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L’Agenzia per la Mobilità non vuol far sapere che il bando di gara per l’affidamento di un servizio sperimentale di Bike Sharing a pedalata assistita è andato deserto

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/lagenzia-per-la-mobilita-non-vuol-far-sapere-che-il-bando-di-gara-per-laffidamento-di-un-servizio-sperimentale-di-bike-sharing-a-pedalata-assistita-e-andato-deserto/


Su questo stesso sito il 14 luglio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “La contraddittoria “sperimentazione” del Comune di Roma per un servizio di Bike Sharing per 6 postazioni di biciclette a pedalata assistita”, che dava la notizia Agenzia Ansa del 20 giugno 2014 secondo cui «da novembre partirà a Roma un nuovo servizio sperimentale di bike sharing con pedalata assistita che sarà finanziato con i proventi del car sharing». (http://www.vasroma.it/la-contraddittoria-sperimentazione-del-comune-di-roma-per-un-servizio-di-bike-sharing-per-6-ciclostazioni-di-biciclette-a-pedata-assistita/)

Con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 173 del 20 giugno 2014 è stata approvata la «Espansione del Servizio Car Sharing di Roma e implementazione del Servizio di Bike Sharing innovativo a pedalata assistita», che è avvenuta lo scorso 2 luglio 2014.

Immagine.Bike Sharing Roma.2
Piazzale Flaminio: immagine palese di un servizio di bike sharing claudicante e sgangherato,
visibilmente sconfitto e mai realmente avviato

Il 22 settembre 2014 è stato pubblicato un altro articolo dal titolo “Qual è la cabina di regia del Comune per la ciclabilità a Roma ?”, che dava notizia del Bando per l’affidamento del servizio sperimentale di bike-sharing a pedalata assistita secondo cui per il nuovo servizio di Bike sharing, entro il 6 ottobre 2014 sarebbero dovute pervenire le offerte per la fornitura di 120 biciclette a pedalata assistita e la gestione, per un periodo di 18 mesi, dell’intero sistema, incluse le ciclostazioni e il software per l’iscrizione al servizio e la gestione dei clienti.  (http://www.vasroma.it/qual-e-la-cabina-di-regia-del-comune-per-la-ciclabilita-a-roma/).

Dalla seconda metà del mese di ottobrecircola va già la notizia non ufficialmente confermata che l’asta è andata deserta. 

Ne è venuta una prima conferma in un articolo pubblicato il 10 novembre 2014 sul sito htpp://www.bastacartelloni.it dal titolo “La gara per il bike sharing elettrico è andata deserta (e meno male)! Quando arriveranno le bici pubbliche a Roma?” (http://www.bastacartelloni.it/2014/11/la-gara-per-il-bike-sharing-elettrico-e.html). 

Una secondo conferma è venuta il giorno dopo 11 novembre 2014 in un articolo pubblicato sul sito htpp://www.romafaschifo.com dal titolo “Il bike-sharing di Barcellona sta fallendo ? E allora copiamolo anche a Roma. Chi dà consigli a Marta Leonori?” (http://www.romafaschifo.com/2014/11/il-bike-sharing-di-barcellona-sta.html). 

A distanza di un mese e mezzo dalla data del 6 ototbre 2014 entro cui sarebbero dovute pervenire le offerte sul sito della Agenzia per la Mobilità del Comune di Roma htpp://agenziamobilita.roma.it figura coma ancora “attivo” il bando di gara n. 4/2014, che non risulta invece fra gli “Esiti di gara”. 

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/aipe-presenta-in-campidoglio-il-progetto-per-i-nuovi-cartelloni-pubblicitari-saranno-ecologici-e-anti-graffiti/


