) ed e), o i veicoli stessi anche attraverso verniciatura o l’uso di pellicole;
i) mezzi collocati su ponteggi e recinzioni di cantiere;
l) componenti e complementi di arredo urbano;
m) mezzi elettronici e meccanici a messaggio variabile;
n) locandine, manifestini e simili;
o) proiezioni su pareti e pannelli;
p) cartelli o altri mezzi recati da persone;
q) impianti su terrazzi e pareti cieche ove consentite;
r) impianti digitali di tipologia lcd, plasma, led o organic led ed impianti a proiezione;
s) le insegne di esercizi che riportino espressioni in lingua straniera, non di uso corrente, con traduzione;
Sono considerati mezzi pubblicitari anche le combinazioni dei mezzi pubblicitari di cui alle precedenti lettere.
In accoglimento della proposta delle associazioni VAS, Basta Cartelloni-Francesco Fiorie Cittadinanzattiva, il Municipio XV ha fatto la richiesta di aggiungere dopo la lettera I) del 1° comma la lettera I bis) dal seguente testo:  
«I bis) impianti di pubblica utilità intesi anche come elementi di arredo urbano di pubblica utilità contenenti, in via accessoria, superficie pubblicitaria oppure come impianti pubblicitari collegati e finalizzati al finanziamento di progetti di servizi di pubblica utilità e/o di mobilità alternativa;». 
MotivazioniFra gli elementi del PRIP fondamentali per raggiungere gli obiettivi che si deve prefiggere il Comune di Roma, al fine di ottenere nel lungo periodo servizi e progetti a livelli di eccellenza, ci devono essere anche se non soprattutto gli impianti di pubblica utilità o utili al finanziamento di progetti di pubblica utilità e/o mobilità sostenibile, sul “modello di Parigi” che il Sindaco Marino ha detto di voler prendere ad esempio.
Ma per applicare il “modello di Parigi” e far capire bene e meglio cosa si intenda esattamente per “impianti di pubblica utilità” occorre prima darne una definizione migliore dei “componenti e complementi di arredo urbano” previsti alla lettera l) del 1° comma dell’art. 4 del Regolamento vigente.
Si è così deciso di aggiungere alla suddetta lettera una lettera l bis) con il suddetto testo, che serve anche per evitare applicazioni distorte rispetto ai “componenti e complementi di arredo urbano”: si è preferito dare una definizione più precisa degli “impianti di pubblica utilità”, anche per collegarne la definizione a tutte e tre le sottozone B1, B2 e B3 del PRIP.
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La proposta di deliberazione n. 61 prevede di aggiungere dopo la lettera s) la nuova <<lettera t) pellicolazione su suolo pubblico>>.
Il Municipio XIII ha fatto la richiesta di aggiungere la lettera t) con il seguente testo: <<escludere dalla “pellicolazione del suolo pubblico” le aree verdi, i parchi gioco per i bambini, quelle in prossimità delle scuole e limitrofe a ville storiche, parchi, palazzi, manufatti di interesse storico-archeologico nonché zone, strade e piazze con valore artistico e paesaggistico-ambientale;  
per l’installazione di tali impianti, acquisire in via preventiva il parere della Polizia Locale Roma Capitale relativamente al rispetto del Codice della Strada;>>.
**************************
L’attuale 2° comma dell’art. 4 recita testualmente nel seguente modo.
ART. 4
Mezzi pubblicitari ammessi e vietati – Norme tecniche per l’installazione
2. Sono vietati:
a) i mezzi pubblicitari il cui divieto sia disposto dal Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285, d’ora in avanti indicato come “codice della strada”, o da altre norme di legge;
b) gli impianti e i mezzi la cui superficie espositiva facciale superi i 12 metri quadrati, salvo quanto disposto dall’art. 20, comma 1, lett. F) in materia di impianti non soggetti ai limiti di formato;
c) la pubblicità eseguita con aeromobili;
d) la pubblicità eseguita mediante il lancio di qualsivoglia oggetto ovvero mediante l’uso di apparecchi amplificatori installati su veicoli;
e) la pubblicità esposta su appositi impianti mobili o su autoveicoli a tale scopo appositamente destinati, attrezzati o comunque modificati, anche se in possesso di omologazione, anche se privi di sporgenze, nell’ambito delle ZTL. Tramite tali mezzi è comunque vietata l’esposizione pubblicitaria durante le soste e le fermate non obbligatorie. All’infuori delle ZTL la circolazione dei predetti mezzi è consentita nel limite numerico di cui all’art. 34 c. 6 bis e purché adeguati al più recente standard europeo;
f) i segnali di indicazione della localizzazione di imprese, ivi compresi gli esercizi commerciali, ove non rispondenti ad accertate esigenze di ausilio alla segnaletica stradale;
g) impianti e installazioni pubblicitarie che possono danneggiare o deturpare il patrimonio ambientale delle coste del litorale romano.
Il Municipio I ha fatto la seguente richiesta: comma 2, lettera e) “la pubblicità esposta su appositi impianti mobili o su autoveicoli a tale scopo appositamente destinati, attrezzati o comunque modificati, anche se in possesso di omologazione, anche se privi di sporgenze, nell’ambito delle ZTL.” Sostituire “delle ZTL” con Il “dell’area all’interno delle mura aureliane”. 
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 La proposta di deliberazione n. 61 prevede di aggiungere dopo la lettera g) la nuova <<lettera h) la pubblicità esposta su carrelli, cicli, motocili e simili>>.
Relativamente allo stesso 2° comma dell’art. 4 il Municipio I ha fatto la seguente richiesta: dopo la lettera h) inserire la nuova lettera: i) l’esposizione di locandine, cartelli e di mezzi pubblicitari, apposti sulle facciate, comprese le porte e finestre, all’esterno degli esercizi commerciali o artigianali per la pubblicità di prodotti, dei prezzi o dell’attività svolta dalle stesse.
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Il Municipio I ed il Municipio XV hanno fatto la richiesta di aggiungere dopo l’art. 5 il seguente articolo:  
ARTICOLO 5 BIS
Norme particolari in materia di pubblicità a messaggio variabile 
1. In riferimento alla lettera m} del comma 1 del precedente art. 4 si definisce impianto a messaggio variabile qualunque manufatto finalizzato alla pubblicità e/o alla propaganda sia di prodotti che di attività, caratterizzato dalla variabilità dei messaggio e/o delle immagini trasmesse, con caratteristiche diverse e di dimensioni variabili. Può essere luminoso per luce diretta o per luce indiretta e deve avere dimensione di 12 mq ..
2. Fuori dai centri abitati è vietata la collocazione di cartelli ed altri mezzi pubblicitari a messaggio variabile, aventi un periodo di variabilità inferiore a cinque minuti, in posizione trasversale al senso di marcia dei veicoli.
3. Entro i centri abitati gli impianti pubblicitari aventi messaggio variabile dovranno avere una variabilità non inferiore ai 10 secondi.
Motivazioni -La pubblicità a messaggio variabile è stata disciplinata dal comma 11 dell’art. 51 del Regolamento di esecuzione ed attuazione del nuovo Codice della Strada (emanato con D.P.R. 495/1992), che così come modificato dall’art. 41 del D.P.R. n. 610 del 16.9.1996 dispone testualmente: “11. Fuori dai centri abitati è vietata la collocazione di cartelli ed altri mezzi pubblicitari a messaggio variabile, aventi un periodo di variabilità inferiore a cinque minuti, in posizione trasversale al senso di marcia dei veicoli. Entro i centri abitati il periodo di variabilità ammesso è fissato dai regolamenti comunali”.
Ne deriva che a Roma “i messaggi non possono variare con scansione inferiore ai 5 minuti” solo fuori dei centri abitati, mentre entro i centri abitati spetta al Regolamento comunale fissare il periodo di variabilità ammesso.
Ma non risulta che abbia assolto a questo compito il vigente Regolamento approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 37/2009, perché alla lettera m) del 1° comma dell’art. 4 ammette come uso di impianti che costituiscono mezzi pubblicitari anche i “mezzi elettronici e meccanici a messaggio variabile”, di cui non viene però fissato nessun periodo di variabilità ammesso.
Il punto 1) del successivo art. 27, che è relativo al “Canone per la pubblicità effettuata con pannelli luminosi e proiezioni”, dispone che “per la pubblicità eseguita per conto altrui con insegne, pannelli o altre analoghe strutture caratterizzate dall’impiego di diodi luminosi, lampadine e simili mediante controllo del messaggio o la sua visione in forma intermittente, si applica il canone, indipendentemente dal numero dei messaggi, per metro quadrato di superficie e per anno solare”, senza specificare altro.
Per opportuna conoscenza va detto però che le controdeduzioni approvate il 22 giugno 2011 dalla Giunta Capitolina ai pareri espressi dai Consigli Municipali riguardo al Piano Regolatore degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari (PRIP) hanno accolto la proposta fatta dall’allora Consiglio del XIII Municipio, secondo cui “gli impianti pubblicitari aventi messaggio variabile dovranno avere una variabilità non inferiore ai 10 secondi”: la circostanza conferma che il Comune di Roma non ha al momento fissato nel proprio Regolamento il periodo di variabilità ammesso nei centri abitati e che le controdeduzioni approvate dalla Giunta Capitolina costituiscono un atto endoprocedimentale senza ancora quindi nessuna valenza giuridica immediata. Ne deriva la necessità di regolamentare prima o poi questo tipo particolare di pubblicità come hanno già fatto altri Comuni d’Italia (Ferrara, Savona, Treviso, Massa Carrara, Cagliari ecc.).
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La proposta di deliberazione n. 61 prevede di aggiungere dopo l’articolo 12 il seguente articolo: 
ARTICOLO 12 BIS
Contenuto del messaggio pubblicitario 
È vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto presenti stereotipi di genere o che inciti al sessismo e alla violenza.
Il Municipio VII ha chiesto di aggiungere dopo “alla violenza” le parole “al razzismo e comunque lesivi dell’etica”.
MotivazioniA spingere la Giunta Capitolina a prendere la decisione di accogliere la richiesta del VII Municipio dovrebbe aver contribuito anche il parere espresso al riguardo (pagg. 10-11) dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, espressamente richiesto dall’Assessore Leonori con lettera prot. 32537 del 14 maggio 2014.
 Immagine.Frontespizio parere Agenzia
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Il 1° comma dell’art. 19 recita testualmente nel seguente modo.
ART. 19
Piano regolatore e Piani di localizzazione degli impianti e dei mezzi pubblicitari
1. Il Piano Regolatore degli impianti e dei mezzi i pubblicitari è redatto secondo i criteri di cui all’art. 20 ed è approvato dal Consiglio Comunale, previo parere dei Municipi.
Il Piano: applica i criteri di cui al successivo art. 20 per ciascuna area omogenea del territorio comunale, di cui al medesimo art. 20, comma 1, lett. A); suddivide, ai fini di cui all’art. 7, comma 2, il territorio comunale in massimo dieci sottozone, una delle quali coincidente con la predetta “zona a traffico limitato” e le altre tali da ricomprendere, per quanto tecnicamente possibile in modo equilibrato, le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui all’art. 20, comma 1, lett. A) e B).
Il Piano può essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale anche per singole sottozone.
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto di aggiungere il seguente comma: 
1 bis. Nella individuazione di cui precedente comma sono compresi anche gli impianti pubblicitari a messaggio variabile che fuori dei centri abitati non possono avere una variabilità inferiore ai cinque minuti, mentre entro i centri abitati dovranno avere una variabilità non inferiore ai 10 secondi.
Faccio notare che il comma suddetto era stato proposto come 1 ter, ma è diventato 1 bis dopo che non è stato accolto dalla Giunta il testo del comma 1 bis proposto. 
Motivazioni -Si tratta di una precisazione di cui è carente il Regolamento e che va quindi regolamentata.
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I commi 5 e 5 bis dell’art. 34 recitano testualmente nel seguente modo.
ART. 34
Norme transitorie 
5. Nel caso in cui le istanze inoltrate nell’ambito del suddetto procedimento di riordino per la autorizzazione degli impianti pubblicitari siano esaminate dopo l’entrata in vigore del presente regolamento o di altre disposizioni normative e risultino contrastanti con tali disposizioni, l’impianto cui si riferisce il provvedimento di riordino deve essere adeguato alle nuove disposizioni. Nei sessanta giorni successivi all’apposita richiesta dell’Amministrazione, le ditte partecipanti al riordino dovranno procedere alla costituzione del deposito cauzionale di cui all’art. 12 co. 1, per gli impianti pubblicitari oggetto di provvedimento di rinnovo.
5bis. L’esame delle domande di riordino ancora in fase istruttoria è sospeso e sarà effettuato sulla base dei criteri introdotti dai Piani di cui al precedente articolo 19.
Nelle more è sospesa la rimozione degli impianti pubblicitari oggetto di domanda di riordino che risultino collocati in posizione diversa rispetto a quella dichiarata a condizione che:
a) il titolare formuli apposita istanza entro il 30 giugno 2009, documentando l’avvenuta regolarizzazione dei pagamenti dovuti per l’esposizione pubblicitaria;
b) gli impianti siano conformi alle prescrizioni del Codice della Strada e sue eventuali deroghe vigenti e del presente Regolamento.
Con apposito provvedimento gli impianti già rimossi a seguito del rigetto della domanda di riordino, nelle more della definizione del giudizio amministrativo pendente, potranno essere ricollocati nella posizione originaria, ove possibile, fino all’adozione dei predetti Piani, a condizione che:
a) il titolare formuli apposita istanza entro il 30 giugno 2009;
b) gli impianti siano conformi alle prescrizioni del Codice della Strada e sue eventuali deroghe vigenti e del presente Regolamento;
c) il titolare provveda al pagamento anticipato degli importi dovuti per gli impianti da ricollocarsi e sia in regola con i pagamenti dovuti per altri impianti.
Il Municipio I ed il Municipio XIII hanno chiesto di eliminare entrambi i commi.
Motivazioni -Non ha più senso che rimangano queste disposizioni da quando da un lato è stata chiusa la procedura di riordino con la deliberazione n. 425/2013 e dall’altro lato la scadenza improrogabile di tutte le autorizzazioni è stata fissata al 31 dicembre 2014.
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Analizziamo ora la proposta di deliberazione n. 59, che riguarda la Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP: sempre per un opportuno confronto ed una migliore comprensione riporto ogni volta anche qui il testo vigente dell’articolo o del comma modificato e/o integrato, evidenziando sempre il testo che è stato accolto in grassetto di colore blu.
Rimetto anche le motivazioni portate dalle associazioni VAS, Basta Cartelloni-Francesco Fiori e Cittadinanzattiva.

Proposta di deliberazione n. 59

(Approvazione Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari)

- Normativa Tecnica di Attuazione -

Richieste accolte  
L’articolo 15 della Normativa Tecnica di Attuazione proposta dalla Giunta Capitolina recita nel seguente modo.
ART. 15 – Sottozona B1
Nella sottozona B1 l’istallazione di impianti pubblicitari e per pubbliche affissioni è consentita esclusivamente lungo le strade, le piazze ed i larghi classificati nei tipi stradali indicati all’art. 10 e nel rispetto dei rispettivi indici di affollamento riportati all’art. 12.
Nella sottozona B1 è consentita esclusivamente l’istallazione delle seguenti tipologie di
impianti di cui al Titolo VI:
– 1.B – Cartello per pubbliche affissioni – formati 100×140, 140×200, 300×140
destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale;
– 1.C – Palina SPQR – formato 100×100;
– 2.B – Palina con orologio – formati 100×70;
– 4.B – Impianto su parete cieca.
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto di sostituire il testo con i due seguenti commi:
«Nella sottozona B1 relativa al centro storico individuato dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità sono consentiti:
- 1.B – Cartello per PPAA – formato 100 x 140, 140×200, 300×140 destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale.
- gli impianti di pubblica utilità, di cui alla lettera I bis) del 1° comma dell’art. 4 del Regolamento.  
Non è comunque consentita in tutto il centro storico l’istallazione di impianti su parete cieca o di impianti su tetti e terrazzi.»
MotivazionePer seguire il “modello Parigi” le associazioni VAS, Basta Cartelloni-Francesco Fiori e Cittadinanzattiva hanno proposto il seguente emendamento da inserire all’art. 7 del Regolamento, fatto proprio dal Municipio XV, ma non accolto:
<< Il parco degli impianti posti a gara deve essere riservato alle seguenti diverse tipologie nelle forme e nei modi che deciderà l’Amministrazione in sede di definizione delle diverse gare:
  • servizi di pubblica utilità, finalizzati alla realizzazione di una mobilità alternativa;
  • elementi di arredo urbano di pubblica utilità, contenenti in via accessoria superficie pubblicitaria o riferiti ad impianti collegati al finanziamento dei medesimi elementi di arredo urbano come servizi di pubblica utilità;
  • impianti per affissione diretta, pubblicità esterna.>>
Ma questi servizi intesi come contropartite pubblicitarie vanno individuati all’interno dello strumento regolatore, per evitare una eventuale stratificazione progressiva di progetti diversi e non prevedibili oggi, con il rischio di diminuire nel tempo il valore della pubblicità generando difficoltà nella tenuta dei modelli economici alla base dei contratti di arredo urbano.
Un troppo esiguo numero di impianti a finanziamento dei pubblici servizi sarebbero infatti collocati in aree esclusive, mentre la maggior parte di loro si troverebbe a convivere con altri destinati a segmenti diversi, con la conseguente diminuzione complessiva del valore della pubblicità e l’impossibilità di generare risorse per finanziare i servizi stessi.
Si tratta dunque di individuare i servizi cardine di cui dotare la città e la conseguente destinazione delle superfici.
Per questo le tre suddette associazioni hanno da un lato esteso non solo alla sottozona B1, ma anche alle rimanenti sottozone B2 e B3 tutte la possibilità di realizzare <<impianti di pubblica utilità di cui alla lettera l bis) del 1° comma dell’art. 4 del Regolamento>>, modificato così come proposto ed accolto, e dall’altro lato hanno esteso anche alla intera “città storica” così come individuata dal P.R.G. (senza così dover modificare le tavole di zonizzazione) le stesse limitazioni impartite per il “centro storico”, sul modello di Parigi.
Ulteriore motivazione - A spingere la Giunta Capitolina a prendere la decisione di accogliere la richiesta dei 2 suddetti Municipi dovrebbe aver contribuito anche il parere espresso al riguardo (pag. 15) dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, espressamente richiesto dall’Assessore Leonori con lettera prot. 32537 del 14/05/2014.
L’Agenzia si è così espressa: <<Nell’attuale proposta di PRIP (come del resto anche nella versione precedente) la sottozona B1 comprende parte della “Città storica” del PRG, area che è considerata da tutelare per il suo inestimabile valore storico e artistico. Poiché la tutela si esprime anche limitando al massimo l’inquinamento visivo arrecabile da manufatti totalmente fuori dal contesto, potrebbe essere opportuno limitare ulteriormente le tipologie di impianti ammissibili espungendo dalla lista dell’art. 15 ad esempio la palina con orologio (anacronistica come già scritto in precedenza) e soprattutto gli impianti su parete cieca per i quali, nelle schede tecniche allegate al PRIP, non è riportata alcuna prescrizione in merito alle dimensioni massime ammissibili che possono essere pertanto variabili occupando tutta o parte della facciata dell’edificio in questione, con le immaginabili conseguenze in termini di impatto sul paesaggio.>> 
La richiesta è stata accolta inserendo alla fine di quanto proposto il seguente capoverso:
Gli impianti di pubblica utilità rispettano il dimensionamento dei formati ammessi dal Regolamento.
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L’articolo 16 della Normativa Tecnica di Attuazione proposta dalla Giunta Capitolina recita nel seguente modo.
ART. 16 – Sottozona B2
Nella sottozona B2 è consentita l’istallazione, lungo le strade, le piazze ed i larghi classificati nei tipi stradali indicati all’art. 10 e nel rispetto dei rispettivi indici di affollamento riportati all’art. 12, delle seguenti tipologie di impianti pubblicitari e per pubbliche affissioni di cui al Titolo VI:
– 1.A – Cartello SPQR – formati 200×200, 300×200;
– 1.B – Cartello per pubbliche affissioni – formati 100×140, 140×200, 300×140;
– 1.C – Palina SPQR – formato 100×100;
– 1.E – Parapedonale SPQR – formato 100×70;
– 2.A – Parapedonale – formato 100×70;
– 2.B – Palina con orologio – formati 100×70;
– 3.A – Cartello – formati 120×180, 140×200, 300×200;
– 3.B – Cassonetto, plancia, vetrina – formati 140×200;
– 3.C – Palina – formati 70×100, 100×100;
– 4.A – Tabelle – formati 120×180, 140×200, 300×200;
– 4.B – Impianto su parete cieca
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto aggiungere i due seguenti commi:
«Nella sottozona B2 relativa alla citta storica, così come individuata dal vigente PRG, sono consentiti esclusivamente impianti della pubblica affissione e gli impianti a finanziamento di servizi di pubblica utilità, di cui di cui alla lettera I bis) del 2° comma dell’art. 4 del Regolamento.  
Anche nella rimanente sottozona B2 sono consentiti gli impianti di pubblica utilità, di cui alla lettera I) del 1° comma dell’art. 4 del Regolamento.»
Motivazione -È ineludibile l’inserimento in tutte le sottozone degli impianti che finanziano progetti di pubblica utilità e mobilità alternativa, sullo stesso esempio della assegnazione a questi nella sottozona B1 coincidente con il Centro Storico.
La richiesta è stata accolta inserendo anche qui alla fine di quanto proposto il seguente capoverso:
Gli impianti di pubblica utilità rispettano il dimensionamento dei formati ammessi dal Regolamento.
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L’articolo 17 della Normativa Tecnica di Attuazione proposta dalla Giunta Capitolina recita nel seguente modo.
ART. 17 – Sottozona B3
Nella sottozona B3 è consentita l’istallazione, lungo le strade, le piazze ed i larghi classificati nei tipi stradali indicati all’art. 10 e nel rispetto dei rispettivi indici di affollamento riportati all’art. 12, di tutte le tipologie di impianti pubblicitari e per pubbliche affissioni riportati nel Titolo VI.
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto di integrare l’articolo con il seguente testo:
«, nonché degli impianti di pubblica utilità, di cui alla lettera I bis) del 1° comma dell’art. 4 del Regolamento
Motivazione – È ineludibile anche qui l’inserimento in tutte le sottozone degli impianti che finanziano progetti di pubblica utilità e mobilità alternativa, sullo stesso esempio della assegnazione a questi nella sottozona B1 coincidente con il Centro Storico.
La richiesta è stata accolta inserendo anche qui alla fine di quanto proposto il seguente capoverso:
Gli impianti di pubblica utilità rispettano il dimensionamento dei formati ammessi dal Regolamento.
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Il 2° comma dell’articolo 29 della Normativa Tecnica di Attuazione proposta dalla Giunta Capitolina recita nel seguente modo.
ART. 29 – Individuazione delle aree da sottoporre a piano di localizzazione
La perimetrazione dell’area da sottoporre a piano di localizzazione, è approvata con provvedimento del dirigente responsabile del servizio affissioni e pubblicità.
Il Municipio I, il Municipio XIII ed il Municipio XV hanno chiesto di sostituire il 2° comma con il seguente testo: 
«2. Le aree da sottoporre a piano di localizzazione sono comunque quelle corrispondenti come perimetrazione al territorio di ognuno dei nuovi 15 Municipi di Roma.»
Motivazione – Si tratta di una scelta che consente una pianificazione comunque coordinata e perfettamente integrata con ognuno degli attuali 15 Municipi, che possono interagire in tal modo con l’amministrazione centrale nell’ambito delle proprie competenze.
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L’articolo 31 della Normativa Tecnica di Attuazione proposta dalla Giunta Capitolina recita nel seguente modo.
ART. 31 – Redazione dei piani di localizzazione
I piani di localizzazione possono essere redatti:
  • a cura di Roma Capitale;
  • a cura dei Municipi, limitatamente alle aree ricadenti nei rispettivi territori di competenza;
  • per iniziativa e a cura di privati anche in forma associativa. 
Il Municipio I, il Municipio XIII ed il Municipio XV hanno chiesto di eliminare l’espressione «per iniziativa e a cura di privati anche in forma associativa.»
Motivazione – La programmazione del territorio deve essere una competenza esclusivamente pubblica.
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L’articolo 32 della Normativa Tecnica di Attuazione proposta dalla Giunta Capitolina riguarda la “Approvazione dei piani di localizzazione”.
Il Municipio I, il Municipio XIII ed il Municipio XV hanno chiesto di aggiungere alla fine un comma con il seguente testo:  
«Per le zone di espansione che sono previste dal P.R.G. nella città della trasformazione e che venissero realizzate, così come per il territorio non urbanizzato che venisse anch’esso edificato, e comunque laddove si rendessero disponibili nuove aree, si rende necessaria l’integrazione dei Piani di Localizzazione relativi ai Municipi in cui venissero a ricadere le zone di espansione, con lo stesso metodo adottato per il presente Piano, estendendo in particolare alla nuova rete stradale la sua classificazione in base agli indici di affollamento ai fini della individuazione dei tipi stradali da applicare anche a queste nuove future parti della città, affidandone il compito della redazione in collaborazione con il Municipio competente per lo stesso territorio, nel rispetto del Regolamento di partecipazione dei cittadini di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 57 del 2 marzo 2006.» 
Motivazione – Si tratta di una scelta precisa finalizzata ad evitare una moltiplicazione dei Piani di Localizzazione sconnessi tra di loro.
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VALUTAZIONE COMPLESSIVA
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Se si considera che di 14 richieste accolte dalla Giunta Capitolina ben 10 sono emendamenti proposti dalle associazioni VAS, Basta Cartelloni-Francesco Fiorie Cittadinanzattiva, che sono stati poi fatti propri dai Municipi I, XIII e XV, non posso che considerarmi estremamente soddisfatto ma non tanto per motivi egoistici (anche di riconoscimento di un lavoro personale e collegiale che è stato prodotto ed ufficializzato dal 6 maggio del 2013 e che sta dando i suoi frutti), quanto anche e soprattutto perché da parte di una istituzione del quasi più alto livello viene nella sostanza un riconoscimento di quegli “interessi diffusi” che sono riconosciuti dalla legge n. 241/1990 e di cui le suddette tre associazioni sono portatrici. 
SIGNIFICA CHE È STATO FATTO CONCRETAMENTE L’INTERESSE DELLA CITTÀ DI ROMA E DEI SUOI CITTADINI.  
Sono molto più orgoglioso di questo, perché in termini di “merito” – secondo quanto “denunciato” ieri dall’On. Alessandro Onorato con il suo intervento nell’aula Giulio Cesare – questo PRIP così come licenziato dalla Giunta Capitolina il 30 aprile scorso non accontentava nessuno: ma ora, dopo le modifiche e le integrazioni accolte dalla Giunta Capitolina con le controdeduzioni approvate il 25 giugno scorso, è stata data una netta impronta di qualità sia alla Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP che al Regolamento di pubblicità, che sono quindi arrivati in aula Giulio Cesare con un imprimatur “politico” che la maggioranza di centro sinistra della Assemblea Capitolina, se non anche una parte dell’opposizione, non potrà sconfessare. 
Malgrado tutte queste “luci”, le proposte di deliberazione n. 59 e n. 61, pur con le suddette modifiche nettamente migliorative, presentano ancora diverse ombre che – almeno per quanto mi riguarda come responsabile di una associazione ambientalista che deve curare sempre e soltanto gli interessi diffusi di Roma e dei cittadini che vi abitano (operatori del settore compresi) – vanno fatte sparire con gli emendamenti che sono stati consegnati al riguardo entro le ore 19,00 del 16 luglio 2014 e che sono riferiti anche e soprattutto alle richieste non accolte dalla Giunta Capitolina con le controdeduzioni.
Analizziamole ad una ad una, commentando anche le motivazioni che sono state portate per giustificare la bocciatura.  
Sempre per un opportuno confronto ed una migliore comprensione riporto ogni volta anche qui il testo vigente dell’articolo o del comma modificato e/o integrato, evidenziando sempre il testo che non è stato accolto in grassetto di colore blu.
Rimetto anche le motivazioni portate dalle associazioni VAS, Basta Cartelloni-Francesco Fiori e Cittadinanzattiva, nonché il parere espresso dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale.