Sul sito “Esterniamo” il 21 novembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Tecnologia e decoro. Aipe e Crr siglano un accordo per fare di Roma una “smart city” di eccellenza”, che dava notizia “dell’accordo siglato dall’Associazione Imprese Pubblicità Esterna (Aipe) e dal Consorzio Roma Ricerche (Crr)” e precisava che “obiettivo della partnership è lo studio, lo sviluppo e la realizzazione di nuove modalità di comunicazione informativa-pubblicitaria, che siano al passo con le principali capitali europee e città metropolitane nel mondo.”
L’articolo specificava quanto segue: “Da un lato l’Aipe, che nasce per rappresentare le aziende operanti nel settore della pubblicità esterna e che fa della lotta all’abusivismo, la qualificazione del settore e la semplificazione delle procedure amministrative i punti saldi del loro operato. Dall’altro il Consorzio Roma Ricerche, un ente di ricerca no-profit costituita nel 1986, da enti privati e pubblici, con lo scopo istituzionale di realizzare un collegamento tra il mondo universitario e quello industriale, promuovendo e sostenendo le attività collaborative fra i propri soci, per facilitare il trasferimento di tecnologie innovative e strategiche, dal mondo della ricerca a sostegno della competitività del sistema industriale”.
L’articolo riportava la seguente dichiarazione del Presidente del Consorzio Roma Ricerche, Fabio De Furia, «La città del futuro sarà sempre più tecnologica e intelligente e il tema della smart city è inserito da tempo nell’agenda dell’Unione Europea. La nostra sfida – spiega De Furia – è quella di mettere al servizio dell’intera comunità quelle innovazioni tecnologiche sviluppate dalle nostre università e dai centri di ricerca che possano riportare la città di Roma ai primi posti tra le metropoli di tutto il mondo, valorizzando allo stesso tempo l’incredibile patrimonio artistico culturale che la caratterizza».

 Immagine.Fabio De Furia
Fabio De Furia

L’articolo riportava anche le dichiarazioni della Presidente dell’Aipe Daniela Aga Rossi:«Questo progetto spiega – nasce con due obiettivi ambiziosi. Come operatori sentivamo la necessità di rinnovare la nostra impostazione puntando non soltanto al business ma impegnandoci in un processo di responsabilità sociale d’impresa». 
«Abbiamo riflettuto molto su questo cambiamento di mentalità adattandoci e queste nuove sensibilità. Non volevamo più sentirci, direttamente o anche indirettamente, responsabili dell’immagine negativa che la cartellonistica commerciale nelle aree urbane ispirava», specifica la Presidente dell’Aipe. 
Da qui l’idea di realizzare un progetto d’avanguardia che concili la pubblicità con i servizi di pubblica utilità sfruttando le immense potenzialità del wi-fi, e delle smart cities.
«Quanto abbiamo progettato, con le eccellenze tecnologiche messe a disposizione dal Consorzio Roma Ricerche – spiega Aga Rossi– è un prodotto realizzato con materiale
leggero, a basso consumo energetico resistente, facilmente manutenibile, ma soprattutto d’avanguardia perché offre informazioni turistiche, informazioni sulla mobilità e sul m
«Quanto abbiamo progettato, con le eccellenze tecnologiche messe a disposizione dal Consorzio Roma Ricerche – spiega Aga Rossi– è un prodotto realizzato con materiale eteo, e la possibilità di chiamare soccorsi. Un’ottica dunque polivalente e multifunzionale».

 Immagine.Daniela Aga Rossi
Daniela Aga Rossi

Il 27 novembre 2014 sempre sul sito Esterniamo è stato pubblicato il seguente articolo dal titolo “Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti”.