Proposta di deliberazione n. 61

(modifiche ed integrazioni al Regolamento di Pubblicità)

Richieste non accolte
Come già detto, ma è opportuno riportare ugualmente per comodità, l’attuale 1° comma dell’art. 4 recita testualmente nel seguente modo.
ART. 4
Mezzi pubblicitari ammessi e vietati – Norme tecniche per l’installazione
1. È ammesso, alle condizioni, caratteristiche e modalità stabilite dal presente regolamento e dalle norme da esso non abrogate, l’uso dei seguenti impianti, che costituiscono mezzi pubblicitari:
a) impianti per affissioni di manifesti o pittorici su suolo o pareti;
b) impianti luminosi o illuminati;
c) plance luminose;
d) paline luminose e non luminose;
e) insegne, targhe, tende e simili;
f) scritte su vetrine;
g) palloni frenati;
h) mezzi collocati su e all’interno di veicoli, tranne quanto disposto dal successivo comma 2, lett. a) ed e), o i veicoli stessi anche attraverso verniciatura o l’uso di pellicole;
i) mezzi collocati su ponteggi e recinzioni di cantiere;
l) componenti e complementi di arredo urbano;
m) mezzi elettronici e meccanici a messaggio variabile;
n) locandine, manifestini e simili;
o) proiezioni su pareti e pannelli;
p) cartelli o altri mezzi recati da persone;
q) impianti su terrazzi e pareti cieche ove consentite;
r) impianti digitali di tipologia lcd, plasma, led o organic led ed impianti a proiezione;
s) le insegne di esercizi che riportino espressioni in lingua straniera, non di uso corrente, con traduzione;
Sono considerati mezzi pubblicitari anche le combinazioni dei mezzi pubblicitari di cui alle precedenti lettere.
La proposta di deliberazione n. 61 prevede di aggiungere dopo la lettera s) la nuova <<lettera t) pellicolazione su suolo pubblico>>.
Il Municipio I ha chiesto di cassare la lettera t). 
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «la richiesta non viene accolta in quanto il preventivo parere obbligatorio per le aree vincolate garantisce la loro tutela di fronte a qualsiasi forma di pubblicità».
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La proposta di deliberazione n. 61 prevede di aggiungere dopo la lettera g) del 2° comma dell’art. 4 la nuova <<lettera h) la pubblicità esposta su carrelli, cicli, motocili e simili>>.
Il Municipio XIV ha chiesto di aggiungere la seguente frase “se in contrasto con le norme sulla circolazione dei veicoli previste dal Codice della Strada”.
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «La richiesta non viene accolta in quanto ultronea perché se l’esposizione pubblicitaria fosse in contrasto con il Codice della Strada ovviamente non sarebbe autorizzabile».
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Il comma 2 dell’art. 7 recita testualmente nel seguente modo.
ART. 7
Procedure per il rilascio delle autorizzazioni per l’esposizione pubblicitaria e per la locazione degli impianti comunali – Cause di decadenza 
2. Salvo quanto previsto dall’art. 8, il Comune procede al rilascio delle autorizzazioni previa gara pubblica per ognuno dei quattro lotti territoriali.
Il Municipio XV ha chiesto di aggiungere i due seguenti commi: 
«2 ter. Il parco degli impianti posti a gara deve essere riservato alle seguenti diverse tipologie nelle forme e nei modi che deciderà l’Amministrazione in sede di definizione delle diverse gare:
- servizi di pubblica utilità, finalizzati alla realizzazione di una mobilità alternativa;
- elementi di arredo urbano di pubblica utilità, contenenti in via accessoria superficie pubblicitaria o riferiti ad impianti collegati al finanziamento dei medesimi elementi di arredo urbano come servizi di pubblica ‘utilità;
- impianti per affissione diretta, pubblicità esterna.  
2.quater. É consentito partecipare in raggruppamento temporaneo d’imprese. Non è sottoposto a gara pubblica, da parte del Comune, il rilascio delle autorizzazioni all’esposizione pubblicitaria su: i mezzi di cui alle lettere e), f), g), h), i), n) e p) dell’art. 4, comma 1; le pensiline e le paline del servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano; i contenitori di rifiuti solidi urbani, le cabine di trasformazione elettrica; le edicole di rivendita dei giornali, i banchi fissi di commercio e gli impianti che siano collocati nelle aree dei mercati rionali come previsto dall’art. 8 bis del Regolamento per le attività commerciali su aree pubbliche di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 35/2006.» 
Motivazione –Le tre tipologie ipotizzate in linea generale sono quelle non solo del modello Parigi, ma anche di tutte le altre principali città europee.
L’ultimo periodo è esattamente lo stesso testo (però parziale) del Regolamento di Veltroni.
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto di aggiungere i tre seguenti ulteriori commi:
«2 quinques – A seguito della approvazione dei Piani di localizzazione, che dovranno stabilire il numero, la posizione esatta e le dimensioni anche di ogni impianto di proprietà privata da installare su suolo pubblico, il Comune provvede al rilascio delle autorizzazioni per gli impianti individuati dai Piani di Localizzazione approvati, previa gara pubblica per ognuno dei lotti in cui verrà suddivisa la città e di cui faranno parte, secondo le tre tipologie indicate al precedente comma 2.
Come condizione ineludibile del primo bando di gara va posta la automatica decadenza delle autorizzazioni di tutti gli impianti esistenti, che risultino ancora installati sul territorio, di proprietà delle ditte che non avranno vinto il bando di gara, con la perdita immediata del conseguente “diritto acquisito” e l’obbligo di rimozione di tali impianti a loro cura e spese.
In caso di inerzia, il Comune provvede alla rimozione forzata con la collaborazione della ditta che ha vinto il bando.
La ditta singola o associata che si aggiudica ogni specifica gara ha diritto ad installare esclusivamente il numero fisso degli impianti che sono stati individuati nei rispettivi Piani di Localizzazione e che vengono autorizzati per una durata pari a dieci anni, trascorsi i quali il Comune provvede ad indire un nuovo bando per la gestione dello stesso identico numero di impianti.
Gli impianti già regolarmente installati a seguito della aggiudicazione del rispettivo bando di gara che dovessero essere successivamente rimossi in modo temporaneo o definitivo per cause comunque di forza maggiore hanno diritto ad essere ricollocati per lo stesso periodo temporaneo oppure definitivamente nelle posizioni individuate dai Piani di Localizzazione per impianti di pari superficie espositiva destinati alla pubblicità temporanea.» 
Motivazione –Si tratta sostanzialmente dello stesso testo della proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori, collegata però al comma 2 dell’art. 7 del Regolamento così come modificato e quindi integrato in questo modo. 
«2 sexies – A seguito della approvazione dei Piani di Localizzazione il Comune provvede altresì al rilascio delle concessioni per gli impianti di sua proprietà (SPQR) individuati dai Piani di localizzazione approvati, previa gara pubblica per ognuno dei lotti in cui verrà suddivisa la città e di cui faranno parte, secondo le tre tipologie indicate al precedente comma 2.
La ditta singola o associata che si aggiudica ogni gara ha diritto ad una locazione degli impianti comunali che ha durata pari a dieci anni.
AI termine del decennio il Comune provvede ad indire nuovi bandi di gara ed a concedere la locazione per altri dieci anni alla ditta singola o associata che si sarà aggiudicata ogni specifico bando di gara.»
Motivazione –Si tratta sostanzialmente dello stesso testo della proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori, collegata però al comma 2 dell’art. 7 del Regolamento così come modificato e quindi in tal modo integrato. 
«2 septies – Fra le condizioni ineludibili di ogni bando di gara per la ditta che se lo sarà aggiudicato c’é l’obbligo di collaborare con il Comune per la rimozione che si rendesse forzata in caso di inottemperanza da parte delle ditte pubblicitarie che non hanno vinto il bando a smantellare i propri impianti.
Alla ditta che vince un bando può essere demandato anche il compito di curare la repressione di tutte le forme ulteriori di abusivismo commerciale che si venissero e verificare nell’arco del decennio della gestione a lei affidata.
La ditta che vince un bando si impegna a provvedere all’immediato oscuramento di tutti gli impianti abusivi di cui si rendesse comunque necessaria la rimozione forzata della quale debbono parimenti curare ad ogni modo l’esecuzione ai costi che sono stati esplicitati per ogni tipo di rimozione nello stesso bando di gara e che il Comune deve anticipare alla medesima ditta.» 
Motivazione – Si tratta sostanzialmente dello stesso testo della proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori, spostata però al Regolamento ed inserita all’art. 7.
La controdeduzione unitaria a tutte le suddette 5 richieste è stata la seguente: <che non dice né disciplina come si fa, ndr.].
Per quanto riguarda la durata degli impianti già installati sul territorio è previsto specifico emendamento. [non è chiaro se si tratta di un refuso, considerato che non ho trovato da nessuna parte questo “specifico emendamento”, ndr.]
Per quanto riguarda la quantità di impianti da installare a cura del vincitore della gara è ovviamente compreso nel limite massimo del Piano di Localizzazione.
La durata degli impianti dell’aggiudicatario è prevista espressamente dal Regolamento di Pubblicità. Analoghe considerazioni valgono per gli impianti SPQR.
Il contenuto delle prescrizioni da imporre all’aggiudicatario sono materia del bando di gara.
La partecipazione in raggruppamento d’imprese è specificatamente disciplinata dal Codice dei Contratti pubblici.
L’esclusione delle procedure di gara è illegittima ogni qual volta bisogna attribuire un vantaggio economico al privato, come nel caso di specie lo sfruttamento pubblicitario.>> 
Per un opportuno confronto al riguardo riporto il seguente passo del parere espresso dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale (pag. 7): <<in conclusione, la scelta di molti comuni di assegnare in concessione detti spazi di territorio comunale a mezzo di gara non soltanto non appare incompatibile – come pure si legge in alcuni passaggi motivazionali di varie pronunce – con il principio costituzionale di libera iniziativa economica, ma risulta semmai funzionale al concretizzarsi di quel principio, grazie allo strumento concorrenziale proprio della gara. La gara infatti consentirebbe – secondo questa impostazione – a nuovi operatori di fare ingresso in un mercato altrimenti caratterizzato dalle posizioni privilegiate e inattaccabili delle ditte che hanno conseguito in passato le autorizzazioni ad utilizzare, con i propri impianti, gli spazi pubblici più ambiti ed economicamente più remunerativi. Il relativo canone patrimoniale, definito non ricognitorio, rappresenta pertanto una controprestazione per l’utilizzo in esclusiva del suolo pubblico (ex art. 27, commi 7 e 8 del D.Lgs. 285/92 “Codice della Strada”) ……
C) L’indicazione della modalità di scelta del soggetto gestore attraverso procedure ad evidenza pubblica che individuino il concessionario del servizio (impresa singola o ATI) per ciascun lotto con a base d’asta il relativo canone di concessione.
L’aggiudicatario dovrebbe essere scelto sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa ovvero alla qualità del progetto presentato in termini di: qualità dei materiali di cui si compongono gli impianti e i mezzi, delle loro caratteristiche tipologiche, dell’offerta di servizi aggiuntivi di miglioramento del decoro urbano, di recupero di aree degradate, di arredo cittadino, di manutenzione delle aree circostanti agli impianti o ai mezzi autorizzati nonché di iniziative per la repressione dell’abusivismo pubblicitario.>> 
Al di là del “merito”, il suddetto parere lascia chiaramente intendere che in termini di “metodo” la disciplina generale dei bandidi gara  può essere contenuta benissimo nel Regolamento.
Ad ogni buon fine ho avuto conferma concreta che entro le ore 19,00 del 16 luglio scorso è stata presentata la stessa disciplina proposta sia sotto forma di ordine del giorno che impegna la Giunta sia sotto forma di specifico emendamento, per cui l’Assemblea Capitolina sarà chiamata a decidere al riguardo.
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L’art. 8 riguarda le “Procedure per l’autorizzazione all’esposizione pubblicitaria con mezzi e su beni privati ovvero non di proprietà comunale”.
Il Municipio XII ha chiesto di attribuire la gestione del rilascio di tali autorizzazioni ai Municipi territorialmente competenti. 
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «La richiesta non viene accolta in quanto si ritiene che l’impianto dell’attuale Regolamento della Pubblicità prevede la competenza municipale solo per la pubblicità di carattere temporaneo mentre quella a carattere permanente è gestita a livello centrale allo scopo di assicurarne l’uniformità sul territorio».
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La proposta di deliberazione n. 61 prevede di aggiungere dopo l’articolo 12 il seguente articolo:
ARTICOLO 12 BIS
Contenuto del messaggio pubblicitario 
È vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto presenti stereotipi di genere o che inciti al sessismo e alla violenza. 
Il Municipio XIII ritiene opportuno indicare l’ufficio preposto alla valutazione del messaggio pubblicitario.
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «La richiesta non viene accolta in quanto la competenza spetta al Garante della Pubblicità».
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Il 2° comma dell’art. 28 recita testualmente nel modo seguente.
ART. 18
Divieti di collocazione dei mezzi pubblicitari
2. La collocazione di impianti e mezzi pubblicitari è anche vietata nella zona definita dal Piano generale del traffico urbano, di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 84 del 28 giugno 1999 e ss.mm.ii. (d’ora in avanti indicato coree PGTU), come “zona a traffico limitato” (ZTL), ad eccezione di quelli di proprietà comunale per pubbliche affissioni recanti comunicazione istituzionale, dei componenti e complementi di arredo urbano di cui all’art. 20, comma 1, lett. E), e dei mezzi di cui all’art. 4, comma 1, lett. e), f), i) ed n).
Il Municipio I ha chiesto di sostituire il comma 2 con il seguente:  
2. la collocazione di impianti e mezzi pubblicitari è anche vietata nella zona definita Città Storica ad eccezione di quelli di proprietà comunale per pubbliche affissioni recanti comunicazione istituzionale,
e) insegne, targhe, tende e simili;
f) scritte su vetrine;
i) mezzi collocati su ponteggi e recinzioni di cantiere;
n) locandine, manifestini e simili;
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «La richiesta non viene accolta in quanto la collocazione di complementi e complementi di arredo urbano può essere utile a fornire servizi ai cittadini. La tutela di particolari zone della città è assicurata dall’approvazione di specifici progetti. A tal fine esiste specifico emendamento al Regolamento di Pubblicità».
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Il 1° comma dell’art. 19 recita testualmente nel seguente modo.
ART. 19
Piano regolatore e Piani di localizzazione degli impianti e dei mezzi pubblicitari
1. Il Piano Regolatore degli impianti e dei mezzi i pubblicitari è redatto secondo i criteri di cui all’art. 20 ed è approvato dal Consiglio Comunale, previo parere dei Municipi.
Il Piano: applica i criteri di cui al successivo art. 20 per ciascuna area omogenea del territorio comunale, di cui al medesimo art. 20, comma 1, lett. A); suddivide, ai fini di cui all’art. 7, comma 2, il territorio comunale in massimo dieci sottozone, una delle quali coincidente con la predetta “zona a traffico limitato” e le altre tali da ricomprendere, per quanto tecnicamente possibile in modo equilibrato, le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui all’art. 20, comma 1, lett. A) e B).
Il Piano può essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale anche per singole sottozone.
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto di aggiungere dopo il 1° comma i due seguenti commi:
«1 bis. I Piani di localizzazione vanno redatti applicando gli indici di affollamento di cui alla lettera A) dello comma del successivo art. 20, così come indicati dal Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, al fine di individuare sul territorio il numero, la posizione esatta e le dimensioni di ogni impianto di proprietà privata da installare su suolo pubblico e da destinare anche alla pubblicità temporanea nel rispetto delle distanze minime prescritte dal D. Lgs. n.285/2991 e del D.P.R. n. 495/1992, nonché dei vincoli paesaggistici.
1 ter. Nella individuazione di cui precedente comma sono compresi anche gli impianti pubblicitari a messaggio variabile che fuori dei centri abitati non possono avere una variabilità inferiore ai cinque minuti, mentre entro i centri abitati dovranno avere una variabilità non inferiore ai 10 secondi.»
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: <
Per quanto riguarda il messaggio variabile questo costituisce solo una modalità tecnica della forma di pubblicità senza avere alcun rilievo sulla ubicazione dell’impianto la richiesta viene accolta.>>
Riguardo al comma 1 bis così come proposto non posso non ravvisare la incoerenza della motivazione, che per bocciare la sola espressione <<anche alla pubblicità temporanea>> boccia anche il resto del testo costringendo a far diventare comma 1 bis il proposto comma 1 ter.
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L’art. 20 riguarda i “Criteri per la redazione del Piano Regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari”.
Il Municipio I ha richiesto di “fare le modifiche nel senso di quanto suddetto per l’art. 18”.
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «Non suscettibile di valutazione mancando una espressa proposta di modifica».
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L’art. 31 riguarda le “Sanzioni”.
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto di aggiungere dopo il comma 5 un comma 5 bis dal seguente testo: 
«5 bis. l proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie applicate agli impianti accertati come abusivi debbono essere destinati ad un fondo apposito, finalizzato a coprire tutte le spese che si dovessero anticipare in caso di rimozione forzata d’ufficio dei medesimi impianti».
Motivazione – Per prassi consolidata i proventi delle sanzioni non vengono per lo più accantonati per coprire le spese da dover anticipare per le rimozioni forzate d’ufficio, che il Comune attinge dalle entrate correnti del bilancio, motivando con tale causa anche le mancate rimozioni per assenza di fondi. In tal modo invece si è sicuri di non incorrere in “distrazione di fondi pubblici”.
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «La richiesta non viene accolta in quanto illegittima perché in contrasto con il principio di unità del bilancio previsto dal Testo Unico degli Enti Locali».
Per quanto mi risulta riguardo al principio di unità del bilancio, anche il bilancio del Comune di Roma è unico ma nel senso che proprio per questo sono vietate tutte le spese e le entrate che non sono iscritte a bilancio: ne deriva che andava forse cambiata e non bocciata la formulazione del testo proposto, consigliando di inserire i <<proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie applicare agli impianti accertati come abusivi>> nel bilancio di previsione pluriennale. 
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L’art. 32 riguarda le “Misure di contrasto all’abusivismo”.
Il Municipio I ed il Municipio XV hanno chiesto di aggiungere un comma 2 dal seguente testo: 
«2. Per essere in grado di intervenire tempestivamente, ai nuclei di vigilanza di cui ai precedente comma, laddove costituiti nei Municipi, deve essere garantita nelle forme e nei modi che verranno definiti la piena disponibilità ed il conseguente utilizzo dell’apposito fondo di cui al comma 5 Bis del precedente articolo 31, costituito dai proventi delle sanzioni applicate esclusivamente in relazione agli impianti pubblicitari ricadenti nel territorio del rispettivo Municipio».
Motivazione – L’emendamento proposto è finalizzato a dare piena autonomia di azione ai Gruppi di Polizia Locale di Roma Capitale nell’ambito di un decentramento più compiuto di quello attuale.
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «La richiesta non viene accolta per gli stessi motivi di cui all’art. 31».
Per gli stessi motivi sopra esposti, va a mio giudizio riformulata la proposta in modo più conforme alla normativa vigente in materia.

Proposta di deliberazione n. 59

(Approvazione Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari)

- Normativa Tecnica di Attuazione -

Richieste non accolte  
L’art. 20 riguarda il “Dimensionamento delle superfici espositive negli ambiti territoriali”.
Il Municipio VII ha fatto le due seguenti richieste riferite all’Ambito Territoriale n. 3 :
- alla voce Impianti da attribuire ai privati sostituite “mq 19.050” con “mq 15.600”,
- alla voce Impianti per Pubbliche Affissioni sostituire “mq 4.350” cin “mq 7.800”
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: «la richiesta non viene accolta in quanto i valori sono determinati in base a quanto previsto dagli artt. 19 e 20 del Regolamento di Pubblicità che detta coefficienti identici per tutti i Municipi».
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Il Municipio VIII ha fatto la richiesta di Inserire nel CAPO IV, dopo l’Art. 27 – Canone per la pubblicità effettuata con pannelli luminosi e proiezioni il seguente articolo:  
ART. 27-bis. – Disciplina degli impianti di proprietà dei Municipi
I Municipi realizzano in piena autonomia progetti di comunicazione istituzionale.  
Per la loro attuazione i Municipi possono avvalersi della collaborazione di soggetti privati, in regime di “partenariato pubblico-privato”, con l’obiettivo di co-finanziare iniziative di rilevanza municipale.
La scelta del contraente è regolata dalla normativa vigente in materia di accordi concessori.  
L’installazione di impianti a destinazione mista: pubblicitaria e istituzionale, su aree di proprietà comunale, è subordinata alla stipula di un’apposita convenzione, tra il Municipio ed il soggetto privato coinvolto.  
Roma Capitale e il Municipio concordano le specifiche modalità tecniche in base al presente Piano.
La controdeduzione al riguardo è stata la seguente: <Per la realizzazione di tali progetti è possibile far ricorso alla previsione dei progetti speciali disciplinati da specifico emendamento>>
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Il Municipio XIII ed il Municipio XV hanno chiesto di eliminare l’ultimo periodo delle premesse della proposta di deliberazione n. 59 dal seguente testo: «Ritenuto di stabilire che, a seguito dell’approvazione del seguente documento, entrano in vigore con efficacia immediata le disposizioni di cui all’art. 7 e 14 delle Norme Tecniche di Attuazione a valere come cd. “misure di salvaguardia” nelle more dell’adozione dei Piani di Localizzazione». 
Non c’è stata al riguardo una specifica controdeduzione che non ha però accolto le “misure di salvaguardia” proposte in alternativa, per cui deve essere considerata non accolta anche la suddetta richiesta.
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L’art. 36 della Normativa Tecnica di Attuazione recita testualmente nel modo seguente.
TITOLO VII – NORME TRANSITORIE 
ART. 36 – Efficacia del piano e rapporti con il Regolamento Comunale
A seguito dell’entrata in vigore del presente piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari, tutte le norme del Regolamento Comunale (Deliberazione di Consiglio Comunale n. 37/2009), incompatibili con la disciplina del presente piano sono abrogate
Il Municipio I, il Municipio XIII ed il Municipio XV hanno chiesto di sostituire il testo con il seguente: 
«Dalla data di pubblicazione del Piano Regolatore degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari entrano in vigore le seguenti misure di salvaguardia.  
Tutti gli impianti pubblicitari installati senza titolo autorizzativo in proprietà sia pubblica che privata ed autodenunciati e registrati nella Nuova Banca Dati come “senza scheda”, per i quali sia stata pagata una “indennità”, nonché tutti gli impianti facenti parte della procedura del riordino, per i quali sia decaduta di diritto l’autorizzazione per le cause di cui commi 3 e 3 bis dell’art. 7 del vigente Regolamento, risultano individuati all’apposito elenco allegato al presente Piano: entro e non oltre trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente Piano la Direzione Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità deve trasmettere ad ognuna delle ditte l’elenco degli impianti abusivi di cui sono titolari e che debbono essere rimossi a loro cura e spese entro il termine di dieci giorni dalla notificazione, trascorso inutilmente il quale per ognuno di essi verrà applicata la sanzione amministrativa di cui allo comma dell’art. 31 del vigente Regolamento e disposta con Determinazione Dirigenziale la rimozione forzata d’ufficio con la somma ricavata dalle sanzioni, ferme restando tutte le spese occorse a carico del trasgressore, ai sensi del successivo 5° comma del medesimo art. 31.
Nelle more della materiale rimozione forzata d’ufficio degli impianti pubblicitari la Direzione Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità deve provvedere alla copertura immediata della pubblicità irregolare ai sensi del 6° comma dell’art. 31 del vigente Regolamento.  
La Direzione Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità inoltre applicherà il comma 14 dell’art. 31 del vigente Regolamento, il quale prevede la decadenza in percentuale anche per gli altri impianti pubblicitari che risultassero regolarmente autorizzati alla stessa ditta titolare.  
Gli impianti già installati che fanno parte della procedura di riordino e che sono assistiti da titolo autorizzativo rinnovato comunque fino al 31 dicembre 2014, così come gli impianti già installati perché successivamente autorizzati in forza del Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 37/2009, le cui collocazioni sul territorio risultino compatibili con la zonizzazione ed i tipi stradali del presente Piano, così come individuati negli elenchi allegati al presente Piano, possono rimanere installati fino alla approvazione dei rispettivi Piani di Localizzazione ed all’esito dei conseguenti bandi di gara, di cui all’art. 7 del Regolamento.  
Tutti gli impianti pubblicitari installati a qualunque titolo sul territorio comunale che risultino collocati in zona A, dove il presente Piano stabilisce il divieto di affissione, sono individuati nell’apposito elenco allegato al presente Piano: entro e non oltre trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente Piano la Direzione Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità deve trasmettere ad ognuna delle ditte l’elenco degli impianti abusivi di cui sono titolari con l’invito a rimuoverli a loro cura e spese entro e non oltre 30 giorni dalla data di notificazione.  
Gli impianti già installati in zona A che fanno parte della procedura di riordino e che sono assistiti da titolo autorizzativo comunque rinnovato fino al 31 dicembre 2014 possono essere ricollocati o accorpati in aree compatibili con il presente Piano, così come individuate nelle apposite tavole allegate al medesimo Piano, dove rimangono fino all’esito dei bandi di gara: per essi si deve presentare domanda di ricollocazione anche cumulativa, senza necessità di asseverazione relativa alla regolarità della nuova posizione da parte di tecnico abilitato, autocertificata comunque dal rappresentante legale della ditta pubblicitaria interessata con diritto di reinstallazione senza alcuna istruttoria anche dopo i 30 giorni.
Qualora lo spostamento avvenga su un’arca che nelle tavole allegate al presente Piano figura come soggetta a vincolo paesaggistico, alla relativa domanda va allegata copia della “autorizzazione paesaggistica” rilasciata dal Comune in potere di subdelega.  
Nei confronti degli impianti pubblicitari per i quali non venisse presentata alcuna domanda di ricollocazione entro i trenta giorni, con 11 contestuale impegno alla loro rimozione a proprie cure e spese che non risultasse comunque avvenuta entro lo stesso termine di tempo, la Direzione Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità deve comminare la sanzione amministrativa prevista per tali impianti da ritenere abusivi e provvedere alla loro rimozione forzata con la somma ricavata, ferme restando tutte le spese occorse a carico del trasgressore, con perdita di diritto alla ricollocazione.  
Nelle more della materiale rimozione forzata d’ufficio degli impianti pubblicitari la Direzione Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità deve provvedere alla copertura immediata della pubblicità irregolare ai sensi del 6° comma dell’art. 31 del vigente Regolamento.»
Motivazione – Si tratta sostanzialmente dello stesso testo della proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fior (con l’aggiornamento da un lato del nome della U.O. diretta dal dott. Francesco Paciello ed il riferimento alla scadenza del 31 dicembre 2014) che è stata presentata il 27 novembre 2013 nell’ambito del percorso di partecipazione al PRIP voluto dalla Commissione Commercio.
Per un opportuno confronto occorre sapere che il dott. Francesco Paciello assieme ad Aequa Roma non hanno espressamente controdedotto alla suddetta proposta, ma a premessa di tutte le controdeduzioni hanno affermato che <<trattandosi di un piano generale di programmazione dell’utilizzo del territorio ai fini dell’esposizione pubblicitaria, prescinde dallo stato attuale dei luoghi>> per cui <<il passaggio al progettato modello di sviluppo è demandato ad un autonomo documento che dovrà tener conto delle norme transitorie previste dall’art. 34 del Regolamento Pubblicità>>.
Sempre per un opportuno confronto faccio presente che nel corso della seduta della Commissione Commercio che si è tenuta il 6 marzo 2014 il dott. Francesco Paciello ha illustrato tutti gli articoli della Normativa tecnica di attuazione che era stata nel frattempo redatta d’ufficio e che non è esattamente la stessa poi licenziata dalla Giunta Capitolina il successivo 30 aprile 2014, ad eccezione dell’art. 36 rimasto con lo stesso testo immutato sopra riportato.
Riporto dall’articolo pubblicato su questo stesso sito in cui ho descritto quella seduta il seguente passo: <<Norme transitorie–Il Dott. Francesco Paciello ha spiegato che le norme transitorie sono un ponte di passaggio amministrativo tra PRIP ed autorizzazioni future secondo i Piani di Localizzazione.
HA SOTTOLINEATO A TAL RIGUARDO CHE L’UFFICIO È STATO COSTRETTO A PORSI NELLA MASSIMA NEUTRALITÀ PERCHÉ NON GLI È STATO DATO FINORA NESSUN INDIRIZZO POLITICO PRECISO: L’UFFICIO  SI È DOVUTO ATTENERE  ALLA NORMATIVA VIGENTE IN MATERIA CHE È DATA DAL REGOLAMENTO IN GENERALE E DALL’ART. 34 IN PARTICOLARE, CHE È DEDICATO PROPRIO ALLE “NORME TRANSITORIE” MA SOLO PER DETTARE DISPOSIZIONI RELATIVE AGLI IMPIANTI PUBBLICITARI FACENTI PARTE DEL “RIORDINO”.
QUESTO LASCIA CHIARAMENTE INTENDERE CHE L’ASSESSORE LEONORI E LA GIUNTA CAPITOLINA DEBBONO ANCORA DECIDERE QUALE INDIRIZZO POLITICO PRECISO DARE AL PRIP IN GENERALE ED IN PARTICOLARE ALLE SUE “MISURE DI SALVAGUARDIA” O “NORME TRANSITORIE”.
Sono intervento a questo punto per chiedere al Dott. Paciello di spiegare il riformulato art. 36 (Efficacia del piano e rapporti con il Regolamento Comunale ),  perché del tutto diverso dal testo del paragrafo 5.6 dello “schema normativo“ che disponeva che «all’atto dell’approvazione del piano di localizzazione tutte le autorizzazioni rilasciate per gli impianti ricadenti nell’area oggetto del piano sono revocate», mentre ora è stato sostituito dal seguente testo, completamente diverso: <<A seguito dell’entrata in vigore del presente piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari, tutte le norme del Regolamento Comunale (Deliberazione di Consiglio Comunale n. 37/2009), incompatibili con la disciplina del presente piano sono abrogate>>.
il Dott. Paciello ha chiarito che in ottemperanza alle prescrizioni dettate dalla Regione Lazio ha spostato anzitutto la riformulazione del testo all’art. 36 della “normativa tecnica di attuazione”, estrapolandola dal testo del Par. 5.6 dello “schema normativo”, perché frutto (quello sì) di una scelta politica precisa della precedente amministrazione: per rimanere neutrali in assenza oggi di indirizzi politici, si è dovuto rifare all’art. 34 del Regolamento.
Gli ho dovuto replicare che la spiegazione data non era affatto coerente, dal momento che in base al testo così come riformulato e sopra riportato è stato operato caso mai l’esatto contrario, dal momento che si deroga e non si rispetta l’art. 34: ho messo quindi in evidenza che non si tratta solo di una scelta “tecnico-amministrativa” ma di una scelta di chiaro stampo “politico”.
METTO IN GRANDE RISALTO CHE IL SUCCESSIVO 21 MARZO 2014 LE SUDDETTE “ MISURE DI SALVAGUARDIA” SONO STATE DIBATTUTE ED APPROVATE DALLA STESSA COMMISSIONE COMMERCIO CHE NON HA POI RITENEUTO DI APPORVARLE COME EMENDAMENTO A CUI SUBORDINARE IL PROPRIO PARERE FAVOREVOLE AL PRIP.
Ora la controdeduzione al riguardo della Giunta Capitolina è stata la seguente: <[È un chiaro riferimento alla modifica del comma 9 dell’art. 34, ndr.]Inoltre, la previsione di una rimozione forzata d’ufficio utilizzando i proventi delle sanzioni è illegittima in quanto in violazione del principio di unità del bilancio previsto dal Testo Unico degli Enti Locali [Ci si attacca ad un cavillo peraltro non dimostrato che è contenuto alla fine del 2° comma per motivare la bocciatura di tutta la proposta, ndr.].
Per quanto riguarda gli impianti collocati in zona A il problema è risolto con il carattere cogente della sovraordinata disciplina normativa di tutela [Se così fosse veramente, come mai in zona A risultano installati a tutt’oggi una marea di impianti anche e soprattutto del riordino ? ndr.]>>. 
Sempre per un definitivo e soprattutto significativo confronto riporto quanto ha scritto al riguardo la Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale nel parere espresso nello scorso mese di giugno (pag. 18): <<Questo articolo, peraltro l’unico del Titolo VII – Norme transitorie, sancisce la “supremazia” del PRIP sul Regolamento abrogandone le relative disposizioni in contrasto con la disciplina del piano.
Tale norma, pur perfettamente legittima in sé (presente, tra l’altro, anche nei PGIP di altre città), sembrerebbe non coerente con l’obiettivo del coordinamento e dell’armonizzazione dei vari istituti di regolazione e programmazione in quanto:
1. non incentiva il controllo di coerenza delle norme del Regolamento e del PRIP soprattutto nella fase attuale in cui l’Assemblea capitolina dovrà esaminare (si spera) congiuntamente i due provvedimenti (si veda quanto detto a proposito dei possibili effetti dell’antinomia tra le prescrizioni del Regolamento e del PRIP in merito alla superficie massima degli impianti collocati nelle stazioni di servizio);
2. sia il Regolamento che il PRIP devono essere approvati/modificati dallo stesso organo, ossia l’Assemblea capitolina, e con le stesse procedure (votazione a maggioranza semplice); pertanto, una variazione/integrazione dell’uno può allo stesso modo essere, se del caso, trasferita anche nell’altro.>>  
A TAL ULTIMO RIGUARDO, RISPETTO ALLE MOLTE “LUCI” DI QUESTE CONTRODEDUZIONI, LA SUDDETTA BOCCIATURA RAPPRESENTA UN’OMBRA INACCETTABILE, NON SOLO PERCHÉ VA AD ABBASSARE LA QUALITÀ DI TUTTE LE CONTRODEDUZIONI IN GENERALE, MA ANCHE E SOPRATTUTTO PERCHÉ CON LO STESSO QUASI PATETICO RICHIAMO AL “CARATTERE COGENTE DELLA SOVRAORDINATA DISCIPLINA NORMATIVA DI TUTELA” (DA ANNI SISTEMATICAMENTE NON RISPETTATA DA TUTTE LE PRECEDENTI AMMINISTRAZIONI) TRADISCE LA VOLONTÀ ANCHE DI QUESTA AMMINISTRAZIONE DI NON VOLERSI DARE UNA NORMATIVA “COGENTE” ORMAI INELUDIBILMENTE DA RISPETTARE, PERCHÉ PER L’APPUNTO SANCITA DA PRECISE “MISURE DI SALVAGUARDIA” CHE LA METTEREBBERO AL RISCHIO DEL SICURO REATO DI OMISSIONI DI ATTI DOVUTI D’UFFICIO.  
A tal riguardo ho avuto concreta conferma che fra gli emendamenti presentati entro le ore 19,00 di mercoledì 16 luglio dall’intero gruppo del Movimento 5 Stelle c’è anche quello relativo alle “misure di salvaguardia” secondo lo stesso testo sostitutivo di quello dell’art. 36 licenziato dalla Giunta Capitolina.
L’Assemblea Capitolina sarà pertanto chiamato a decidere in modo più ponderato di quanto non abbia fatto l’Assessore Leonori e la intera Giunta Capitolina.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Ancora una puntata dell'inchiesta di Repubblica sulla cartellopoli romana

Primissime avvisaglie del crollo del sistema criminale dei cartelloni a Roma. Alcune ditte, fallite le società o perduti i ricorsi, oscurano i loro orripilanti impianti

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Qualcosa si muove, in attesa che l'amministrazione trovi il coraggio di entrare nella storia (viceversa i responsabili, di destra e soprattutto di sinistra di qualsiasi passo falso saranno letteralmente massacrati dai nostri blog da qui fino alle prossime elezioni durante le quali non potranno neppure azzardarsi a presentarsi) e di riformare il settore dei cartelloni all'insegna di modelli europei, di bandi pubblici internazionali, di metri quadri in cambio di servizi di qualità per la città (arredo urbano, toilette pubbliche, un amplissimo bike-sharing e tanti, tanti, tanti soldi per il Comune). In attesa di tutto questo, qualcosina ina ina si è fatto. Qualche delibera ha tentato di affossare alcune - solo alcune - delle schifezze alemanniane, le ditte hanno fatto ricorso e hanno perso e straperso. E ora iniziano ad apparire, in attesa delle rimozioni che speriamo non tarderanno, i primi cartelloni oscurati dalle ditte stesse per la paura di essere sanzionate, ma soprattutto di far sanzionare i loro inserzionisti. E anche i centri media iniziano a capire. Deve cambiare tutto radicalmente, deve crollare una montagna, ecco i primi granelli che avvisano l'arrivo della grande frana. Ce la goderemo insieme e ne usciremo più civili, più ricchi, più europei.

Le domande sul PRIP che il blog “Roma fa schifo” ha rivolto via twitter direttamente ad alcuni consiglieri

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PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO DI IMMAGINI, GRAFICI E FOTO CLICCARE DIRETTAMENTE SUL SITO DI VAS

Come risulta dalla sua stessa Homepage <<Roma fa schifo è una bacheca pubblica nata nel 2008 per mettere insieme l’indignazione, le denunzie e le segnalazioni di migliaia di cittadini nei confronti della scandalosa situazione in cui versa la città di Roma. La pubblicazione è libera e a tutti è permesso di dire la propria per il bene della città. Non c’è una redazione, non c’è un responsabile, non c’è un controllo sui contenuti pubblicati: Roma fa schifo è un semplice blog, un diario, non una testata giornalistica. Chiunque, tuttavia, si sentisse offeso, toccato, diffamato o danneggiato da qualche contenuto può scrivere a romafaschifo@gmail.com e i contenuti saranno prontamente rimossi>>.
Immagine.logo Roma fa schifo
Dal 15 luglio scorso il blog ha preso l’iniziativa di scrivere via twitter direttamente ad alcuni consiglieri comunali per porre loro delle secche domande sul PRIP, dimostrando di aver seguito gli articoli pubblicati al riguardo sui blogBasta CartelloniCartellopoli Circolo Territoriale di Roma di VAS. 
Il blog ha dimostrato in particolare di essere perfettamente a conoscenza della corrente che si è venuta a formare appresso al Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti (PD) e che è costituita in modo trasversale da consiglieri di maggioranza non solo del PD.
L’On. Orlando Corsetti ha dapprima fatto approvare a maggioranza semplice dalla Commissione da lui presieduta 15 emendamenti a cui ha subordinato il parere favorevole al PRIP della Commissione, alcuni dei quali – come in particolare (ma non solo) la “premialità” da dover riconoscere a tutti i costi a non meglio identificate ditte “virtuose” – se approvati smantellerebbero l’intero impianto del PRIP. 
Anche dopo che i responsabili di due associazioni di categoria come Giuseppe Scavuzzo dell’I.R.P.A. (Imprese Romane Pubblicitarie Associate) e Daniela Aga Rossi dell’A.I.P.E. (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) hanno denunciato a chiare note (verbalmente il primo e per iscritto la seconda) la natura illecita di qualunque criterio di “premialità”, ribadita ancor più decisamente dal responsabile della ditta “SCI” Ranieri Randaccio, il Presidente Corsetti continua imperterrito – da autentica scheggia impazzita – a manifestare <<la volontà politica di dare un riconoscimento a tutte quelle aziende che in questi anni hanno operato a Roma nella regolarità>> (dichiarazione riportata su La Repubblica del 2 luglio 2014), per giunta con la pretesa di arrivare ad una “quadra” (come la chiama lui, ad un accordo da “larghe intese” come lo definisco io) con l’opposizione di centro-destra, arrivando al punto di volere far stralciare dal bilancio – se non si raggiunge questa “quadra” – sia il PRIP che le modifiche al Regolamento di Pubblicità, come mi ha candidamente fatto sapere nel pomeriggio di venerdì scorso 18 luglio 2014 in aula Giulio Cesare.  
La domanda più frequente che ha fatto il blog “Roma fa schifo” è stata la seguente: <<Caro …. siamo a un passo dalla trasformazione della città in un luogo civile x quanto riguarda i cartelloni. E TU SEI CONTRO ?>>
La replica più frequente a quei consiglieri che hanno risposto è stata: << …. riassumendo tu sui cartelloni sei con le posizioni GIUSTE di @MartaLeonori o su quelle indifendibili di @Orlando Corsetti ?>>.
Prima di riportare i diversi twitter, faccio conoscere anche il seguente twitter che non è stato indirizzato a nessun consigliere, ma che ha riguardato il servizio di Bike Sharing che si potrebbe avere con il PRIP.
 Immagine.BiKe Sharing twitter.1Immagine.Bike Sharing twitter.2
Riporto di seguito i twitter che ci sono stati, facendoli precedere da un breve inquadramento politico di ogni consigliere coinvolto.

ORLANDO CORSETTI

(Partito Democratico)

- Presidente della IX Commissione Commercio -


Nel 1989 è stato eletto per la 1° volta Consigliere del Municipio Roma III con il gruppo dei Verdi: è stato rieletto per tutte le legislature successive ricoprendo, durante le amministrazioni municipali di centro-sinistra, vari incarichi.
Dal 1997 al 2001 è stato nominato Assessore municipale all’Ambiente ed all’Urbanistica: dal 2001 fino al 2008 ha ricoperto la carica di Presidente del Municipio Roma III.
Nell’aprile del 2008 è stato eletto al primo turno per il centrosinistra alla Presidenza del Municipio Roma Centro Storico: dopo le ultime elezioni comunali è stato eletto consigliere comunale nelle file del Partito Democratico e nominato Presidente della IX Commissione Commercio.
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 Immagine.Orlando Corsetti twitter
Come si può ben vedere, l’on. Orlando Corsetti non ha ritenuto di rispondere.

FABRIZIO PANECALDO

(Partito Democratico)

- Coordinatore della maggioranza -

È stato tra i fondatori dei Verdi, per mantenere poi un percorso da indipendente: è stato capogruppo della Lista Civica Roma per Veltroni per poi passare, su richiesta del Sindaco, a ricoprire il ruolo di delegato al Piano Urbano Parcheggi. Rieletto nelle file del PD.
Attualmente ricopre l’incarico di coordinatore della maggioranza.
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 Immagine.Fabrizio Panecaldo twitter da inserire
Immagine.Fabrizio Panecaldo twitter.2

FRANCESCO D’AUSILIO

(Partito Democratico)

- Capogruppo –

Prima di essere eletto nelle file del PD, fino a diventarne il capogruppo, si occupava di progetti europei: creazione di start up nel campo del turismo, dell’audiovisivo e dello sviluppo locale.
Per sua stesa ammissione, accanto alla politica e alla sua famiglia ci sono la passione per la storia e l’urbanistica.
Immagine.Francesco D'Ausilio. Buona
Immagine.Twitter di testa
 Immagine.Francesco D'Ausilio twitter

 MIRKO CORATTI

(Partito Democratico)

- Presidente dell’Assemblea Capitolina –

Eletto a 24 anni consigliere dell’allora Municipio IV e nel 2001 consigliere comunale: è stato già Presidente del Consiglio Comunale durante il mandato del Sindaco Walter Veltroni.
 Immagine.Mirko Coratti
 Immagine.Mirko Coratti twitter
Immagine.Mirko Coratti.1

 GIANLUCA PECIOLA

(Sinistra Ecologia e Libertà)

- Capogruppo –

Nel 2003 è iniziata la sua esperienza istituzionale come Assessore della Giunta, presieduta da Massimiliano Smeriglio, del Municipio Roma XI  con deleghe alle Politiche giovanili, alla Casa, al Lavoro e all’Intercultura: questo suo impegno istituzionale è proseguito nella Giunta presieduta da Andrea Catarci.
Dopo aver fatto anche il consigliere della Provincia di Roma, è stato eletto nelle file di Sinistra Ecologia e Libertà, diventandone il capogruppo.
 Immagine.Gianluca Peciola. Buona
 Immagine.Gianluca Peciola twitter
Come si può ben vedere, l’on. Gianluca Peciola non ha ritenuto di rispondere.

IMMACOLATA BATTAGLIA

(Sinistra Ecologia e Libertà)

Tra le protagoniste del movimento LGBT italiano fin dai primi anni novanta, è stata  organizzatrice insieme a Vladimir Luxuria del primo Gay pride ufficiale in Italia che si è tenuto a Roma nel 1994.
Ex presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, che ha poi lasciato per fondare l’APS Dì Gay Project, di cui è stata presidente fino a febbraio del 2014 e nella cui sede ha celebrato, nel maggio 2012 un matrimonio civile tra due donne (tramite una scrittura privata). Eletta consigliere nel maggio 2013.
È membro della Commissione Commercio ed il 1 luglio scorso ha votato a favore dei 15 emendamenti a cui il Presidente Orlando Corsetti ha voluto far subordinare il parere favorevole al PRIP.
 Immagine.Immacolta Battaglia. Buona
 Immagine.Immacolata Battagglia twitter
 Immagine.Imma Battaglia twitter.1
Come si può ben vedere, l’on. Immacolata Battaglia non ha ritenuto di rispondere.

MICHELA DI BIASE

(Partito Democratico)

                         

Nel 2006 è stata eletta consigliere del VII Municipio dove si è occupata di politiche giovanili e questione femminile: dal 2008 al 2013 è stata consigliere con il ruolo di capogruppo.
Da eletta nel 2013 nelle file del PD ricopre il ruolo di Presidente della VI Commissione Capitolina Permanente Cultura, Politiche Giovanili e Lavoro.
È membro della Commissione Commercio: nel corso della seduta del 10 giugno scorso ha avuto uno sfogo contro l’Assessore Leonori perché a suo giudizio, come riportato dai giornali, «si fanno conferenze stampa su delibere mai viste in commissione, che in 6 mesi ha posto in modo ripetitivo dei principi che dovevano essere alla base del provvedimento, ma che ora non ci sono e che invece mi aspetto di rivedere nella delibera, perché così per me non si può votare».
Si riferiva molto presumibilmente ai criteri di “premialità” che si è inventato Orlando Corsetti senza essere riuscito peraltro ad individuarli proprio in linea di principio, ma che pretendeva (come forse pretende tuttora) che la Leonori avesse recepito nella proposta di deliberazione n. 61.  
 Immagine.Michela Di Biase
 Immagine.Michela Di Biase twitter
 Immagine.Michela Di Biase twitter.1
Come si può ben vedere, l’on. Michela Di Biase non ha ritenuto di rispondere.

RICCARDO MAGI

(Lista civica Marino Sindaco)

È stato segretario dei radicali di Roma: nel 2012 ha ottenuto nel nuovo Statuto di Roma Capitale la riduzione delle firme necessarie per indire i referendum comunali (da 50 mila all’1% della popolazione residente, circa 29 mila).
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ENRICO STEFÀNO

(Movimento 5 Stelle)

27 anni, laureato in Giurisprudenza a Tor Vergata, residente in VI Municipio (ex VIII), portavoce del Movimento 5 Stelle di Roma all’Assemblea Capitolina.
È membro della Commissione Commercio ed il 1 luglio scorso si è astenuto dal votare a favore dei 15 emendamenti a cui il Presidente Orlando Corsetti ha voluto far subordinare il parere favorevole al PRIP.
 Immagine.Enrico Stefàno.Buona
 Immagine.Enrico Stefàno twitter

MARCELLO DE VITO

(Movimento 5 Stelle)

- Capogruppo -

Avvocato, 38 anni, candidato a Sindaco, ora capogruppo del Movimento 5 Stelle.
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Immagine.Marcello De Vito twitter.1 Immagine.Marcello De Vito twitter.2
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Nel corso delle 4 sedute della Assemblea Capitolina che si sono svolte la settimana scorsa ho consegnato una copia del parere sulle proposte di PRIP e di modifiche al Regolamento di Pubblicità che è stato espresso nello scorso mese di giugno dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale.
 Immagine.Frontespizio parere Agenzia
Ai 25 consiglieri a cui sono riuscito a consegnare una copia nel pomeriggio di mercoledì 16 luglio (vedihttp://www.vasroma.it/questo-prip-cosi-come-licenziato-dalla-giunta-non-accontenta-nessuno-quali-e-quanti-emendamenti-saranno-stati-presentati-per-migliorarlo-o-per-distruggerlo-del-tutto/#more-8739) ho spiegato le ragioni di quell’omaggio di VAS con l’utilità di avere un giudizio tecnico e professionale sugli eventuali emendamenti che proprio entro le ore 19,00 di quella giornata fossero stati presentati recependo quanto proposto proprio dalla Agenzia.
Essendo nel frattempo venuto a conoscenza delle controdeduzioni della Giunta Capitolina ai pareri espressi dai Municipi ed avendo riscontrato l’accoglimento di diverse osservazioni della Agenzia, nella successiva giornata di venerdì 18 luglio ho dovuto integrare la spiegazione delle regioni di questa mia iniziativa facendo sapere che per ognuna delle richieste accolte dei Municipi non viene fornita la motivazione, che si può quindi trovare leggendo il parere della Agenzia che consente in tal modo di prendere alla fine scelte più ponderate.
Nel pomeriggio di venerdì sono riuscito a consegnare personalmente a mano una copia del parere della Agenzia ai seguenti ulteriori 17 consiglieri:
Erica Battaglia (PD);
Mirko Coratti (PD);
Orlando Corsetti (PD);
Michela Di Biase) (PD);
Valentina Grippo (PD);
Dario Nanni (PD);
Marco Palumbo (PD);
Ilaria Piccolo (PD);
Giulia Tempesta (PD);
Svetlana Celli (SEL);
Riccardo Magi (Lista Civica per Marino);
Maria Gemma Azuni (SEL);
Giordano Tredicine (PdL);
Fabrizio Ghera (Fratelli d’Italia);
Dario Rossin (Forza Italia);
Giovanni Alemanno (Alleanza Popolare Nazionale);
Roberto Cantiani (Gruppo Misto). 
Mi rimane di consegnare in occasione delle prossime sedute una copia ai seguenti 6 consiglieri, non presenti o non incontrati in nessuna delle precedenti 4 sedute:
Giovanni Paris (PD);
Antonio Stampete (PD);
Rita Paris (Lista Civica per Marino);
Gianluigi De Palo (Cittadini x Roma Alemanno);
Lavinia Mennuni ((Nuovo Centro Destra);
Giovanni Quarzo (Forza Italia).
Grazie alla personale consegna a mano ho avuto modo di parlare con ben 42 consiglieri, intrattenendomi di più con diversi di essi.
A tutti i consiglieri che mi hanno voluto ascoltare ho fatto più o meno il seguente discorso: <<I consiglieri sia di maggioranza che di opposizione della Commissione Commercio, capitanati da Corsetti, si sono impantanati per mesi e mesi a discutere sui criteri della “premialità” per le cosiddette ditte “virtuose” che invece ora con le due lettere dell’AIPE da una parte e della SCI dall’altra sono stati apertamente contestati, perché impossibili da trovare in quanto comunque illeciti, proponendo però come alternativa effettivamente percorribile sia in termini giuridici che politici quella di prorogare quanto meno per altri 5 anni tutte le concessioni degli impianti del riordino, magari approvando anche PRIP e Piani di Localizzazione rimandandone però l’attuazione con i bandi di gara quanto meno al 1 gennaio del 2020.
Ma questo non potrà avvenire riuscendo a fare una distinzione tra ditte “buone” che meritano la proroga delle concessioni e ditte “cattive” a cui andrebbe rigettato il rinnovo, perché innescherebbe contenziosi a non finire.
Conseguentemente si dovrebbe concedere un rinnovo almeno una tantum per un altro quinquennio in modo indiscriminato delle concessioni di tutti gli impianti.>>
Ai consiglieri di opposizione di centro destra ho fatto quindi la seguente domanda: <<Ma in tal caso come fa l’opposizione a giustificare l’estrema contraddizione tra la salvaguardia delle sole ditte “virtuose”, sempre sbandierata da 6 mesi a questa parte, e il mantenimento poi di fatto della attuale situazione di totale degrado che si chiede sostanzialmente di lasciare così com’è?>>.
Ai consiglieri invece di maggioranza ho fatto la seguente diversa domanda: <<Ma per prorogare tutto fino al 1 gennaio del 2010 occorre smantellare l’intero impianto su cui si regge il PRIP e questo assumerebbe il chiaro significato “politico” di una sfiducia dell’Assessore Leonori, della Giunta Capitolina e dello stesso Sindaco Marino, assumendosi per di più la responsabilità di lasciare Roma nello schifo in cui si trova quanto meno per altri 5 anni. È questo che volete ? >>
A tutti ho messo in risalto che l’unica soluzione “politica” possibile, che potrebbe essere di soddisfazione di tutte le parti, è la seguente: <<Con i Piani di Localizzazione, che avranno pianificato sul territorio con le posizioni di ogni futuro impianto pubblicitario tutti i 138.000 mq. previsti dal PRIP, il Comune si doterà di un parco impianti che dovrà utilizzare come fanno tutte le principali città europee ed in particolare Parigi al cui modello il Sindaco Marino ha detto di volersi ispirare.  
Uno dei 10 bandi di gara che l’Assessore Leonori ha detto di voler fare dovrà essere dedicato al servizio di Bike Sharing, che se sarà di 420 ciclostazioni impegnerà appena il 6,5% degli interi 138.000 mq..  
Un altro dei 10 bandi di gara dovrà essere dedicato a dotare Roma di elementi di arredo urbano (come toilettes autopulenti, panchine, pannelli informativi interattivi in ogni Municipio ecc.) finanziati sempre da una pubblicità che impegnerà sì e no un altro 3,5% fino ad arrivare ad appena il 10% degli interi 138.000. mq.. 
I rimanenti 8 bandi di gara con il 90% dei 138.000 mq. dovranno essere dedicati alla maggiore offerta da ricavare esclusivamente dagli impianti pubblicitari da autorizzare per 10 anni e saranno quindi alla portata di tutte le ditte storiche romane che avranno i requisiti di legge per parteciparvi e che si dovrebbero ridurre a meno di 20: ciò permetterà di non far fallire nessuna di queste ditte quasi matematicamente, perché senza fare nessun illecito “cartello” potranno però spartirsi tacitamente il mercato riunendosi in opportune Associazioni Temporanee di Imprese (ATI). 
Quand’anche capitasse malauguratamente che qualche ditta non vincesse nemmeno una gara, ci sarà per lei sempre aperto il mercato della pubblicità fatta con impianti installati su suolo privato, che è sempre pianificato dal PRIP e dai Piani di Localizzazione, ma per la gestione del quale il Comune non ha il diritto di assegnare le autorizzazioni con bandi di gara. 
Quanto al paventato rischio che le multinazionali arraffino tutto, la Commissione Commercio ha approvato un emendamento che stabilisce che una stessa ditta non può aggiudicarsi più di due gare, per cui ci sarà posto proprio per tutti>>.
Sono quindi in grado di far sapere, in modo più articolato di quanto continua a fare il blog “Roma fa schifo” con domande che via twitter non possono superare i 140 caratteri, quale sia la posizione di quei consiglieri che me l’hanno voluta far conoscere. 
Restando sul tema, debbo dire che prima ancora sono riuscito ad avere un incontro con Luca Giansanti, a conclusione del quale mi ha espressamente autorizzato a far sapere on line la posizione sua e del suo gruppo politico. 
Fin dalla prima seduta di lunedì 14 luglio ho avuto più di un colloquio con Fabrizio Panecaldo (PD) che mi ha confermato essere il coordinatore della maggioranza (e quindi anche di SEL, Lista Civica per Marino e Centro Democratico).
Dopo che gli ho spiegato quale sia l’unica soluzione “politica” possibile, mi ha risposto che se non si troverà una soluzione e ci sarà ostruzionismo ad oltranza da parte dell’opposizione, allora si rimanderà l’approvazione del PRIP a settembre, dopo l’approvazione del bilancio: gli ho replicato che una tale ipotesi darebbe intanto ragione a Bordoni ed Alemanno che hanno per l’appunto chiesto di approvare il PRIP a settembre dopo l’approvazione a luglio del bilancio, cosa peraltro non possibile sia per i pochi giorni che rimangono da qui alla fine di luglio sia se non altro perché so già per certo che la scadenza per l’approvazione del bilancio verrà fatta slittare alla fine di settembre, per cui del PRIP se ne parlerebbe da ottobre in poi. 
Gli ho voluto dire in faccia che il sig. Alfredo Ferrari se la deve smettere di fare l’eterno indeciso da Presidente qual è della Commissione Bilancio, sostenendo da un lato che le due proposte n. 59 e n. 61 non sarebbero propedeutiche se pensiamo al bilancio dell’anno in corso, mentre invece lo sarebbero pienamente se riferite al bilancio pluriennale: la smettessero quindi di continuare ad andare dietro a Bordoni ed Alemanno, perché se la maggioranza è coesa non c’è opposizione strumentale che tenga. 
Ci siamo lasciati lunedì pomeriggio con l’impegno da parte mia a trasmettergli gli emendamenti da me predisposti, che gli ho inviato alle 20,44 dello stesso giorno 14 luglio, ma di cui non sembra aver tenuto alcun conto. 
Sempre lunedì sono riuscito a parlare anche con Francesco D’Ausilio (capogruppo PD), che alla fine del mio solito discorso ha reagito affermando: <<Ma tanto questi presenteranno 5.000 emendamenti>>, a lasciar chiaramente intendere anche lui una vaga intenzione di voler rimandare a settembre l’approvazione del PRIP. 
Riporto pertanto di seguito le posizioni che mi sono state dichiarate dagli altri consiglieri facendole precedere da un breve inquadramento politico di ognuno di quelli che sono riuscito a sentire.

LUCA GIANSANTI

(Lista Civica Marino Sindaco)

- Capogruppo –

Dal 2001 al 2006 è stato Consigliere Comunale al Comune di Roma per la Margherita: in quegli anni ha creduto fermamente alla nascita di quel partito che oggi si chiama Partito Democratico ed è orgoglioso del fatto che il Coordinamento Romano del PD gli abbia offerto la possibilità di candidarsi e di diventare Capogruppo della Lista Civica per Marino Sindaco.
Immagine.Luca Giansanti
Alla fine dell’incontro che la mattina dell’11 luglio scorso ho avuto con lui assieme a Maurizio Rossi di “Basta Cartelloni-Francesco Fiori” mi ha espressamente autorizzato a scrivere on line, come sto facendo adesso, che lui e l’intero suo gruppo stanno completamente dalla parte del Sindaco Marino e quindi delle due proposte di deliberazione della Giunta Capitolina su PRIP e modifiche al Regolamento di Pubblicità. 
In data 14 luglio 2014 gli ho trasmesso per posta elettronica gli emendamenti che avevo nel frattempo riveduto, corretto ed integrato e che erano da considerare come quelli validi da presentare caso mai entro le ore 19,00 del successivo mercoledì 16 luglio, se naturalmente da lui  pienamente condivisi. 
Ma il pomeriggio del giorno dopo in aula Giulio Cesare mi ha detto che non avrebbe presentato nessun emendamento perché a lui sta bene il PRIP così come licenziato dalla Giunta.

ALESSANDRO ONORATO

(Alfio Marchini Sindaco)

Nel giugno del 2006 si è candidato con la “Lista civica per Veltroni” al Consiglio del Municipio Roma XIII, risultando il primo degli eletti.
Alle elezioni amministrative del 2008 si è candidato con il Pd al Consiglio comunale, fra le file della Unione di Centro, dove ha approdato forte di oltre 3.600 preferenze personali ed è risultato il più giovane degli eletti.
Nell’aprile 2013 ha scelto di candidarsi alle elezioni comunali nella lista a sostegno di Alfio Marchini sindaco.
 Immagine.Alessandro Onorato.1
Mi si è dichiarato completamente d’accordo con il servizio di Bike Sharing utilizzato anche se non soprattutto per aiutare ad allentare la morsa del traffico che attanaglia Roma, al punto che ne ha fatto oggetto di una petizione con raccolta di firme, che gli ho chiesto di trasmettermi a contraccambiare gli emendamenti da me proposti che mi ha chiesto di inviargli, come ho fatto puntualmente alle ore 23,52 del 15 luglio. 
Mi ha fatto richiamare intorno alle ore 13 del 16 luglio per dirmi che non aveva ricevuto nulla: quando ha scoperto che il suo indirizzo di indirizzo di posta elettronica del comune era mal funzionante, mi ha dato il suo indirizzo personale a cui ho ritrasmetto alle 13,11 del 16 luglio anche il mio articolo sugli elementi di arredo urbano finanziati dalla pubblicità, oltre gli emendamenti che mi ha promesso di presentare in blocco entro le ore 19,00 di stasera, come mi risulta che abbia poi fatto. 

DARIO NANNI

(Partito Democratico)

Per diversi anni è stato segretario di sezione e segretario politico dei DS del Municipio VIII: nel maggio del 2006 si è candidato per la prima volta in assoluto ed è stato eletto Consigliere Comunale nelle liste dell’Ulivo.
Nelle elezioni anticipate che si sono svolte nell’ aprile del 2008, è stato rieletto alla stessa carica nel Consiglio Comunale di Roma.
 Immagine.Dario Nanni
Nel pomeriggio del 14 luglio sono riuscito a parlare con lui che si è dichiarato nettamente contrario alla ipotesi della proroga del riordino per ameno altri 5 anni: non dovrebbe far parte sicuramente della corrente dei consiglieri comunali che vanno appresso ad Orlando Corsetti. 

MARIA GEMMA AZUNI

(Sinistra Ecologia e Libertà)

La sua carriera politica interamente dedicata al sociale è iniziata nel 1989 quando è stata eletta consigliere nella XII Circoscrizione: un’esperienza politica che l’ha portata dal 1993 al 1995 a essere eletta presidente della stessa circoscrizione.
Non ha abbandonato comunque la sua strada “sociale”, perché nel 1997 è stata eletta Consigliere dell’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali del Lazio e nel 1999 è salita al Consiglio Nazionale.
È arrivata in Campidoglio nel 2005 dove è stata rieletta, recependo integralmente nel suo programma elettorale la proposta unitaaria di modifiche ed integrazioni al PRIP di Alemanno, che era stata elaborata da VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori.
 Immagine.Maria Gemma Azuni
Sono riuscito a parlarci il 15 luglio scorso riuscendo a farle capire il quadro della situazione e dei rischi che si corrono: mi ha detto di essere completamente dalla parte della Leonori e della Giunta capitolina.

VALERIA BAGLIO

(Partito Democratico)

Dal 2008 è stata Presidente del Consiglio del Municipio Roma XI (oggi Municipio VIII). 
È membro della Commissione Commercio ed il 1 luglio scorso ha votato a favore dei 15 emendamenti a cui il Presidente Orlando Corsetti ha voluto far subordinare il parere favorevole al PRIP.
 Immagine.Valeria Baglio. Buona.1
Mi ha detto che spera in una mediazione politica, lasciando capire anche lei (come Panecaldo) che in caso contrario si rimanderebbe l’approvazione del PRIP a dopo il bilancio.
Siccome non mi aveva convinto su quale posizione stesse veramente, le ho voluto riparlare dopo un po’ per farle questa domanda secca: <<ma se si venisse a prospettare l’ipotesi di ritardare tutto di almeno 5 anni perché si vorrà prorogare il riordino, a te starebbe bene ?>>.  
Mi ha risposto decisa di no.

ROBERTO CANTIANI

(Gruppo Misto)

Classe 1982, ha iniziato la sua carriera politica nel 2001 in Forza Italia: dopo aver coordinato il movimento giovanile del partito nell’allora XX Municipio (oggi XV), ha partecipato alle elezioni amministrative del 2006 ed è risultato il primo degli eletti in quel consiglio municipale.
Dal 2008 è consigliere di Roma Capitale, dapprima nelle file del Popolo della Libertà ed ora in quelle del Gruppo Misto.
Ha partecipato attivamente alle ultime sedute della Commissione Commercio, pur non facendone parte.
 Immagine.Roberto Cantiani
Dopo che gli ho esposto l’unica soluzione “politica” secondo me possibile, mi si è dichiarato contrario ad una proroga indifferenziata delle concessioni degli impianti del riordino, mentre è d’accordo sulle tre tipologie di gare da me prospettate, ma ha espresso delle perplessità sulla partecipazione ai bandi consorziati in Associazione Temporanea di Imprese (A.T.I.).

IGNAZIO COZZOLI POLI

(Alleanza Popolare Nazionale)

Nel 2006 è stato candidato al Consiglio del IV Municipio.
Nel 2008 è stato segretario politico dell’UDC nel IV Municipio e, successivamente, responsabile romano, per lo stesso partito, dell’organizzazione e degli Enti Locali; nello stesso anno è stato candidato Presidente del IV Municipio con l’UDC.
A luglio 2012 è stato eletto segretario romano dell’UDC.
È diventato Consigliere Comunale di Roma Capitale nella lista “Cittadini X Roma”, passando attualmente assieme a Giovanni Alemanno nelle fila del gruppo di Alleanza Popolare Nazionale: è componente della Commissione I  Bilancio, Commissione V Politiche sociali e della salute, Commissione VIII Urbanistica, Commissione Elettorale di Roma Capitale.
Immagine.Ignazio Cozzoli Poli. Buona
Mi ha anticipato la voce raccolta sull’intenzione generale e non solo quindi della maggioranza che se non si raggiunge una intesa bipartisan allora si stralceranno sia il PRIP che Regolamento dal bilancio per rimandarlo ad un approfondimento della Commissione Commercio.

COSIMO DINOI

(Movimento Cantiere Italia)

Con 2.435 preferenze è stato eletto nella lista Alfio Marchini, per passare subito dopo al Movimento Cantiere Italia.
Vicino al consigliere regionale della Lista Zingaretti, Michele Baldi e all’ex presidente della Camera di Commercio, Andrea Mondello, Dinoi al ballottaggio ha appoggiato Ignazio Marino.
Immagine.Cosimo Dinoi
Mi ha anticipato anche lui la voce raccolta sull’intenzione di molti che se non si raggiunge una intesa bipartisan allora si stralceranno sia il PRIP che Regolamento dal bilancio per rimandarlo ad un approfondimento della Commissione Commercio.

DAVIDE BORDONI

(Forza Italia)

Ha iniziato il suo percorso nell’attività politica nel 1994 in Forza Italia, partito per il quale, da aprile 2014, ricopre la carica di Coordinatore Grandi Città di Roma Capitale.
Nel 1997 è stato eletto Consigliere dell’allora XIII Circoscrizione (Ostia), ma è stata la successiva candidatura alla Presidenza del XIII Municipio a rappresentare il momento più importante di crescita politica ed una svolta decisiva per il suo impegno pubblico: nel 2001 è stato infatti eletto Presidente del Municipio di Ostia e Acilia con circa 55.000 voti, divenendo così il più giovane tra i presidenti dei Municipi di Roma.
Alle Elezioni Amministrative del 2006 è stato eletto Consigliere del Comune di Roma con circa 6.000 preferenze e nei quasi due anni di consiliatura ho ottenuto la nomina di Vice Presidente della VIII Commissione Commercio, Artigianato ed Attività Produttive e di membro delle Commissioni Bilancio, Sicurezza, Politiche Educative.
Sotto il mandato del Sindaco Giovanni Alemanno ha ricoperto la carica di Assessore al Commercio.
Alle scorse elezioni amministrative 2013 ha rinnovato ancora una volta il mio impegno candidandosi nuovamente a Consigliere Comunale per Roma Capitale e risultando eletto Consigliere dell’ Assemblea Capitolina con 6525 voti di preferenza.
 Immagine.Davide Bordoni
Da Davide Bordoni sono riuscito a farmi trasmettere via E mail le controdeduzioni. approvate dalla Giunta Capitolina.
Ne è nato uno scambio di opinioni  più aperto che mi ha permesso alla fine di prospettargli l’unica soluzione “politica” possibile: mi ha detto di volerla prendere in considerazione, se non altro in alternativa alla richiesta delle ditte che si riconoscono nell’AIPE e che sperano di di ottenere una proroga per altri 5 anni di tutte le concessioni degli impianti del riordino. 
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La convocazione della seduta dell’Assemblea Capitolina non solo di venerdì 18 luglio 2014, ma anche di altre successive 4 sedute, riportava l’importante novità che “nel corso della riunione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi, tenutasi il 16 luglio 2014, è stato fissato per la votazione finale delle proposte iscritte al predetto ordine dei lavori, ad eccezione della proposta 55/2014, il termine complessivo di 7 ore da dedicare alla trattazione degli ordini del giorno e degli emendamenti collegati a dette proposte”.
Ne deriva come importante conseguenza che, pur con gli eventuali 5.000 emendamenti presentati sul PRIP e/o sulle modifiche al regolamento di Pubblicità, ad ognuna delle due suddette proposte di delibera non potrà essere dedicato un tempo superiore alle 7 ore, vale a dire quello di una intera seduta giornaliera: tenendo presente che, se le proposte di deliberazione n. 59 e n. 61 rimanessero al 16° ed al 17° posto dove effettivamente si trovano ora, la loro approvazione avverrebbe al massimo dopo 15 intere sedute giornaliere dell’Assemblea Capitolina, ma è ben più presumibile che molte delle proposte di deliberazione che le precedono non avranno bisogno di questo stesso tempo, per cui è possibile e molto probabile che in una stessa seduta giornaliera possano essere approvate ben più di 2 proposte di deliberazione.
Non è quindi affatto escluso che l’esame delle proposte di deliberazione n. 59 e n. 61 per la loro definitiva approvazione possa verificarsi anche entro la fine di questa settimana.
 Immagine.Convocazione di 5 giorni di fila di luglio 2014png

La seduta pomeridiana dello scorso venerdì 18 luglio 2014 è stata molto movimentata.
È iniziata con il nervosismo dell’opposizione che si è vista decadere la quasi totalità degli oltre 10.600 tra emendamenti ed ordini del giorno perché giudicati “inammissibili”.
Si era riusciti a votare il calendario dei lavori e l’ordine del giorno, confermando il 16° e 17° posto per le proposte di deliberazione n. 59 e n. 61, quando proprio accanto a me è nato un diverbio tra il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo ed un portavoce di una ventina di vigilantes ex “gladiatori” dei campi nomadi, dipendenti di Risorse per Roma, con il posto di lavoro a rischio.
Ne è nato un tafferuglio che ha fatto scattare la scintilla ed ha spinto i dimostranti a fare irruzione in aula Giulio Cesare – da mesi non più protetta da vetri di recinzione ma solo da un cordone di velluto – superando i vigili in servizio e occupando l’Assemblea Capitolina.
Immagine.Tumulti in aula Giulio Cesare
I manifestanti si sono anche avvicinati con fare intimidatorio ai banchi della maggioranza, inveendo con epiteti come «buffoni», «vergogna» , contro i consiglieri di centrosinistra e sbattendo i pugni sugli scranni.
Immagine.Tumulti in aula Giulio Cesare.2
Immagine.Tumulti in aula Giulio Cesare.1
Il presidente dell’Aula, Mirko Coratti, è stato costretto a sospendere i lavori per permettere una mediazione con i manifestanti che in serata hanno incontrato l’assessore ai Servizi Sociali e Sussidiarietà Rita Cutini e il direttore Esecutivo Massimo Bartoli.
La mediazione ha convinto i manifestanti a tornare fra i posti riservati al pubblico ed ha consentito la ripresa dei lavori della Assemblea Capitolina intorno alle ore 18,30: la foto seguente mostra come compariva l’aula vista dal pubblico al momento della ripresa della seduta.
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La lunga interruzione mi ha consentito non solo di finire di consegnare di persona ai consiglieri presenti una copia del parere della Agenzia, ma anche e soprattutto di intrattenermi a parlare con molti consiglieri, di cui riporto le rispettive posizioni sempre allo stesso modo, dando prima quelle dei consiglieri che ho già citato.
Ho consegnato una copia del parere della Agenzia ad Orlando Corsetti, mettendogli in evidenza che la sua fissazione di dover riconoscere a tutti i costi una “premialità” a non meglio individuate ditte “virtuose” non aveva più ragion d’essere, visto che erano state le ditte stesse a non considerare lecito questo percorso: mi ha risposto che non è affatto detto e che a quel momento era quasi scontato (secondo lui) che si sarebbe stralciato tutto dal bilancio.
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Mi sono intrattenuto a parlare poi due volte dapprima con il cons. Enrico Stefàno e poi direttamente con il capogruppo del Movimento 5 Stelle Marcello De Vito, per sapere da entrambi – in presenza anche degli altri due consiglieri Virginia Raggi e Daniele Frongia – quale posizione intende assumere il gruppo riguardo alle due proposte di deliberazione n. 59 e n. 61.
Enrico Stefàno mi ha decisamente scartato l’ipotesi di un voto contrario, ma si è dichiarato indeciso tra un voto di astensione ed un voto favorevole.
Gli ho fatto notare che il voto di astensione sarebbe stato ben giustificato, se si trattava di votare il PRPI così come sformato il 30 aprile scorso dalla Giunta, perché costituiva sostanzialmente l’aggiornamento senza né capo né coda del PRIP di Alemanno, mentre ora con le controdeduzioni è diventato veramente un piano di qualità: l’ho rassicurato su questo, ma al tempo stesso ho tenuto a rimarcare anche a Marcello De Vito che devono essere tutti e 4 i consiglieri del Movimento 5 Stelle ad essere pienamente convinti che votando un PRIP di questo tipo si farebbe veramente l’interesse della città di Roma e dei suoi cittadini, che il gruppo ha sempre detto di considerare ben più importante di prevenute posizioni di una opposizione becera e strumentale.
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Nel consegnare personalmente la copia del parere della Agenzia al Presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti ho avuto modo di scambiare due parole con lui e ne ho ricavato l’assicurazione che sta completamente dalla parte della Giunta Capitolina.

ALFREDO FERRARI

(Partito Democratico)

- Presidente della I Commissione Bilancio –

È stato impegnato fin dagli anni giovanili nell’attività politica: nella D.C. prima e con i Popolari poi.
Nel 2001 è stato grande il suo impegno nella promozione della Margherita nel VII Municipio, dove è stato Vice Presidente: si è poi candidato al Consiglio Comunale di Roma, nella lista “L’Ulivo per Veltroni Sindaco”.
Eletto ora nelle file del PD, è Presidente della I Commissione Bilancio.
Immagine.Alfredo Ferrari
Quando gli ho consegnato la copia del parere della Agenzia mi sono intrattenuto a parlare con lui per fargli presente quanto già da lui ammesso in occasione della seduta congiunta del 1 luglio con la Commissione Commercio, vale a dire che le due proposte di deliberazione n. 59 e n. 61 sono sicuramente propedeutiche al bilancio, non solo in riferimento al piano pluriennale, ma anche perché licenziate dal Segretario Generale, per cui non ci sono scuse che tengano per giustificare un loro eventuale stralcio dal bilancio.
Mi ha risposto candidamente che del PRIP non ci capisce niente: l’ho invitato allora a leggersi bene il parere della Agenzia per riuscire a prendere una propria decisione un po’ più ponderata.

MASSIMO CAPRARI

(Centro Democratico)

- Capogruppo -

È stato eletto consigliere comunale per il Centro Democratico a Roma: con la vittoria di Ignazio Marino ai ballottaggi, il movimento di Bruno Tabacci è riuscito ad avere un suo rappresentante in Campidoglio che ha detto di voler contraccambiare questa grande fiducia che gli è arrivata dai cittadini romani, interpretando i loro bisogni.
Immagine.Massimo Caprari
Nella lunga interruzione provocata dalla occupazione dell’aula ho avuto modo di intrattenermi a parlare con lui in presenza anche di Ilaria Piccolo (PD) ed Erica Battaglia (PD).
A tutti e tre ho fatto presente che a forza di tirare troppo la corda si rischia che si spezza del tutto, con il rischio di sfiduciare la Leonori e la Giunta e di far cadere il Sindaco Marino ed ho chiesto chi glielo fa fare a queste persone di rischiare di non essere poi rielette.
Massimo Caprari mi ha assicurato tra il serio ed il faceto che per quanto lo riguarda non ci pensa nemmeno lontanamente a rischiare di perdere la “poltrona”.

SVEVA BELVISO

(Nuovo Centro Destra)

- Capogruppo –

Vice Sindaco con Giovanni Alemanno, ora Capogruppo del Nuovo Centro Destra
 Immagine.Sveva Belviso.Buona
Nella lunga interruzione provocata dalla occupazione dell’aula ho avuto modo di intrattenermi a parlare infine con Sveva Belviso, a cui ho illustrato per sommi capi l’opportunità di arrivare ad una “quadra” con l’unica soluzione “politica” possibile, che l’ho pregata di perorare anche con Bordoni ed Alemanno: mi ha messo in contatto con un suo collaboratore affinché gliene trasmettessi per iscritto una scheda, come ho fatto la sera di quello stesso 18 luglio.
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Alla ripresa dei lavori della Assemblea Capitolina in men che non si dica è stata approvata la 1° proposta di deliberazione propedeutica al bilancio n. 45/2014 relativa alla “Approvazione del Regolamento per la disciplina della tassa sui rifiuti TARI”.
 Immagine.esito del voto sulla TARI
Se si approvassero con questi tempi diverse altre delibere propedeutiche non è escluso che già verso la fine di questa settimana si potrebbe arrivare a votare quanto meno la proposta di deliberazione n. 59 (“Approvazione PRIP”). 
In fine settimana mi sono stati trasmessi tutti gli ordini del giorno e tutti gli emendamenti presentati in ordine tanto alla proposta di deliberazione n. 59 quanto alla proposta di deliberazione n. 61: dal loro esame emergeranno ormai in modo chiaro le posizioni sia della maggioranza che della opposizione, che mi riservo di far conoscere in linea generale già a partire dal prossimo articolo di domani.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

È iniziato il solito assalto estivo cartellonaro. Si salvi chi può

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Agosto 2012

Luglio 2014

Viale dell'Oceano Pacifico.

Piano regolatore degli impianti pubblicitari a margine del Bilancio. Le posizioni politiche partito per partito. Chi sta giocando contro la città?

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Entro le ore 19,00 di mercoledì 16 luglio 2014 dovevano essere presentati gli ordini del giorno e gli emendamenti anche alle proposte di deliberazione n. 59 (“Approvazione Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari”) ) e n. 61 (“Modifiche ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 37 del 30 marzo 2009, …., riguardante il Regolamento comunale recante le norme in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni”).
Alla proposta di deliberazione n. 59 (PRIP) sono stati presentati n. 25 ordini del giorno e n. 516 emendamenti, così come di seguito distribuiti.
ORDINI DEL GIORNO
22 (classificati da n. 1 a n. 22) sono stati presentati da Dario Rossin (FI) e Giordano Tredicine (PdL)
3 (classificati da n. 23 a n. 25) sono stati presentati da Alfio Marchini ed Alessandro Onorato
EMENDAMENTI
(classificato come n. 1) è stato presentato da Orlando Corsetti
12 (classificati da n. 2 a n. 13) sono stati presentati dall’intero gruppo del Movimento 5 Stelle
198 (classificati da n. 14 a n. 211) sono stati presentati da Roberto Cantiani (Gruppo Misto)
83 (classificati da n. 212 a n. 294) sono stati presentati da Dario Rossin (FI) e Giordano Tredicine (PdL)
134 (classificati da n. 295 a n. 428) sono stati presentati da Giovanni Alemanno Ignazio Cozzoli Poli (Alleanza Nazionale Popolare)
10 (classificati da n. 429 a n. 438)) sono stati presentati da Alfio Marchini ed Alessandro Onorato
78 (da n. 439 a n. 516) sono stati presentati da Davide Bordoni (FI).
Alla proposta di deliberazione n. 61 (modifiche ed integrazioni al Regolamento di Pubblicità) sono stati presentati n. 22 ordini del giorno e la bellezza di n. 1277 emendamenti, così come di seguito distribuiti.
ORDINI DEL GIORNO
15 (classificati da n. 1 a n. 15) sono stati presentati da Dario Rossin (FI) e Giordano Tredicine (PdL)
5 (classificati da n. 16 a n. 20) sono stati presentati da Alfio Marchini ed Alessandro Onorato
1 (classificato come n. 21) è stato presentato da Davide Bordoni (FI).
1 (classificato come n. 22) è stato presentato da Athos De Luca (PD)
EMENDAMENTI
12 (classificati da n. 1 a n. 12) sono stati presentati dall’intero gruppo del Movimento 5 Stelle
388 (classificati da n. 13 a n. 400) sono stati presentati da Roberto Cantiani (Gruppo Misto)
287 (classificati da n. 401 a n. 687) sono stati presentati da Dario Rossin (FI) e Giordano Tredicine (PdL)
3 (classificati da n. 688 a n. 690) sono stati presentati da Francesco D’Ausilio (PD)
235 (classificati da n. 691 a n. 925) sono stati presentati da Giovanni Alemanno Ignazio Cozzoli Poli (Alleanza Nazionale Popolare)
21 (classificati da n. 926 a n. 946) sono stati presentati da Alfio Marchini ed Alessandro Onorato
331 (classificati da n. 947 a n. 1277) sono stati presentati da Davide Bordoni (FI).
Rimando ai giorni successivi una analisi più puntuale ed approfondita, che in modo distinto e separato per ognuna delle due proposte di deliberazione accorperà sotto l’aspetto tecnico e giuridico i vari aspetti che sono stati fatti oggetto di ordini del giorno e di specifici emendamenti: dall’assemblaggio di tutti gli emendamenti presentati per ognuno degli articoli tanto del Regolamento di Pubblicità quanto della normativa tecnica di attuazione del PRIP scaturirà un quadro sinottico completo che intendo portare come contributo di VAS trasmettendolo ad ogni consigliere per consentirgli di avere una visione comparata riguardo ad ognuno degli emendamenti su cui sarà chiamato a votare.
In questa sede mi preme di far conoscere il quadro politico complessivo che si è venuto chiaramente a delineare con la presentazione degli ordini del giorno e degli emendamenti, valutati complessivamente senza distinzione tra la proposta di deliberazione n. 59 e la proposta di deliberazione n. 61, per farne poi una serie di considerazioni di carattere politico a seconda delle ipotesi di voto che si stanno prospettando.  
Dall’esame dei contenuti più importanti soprattutto degli emendamenti emergono le seguenti posizioni di ogni gruppo politico.

POSIZIONI DEI GRUPPI POLITICI DI MAGGIORANZA

La maggioranza che sostiene il Sindaco Ignazio Marino e la Giunta Capitolina è formata dal Partito Democratico, dalla Lista Civica Marino Sindaco, da Sinistra Ecologia e Libertà e dal Centro Democratico: vediamone le rispettive posizioni che hanno assunto in ordine gerarchicamente inverso.

CENTRO DEMOCRATICO

Massimo Caprari, che è l’unico consigliere che ne fa parte quindi anche come capogruppo, non ha presentato nessun ordine del giorno e nessun emendamento: se ne dovrebbe desume che a lui stanno bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni. 

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ

Ne fanno parte le consigliere Maria Gemma Azuni, Immacolata Battaglia ed Anna Maria Proietti Cesaretti che assieme al capogruppo Gianluca Peciola non hanno presentato nessun ordine del giorno e nessun emendamento: se ne dovrebbe desumere che a tutti e 4 i componenti del gruppo stanno bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni. 

LISTA CIVICA MARINO SINDACO

Ne fanno parte Franco MarinoRiccardo MagiSvetlana CelliRita Paris ed il capogruppo Luca Giansanti, che già al sottoscritto aveva anticipato che a tutti e 5 i componenti del gruppo stanno bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni.
Non hanno difatti presentato né ordini del giorno né emendamenti.

PARTITO DEMOCRATICO

Ne fanno parte i seguenti 19 consiglieri (in ordine alfabetico): Valeria Baglio, Erica Battaglia, Mirko Coratti, Orlando Corsetti, Michela Di Biase, Athos De Luca, Alfredo Ferrrari, Valentina Grippo, Dario Nanni, Marco Palumbo, Fabrizio Panecaldo, Giovanni Paris, Pierpaolo Pedetti, Ilaria Piccolo, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Giulia Tempesta, Daniela Tiburzi ed il capogruppo Francesco D’Ausilio.
Sono stati presentati un ordine del giorno e tre emendamenti in ordine soltanto alla proposta di deliberazione n. 61, con un quarto emendamento che ha riguardato invece la proposta di deliberazione n. 61, senza un evidente coordinamento fra di loro, a dimostrazione ennesima (caso mai ce ne fosse ancora bisogno) che nel maggior gruppo politico di maggioranza non c’è una completa coesione.
L’ordine del giorno presentato da Athos De Luca impegna il Sindaco, l’Assessore per Roma Produttiva e la Giunta Capitolina ad introdurre nelle forme e nei modi ritenuti più opportuni la seguente disciplina dei bandi di gara”, che è la stessa richiesta come emendamento dai Municipi I e XV, ma che non è stata non accolta in sede di controdeduzioni e viene quindi ora ripresentata sotto forma di ordine del giorno.
Il capogruppo Francesco D’Ausilio si è invece voluto preoccupare della “Determinazione canone e tariffe delle iniziative pubblicitarie nei Mercati Rionali Autogestiti”, della “tariffa per i mezzi pubblicitari installati nei mercati comunali”edel divieto della “esposizione pubblicitaria il cui contenuto promuova il gioco d’azzardo”.
Il cons. Orlando Corsetti ha voluto invece presentare in modo del tutto improprio un emendamento che anziché essere singolo è invece cumulativo, in quanto riguarda specificatamente gli “EMENDAMENTI ALLA PROPOSTA N. 59/2014 espressi dalla IX Commissione Capitolina Permanente nella seduta del 01/07/2014”.
 Immagine.Emendamento di Corsetti
Non si capisce bene dove Corsetti sia voluto andare a parare, dal momento che nel suo emendamento cumulativo figurano solo i primi 4 dei 15 emendamenti complessivamente approvati il 1 luglio 2014 a maggioranza semplice dalla Commissione Commercio, per giunta con quello relativo ai 15 Piani di Localizzazione già accolto dalla Giunta Capitolina in sede di controdeduzioni, di cui il sig. Corsetti era evidentemente ancora all’oscuro al momento della presentazione di un simile emendamento.
Se ne dovrebbe comunque desumere che, pur con il distinguo di 3 suoi consiglieri, anche al Partito Democratico dovrebbero star bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni.

POSIZIONI DEI GRUPPI POLITICI DI MINORANZA

I gruppi politici di minoranza sono i seguenti 10: Movimento 5 Stelle, Lista Civica Alfio Marchini Sindaco,Movimento Cantiere Italia, Lista Civica Cittadini x Roma Alemanno, Fratelli d’Italia, Nuovo Centro Destra,Gruppo MistoPopolo della LibertàAlleanza Popolare Nazionale e Forza Italia.
Vediamone nello stesso ordine le rispettive posizioni che hanno assunto.

MOVIMENTO 5 STELLE

È composto dai seguenti 4 consiglieri: Marcello De Vito (capogruppo), Daniele FrongiaVirginia Raggi ed Enrico Stefàno.
Hanno presentato compatti 12 emendamenti in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 ed altrettanti 12 emendamenti in ordine alla proposta di deliberazione n. 61, che sono tutti di perfezionamento e comunque miglioramento tanto della normativa tecnica di attuazione del PRIP (ed in particolare delle sue misure di salvaguardia) quanto delle modifiche ed integrazioni al Regolamento di Pubblicità (in particolare per la disciplina dei bandi di gara).
Ne deriva che accettano sostanzialmente l’impianto del PRIP soprattutto così come migliorato con le controdeduzioni della Giunta Capitolina e che conseguentemente non dovrebbero sicuramente votare contro l’approvazione delle due proposte di deliberazione e forse nemmeno astenersi. 

ALFIO MARCHINI SINDACO

La lista civica è composta dal capogruppo Alfio Marchini e dal cons. Alessandro Onorato, che in modo compatto hanno presentato 3 ordini del giorno e 10 emendamenti riguardo alla proposta di deliberazione n. 59 e 5 ordini del giorno e 21 emendamenti riguardo alla proposta di deliberazione n. 61.
Si tratta di ordini del giorno ed emendamenti tutti migliorativi sia della normativa tecnica di attuazione del PRIP che del Regolamento di Pubblicità e che quindi accettano sostanzialmente l’intelaiatura del PRIP soprattutto così come migliorato con le controdeduzioni della Giunta Capitolina, che hanno accolto peraltro alcuni degli stessi emendamenti presentati, perché evidentemente non ancora a conoscenza delle controdeduzioni al momento della loro presentazione.
Conseguentemente il gruppo non dovrebbe sicuramente votare contro l’approvazione delle due proposte di deliberazione e forse nemmeno astenersi.

MOVIMENTO CANTIERE ITALIA

Cosimo Dinoi, che è l’unico consigliere che ne fa parte quindi anche come capogruppo, non ha presentato nessun ordine del giorno e nessun emendamento: se ne dovrebbe desumere che per l’immediato (salvo poi decidere al momento del voto in un senso o nell’altro) a lui stanno bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni. 

CITTADINI X ROMA ALEMANNO

Gianluigi De Palo, che è l’unico consigliere che ne fa parte quindi anche come capogruppo, non ha presentato nessun ordine del giorno e nessun emendamento: se ne dovrebbe desumere che per l’immediato (salvo poi decidere al momento del voto più in un senso di opposizione che nell’altro, vista l’appartenenza politica dichiarata per l’ex Sindaco Alemanno) anche a lui stanno bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni. 

FRATELLI D’ITALIA

Fabrizio Ghera, che è l’unico consigliere che ne fa parte quindi anche come capogruppo, non ha presentato nessun ordine del giorno e nessun emendamento: se ne dovrebbe desumere che per l’immediato (salvo poi decidere al momento del voto più in un senso di opposizione che nell’altro, vista l’appartenenza politica nella Giunta dell’ex Sindaco Alemanno) a lui stanno bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni. 

NUOVO CENTRO DESTRA

È composto da Marco Pomarici (ex Presidente della Assemblea Capitolina sotto il mandato di Alemanno), Lavinia Mennuni Sveva Belviso (ex Vice Sindaco sotto il mandato di Alemanno), che è il capogruppo.
Non hanno presentato nessun ordine del giorno e nessun emendamento: se ne dovrebbe desumere che per l’immediato (salvo poi decidere al momento del voto più in un senso di opposizione che nell’altro, vista l’appartenenza politica nella Giunta dell’ex Sindaco Alemanno) al gruppo stanno bene sia la normativa tecnica di attuazione del PRIP che le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità così come proposte dalla Giunta Capitolina anche e soprattutto con le controdeduzioni.
In occasione della seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Commercio che si è tenuta il 1 luglio scorso Sveva Belviso si è dichiarata a favore dell’emendamento presentato quel giorno dal cons. Enrico Stefàno che proponeva l’esclusione dai futuri bandi di gara di quelle ditte anche del riordino che abbiano violato la normativa vigente in materia, compresa la disciplina dello stesso riordino.
Nel pomeriggio dello scorso venerdì 18 luglio mi ha ribadito la sua intenzione di non voler prorogare le concessioni degli impianti del riordino, perché si verrebbe a mantenere l’attuale situazione di grave illegalità diffusa e sta tuttora valutando la scheda che mi ha pregato di trasmetterle e che descrive l’unica soluzione politica possibile che dovrebbe accontentare sia la maggioranza che l’opposizione. 

GRUPPO MISTO

Roberto Cantiani, che è l’unico consigliere che ne fa parte quindi anche come capogruppo, ha presentato complessivamente la bellezza di 586 emendamenti, 198 dei quali in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 con i rimanenti 388 in ordine alla proposta di deliberazione n. 61.
Nel corso della seduta congiunta di Commissione Bilancio e Commercio che si è tenuta il 24 giugno scorso è intervenuto per far presente che “sulla ‘premialità’ occorre specificarla meglio ed in maniera più pesante“.
In modo del tutto incoerente, anziché preoccuparsi di proporre concretamente quale possa essere questa “maniera più pesante” con cui specificare la “premialità” che evidentemente anche lui, come Corsetti , vuole a tutti i costi riconoscere, ha preferito perdere tempo a preparare e firmare per 586 volte degli emendamenti del tutto sconclusionati e quindi completamente strumentali, che dimostrano di per sé l’alto senso istituzionale cha ha riguardo all’interesse della città di Roma e dei suoi cittadini.
Ad esempio estremamente significativo riporto di seguito l’emendamento strumentale tipo scelto dal cons. Cantiani.
 Immagine.Emendamento tipo di Cantiani
La data dell’11 luglio 2014 riportata in basso a sinistra attesta la premeditata volontà di fare ostruzionismo ad oltranza, che si è dimostrato una fatica del tutto sprecata considerato che a conclusione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi che si è tenuta il successivo 16 luglio è stato deciso un tempo massimo di 7 ore per la trattazione degli ordini del giorno e degli emendamenti relativi ad ognuna delle proposte di deliberazione.

POPOLO DELLA LIBERTÀ

Giordano Tredicine, che è l’unico consigliere che ne fa parte quindi anche come capogruppo, ha presentato complessivamente la bellezza di 37 ordini del giorno (22 riferiti alla proposta n. 59 ed i rimanenti 15 riferiti alla proposta n. 61) e 370 emendamenti, 83 dei quali in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 con i rimanenti 287 in ordine alla proposta di deliberazione n. 61.
Mettendo da parte per un attimo le ragioni della spaccatura venutasi a determinare quando il Popolo della Libertà è stato sciolto per riformare Forza Italia, il cons. Tredicine ha deciso per l’occasione di tornare ad allearsi con il cons.Dario Rossin di Forza Italia, che assieme a lui ha cofirmato tutti i 37 ordini del giorno e tutti i 370 emendamenti. 
Anche loro, come il cons. Cantiani, hanno preferito perdere tempo a preparare e firmare per 407 volte ordini del giorno ed emendamenti del tutto sconclusionati e quindi pur essi scopertamente strumentali, che dimostrano di per sé l’alto senso istituzionale che anche questi due signori hanno riguardo all’interesse della città di Roma e dei suoi cittadini.
Ad esempio estremamente significativo riporto di seguito l’emendamento strumentale tipo scelto dai cons. Tredicine e Rossin.
 Immagine.Emendamento tipo di Rossin e Tredicine
È chiara anche qui la volontà di fare ostruzionismo ad oltranza, che si è dimostrata però una fatica del tutto sprecata visto poi che a conclusione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi che si è tenuta il successivo 16 luglio è stato deciso un tempo massimo di 7 ore per la trattazione degli ordini del giorno e degli emendamenti relativi ad ognuna delle proposte di deliberazione.

ALLEANZA POPOLARE NAZIONALE

Il gruppo è costituito da Giovanni Alemanno (capogruppo) e da Ignazio Cozzoli Poli, che insieme hanno presentato complessivamente la bellezza di 369 emendamenti, 134 dei quali in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 con i rimanenti 235 in ordine alla proposta di deliberazione n. 61.
La maggior parte degli emendamenti è strumentale, ma a differenza sia di Cantiani che di Tredicine e Rossin stavolta gli argomenti utilizzati sono a mio giudizio più raffinati perché finalizzati comunque a dover essere dibattuti.
Porto come esempio significativo una serie di emendamenti tra il serio ed il faceto, perché chiedono il ripristino del formato di mt. 4×3 (emendamento n. 897), ma anche di quello da mt. 6×3 (emendamento n. 899).
Porto come ulteriore esempio significativo per tutti il numero notevole di emendamenti al 3° comma dell’art. 19 che testualmente dispone che “per gli impianti pubblicitari su area demaniale ferroviaria sono adottati Piani Regolatori specifici, anche in deroga alle norme del presente Regolamento“.

Furbescamente gli emendamenti dal n. 838 al n. 853 chiedono di adottare “Piani Regolatori specifici” non solo per “gli impianti pubblicitari su area demaniale ferroviaria”, ma anche per quasi tutti i tipi di impianti, fra cui anche per quelli “scaturiti dalla procedura del riordino” (n. 838) , “per gli impianti di cui ai progetti speciali per il bike sharing” (n. 841) e “per gli impianti su manufatti costituenti elementi di arredo urbano” (n. 847).
Immagine.Art. 19 di Alemanno-Poli

 Immagine.Art. 19 di Alemanno-Poli.1
 Immagine.Art. 19 di Alemanno-Poli.2
Quanto meno però “per gli impianti di cui ai progetti speciali per il bike sharing” il gruppo di Alleanza Popolare Nazionale ammette che il servizio venga assicurato da un apposito ed unico bando di gara: lo attesta il sottostante emendamento n. 760.
 Immagine.Emendamento Alemanno-Poli
Il gruppo di Alleanza Popolare Nazionale ammette anche che si facciano gli altri bandi di gara, chiedendo che siano “almeno” 10 e non al massimo 10 (vedi sottostante emendamento n. 759).
 Immagine.Alemno 10 lotti di gara - Alemanno
Il gruppo di Alleanza Popolare Nazionale ribadisce la volontà già espressa dalla Giunta Capitolina di avere 15 Piani di Localizzazione, inserendo però tale obbligo all’art. 19 del Regolamento (vedi sottostante emendamento n. 763).
 Immagine.Emendamento all'art. 19 di Alemanno-Poli
Il gruppo di Alleanza Popolare Nazionale non accetta invece l’intelaiatura su cui si basa il PRIP e che è quella di chiudere del tutto con il procedimento del riordino alla scadenza del prossimo 31 dicembre 2014, per procedere proprio con al massimo 10 bandi gara al rilascio delle nuove autorizzazioni per tutti gli impianti individuati dai Piani di Localizzazione. 
Chiede pertanto l’eliminazione di tutte le parti modificate dell’art. 34 del Regolamento (“norme transitorie”) ed in particolare di quella del comma 9, che testualmente recita: “Gli impianti riconducibili alla procedura del riordino, già riconosciuti come validi nella Nuova Banca Dati, permangono sul territorio, nel rispetto del presente regolamento fino alla scadenza del 31 dicembre 2014, senza possibilità di rinnovo o di rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”. 
Lo attesta il sottostante emendamento n. 768.
 Immagine.Eliminzione modifica comma 9 di Alemanno-Poli
In sostituzione anche del testo vigente del comma 9, il gruppo chiede di sostituirlo con il testo del sottostante emendamento n. 810.
 Immagine.controproposta di Alemanno-Poli
Il citato art. 14 del disciplinare del procedimento del riordino degli impianti pubblicitari, che è parte integrante della Deliberazione della Giunta Comunale n. 1689 del 9 maggio 1997, è relativo al “provvedimento”, vale a dire al “rinnovo” che “ha durata di 5 anni”.
IN MODO ELEGANTE SI È VOLUTA BYPASSARE LA SCADENZA INDEROGABILE DEL PROSSIMO 31 DICEMBRE 2014, CHE RIMANE ANCHE SENZA LA MODIFICA DEL COMMA 9 COSÌ COME PROPOSTA DALLA GIUNTA CAPITOLINA, PER CHIEDERE DI FATTO IL RINNOVO DELLE CONCESSIONI DEGLI IMPIANTI DEL RIORDINO FINO AL 31 DICEMBRE DEL 2019. 
I criteri di “premialità” per selezionare le ditte “virtuose” sarebbero stabiliti unicamente in base a “quelle posizioni riferibili ad aziende in regola con i pagamenti e che non abbiano installato impianti privi di titolo nell’ultimo quinquennio”: si tratta di due banali quanto lapalissiane condizioni. 
Quanto al “premio” vero e proprio consisterebbe nel rinnovare concessioni per ben 69.000 mq. di superficie, vale a dire il 50% degli interi 138.000 mq. previsti dal PRIP. 
Riporto quanto ho già avuto modo di scrivere nell’articolo pubblicato su questo stesso sito che ha descritto lo svolgimento della seduta della Commissione Commercio del 26 giugno scorso: “proposta dell’opposizione (Bordoni ed Alemanno) che pretende invece il 50% dei 138.000 mq. da riservare al di fuori dei bandi di gara agli impianti del riordino delle sole ditte “virtuose”, prorogando la scadenza del prossimo 31 dicembre di almeno altri 5 anni.
Il suddetto precedente mi fa supporre che fin da allora questo emendamento era stato già “studiato”, ma molto malamente, perché non è stato considerato quanto avevo avuto modo di obiettare alle ditte rappresentate dall’AIPE nel corso dell’incontro avuto con loro il 16 novembre del 2013, facendo la seguente banale obiezione: a parte la già difficile selezione tra ditte “buone” e ditte “cattive” (a rischio di sicuri contenziosi), ma se la superficie complessiva degli impianti pubblicitari delle ditte “buone” superasse il tetto del 50% (cioè i 69.000 mq., allora come si fa ? 
Secondo l’emendamento 838 precedentemente riportato, in base al quale si dovrebbero adottare piani regolatori specifici anche “per gli impianti scaturiti dalla procedura di riordino”, si penserebbe di superare forse l’empasse facendo redigere solo per i 69.000 mq. uno specifico paino regolatore. 
Oltre quindi a voler riproporre cocciutamente un 50% della superficie espositiva complessiva prevista dal PRIP alle ditte pubblicitarie del riordino in regola con i pagamenti e senza impianti abusivi, cioè praticamente quasi tutte, da sfruttare fino al 31 dicembre del 2019, Alemanno e Cozzoli Poli , se non chi ha suggerito loro, non avrebbero minimamente considerato che anche a voler fare un di gara riservato esclusivamente alle sole ditte del riordino selezionate, più che un piano regolatore specifico, si verrebbe a violare sempre e comunque il principio di libera concorrenza. 
Siccome la legge non ammette ignoranza specie da parte di un amministratore pubblico e mi rifiuto di pensare che soprattutto il cons. Giovanni Alemanno da ex Sindaco di Roma proponga di percorrere una strada illegale, mi sento legittimato a sospettare che un simile emendamento sia stato inserito apposta per inficiare l’intero piano nel caso malaugurato che venisse approvato.
Sono ancor più portato a pensare anche che, ben cosciente delle scarse probabilitàche possa essere approvato, il cons. Alemanno abbia concordato questo emendamento con il cons. Davide Bordoni, per farlo considerare caso mai in subordine al suo emendamento, che sto per far conoscere di seguito.  

FORZA ITALIA

Il gruppo è formato dai consiglieri Giovanni QuarzoDario Rossin e Davide Bordoni che ne è il capogruppo.
Come già detto, in modo non coordinato il cons. Dario Rossin ha voluto cofirmare con il cons. Giordano Tredicinetutti i 37 ordini del giorno e tutti i 370 emendamenti di carattere chiaramente strumentale.
Il cons. Davide Bordoni ha invece presentato da solo la bellezza di 409 emendamenti, 78 dei quali in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 con i rimanenti 331 in ordine alla proposta di deliberazione n. 61.
Sorvolando sulla massa degli emendamenti chiaramente strumentali, il capogruppo di Forza Italia ha di fatto presentato le seguenti precise richieste riguardo al Regolamento di Pubblicità, che delineano una ben precisa posizione.
Il 2° comma dell’art. 7 del Regolamento dispone testualmente che “salvo quanto previsto dall’art. 8, il Comune procede al rilascio delle autorizzazioni previa gara pubblica per ognuno dei quattro lotti territoriali”: il cons. Davide Bordoni chiede di integrarlo con il testo dell’emendamento n. 1105 stato riportato.
 Immagine.Emendamento Bordoni 115
Si parla per ora di rinnovo di titoli validi, citando maldestramente un non meglio noto comma 9 (che non c’è all’art. 7), per anticipare quanto poi richiesto al comma 9 dell’art. 34 in sostituzione delle modifiche allo stesso comma proposte dalla Giunta Capitolina, che il cons. Bordoni chiede di eliminare con l’emendamento n. 1144 sotto riportato.
 Immagine.Emendamento 1144 di Bordoni
Chiede quindi di modificare il testo del comma 9 così come proposto dalla Giunta Capitolina secondo il testo dell’emendamento n. 1149 sotto riportato.
 Immagine.Emendamento n. 1149 di Bordoni
Il testo riformulato che ne verrebbe fuori è il seguente:
Gli impianti riconducibili alla procedura del riordino, già riconosciuti come validi nella Nuova Banca Dati, permangono sul territorio, nel rispetto del presente regolamento, SEMPRE A CONDIZIONE CHE L’INTESTATARIO DEL TITOLO ORIGINARIO RISULI IN POSSESO DEI REQUISITI PRESCRITTI, NON ABBIA INSTALLATO OD USATO IMPIANTI O MEZZI PUBBLICITARI ABUSIVI E DIMOSTRI DI ESSERE IN REGOLA CON I PAGAMENTO DELL’IMPOSTA DI PUBBLICITÀ O DEI CANONI DI CONCESSIONE”. 
Metto in evidenza che con lo stesso identico testo il cons. Bordoni ha presentato anche l’emendamento n. 1150, quasi a voler rafforzare il testo che così come formulato lascerebbe intendere un rinnovo di almeno altri 5 anni per tutti coloro che ne faranno richiesta 6 mesi prima della scadenza del titolo. 
Ma poi, con l’emendamento n. 1151 sotto riportato chiede di sostituire il testo della modifica proposta dalla Giunta Capitolina, che fa riferimento alla data del 31 dicembre 2014, con la data invece prorogata al 31 dicembre del 2018.
 Immagine.Emendamento n. 1151 di Bordoni
Il testo riformulato che ne verrebbe fuori sarebbe stavolta il seguente:
GLI IMPIANTI RICONDUCIBILI ALLA PROCEDURA DEL RIORDINO, GIÀ RICONOSCIUTI COME VALIDI NELLA NUOVA BANCA DATI, PERMANGONO SUL TERRITORIO, NEL RISPETTO DEL PRESENTE REGOLAMENTO FINO ALLA SCADENZA DEL 31 DICEMBRE 2018, SENZA POSSIBILITÀ DI RINNOVO O DI RILASCIO DI NUOVE AUTORIZZAZIONI, E COMUNQUE NON OLTRE L’ESITO DELLE PROCEDURE DI GARA CONSEGUENTI ALLA REDAZIONE DEI PIANI DI LOCALIZZAZIONE”. 
In alternativa alla suddetta richiesta, il cons. Bordoni propone un testo ben più vago e generale con l’emendamento n. 1152 sotto riportato.
Immagine.Emendamneto n. 1152 di Bordoni
Il testo riformulato che ne verrebbe fuori sarebbe in tal caso il seguente:
GLI IMPIANTI RICONDUCIBILI ALLA PROCEDURA DEL RIORDINO, GIÀ RICONOSCIUTI COME VALIDI NELLA NUOVA BANCA DATI, PERMANGONO SUL TERRITORIO, NEL RISPETTO DEL PRESENTE REGOLAMENTO ”. 
Il cons. Bordoni si è preoccupato di fare anche un aggancio con la proposta di deliberazione n. 59 e precisamente al seguente passo dell’art. 30 della normativa tecnica di attuazione:  definire la collocazione di tutti gli impianti pubblicitari e per pubbliche affissioni posti lungo le strade, le piazze ed i larghi, inclusi all’interno dell’area oggetto del piano, stabilendo per ciascuna ubicazione dell’impianto, la tipologia, il formato e la dimensione dello stesso, secondo le disposizioni definite al Titolo VI e nel rispetto degli indici massimi di affollamento relativi ai singoli tratti stradali stabiliti all’art. 12 e in coerenza con le quantità definite alle precedenti lettere b) e c). Ai fini del rispetto delle disposizioni del codice della strada (D.Lgs. n. 285/1992 e ss. mm. e ii.) e del relativo regolamento attuativo (D.P.R. n. 495/1992 e e ss. mm. e ii.) nonché delle disposizioni regolamentari stabilite dall’amministrazione capitolina, tali collocazioni possono prevedere una tolleranza massima di 50 metri, in relazione allo stato effettivo dei luoghi. 
Ne propone una integrazione con l’emendamento n. 449 sotto riportato.
 Immagine.Emendamento n. 449 di Bordoni
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IL QUADRO POLITICO COMPLESSIVO CHE SI È VENUTO A DELINEARE

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Dopo la presa d’atto delle posizioni assunte dai 14 gruppi politici presenti nell’Assemblea Capitolina con i rispettivi ordini del giorno e gli emendamenti presentati si hanno le tre seguenti distinte possibilità: 
1)   l’approvazione del PRIP come lo vuole la Leonori e la Giunta Capitolina, che si regge sulla base delle due proposte di deliberazione n. 59 e n. 61 e delle controdeduzioni, ma che può essere ulteriormente perfezionato e comunque migliorato in accoglimento degli emendamenti che vanno in tal senso;
2)   l’approvazione del PRIP come lo vuole invece il cons. Alemannno, che smantellerebbe l’intelaiatura del Piano della Giunta, ma che sarebbe del tutto illecito e quindi facilmente annullabile;
3)   l’approvazione del PRIP come lo vuole infine il cons. Bordoni, che smantellerebbe ugualmente l’intelaiatura del Piano della Giunta, rimandandone l’entrata a regime al 1 gennaio del 2019 o al 1 gennaio del 2010, ma che sarebbe invece fattibile in termini sia giuridici che politici, al prezzo però di una dichiarata sfiducia della Leonori e della Giunta Capitolina e delle conseguenti dimissioni del Sindaco ed il Commissariamento del Comune di Roma.
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 I POSSIBILI SVILUPPI DELLA SITUAZIONE

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L’ostinazione del Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti nel voler trovare a tutti i costi una “quadra” con il centro-destra, più che con l’intera opposizione (di cui non vengono considerati più di tanto né i 4 consiglieri del Movimento 4 Stelle né i due consiglieri della Lista Civica Alfio Marchini) lo sta spingendo a dire in giro sempre più spesso che se non si trova un accordo allora è meglio stralciare dal bilancio le due proposte di deliberazione n. 59 e n. 61 per rimandarle ad un ulteriore approfondimento della stessa Commissione Commercio che non ha assolutamente motivo d’essere. 
Per poter stralciare dal bilancio le due proposte di deliberazione si dovrà pur sempre trovare una giustificazione “politica” che in tal caso non c’è, per cui se si dovesse arrivare ad accogliere la richiesta di rinvio a settembre fatta sia da Bordoni che da Alemanno, con la motivazione che non sarebbe la morte di nessuno, significherebbe una sconfitta pur sempre della Leonori e della Giunta Capitolina. 
È QUESTO CHE UNA CERTA MAGGIORANZA DELLA MAGGIORANZA VUOLE ?    
Il Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsettiha trasmesso ultimamente il seguente messaggio di posta elettronica che mi è stato fatto avere poche ore fa.
 Immagine.Mail di Corsetti
Staremo a vedere che ne verrà fuori.
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Nella giornata di ieri il Presidente dell’Assemblea Capitolina ha fatto svolgere a porte chiuse i lavori del Consiglio Comunale dopo i tumulti in aula dello scorso venerdì.
Sono state ad ogni modo approvate le seguenti altre due proposte di deliberazioni propedeutiche al bilancio:
-       n. 46/2014 (“Ampliamento della soglia di esenzione per l’addizionale comunale all’IRPEF con decorrenza dal 1° gennaio 2014”);
-       n. 47/2014 (“Determinazione delle aliquote da applicare sul valore dei fabbricati, dei terreni agricoli e delle aree fabbricabili e delle ulteriori detrazioni ai fini dell’Imposta Municipale Propria (IMU), per l’anno 2014 ”).
La discussione sulla quarta proposta di deliberazione n. 48/2014 (“Approvazione del Piano Finanziario 2014 e determinazione delle misure della Tassa sui rifiuti (TARI) per l’anno 2014”) si è poi interrotta sul primo ordine del giorno (presentato dal Movimento 5 Stelle), perché il PD stesso ha fatto mancare il numero legale per essere più “libero” oggi per votare.
Si andrà infatti in seconda convocazione, dove il numero legale non è più 24 ma 16: si farà così per approvare anche il PRIP e le modifiche ed integrazioni al Regolamento di Pubblicità ?

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

Perché tutte le città europee hanno il loro ampio schema di bike-sharing e Roma no?

Caro Matteo Renzi, il tuo PD a Roma si trasforma in Partito Delinquenti. Pensaci tu! Una lettera aperta dai comitati che lottano contro lo scandalo cartellopoli

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 Situazione a giugno 2014

17 luglio 2014

Se non ci saranno ulteriori incidenti di percorso, forse Roma già a partire da stasera avrà un Piano Regolatore degli Impianti pubblicitari (PRIP) dello stesso valore dei piani delle principali città europee

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/se-non-ci-saranno-ulteriori-incidenti-di-percorso-forse-roma-gia-a-partire-da-stasera-avra-un-piano-regolatore-degli-impianti-pubblicitari-prip-dello-stesso-valore-delle-principali-citta-europee/

Quella di ieri pomeriggio è stata per me una di quelle giornate in cui ti senti riconciliato con la vita, perché cominci a vedere i primi risultati ancora timidi ma concreti di un lavoro svolto con tenacia e costanza assidua sempre e soltanto nell’interesse della città di Roma e dei suoi cittadini che da troppo tempo ormai stanno aspettando che alla nostra capitale venga ridato il decoro che merita.
La mattina si era aperta con molti i sostenitori che hanno dato il loro appoggio alla iniziativa decisa dal sottoscritto assieme a Basta Cartelloni di presentarci in aula almeno in 20 con indosso una maglietta rossa con la seguente scritta sia davanti che di dietro.

 Immagine.Foto ricoredo.5

Cito fra questi in primis Italia Nostra da un lato, che ha emanato in mattinata il comunicato stampa sotto riportato.

 Immagine.CS Italia Nostra

Dall’altro lato un mio riconoscimento personale va a Carte in Regola, che ha invitato tutti a partecipare tanto sul suo sito http://carteinregola.wordpress.com/ , dove ha dedicato un apposito articolo alla nostra iniziativa, di cui riporto il seguente passaggio: “Da più di vent’anni la Capitale è vittima del farwest delle affissioni. E proprio adesso, che finalmente sta per vedere la luce  un nuovo Piano  che dovrebbe garantire legalità e regole uguali per tutti, saltano fuori ostacoli imprevisti da parte di un pezzo della stessa maggioranza che rendono la sua rapida approvazione alquanto  incerta (sembra un dejà vu…) . Si parla di un rinvio alle calende greche, stralciando il provvedimento dal bilancio, oppure di un emendamento nello stesso stile del “regalo” fatto ai camion bar. Entrambe le ipotesi sarebbero una grave sconfitta per la città. 
Intanto il Sindaco Marino sul Messaggero di oggi (1) ribadisce di aver preso “l’impegno per regole chiare e trasparenti sulle affissioni” e che “svuotare la delibera per favorire qualcuno sarebbe una vergogna“.

Oggi Carteinregola sarà in Campidoglio insieme alle associazioni e ai cittadini a chiedere al Presidente Coratti di rispettare l’Ordine del Giorno e ai consiglieri capitolini di approvare il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari senza se e senza ma”

L’invito a partecipare è stato fatto da Carte in Regola anche su facebook, ricevendo la piena adesione dell’Assessore alle Attività Produttive e alle Affissioni e Pubblicità del II Municipio Emilia La Nave poi venuta personalmente in aula Giulio Cesare.

Immagine.Emilia La Nave.1


Oltre ovviamente a Cittadinanzattiva Lazio, il cui segretario è membro del comitato direttivo di Bastacartelloni, vanno citati anche Salviamo il Paesaggio e Giovanna Marchese Bellaroto, responsabile del settore commercio della CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa) che ha voluto anche lei partecipare di persona in aula Giulio Cesare indossando addirittura la maglietta.

Immagine.Foto ricordo 12
da sinistra: Fippo Guardascione, Giovanna Marchese Bellaroto, Franco Quaranta, Rodolfo Bosi

Anche l’associazione  Respiro Verde Legalberi ha fatto sapere di sostenere questa battaglia perché “i cartelloni invadono anche lo spazio riservato agli alberi, spesso distruggendoli. Malgrado essi siano un patrimonio collettivo di grande valore, sono sempre più considerati un fastidio, figuriamoci quindi per chi deve dare spazio ai propri interessi pubblicitari !”.
Il miglior attestato è venuto comunque dalla parte politica ed in modo eterogeneo perché oltre all’Assessore Emilia La Nave, hanno voluto far sentire la loro presenza Stefano Zuppello, Assessore delle Attività Produttive del XIII Municipio.

 Immagine.Foto ricordo.7.
 da sinistra: Emilia La Nave, Rodolfo Bosi , Franco Quaranta, Stefano Zuppello

Ha partecipato anche la consigliera del I Municipio  Nathalie Naim, che ha lamentato la presenza ancora delle paline con orologio al di fuori del centro storico e che si è ripromessa di chiederne la eliminazione al Presidente della Commissione Commercio.
Hanno dato una adesione convinta, partecipando al presidio, anche diversi esponenti del Movimento Cinque Stelle, tra cui gli eurodeputati Fabio Massimo Castaldo e Dario Tamburrano, Angelo Diario portavoce in 13° Municipio e molti altri, che si sono voluti far immortalare con la maglietta rossa assieme ai loro 4 consiglieri comunali.
 Immagine.Foto ricordo,10

A completare il buon inizio di mattinata è venuta l’intervista rilasciata dal Sindaco Marino al quotidiano “Il Messaggero” che ha fatto l‘effetto di un fulmine a ciel sereno, scompaginando tutti i giochi.

 Immagine.Messaggero 28 luglio 2014
Il Messaggero del 28 luglio 2014

L’articolo è stato presumibilmente determinato da un precedente articolo pubblicato il giorno prima sempre su “Il Messaggero” che aveva anticipato la notizia della nostra iniziativa, spiegando però bene gli antefatti e le ragioni che l’avevano determinata, citando anche la lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

 Immagine.Messaggero del 27 luglio 2014
Il Messaggero del 27 luglio 2014

L’articolo del giorno successivo riporta in chiusura la seguente dichiarazione resa dal coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo riguardo a chi teme ancora un rinvio della proposta di deliberazione a data da destinarsi: “Non se ne parla, andiamo avanti. Sarebbe una vergogna”.
Sembrerebbe pertanto scongiurato del tutto il rischio di uno stralcio dal bilancio delle due proposte di deliberazione propedeutiche al bilancio stesso.  
Sembra inoltre e soprattutto scongiurato il rischio ben maggiore che venga portata avanti la questione della “premialità” con la riserva del 15% a non si sa bene quali ditte “virtuose”, perché – come mi ha spiegato personalmente il capogruppo del PD Francesco D’Ausilio, la Giunta ha avocato a sé l’eventuale mediazione, che poi lo stesso Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti ha così spiegato su facebook: Con riferimento infine al noto tema della premialità, intendo precisare che non esiste né un emendamento-Corsetti né un emendamento della commissione commercio ma sarà l’assessore alle attività produttive Marta Leonori a valutare, sulla base delle indicazioni ricevute dal Sindaco, la possibilità di riservare una quota alle cosiddette ditte virtuose. Sarà quindi la giunta a decidere in tal senso e per questo voteremo solo ed esclusivamente la proposta che arriverà dal sindaco e dalla sua giunta“.

Immagine.Foto ricordo.3
l’effetto sala del presidio fatto dagli amici di Basta Cartelloni
Come ha ben spiegato l’amico Filippo Guardascione sul blog di Basta Cartelloni “Gli scenari che si aprono dopo la giornata di oggi, il nostro presidio e l’intervista rilasciata dal Sindaco al Messaggero sono fondamentalmente due:
  • Ipotesi 1: la maggioranza riesce a trovare una formula che riconosca ad alcune ditte romane  una piccola quota di impianti da tenere fuori dal bando di gara. Questa quota dovrà però essere sostenuta da solide basi giuridiche per evitare di ledere i princìpi di pari trattamento sui bandi. Se l’opposizione accetta questa soluzione e ritira i propri emendamenti, già nella serata di oggi potrebbe essere approvato il PRIP. Come basta Cartelloni, anch’io ritengo che tale soluzione giuridica sia impossibile, ma in queste ore, il Sindaco in persona ha richiesto un parere all’avvocatura comunale e sta lavorando a contatto con gli uffici e con l’Assessore per trovare una sorta di compromesso che però non sia giuridicamente attaccabile.
  • Secondo scenario: i pareri legali sono contrari a riservare una quota seppure minima di impianti a qualcuno e allora in aula andrà il PRIP così come proposto dalla Giunta arrivando dunque alla conta finale dei voti. Diversi consiglieri, anche quelli più favorevoli al “premio” alle ditte storiche, mi hanno assicurato che comunque andrà, voteranno a favore del PRIP, anche se mugugnando.”
Mi ha fatto sentire riconciliato con la vita a maggior ragione l’essere riuscito a ritornare sull’alveo del confronto sereno e non esasperato chiarendo una volta per tutte con lo stesso Orlando Corsetti, dopo un suo iniziale secco rifiuto a parlare con me, che da parte nostra così come da parte della stessa Giunta non c’è nessuna deroga a vantaggio delle multinazionali per il servizio di Bike Sharing, dopo che l’ho convinto una volta per tutte che i 9.000 mq. di superficie pubblicitaria che vorrei che il Comune concedesse per avere un servizio di 420 ciclostazioni fanno parte dei 138.000 mq. complessivamente previsti dal PRIP (di cui costituiscono appena il 6,5%).
Ho avuto modo di ribadirgli che va approvata come apposito emendamento la clausola a garanzia di tutte le ditte pubblicitarie  che uno stesso soggetto giuridico non possa aggiudicarsi più di due delle 10 gare future previste, ma che va invece ritirato l’emendamento della Commissione Commercio che vanificherebbe le 14 tavole di zonizzazione e tipi stradali del PRIP perché non sta né in cielo né in terra una pianificazione territoriale basta su “circuiti” per giunta fatta in modo da individuare 10 lotti territoriali in funzione delle future gare.  
Ma il motivo ancora maggiore che mi fatto sentire ancor più riconciliato con la vita è stato quando l’assessore Marta Leonori è voluta scendere di persodico a in aula Giulio Cesare per spiegarci – per quel che poteva a quel momento solo in termini di “metodo” – che la Commissione Commercio non potrà più tornare sul tema della “premialità”, per espressa richiesta politica del Sindaco, perché sia il primo cittadino che la stessa Leonori saranno gli unici titolati a formulare una proposta, dopo aver raccolto un parere tecnico da parte di avvocati e giuristi.

Immagine.Foto ricordo.6

Dopo averci dato questa assicurazione, l’Assessore si è prestata di buon grado a farsi fotografare chiedendoci di avere una maglietta per ricordo.

Immagine.Foto ricordo 7
da sinistra: Franco Quaranta, Giovanna Marchese Bellaroto, Marta Leonori, Bosi Rodolfo
Immagine.Foto ricordo.8
 Immagine.Foto ricordo 4
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A far concludere ancor più degnamente la giornata d ieri sono state altre due belle notizie che mi sono state date dapprima dall’assessore Emilia La Nave, la quale mi ha portato a conoscenza della approvazione anche da parte del Consiglio del II Municipio della risoluzione da me proposta su cartellopoli e già fatta propria da altri 4 Municipi, ed alla fine all’uscita da Palazzo Senatorio dallo stesso dott. Francesco Paciello, il quale mi ha anticipato di avere dato parere favorev0le in linea di massima a nome degli uffici a quasi tutti gli emendamenti da me proposti e recepiti dai consiglieri del Movimento 5 Stelle e della lista Alfio Marchini.

Il dott. Francesco Paciello mi ha anche lasciato capire che prossimamente si dovrebbe provvedere ad oscurare gli impianti “senza scheda” nelle more della loro materiale rimozione: ha alla fine accettato di buon cuore di lasciarsi fotografare assieme a tutti noi a fianco della colonna con la lupa capitolina.

Una giornata almeno per me da incorniciare, anche se la “quadra”  sulla Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP e sulle modifiche al Regolamento di Pubblicità ancora non c’è, ma sembra si sia ormai molto vicini. 

Un primo grande risultato è stato evitare che questi provvedimenti venissero stralciati dal bilancio e rinviati a chissà quando. 

Il voto complessivo dunque ci sarà sicuramente e quasi certamente entro mercoledì sera: entro stasera potrebbe essere però approvato il PRIP con la sua normativa tecnica di attuazione.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) 

Non è accettabile una mediazione se a pagarne il prezzo è l’intera città di Roma ed i suoi cittadini

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/non-e-accettabile-una-mediazione-se-a-pagarne-il-prezzo-e-lintera-citta-di-roma-ed-i-suoi-cittadini/

Immagine.Slide copertina  
Con questo titolo ho trasmesso all’Assessore Leonori ed a tutti i consiglieri di maggioranza e per conoscenza al diretto interessato cons. Alessandro Onorato ed al cons. Enrico Stefàno il seguente messaggio di posta elettronica.

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Mi sono stati chiariti ieri pomeriggio ma in linea di massima i termini della mediazione che sarebbe stata raggiunta con l’opposizione e che oggi dovrebbe permettere di approvare in una sola seduta sia la proposta di deliberazione n. 59 che la proposta di deliberazione n. 61.

Riassumo in particolare per chi di voi non ne fosse ancora a conoscenza quanto ci è stato riferito e confermato da più parti.

1 – Viene confermato che le concessioni di tutti gli impianti del riordino scadono improrogabilmente il prossimo 31 dicembre e verranno tutt’al più prorogate solo per il tempo che si renderà necessario ad entrare a regime, “comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”: significa che tutti gli impianti al momento esistenti sul territorio di Roma dovranno essere rimossi per fare posto a quelli individuati dai Piani di Localizzazione distribuendo in modo puntuale sul territorio i 138.000 mq. complessivi previsti dal PRIP. 

2 – L’accordo è stato raggiunto decidendo di assegnare il 17,5% dei 138.000 mq. esclusivamente ad impianti SPQR di proprietà comunale, pari quindi a 24.150 mq.: non posso al riguardo far notare come il prezzo dell’accordo, per strappare il “sì” sia di Bordoni che di Alemanno, sia stato il totale rinnegamento non solo del 15% proposto in origine dal cons. Franco Marino (pari a 20.700 mq.), ma anche e soprattutto del 10% (pari a 13.800 mq.) che al quotidiano “Il Messaggero” di domenica scorsa il Sindaco Marino in persona aveva detto di essere disposto ad accettare obtorto collo: sotto questo aspetto sia Bordoni che Alemanno possono dire di avere vinto loro. 

3 – I piani di Localizzazione dovranno individuare a priori sul territorio impianti SPQR per 24.150 mq. oppure sarà la stessa amministrazione capitolina a farlo dopo: se ipotizziamo che il formato di maggiore convenienza anche economica sia un 3 x 2 monofacciale, avremmo individuato nelle rispettive posizioni un numero di 4.025 impianti SPQR. 

4 – Trattandosi di impianti di proprietà comunale l’amministrazione capitolina può decidere, come deciderà, di non metterli a gara e di assegnarli a chi ne farà richiesta fra le sole ditte del riordino in base a dei criteri di “premialità” che saranno sempre e comunque del tutto discrezionali per cui occorre trovare una strada che eviti il rischio di contenziosi vincenti in tal senso e che è quella in negativo dell’esclusione prevista per legge e quindi non censurabile dell’art. 38 del D.Lgs . 163/2006 in base al quale il Comune di Roma sarà obbligato a considerare ammissibili o meno a partecipare di diritto alle gare una serie di soggetti in base a determinati requisiti di legge: in perfetta analogia, per evitare disparità di trattamento, dovranno essere ammesse a fare richiesta di vedersi assegnata in locazione una quota parte dei suddetti 4.025 impianti ipotizzati esclusivamente le ditte del riordino che presenteranno gli stessi requisiti di partecipazione ai bandi. 

4 A – Il suddetto criterio non è ad ogni modo sufficiente, perché ad esso vanno aggiunti obbligatoriamente quanto meno il requisito oltremodo oggettivo che non può avere nessun diritto la ditta che abbia installato abusivamente uno o più impianti “senza scheda”, anche ed a maggior ragione se titolare di impianti del riordino. 

Se questo procedimento fino a qui ed alle condizioni sopra dette sembra perfettamente fattibile, si cominciano ad avere seri dubbi finché non saranno state date risposte di altrettanta legittimità ai seguenti problemi che al momento sembrano non essere stati presi in considerazione e risultano quindi irrisolti:

1)   con quali criteri che non sono quelli di una gara vera e propria verranno scelte le ditte da “premiare”;

2)   quanti impianti SPQR (con la conseguente superficie pubblicitaria complessiva, quota parte dei 24.150 mq.) verranno assegnati in locazione;

3)   a quale importo di locazione verranno assegnati i 4.025 impianti SPQR senza poterne strappare quel sicuro importo maggiore se si mettessero a gara alla maggiore offerta.;

4)   la locazione concessa sarà per 5 o 10 anni (al pari in quest’ultimo caso delle autorizzazioni rilasciate a chi avrà vinto i bandi di gara);

5)   al termine dei 5 o 10 anni la locazione sarà rinnovata per altrettanti anni, in regime praticamente di monopolio.  

Quand’anche si riuscisse a trovare la quadra anche ai suddetti problemi, il PRIP che si verrebbe ad approvare rischia di non essere più all’altezza delle altre principali città europee se alla fine proprio il modo autolesionista in cui sarà stato definitivamente approvato diventerà la principale causa di vedere andare deserte tutte le gare che dovranno esser fatte per assicurare alla città proprio quei servizi di cui ha bisogno e che fanno la netta differenza sulla valutazione finale della qualità del prodotto che sarà stato sfornato: ci si riferisce principalmente al servizio di Bike Sharing ed agli elementi di arredo urbano che il Comune di Roma ha l’enorme possibilità di avere a costo zero, concedendo come corrispettivo una certa quantità di superficie pubblicitaria il cui ricavo consenta a chi si aggiudica la gara di coprire le spese per assicurare il servizio e per ricavarne il dovuto guadagno. 

Per rendere l’idea con un paragone significativo porto l’esempio del bando del Bike Sharing voluto nella passata consiliatura dall’allora Assessore all’Ambiente Marco Visconti, che prevedeva la realizzazione a costo zero per il Comune di 70 stazioni di Bike Sharing assegnando come corrispettivo 1.500 mq., corrispondenti a 347 impianti bifacciali di mt. 1,20 x 1,80 però non espressamente individuati nelle rispettive posizioni sul territorio. 

Come requisiti obbligatori per partecipare al bando il Comune chiedeva, a fronte di un importo complessivo a base di asta di 21.400.000 euro, compreso il rinnovo eventuale per ulteriori 5 anni, un fatturato globale non inferiore a 40.000.000 di euro ed un fatturato da commercializzazione di spazi pubblicitari non inferiore ad euro 20.000.000 euro conseguito nel triennio antecedente. 
Riguardo invece ai requisiti di capacità tecnico-organizzativa, il requisito richiesto era la sottoscrizione nel triennio antecedente di almeno un contratto con identico oggetto con un numero minimo di 40 stazioni. 

I suddetti requisiti sono stati ritenuti pienamente legittimi dal TAR del Lazio che però con sentenza n. 668 dell’8 giugno 2012 ha ugualmente annullato il bando, perché la mancata localizzazione sul territorio dei 347 impianti da mt. 1,20 x 1,80 non consentiva alle ditte di poter fare una seria analisi dei costi-benefici e valutare conseguentemente se i ricavi ottenibili dalla pubblicità coprissero i costi del servizio lasciando un giusto margine di guadagno. 
Mantenendo gli stessi identici requisiti di capacità tecnico-organizzativa da un lato e di capacità economico-finanziaria dall’altro lato, il Comune ha l’enorme possibilità di avere subito ed a costo zero un servizio maggiore di ben sei volte, vale a dire di 420 ciclostazioni con cui consentire di andare al lavoro in bicicletta (compresa quella a pedalata assistita) e dare occupazione fissa ad un gran numero di persone solo con la manutenzione delle suddette 420 ciclostazioni, concedendo come corrispettivo 9.000 mq. dei 138.000 mq. complessivi previsti dal PRIP (pari ad appena il 6,5%). 

IPOTIZZANDO DI DARE COME CORRISPETTIVO GLI STESSI TIPI DI IMPIANTI BIFACCIALI DA MT. 1,20 x 1,80, SI AVREBBERO BEN 2.082 IMPIANTI PUBBLICITARI CHE NON POTRANNO MAI AD OGNI MODO RIPAGARE IL COSTO DEL SERVIZIO DA ASSICURARE DANDO IL DOVUTO GUADAGNO SE UNA CERTO LORO QUANTITÀ NON STESSE COLLOCATA IN POSIZIONI CHE SIANO COMMERCIALMENTE MOLTO REMUNERATIVE E CHE NELLE PRINCIPALI CITTÀ EUROPEE SI TROVANO ANCHE E SOPRATTUTTO NEL CENTRO STORICO. 

In tutte le principali città europee i modelli standard utilizzati per finanziare questo servizio a costo zero per l’amministrazione sono proprio il formato da mt. 1,20 (di altezza) x 1,80 (di lunghezza), rinvenibile ad esempio lungo la avenue des Champs Elysées a Parigi, ed il formato di mt. 3,20 x 2,40 (di complessivi 7,68 mq., che a Roma andrebbe localizzato solo in periferia, comunque al di fuori della perimetrazione individuata dalla deliberazione n. 609/1981). 

Ora la lista Alfio Marchini ha presentato l’emendamento n. 437 alla 59° proposta di deliberazione e l’emendamento n. 934 alla 61° proposta di deliberazione che propongono di introdurre tanto nella normativa tecnica di attuazione del PRIP quanto nel Regolamento di Pubblicità proprio i due suddetti formati standard europei “CONSENTITI ESCLUSIVAMENTE PER IMPIANTI E SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀ” anche nella Città Storica (sottozona B2), ma non nel centro storico (sottozona B1). 

Una loro eventuale bocciatura da parte di questa maggioranza significherebbe la contestuale bocciatura del servizio di Bike Sharing, in quanto il relativo bando andrà deserto perché non ci sarà nessuna ditta con i requisiti sopra detti che riterrà possibile avere i dovuti ricavi per assicurare il servizio senza una pubblicità fatta quanto meno nella Città Storica, se non anche nel centro storico con i soli formati da mt. 1,20 x 1,80.  

Come ho già avuto modo di scrivere, i cittadini romani rischiano che cada loro sul collo l’approvazione di un PRIP mediocre, livellato al ribasso, adeguato soltanto (se non addirittura esclusivamente) al livello delle micro aziende in grado solo di piantare cartelloni vecchia maniera, senza la possibilità di liberare investimenti anche tecnologici che aumenterebbero per di più l’occupazione.  

Invito quindi seriamente tutti voi ad evitare questo. 

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) 

Grazie anche se non soprattutto a VAS è stato approvato un PRIP che metterà la città di Roma al pari delle principali città europee

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http://www.vasroma.it/grazie-anche-se-non-soprattutto-a-vas-e-stato-approvato-un-prip-che-mettera-la-citta-di-roma-al-pari-delle-principali-citta-europee/

Immagine.Slide copertina 
Quando nel 1991 il Consiglio Comunale doveva approvare la cosiddetta “Variante di Salvaguardia” l’azione di dialogo e di confronto che ho svolto con ognuno dei capigruppo (che all’epoca contavano e rispondevano in proprio a nome dell’intero gruppo politico da loro rappresentato) mi ha portato a raggiungere da solo l’enorme risultato di far cancellare del tutto dal futuro Parco di Veio 5 delle lottizzazioni di centro e di far dimezzare le cubature di altre cinque di margine.

Se quella di allora è stata una vittoria che è andata a vantaggio di Roma Nord portando poi alla istituzione del Parco di Veio, la vittoria che ieri pomeriggio ritengo di avere contribuito ad ottenere in maniera determinante è almeno per me strepitosa perché va stavolta a vantaggio della intera città di Roma (in termini di ripristino del decoro che spetta alla capitale) e dei suoi cittadini (in termini di servizi che sono riuscito a strappare per loro, dal Bike Sharing agli elementi di arredo urbano). 
 
In aula Giulio Cesare ritengo di avere raccolto i frutti di un lavoro che è partito da lontano e che risale all’anno 2000, quando ho iniziato la battaglia contro i cartelloni di mt. 6 x 3 installati nel Parco di Veio, denunciandoli ad uno ad uno e riuscendo oggi a farli rimuovere tutti. 

Questo mio lavoro è stato ripreso a dicembre del 2009 con una conferenza stampa tenuta presso la sezione romana di Italia Nostra ed esteso all’intera città di Roma assieme agli amici poi diventati della associazione Basta Cartelloni-Francesco Fiori, con cui il 3 maggio del 2013 abbiamo presentato al pubblico una proposta unitaria di modifiche ed integrazioni al PRIP licenziato dalla Giunta di Alemanno da me studiate e coordinate. 

Esclusivamente da solo ho invece studiato ognuna delle 14 tavole di zonizzazione e tipi stradali del PRIP rilevando un moltitudine di errori materiali, che poi la S.p.A. “Aequa Roma” ha corretto d’ufficio abbassando la superficie espositiva complessiva da 162.500 mq. agli attuali 138.000 mq. (ben 24,500 mq. in meno, pari al 13,6 % !)
 
Dopo le elezioni comunali e il subentro dell’Assessore Marta Leonori all’Assessore Davide Bordoni, ho partecipato sempre con Basta Cartelloni-Francesco Fiori al percorso di partecipazione al PRIP che è durato sei inutili mesi, ma che mi ha visto partecipare per lo più da solo a tutte le numerose sedute della Commissione Commercio (tranne una), di cui ho sempre fatto il resoconto a mò di verbalizzazione in articoli pubblicati su questo stesso sito. 

Dopo che la Giunta Capitolina ha licenziato la proposta di deliberazione n. 59 (relativa alla normativa di attuazione del PRIP) e la proposta di deliberazione n. 61 (relativa alle modifiche ed integrazioni al regolamento di Pubblicità), l’esame del PRIP sfornato mi ha portato alla conclusione che si trattava dello stesso PRIP di Alemanno con la sola differenza di aver trasformato il suo schema normativo in normativa tecnica di attuazione. 

D’intesa stavolta anche con Cittadinanattiva sono riuscito a far fare propri da ben tre Consigli Municipali gli emendamenti da noi proposti, a cui hanno subordinato il loro parere favorevole al PRIP. 

Il primo successo concreto, ma ancora teorico, è venuto dalle controdeduzioni approvate dalla Giunta Capitolina il 25 giugno scorso, che hanno accolto molti degli emendamenti da me personalmente studiati e predisposti, portando il PRIP ad un alto livello qualitativo proprio sul “modello Parigi” a cui il Sindaco Marino aveva detto di volersi ispirare. 

Sono riuscito a far ripresentare entro il termine ultimativo del 16 luglio 2014 gli emendamenti non accolti dal Movimento 5 Stelle, dalla lista Alfio Marchini e dal cons. Athos De Luca, mentre dal lunedi 14 luglio era iniziata la sfilza di sedute dell’Assemblea Capitolina per approvare le 19 deliberazioni propedeutiche al bilancio, con la n. 59 e la n. 61 messe volutamente e poi ieri pomeriggio votate come ultime, prima del bilancio vero e proprio: sono state 11 sedute a cui ho partecipato personalmente (ad eccezione di due perché svolte a porte chiuse ermeticamente) per consegnare a mano a ben 46 dei 48 consiglieri una copia del parere sul PRIP della Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale che mi ha consentito per l’occasione di parlare con tutti aprendo un confronto che a lungo andare ha contribuito anch’esso a dare i frutti poi raccolti concretamente ieri pomeriggio. 

Immagine.Frontespizio parere Agenzia

Nei giorni di “bivacco” in aula Giulio Cesare ho avuto modo di parlare con quasi tutti i consiglieri, sia di maggioranza (ed in particolare con Fabrizio Panecaldo in quanto coordinatore della maggioranza) che di opposizione ed in particolare con Sveva Belviso e Davide Bordoni, trasmettendo a tutti per posta elettronica una mia proposta dell’unica soluzione “politica” possibile dignitosa per entrambe le parti.  

La strategia da me sempre ideata per primo ed organizzata poi e messa in atto con gli amici di Basta Cartelloni è andata in crescendo arrivando a trasmettere una lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, fino a culminare nel presidio in aula Giulio Cesare di lunedì scorso 28 luglio 2014 indossando in 20 una maglietta rossa con la scritta in bianco sia davanti che dietro “Roma vuole il PRIP della Leonori”.

Immagine.Foto ricordo.A

La finalità dichiarata è stata quella di combattere apertamente la “premialità” da riconoscere a non meglio individuare ditte “virtuose” portata avanti ostinatamente dal Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, benché ritenuta illecita dall’Avvocatura Comunale e da lui stesso riconosciuta come tale, oltre che non voluta dall’associazione di categoria AIPE e dalla ditta SCI.

 Immagine.Foto ricordo.8

Per far perdere la voglia a Corsetti di mandare avanti un emendamento del genere che rischiava di far annullare l’intero PRIP, sabato scorso 19 luglio ho partecipato di persona ad un convegno organizzato nell’ambito del festival dell’Unità alla presenza sia sua che dell’Assessore Leonori, mettendo in risalto davanti al pubblico presente che non stava facendo nemmeno gli interessi delle ditte che voleva a tutti costi premiare, perché stava di fatto puntando a far bocciare il PRIP. 

Immagine.La Roma che non si arrende

La concomitanza da un lato della lettera trasmessa al Presidente del Consiglio e dall’altro lato della votazione sui camion bar, che aveva fatto scandalo, nonché dell’annuncio del nostro presidio anticipato da “Il Messaggero”, ha spinto il Sindaco Marino ad intervenire di persona avocando a sé ed all’Assessore Leonori il compito di cercare una possibile mediazione con l’opposizione di centro destra che alla fine del pomeriggio dell’atro ieri era data per certa al 17,5 % degli impianti di proprietà comunale (SPQR) da dare in qualche modo non ancora definito alle ditte “virtuose” al di fuori dei bandi di gara.

Dopo che ieri mattina presto ho scritto per posta elettronica a tutti i consiglieri di maggioranza un messaggio che esprimeva tutte le mie perplessità sulla mediazione e la perdita totale della qualità del PRIP se non si fosse permesso il bando del Bike Sharing approvando l’emendamento che ero riuscito a far presentare alla lista Alfio Marchini, ma grazie all’interessamento personale del cons. Alessandro Onorato, con cui chiedevo di introdurre i due formati standard europei di mt. 1,20 x 1,80 (anche nella sola Città Storica, ma non nel Centro Storico) e di mt. 3,20 x 2,40 (solo al di fuori grosso modo del raccordo anulare) per finanziare al meglio esclusivamente gli elementi di arredo urbano. 

Ieri mattina ero nuovamente in aula Giulio Cesare dove sono venuto a sapere da Davide Bordoni che la mediazione non si era ancora conclusa e che il 17,5% sarebbe stato caso mai assegnato con un bando di gara, come poi è stato e per di più aperto a tutti e non riservato esclusivamente alle ditte “virtuose” del riordino”, a cui sarà tutt’al più una certa priorità tutta da definire. 

Nella stessa mattinata sono venuto a sapere dallo stesso Orlando Corsetti che erano state rimesse le paline con orologio nel centro storico, da cui erano state eliminate invece in sede di controdeduzione: ne ho avito conferma dallo stesso Assessore Leonori che mi ha giustificato come introduzione di “elemento di arredo urbano” questo più che evidente rinnegamento (poi riconosciuto con prezzo da pagare per ottenere la mediazione).

Sono tornato a casa per la pausa pranzo con la netta sensazione che la mediazione stesse producendo un autentico aborto: ho allora preso l’iniziativa di scrivere personalmente all’assessore Leonori ad al capo della sua Segreteria Avv. Leslie Francesco Capone un messaggio di posta elettronica dal seguente titolo “I frutti marci di una mediazione che una maggioranz​a coesa non avrebbe mai dovuto nemmeno iniziare”: pretendevo che mi restituisse la maglietta di cui le avevamo fatto omaggio lunedì scorso, perché l’aborto che sembrava che stesse venendo fuori non era più il PRIP della Leonori in quanto rinnegava la possibilità di realizzare il modello Parigi a Roma. 

Il messaggio si chiudeva nel seguente modo: “La prego vivamente di dimostrarmi con i fatti oggi pomeriggio che mi sbaglio di brutto e che non ho buttato al vento mesi e mesi di appassionato e costante lavoro svolto sempre e soltanto nell’interesse della città di Roma e dei suoi cittadini.” 
Nel pomeriggio di ieri l’Assessore Marta Leonori mi ha dato la dimostrazione che le avevo chiesto con i seguenti importantissimi fatti. 

Proposta di deliberazione n. 59

- Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP –


La Giunta ha presentato un suo emendamento al 2° paragrafo dell’art. 21 della Normativa Tecnica di Attuazione che testualmente recita: “In ciascun ambito territoriale non meno del 40% della predetta superficie espositiva è riservata a impianti di proprietà di Roma Capitale affidati in concessione.

L’emendamento della Giunta chiede di sostituire le parole “non meno del 40%” con le parole “il 29%”, per cui il testo ufficiale è ora diventato il seguente: “In ciascun ambito territoriale il 29% della predetta superficie espositiva è riservata a impianti di proprietà di Roma Capitale affidati in concessione”.

Ne deriva che il 29% è equivalente al 17,5% dei 138.000 mq. complessivi, vale a dire a 24.150 mq. totali.
 
È stato approvato l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle alla normativa tecnica di attuazione del PRIP che all’art. 15 dedicato alla sottozona B1 (centro storico) chiedeva di inserire prima delle parole “destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale” le parole “a muro” ed aggiungere alla fine del punto il seguente inciso: 

per una superficie pari ad almeno il 40% della superficie pubblicitaria complessiva della sottozona) nonché a seguire il seguente sottopunto:
2.A – Impianto di pubblica utilità -formato 120 x 180;. 

SIGNIFICA CHE NEL CENTRO STORICO È STATA DATA LA POSSIBILITÀ DI INSTALLARE IL MODELLO STANDARD EUROPEO DA MT. 1,20 X 1,80 PER FINANZIARE IL BIKE SHARING ANCHE NELLA SOTTOZONA B1. 

La stessa possibilità è stata data in generale in tutte e tre le sottozone perché è stato approvato anche l’emendamento della lista Marchini n. 437 che introduce tutti e due i formati standard europei “CONSENTITI ESCLUSIVAMENTE PER SERVIZI E IMPIANTI DI PUBBLICA UTILITÀ”. 

Alle dichiarazioni di voto il cons. Enrico Stefàno a nome dell’intero gruppo ha dichiarato di dare parere favorevole, mentre il cons. Alessandro Onorato a nome della lista Alfio Marchini ha fatto sapere di dare un voto di astensione. 

L’esito del voto con cui è stata approvata a grande maggioranza la proposta di deliberazione n. 59, cioè il PRIP è il seguente:
-       31 voti a favore
-       2 contrari
-       3 astenuti.

Proposta di deliberazione n. 61

- Regolamento di Pubblicità -

 L’Assemblea Capitolina ha approvato l’emendamento n. 3 che ho fatto presentare dal Movimento 5 Stelle e che ha il seguente testo:

Comma 2 septies – Fra le condizioni in eludibili di ogni bando di gara per la ditta che se lo sarà aggiudicato c’é l’obbligo di collaborare con il Comune per la rimozione che si rendesse forzata in caso di inottemperanza da parte delle ditte pubblicitarie che non hanno vinto il bando a smantellare i propri impianti.
 
Alla ditta che vince un bando può essere demandato anche il compito di curare la repressione di tutte le forme ulteriori di abusivismo commerciale che si venissero e verificare nell’arco del decennio della gestione a lei affidata.
 
La ditta che vince un bando si impegna a provvedere all’immediato oscuramento di tutti gli impianti abusivi di cui si rendesse comunque necessaria la rimozione forzata della quale debbono parimenti curare ad ogni modo l’esecuzione ai costi che sono stati esplicitati per ogni tipo di rimozione nello stesso bando di gara e che il Comune deve anticipare alla medesima ditta.

Debbo mettere in grande evidenza che l’Assemblea Capitolina ha bocciato gli altri emendamenti sulla disciplina dei bandi di gara che avevo fatto presentare tanto dal Movimento 5 Stelle quanto dalla lista Alfio Marchini, ma ha approvato lo stesso seguente testo della disciplina sotto forma di ordine del giorno n. 22 che avevo cautelativamente fatto presentare dal cons. Athos De Luca:

ORDINE DEL GIORNO N.
(collegato alla proposta di deliberazione n. 61/2014)
Oggetto – Procedure per il rilascio delle autorizzazioni tramite bandi di gara per l’esposizione pubblicitaria e per la locazione degli impianti comunali.

Premesso che:
-       Con distinte decisioni n. 35 e n. 36 del 30 aprile 2014 la Giunta Capitolina ha approvato le proposte di deliberazione n. 59, relativa al Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e n. 61, relativa alle modifiche ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 37/2009; 
-       i due suddetti provvedimenti sono collegati alla deliberazione relativa al Bilancio 2014 e propedeutici alla sua adozione; 
Accertato che:
-       la normativa tecnica di attuazione del PRIP non prevede nessuna procedura finalizzata al rilascio delle autorizzazioni tramite bandi di gara per l’esposizione pubblicitaria e per la locazione degli impianti comunali; 
-       la disciplina del Regolamento anche così come modificata ed integrata non prevede parimenti nessuna procedura finalizzata a regolamentare la fase di passaggio per l’entrata a regime, con la decadenza alla data del 31 dicembre 2014 di tutti i titoli autorizzativi degli impianti pubblicitari attualmente installati sul territorio della capitale e il contestuale rilascio delle autorizzazioni decennali di tutti gli impianti individuati dai Piani di Localizzazione; 
Ritenuto che:
-       si renda comunque necessario regolamentare l’intero percorso che deve portare alla entrata a regime con il PRIP prima, i Piani di Localizzazione poi ed infine con i bandi di gara;

IMPEGNA  

il Sindaco, l’Assessore per Roma Poduttiva e la Giunta Capitolina ad introdurre nelle forme e nei modi ritenuti più opportuni la seguente disciplina dei bandi di gara: 
  1. Il parco degli impianti posti a gara deve essere riservato alle seguenti diverse tipologie nelle forme e nei modi che deciderà l’Amministrazione in sede di definizione delle diverse gare: 
  • servizi di pubblica utilità, finalizzati alla realizzazione di una mobilità alternativa;
  • elementi di arredo urbano di pubblica utilità, contenenti in via accessoria superficie pubblicitaria o riferiti ad impianti collegati al finanziamento dei medesimi elementi di arredo urbano come servizi di pubblica utilità;
  • impianti per affissione diretta, pubblicità esterna. 
2. É consentito partecipare in raggruppamento temporaneo d’imprese. Non è sottoposto a gara pubblica, da parte del Comune, il rilascio delle autorizzazioni all’esposizione pubblicitaria su: i mezzi di cui alle lettere e), f), g), h), i), n) e p) dell’art. 4, comma 1; le pensiline e le paline del servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano; i contenitori di rifiuti solidi urbani, le cabine di trasformazione elettrica; le edicole di rivendita dei giornali, i banchi fissi di commercio e gli impianti che siano collocati nelle aree dei mercati rionali come previsto dall’art. 8 bis del Regolamento per le attività commerciali su aree pubbliche di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 35/2006. 

3. A seguito della approvazione dei Piani di Localizzazione, che dovranno stabilire il numero, la posizione esatta e le dimensioni anche di ogni impianto di proprietà privata da installare su suolo pubblico, il Comune provvede al rilascio delle autorizzazioni per gli impianti individuati dai Piani di Localizzazione approvati, previa gara pubblica per ognuno dei lotti in cui verrà suddivisa la città e di cui faranno parte, secondo le tre tipologie indicate al precedente comma 1. 

4. Come condizione ineludibile del primo bando di gara va posta la automatica decadenza delle autorizzazioni di tutti gli impianti esistenti, che risultino ancora installati sul territorio, di proprietà delle ditte che non avranno vinto il bando di gara, con la perdita immediata del conseguente “diritto acquisito” e l’obbligo di rimozione di tali impianti a loro cura e spese. 

5. In caso di inerzia, il Comune provvede alla rimozione forzata con la collaborazione della ditta che ha vinto il bando.  

6. La ditta singola o associata che si aggiudica ogni specifica gara ha diritto ad installare esclusivamente il numero fisso degli impianti che sono stati individuati nei rispettivi Piani di Localizzazione e che vengono autorizzati per una durata pari a dieci anni, trascorsi i quali il Comune provvede ad indire un nuovo bando per la gestione dello stesso identico numero di impianti. 

7. Gli impianti già regolarmente installati a seguito della aggiudicazione del rispettivo bando di gara che dovessero essere successivamente rimossi in modo temporaneo o definitivo per cause comunque di forza maggiore hanno diritto ad essere ricollocati per lo stesso periodo temporaneo oppure definitivamente nelle posizioni individuate dai Piani di Localizzazione per impianti di pari superficie espositiva destinati a pubblicità temporanea. 

8. A seguito della approvazione dei Piani di Localizzazione il Comune provvede altresì al rilascio delle concessioni per gli impianti di sua proprietà (SPQR) individuati dai Piani di Localizzazione approvati, previa gara pubblica per ognuno dei lotti in cui verrà suddivisa la città e di cui faranno parte, secondo le tre tipologie indicate al precedente comma 1.

9. La ditta singola o associata che si aggiudica ogni gara ha diritto ad una locazione degli impianti comunali che ha durata pari a dieci anni. 

10. Al termine del decennio il Comune provvede ad indire nuovi bandi di gara ed a concedere la locazione per altri dieci anni alla ditta singola o associata che si sarà aggiudicata ogni specifico bando di gara. 

11. Fra le condizioni ineludibili di ogni bando di gara per la ditta che se lo sarà aggiudicato c’é l’obbligo di collaborare con il Comune per la rimozione che si rendesse forzata in caso di inottemperanza da parte delle ditte pubblicitarie che non hanno vinto il bando a smantellare i propri impianti. 

12. Alla ditta che vince un bando può essere demandato anche il compito di curare la repressione di tutte le forme ulteriori di abusivismo commerciale che si venissero e verificare nell’arco del decennio della gestione a lei affidata. 

13. La ditta che vince un bando si impegna a provvedere all’immediato oscuramento di tutti gli impianti abusivi di cui si rendesse comunque necessaria la rimozione forzata della quale debbono parimenti curare ad ogni modo l’esecuzione ai costi che sono stati esplicitati per ogni tipo di rimozione nello stesso bando di gara e che il Comune deve anticipare alla medesima ditta.” 

Sono stati approvati anche una serie degli emendamenti presentati dalla Commissione Commercio, di cui non ho al momento gli esatti particolari, ma posso dire che di quelli più pericolosi è stato riformulato il testo come nel caso dell’art. 19 che attualmente recita: “ … Il Piano: applica i criteri di cui al successivo art. 20 per ciascuna area omogenea del territorio comunale, di cui al medesimo art. 20, comma 1, lett. A); suddivide, ai fini di cui all’art. 7, comma 2, il territorio comunale in massimo dieci sottozone, una delle quali coincidente con la predetta “zona a traffico limitato” e le altre tali da ricomprendere, per quanto tecnicamente possibile in modo equilibrato, le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui all’art. 20, comma 1, lett. A) e B). Il Piano può essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale anche per singole sottozone. 

La versione finale del testo sfornata ed approvata il 1 luglio del 2014 dalla Commissione Commercio presieduta da Orlando corsetti si è “inventata” non più di suddividere il territorio in 10 sottozone ma di individuare massimo “dieci circuiti, corrispondenti ad altrettanti lotti di gara” che interessino (secondo lo stesso testo attualmente vigente) in modo equilibrato le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui alal’rt. 20, comma 1, lett. A e B, con l’aggiunta della precisazione “che ricomprendano impianti ricadenti proporzionalmente in tutti i municipi, a garanzia di un’omogeneità commerciale ed economica complessiva” e che il PRIP può essere approvato anche “per singoli circuiti“.  

Il testo così come riformulato dalla Giunta capitolina è diventato ora il seguente: “Il Piano: applica i criteri di cui al successivo art. 20 per ciascuna area omogenea del territorio comunale, di cui al medesimo art. 20, comma 1, lett. A); suddivide, ai fini di cui all’art. 7, comma 2, il territorio comunale in circuiti tali da ricomprendere, per quanto tecnicamente possibile in modo equilibrato, le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui all’art. 20, comma 1, lett. A) e B). Il Piano può essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale anche per singole sottozone“. 

L’esito del voto con cui è stata approvata a maggioranza anche la proposta di deliberazione n. 61, cioè le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità è il seguente:
-       presenti: 37
-       votanti: 35
-       favorevoli: 25
-       contrari: 8
-       astenuti: 2

Si tratta di un risultato che considero gigantesco e che comunque entrerà a far parte della storia buona della città di Roma: me ne considero orgoglioso per la quota parte di contributo che ho dato per raggiungere questo importante traguardo.

Ho voluto baciare personalmente l’Assessore e farmi mettere una sua firma autografa sulla maglietta rossa che ho indossato anche ieri pomeriggio.

Immagine.Firma della maglietta di Bosi

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) 

La non-sconfitta sul Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Impossibile parlare di vittoria, ma la riforma c'è

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Nel 2010 eravamo dei pazzi, visionari, dei personaggi da cui prendere le distanze. Semplicemente perché chiedevamo un esito europeo, occidentale e civile al mondo della pubblicità outdoor a Roma. Cosa chiedevamo?

- Che le concessioni venissero assegnate tramite bandi pubblici

- Che in cambio delle concessioni la città ottenesse non solo denaro, ma anche servizi

- Che ai vincitori delle concessioni fosse dato anche l'onere di combattere l'abusivismo

- Che come modello di zonizzazione della città si seguisse quello di Parigi (all'epoca citavamo spesso anche Napoli)

- Che si attuassero le dovute deroghe ai millemila Piani Paesistici, Codici del Paesaggio, Codice della Strada compreso, vincoli e vincoletti seguendo i quali neppure un solo cartello si sarebbe potuto installare a Roma

Eravamo pericolosi. Molte persone proprio per queste richieste si allontanarono dalla battaglia che il blog Cartellopoli iniziò a febbraio del 2010. Successivamente queste richieste emersero come l'unica strada possibile per restituire decoro e qualità alla città di Roma. Per far sì che, come in tutto il mondo evoluto, la cartellonistica si trasformasse da problema a opportunità e risorsa. All'epoca, quattro lunghissimi anni fa (nel frattempo ci siamo presi da parte delle ditte che oggi le nuove norme dovrebbero spazzare fior di querele e addirittura condanne, e chissà per quanti anni ancora ci sarà da combattere con avvocati e magistrati), eravamo gli unici a dire che in determinate zone non si poteva dire "qui niente impianti pubblicitari", bensì "qui qualche impianto pubblicitario sì, ma a patto che". A patto che siano pochi, a patto che siano belli, a patto che siano gestiti da chi ha vinto una regolare banda internazionale, a patto che questi impianti servano a pagare dei servizi di pubblica utilità (arredo urbano, bike-sharing, manutenzione, toilette pubbliche, segnaletica turistica...).

Su queste tematiche che erano lo spauracchio collettivo, piano piano tutti i fantastici gruppi di cittadini (e qualche rappresentante politico onesto) che hanno compiuto questa battaglia hanno effettuato la loro convergenza. E negli ultimi mesi si è marciati tutti uniti verso il risultato storico di ieri quando l'Aula Giulio Cesare ha approvato, con una ventina d'anni di ritardo (ma non bisogna lamentarsi perché la città è in ritardo anche di 40 o 70 anni su altre partite, dunque 20 anni rispetto al resto del mondo non sono poi così tanti) il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari.

Le cose si erano messe molto male, per cui oggi tra associazioni e comitati serpeggia un pochino di ottimismo. È la strategia della politica: farti presagire la possibilità di un disastro, per poi fare in modo che qualcosa di poco più che mediocre ti risulti accettabile. Il Prip di Roma Capitale è un po' così. Risultato storico (raggiunto grazie all'abilità di Marta Leonori, al ruolo in questo caso strategico del Movimento 5 Stelle, alla capacità di ascolto della Lista Marchini e probabilmente ad interventi dall'alto, molto dall'alto nel PD che hanno permesso di isolare le mele marce di quel partito che avrebbero fatto di tutto per tenere Roma ancora per chissà quanti anni fuori dalla legalità e soprattutto dalla contemporaneità), ma risultato falsato da tutta una serie di macchie di cui ancora non siamo in grado di capire la rilevanza e l'impatto. Risultato storico colto solo all'ultimo secondo quando - grazie soprattutto alle pressioni dei comitati, mai come in questa battaglia lucidi ed efficaci (basti leggere qui l'articolo di Rodolfo Bosi di VAS)

Se si riuscirà a far scaturire da questo Prip una qualità tangibile sul territorio ancora non è dato sapere perché, di fatto, il Consiglio alla fine si è limitato a dare degli indirizzi ed a firmare alla Giunta una delega in bianco sui dettagli (lì si nasconde il diavolo) del dispositivo. C'è la zonizzazione alla parigina, c'è la scadenza di tutte le concessioni al 31.12.2014, ci sono i bandi, ci sono le gare, ci sono i servizi che queste gare potranno "regalare" alla città. Ma i dettagli sono demandati alla Giunta e, nella compilazione dei Piani di Localizzazione, anche ai Municipi. Non sono dati i tempi, non sono date le modalità. L'unica cosa data sono i pesanti compromessi che sono serviti ad addolcire l'opposizione di centro destra e le mele marce interne del PD. Una fetta enorme del mercato (gli impianti SPQR, il 17,5% della città) saranno assegnati, non si sa come, alle ditte del "Riordino" ovvero di quel condono inventato ai tempi di Rutelli (all'epoca le simpatiche ditte romane, quelle che qualcuno definisce "virtuose" mandarono a fuoco tutti gli archivi cartaceo appena seppero che il Comune voleva digitalizzarsi, così l'amministrazione dovette chiedere a loro quanti impianti avevano e dove), condono che dovrebbe essere condizione per essere esclusi, non per essere facilitati. A Roma, invece, chi ha partecipato ad un condono, ha priorità. È virtuoso. Davvero curiosissima come cosa. Sono poi stati reinseriti dei formati pubblicitari ridicoli e caotici, solo per far star buone alcune ditte e i loro referenti in Aula, ad esempio in centro saranno ancora possibili i patetici orologi, tanto per dirne una. E forse anche i parapedonali. Ma sono rientrati - grazie ad un emendamento di Alessandro Onorato della Lista Marchini - gli impianti europei che in tutto il mondo le grandi società professionali che gestiscono questo business utilizzano perché eleganti, ben inseribili e sostenibili e che erano stati appositamente esclusi a Roma per tenere alla larga capitali stranieri e investimenti interanzionali. Pensate un po'... Per fortuna anche questa schifezza è stata corretta all'ultimo tuffo.

Quale è il rischio? Che lotti di gara in questo contesto siano poco remunerativi. Nel centro di Roma un cartello europeo atto a pagare il bike-sharing si troverà a confrontarsi con la concorrenza di: orologi pubblicitari, parapedonali, impianti SPQR (per tacere della tanta pubblicità sulle coperture dei cantieri). Quanto valore dunque avrà quell'impianto europeo? E quanti impianti ci vorranno per rendere sostenibile il bike-sharing? Ci sarà la possibilità di destinare a questo servizio (costosissimo, almeno 10 milioni all'anno) un numero di due o tre lotti o sarà escluso? Dove verranno collocati gli impianti SPQR che il Comune cederà dando priorità alle ditte "virtuose" di cui sopra? Infastidiranno gli impianti assegnati nell'ambito degli altri lotti? Questa assegnazione anomala sarà impugnata da qualcuno? Questa eventuale impugnativa inficerà tutto il dispositivo o solo - come sostiene l'Avvocatura Comunale - quella parte dedicata agli impianti SPQR?

Dunque molto presto per esultare, seppure in un clima i lieve ottimismo e di prospettive migliori rispetto alla vigilia. Perché per lo meno la città non ha escluso la possibilità di fare qualcosa di buono a partire dai cartelloni pubblicitari. Vi è questa chance, da capire se ci sarà la forza di sfruttarla. La palla ora è in mano alla Giunta ed ai suoi uffici. E in mano ai cittadini che hanno dimostrato una forza incredibile e che ora dovranno vigilare affinché quel che di buono c'è in questa grande riforma venga colto nel minor tempo possibile e con la più elevata qualità possibile.

Rassegna stampa online

bastacartelloni.it - Roma ha il Prip che attendeva da 21 anni! Cronaca di una giornata indimenticabile
vasroma.it - Grazie anche se non soprattutto a VAS è stato approvato un PRIP che metterà la città di Roma al pari delle principali città europee
comune.roma.it - Approvato il nuovo Prip: meno cartelloni pubblicitari, più incassi per Roma Capitale
roma.repubblica.it - Maxi-cartelloni, via libera al piano regolatore: "Saranno di meno e più piccoli"
ilmessaggero.it - Cartelloni, rivoluzione a Roma. Saranno meno e più piccoli
laprimapagina.it - Meno cartelloni pubblicitari più incassi per Roma Capitale
montesacro.romatoday.it - Cartelloni, il Montesacro plaude al PRIP della Giunta capitolina
romait.it - Affissioni, Roma ha (finalmente) il suo nuovo PRIP
giornalettismo.com - Ignazio Marino lancia la guerra a Cartellopoli
vignaclarablog.it - Il Campidoglio dice stop a cartellopoli 
quattroruote.it - Approvata la riduzione del 38%
radicali.it - Il Messaggero – Cartelloni, passa il piano anti abusi
radicaliroma.com - Il Messaggero – Cartelloni, passa il piano anti abusi
romatoday.it - Habemus Prip: è la fine di Cartellopoli, ma resta scorciatoia per i "virtuosi"
vignaclarablog.it - Pica (SEL): “PRIP, grazie alla commissione commercio del XV Municipio”
beppegrillo.it - Approvato il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari
agenparl.com - Cartelloni: Carte Inregola, sulle regole uguali per tutti non si media
ilmessaggero.it - Cartelloni, altolà di Marino «No alle affissioni fuori dal bando»
romatoday.it - Cartelloni, protesta in Aula: "Roma vuole il Prip della Leonori
06blog.it - PRIP e Regolamento Affissioni in Aula Giulio Cesare: Cartellopoli a rischio concessioni?
romatoday.it - Cartelloni come i camion bar? Pronto un altro emendamento salvagente
romapost.it - Impianti pubblicitari, è guerra ai cartelloni abusivi
romait.it - Affissioni, proteste in Campidoglio. Al via la battaglia sul PRIP

Nuovo Prip. Marta Leonori festeggia pubblicitando le infografiche

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Cambia anche il sapore della comunicazione istituzionale dell'Assessorato al Commercio. Marta Leonori incassa il successo del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari e pubblica sulla sua pagina Facebook e sul suo profilo Twitter delle infografiche con l'obbiettivo di spiegare ad un numero più ampio possibile di cittadini (in piena temperie dei tempi renziana) le conseguenze del dispositivo approvato dall'aula.
Vedremo - inizieremo a discuterne qui già da lunedì - se il nuovo Piano avrà davvero le potenzialità e la forza di cambiare le cose in questa disgraziata città. La sensazione è che ci siano le possibilità di fare cose per bene e altrettante possibilità di un micidiale nulla di fatto. Sta proprio all'Assessore (e anche al Sindaco, che ora può guidare senza doversi andare a cercare i voti in Aula tra consiglieri corrotti e consiglieri ignoranti della materia) e ai suoi uffici sfruttare al meglio quanto di solo parzialmente convincente è uscito dall'Aula Giulio Cesare. 

Intanto guardiamoci le infografiche.

La polpetta avvelenata fatta approvare da Orlando Corsetti come emendamento della Commissione Commercio da lui presieduta

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/la-polpetta-avvelenata-fatta-approvare-da-orlando-corsetti-come-emendamento-della-commissione-commercio-da-lui-presieduta/

L’art. 15 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP, così come licenziata dalla Giunta Capitolina come proposta di deliberazione n. 59, recitava testualmente: “Nella sottozona B1 l’istallazione di impianti pubblicitari e per pubbliche affissioni è consentita esclusivamente lungo le strade, le piazze ed i larghi classificati nei tipi stradali indicati all’art. 10 e nel rispetto dei rispettivi indici di affollamento riportati all’art. 12.

Nella sottozona B1 è consentita esclusivamente l’istallazione delle seguenti tipologie di
impianti di cui al Titolo VI:
– 1.B – Cartello per pubbliche affissioni – formati 100×140, 140×200, 300×140
destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale;
– 1.C – Palina SPQR – formato 100×100;
2.B – Palina con orologio – formati 100×70;
4.B – Impianto su parete cieca.”

Grazie soprattutto alla consigliera Nathalie Naim il Consiglio del I Municipio (così come anche il XV Municipio) ha espresso parere favorevole, chiedendo però di sostituire il 2° comma con i due seguenti commi:
«Nella sottozona B1 relativa al centro storico individuato dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità sono consentiti:
- 1.B – Cartello per PPAA – formato 100 x 140, 140×200, 300×140 destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale.
- gli impianti di pubblica utilità, di cui alla lettera I bis) del 1° comma dell’art. 4 del Regolamento.  
Non è comunque consentita in tutto il centro storico l’istallazione di impianti su parete cieca o di impianti su tetti e terrazzi.»

 Immagine.Nathalie Naim
Nathalie Naim

Con le Controdeduzioni della Giunta Capitolina in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 sono state accolte entrambe le richieste.

Lunedì pomeriggio 28 luglio 2014 la consigliera Nathalie Naim ha partecipato alla seduta dell’Assemblea Capitolina per lamentarsi con me e soprattutto con Orlando Corsetti che secondo lei le paline con orologio non erano state affatto eliminate dal Centro Storico: ho dovuto farle presente che la loro eliminazione non era avvenuta contestualmente anche nel Regolamento di Pubblicità, dove rimaneva la palina con orologio da 100 x 70 in quanto consentita nel resto del territorio di Roma al di fuori del I Municipio.

A questo proposito faccio presente il seguente Parere sul PRIP dell’Agenzia di Roma, richiesto dall’Assessore Leonori.

Immagine.Parere SAgenzia sulle paline

La consigliera Nathalie Naim si è fatta allora promotrice di una sua personale iniziativa per cercare di far togliere da Orlando Corsetti le paline con orologio. 

Prima dell’ora di pranzo del 29 luglio scorso Orlando Corsetti mi ha anticipato la volontà della Commissione (cioè sua) di reinserire le paline con orologio dentro il Centro Storico, ma con il previo assenso del I Municipio e delle Soprintendenze competenti.

Gli ho spiegato che caso avrebbe dovuto fare l’esatto contrario, vale a dire un testo di questo tipo: “Nella sottozona B1 è di norma vietato installare paline con orologio, salvo che i Piani di Localizzazione individuino posizioni compatibili, sulle quali occorre comunque avere sempre il parere vincolante del Municipio competente e delle Soprintendenze interessate“. 

Gli ho anche fatto sapere che quando il 28 maggio del 2013 abbiamo avuto il primo serio incontro con le ditte pubblicitarie il dott. Franco Meroni della associazione di categoria A.A.P.I. aveva sollevato una serie di problemi, fra i quali ha posto come primo quello di consentire la pubblicità anche nel Centro Storico.
Per far capire meglio una possibile strada da seguire per arrivare ad una possibile soluzione, quel giorno ho evidenziato la oggettiva differenza che c’è tra via del Circo Massimo e viale Alessandro Manzoni, mettendo in risalto che nel 1° caso non consentirebbe nessun impianto pubblicitario, che invece si potrebbe autorizzare nel 2° caso.

Precisando a priori di stare parlando in termini di “metodo” solo a nome di VAS e non anche di “Basta Cartelloni-Francesco Fiori” che quindi si riserva di esprimersi al riguardo in un secondo momento, ho proposto di modificare l’art. 15 delle Norme Tecniche di Attuazione del nuovo PRIP prevedendo l’installazione di impianti pubblicitari ad uso commerciale di mt. 1,20 x 1,80 in posizioni che siano del tutto compatibili con le finalità di tutela del centro storico.

Non se ne è fatto poi più nulla.

All’ora di pranzo dello scorso 29 luglio la consigliera del I Municipio Nathalie Naim ha chiamato in causa Corseti su questo rischio che paventava (ed a ragione) fin dallo scorso lunedì.

Corsetti l’ha invitata a sentire anche me: per telefono ho suggerito a Naim di tentare di proporre immediatamente il testo, cosa che sono sicuro che abbia fatto, ma che evidentemente non è purtroppo servito a niente.

Le paline con orologio, oltre che ad essere ormai anacronistiche ed impattanti visivamente sul territorio, vanno a togliere pubblicità a quella invece occorrente anche e soprattutto nel Centro Storico per finanziare a costo zero per il Comune il servizio di Bike Sharing.
Per tranquillizzare tutti dal rischio di un impatto ambientale dei formati standard da mt. 1,20 x 180 approvati ieri anche nel Centro Storico (emendamento del Movimento 5 Stelle ), riporto di seguito  a titolo di esempio-paragone la foto di uno di questi pannelli installato lungo la Avenue des Champs Elysées di Parigi.

 Immagine.1,20 x 1,80 a Parigi
 il pannello da mt. 1,20 x 1,80 è quello a sinistra della foto tratta da Street View di Google Maps

Per un più che significativo confronto e per giudicare bene la differenza che c’è e valutare l’impatto che la palina con orologio ha su una stessa stazione di Bike Sharing, basta ammirare la foto sottostante che la consigliera Naim dovrebbe far vedere a Corsetti per chiedergli se il reinserimento sia dovuto anche alla pubblicità che si è fatto al tempo delle elezioni proprio sulle paline con orologio installate nel centro storico. 

 Immagine.Palina con orologio di Corsetti

Ieri mattina Corsetti ha spiegato a Nathalie Naim che l’emendamento l’aveva formulato in modo diverso ma che la maggioranza e la Giunta si sono opposti e l’ha dovuto modificare nel seguente modo, poi approvato in serata come emendamento n. 1287.

 Immagine.Emendamento n. 1287

Prima dell’ora di pranzo del 30 luglio scorso lo stesso Assessore Leonori mi ha confermato di avere rinnegato le sue stesse controdeduzioni che hanno eliminato dalla porta maestra le paline con orologio dal Centro Storico, per farle rientrare dalla finestra come “elementi di arredo urbano” fra i quali però avrebbe fatto bocciare quello stesso pomeriggio il formato da mt. 1,20 x 1,80 proposto come emendamento dal cons. Onorato, per giunta nella Città Storica e non nel Centro Storico. 

Le ho scritto testualmente che ”quello che sta venendo fuori non è più nemmeno il mercato di Porta Portese, ma un vero e proprio mercato delle vacche, perché si stava anteponendo nel caso di specie gli interessi privati delle ditte legate a questa forma di pubblicità agli interessi della città. 
Ritengo che la suddetta considerazione deve avere contribuito in maniera non secondaria a convincere la maggioranza a votare per compensazione anche il formato di mt. 1,20 x 1,80 proposto dal cons. Onorato, in modo da far risaltare di meno il “regalo” concesso.  
Porto di seguito alcuni esempi di paline con orologio installate a Roma.

 Immagine.palina con ororlogio in centro storico
Piazza Beniamino Gigli (Teatro dell’Opera).

Immagine.Corsetti-Moretti.1
Immagine.Corsetti-Moretti

Quale Piano di Localizzazione potrà consentire questo? 

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) 

I Gruppi di Maggioranza dell'Assemblea Capitolina festeggiano l'approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari con i manifesti (regolari)

Continua la campagna estiva dei cartelloni rossi. Si fermeranno?

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Lungotevere Testaccio di fronte all'ex-mattatoio.
Qui, qui e qui i precedenti.

Continua l'invasione dei cartelloni rossi. Questa estate comandano loro

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 Agosto 2012

Agosto 2014

Via Cristoforo Colombo di fronte al PalaLottomatica.
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