Immagine.logo AIPE

Decoro urbano più tecnologico. 
L’Associazione Imprese Pubblicità Esterna (Aipe) che ha realizzato, in collaborazione con il Consorzio Roma Ricerche (CRR), un progetto innovativo per rivoluzionare il sistema urbano degli impianti di comunicazione visiva-pubblicitaria, ha consegnato il progetto al Comune di Roma Capitale nell’ambito del percorso condiviso inaugurato dalla Giunta orientato al superamento dell’attuale procedimento
Con l’approvazione del PRIP (Piano Regolatore Impianti e mezzi Pubblicitari), il 30 luglio, si è aperta una nuova fase di pianificazione”. 
Lo comunica, in una nota, l’Aipe. 
La proposta rivoluzionaria presentata dall’Aipe s’ispira alle smart cities e punta all’evoluzione tecnologica degli impianti SPQR, vetusti e fortemente contestati a causa del degrado estetico urbano, in una vetrina commerciale pubblicitaria polivalente e multifunzionale. Gli impianti presentati dall’Aipe, progettati con il contributo tecnico-scientifico del Consorzio Roma Riccerche, sono integrati con sistemi intelligenti e di informazione urbana e dotati, quindi di connessione wi-fi, telecamere di sorveglianza e di controllo del traffico, sistemi di emergenza (SOS) per garantire la sicurezza urbana e dei cittadini, sensori di parametri ambientali, sistemi informativi di pubblica utilità, illuminazione eco-sostenibile, design omogeneo, facilità di installazione, leggerezza degli impianti realizzati con materiale resistente alle intemperie, valorizzazione del patrimonio estetico e artistico della città”. 
Tutti gli impianti saranno realizzati con materiali completamente riciclabili e con caratteristiche anti-sporco, anti-graffiti, anti-corrosione per mantenerne inalterato l’aspetto e il conseguente decoro delle strade– prosegue la nota – Tutela dell’ambiente, condivisione di informazioni turistica e di mobilità urbana, digitalizzazione sono gli accessori standard di questo nuovo sistema d’impiantistica che potrebbe rendere Roma non solo competitiva rispetto alle altre capitali europee ma addirittura all’avanguardia rispetto ai sistemi pubblicitari delle grandi metropoli di tutto il mondo. Lo studio e la realizzazione degli impianti sono stati condotti dal Consorzio Roma Ricerche che ha messo a disposizione i propri ricercatori e le proprie competenze per individuare soluzioni innovative e sostenibili nell’ambito delle tecnologie Ict, dell’uso dei materiali e dell’efficienza energetica”. 
Prendiamo atto con soddisfazione– ha dichiarato la presidente dell’Aipe Daniela Aga Rossi – che la Giunta di Roma Capitale voglia cambiare pagina. Per noi questa è una sfida importante perché vogliamo contribuire al decoro urbano e all’implementazione tecnologica della nostra città. Apprezziamo soprattutto il metodo: l’assessore al Commercio Marta Leonori ha raccolto le nostre osservazioni sulla tipologia d’impiantistica presente nel PRIP e coinvolto gli operatori chiedendo di presentare progetti per disegnare la città del futuro”. 
Il che– ha concluso la presidente – è sicuramente un importante segnale di cambiamento”.
Lo stesso 27 novembre 2014 sempre sul sito “Esterniamo” è stato pubblicato il seguente secondo ulteriore articolo sul medesimo tema dal titolo “Un progetto di impianti pubblicitari innovativi ed ecosostenibili. La risposta (costruttiva) di Roma a Grenoble”.

Immagine.Logo Esterniamo.0

È di qualche giorno fa la notizia che il sindaco di Grenoble non rinnoverà il contratto alla multinazionale JC Decaux per piantare alberi al posto di cartelli pubblicitari. 
[Éric Piolle, sindaco della città francese di Grenoble, ha annunciato lunedì 24 novembre che da gennaio ad aprile 2015 verranno rimossi tutti i cartelloni pubblicitari della città, e verranno sostituiti con alberi e altri spazi verdi. Grenoble – capoluogo del dipartimento dell’Isère, nella Francia sudorientale – ha circa 150mila abitanti e 326 pannelli pubblicitari, di cui 64 cartelloni di grandi dimensioni. Piolle ha anche annunciato che il contratto che la città ha con JCDecaux, la società più grande del mondo che si occupa di pubblicità in ambienti esterni, non verrà rinnovato per il prossimo anno. Ndr.]
Semplicemente vuole ridisegnare la città in maniera “più gentile e creativa”, si legge nelle sue dichiarazioni. 
Ora senza raggiungere gli eccessi del sindaco Piolle, che si può permettere tra l’altro di rinunciare ad un’entrata, per lui, di oltre 645mila euro, ridisegnare la città secondo degli standard qualitativi elevati e con un’alta interazione con il cittadino è ormai una priorità di tutti gli amministratori comunali. 
In questa direzione si è orientata anche la giunta capitolina con la sua richiesta alle Associazioni nazionali di categoria di uno studio per realizzare dei progetti di impianti pubblicitari che caratterizzino la città con il loro design ed i loro materiali
E, per una volta, l’eccellenza italiana si è veramente data da fare: materiali riciclabili, accorgimenti super innovativi, come le vernici anti-graffiti ed i prodotti anti corrosione, proposte di integrazione con telecamere e sensori ambientali. 
Il tutto grazie alla collaborazione tra imprese pubblicitarie, Consorzio Roma ricerche ed amministrazione.  
Insomma il miglioramento della nostra capitale sta davvero a cuore a tutti: sarà ora compito dell’amministrazione definire le caratteristiche ed il design imprescindibile che la comunicazione esterna dovrà assumere inserendo parametri precisi ed inderogabili nei suoi bandi per l’assegnazione degli spazi e farle rispettare. 
A noi non resta che aspettare. 

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Della presentazione in Campidoglio del progetto dei nuovi impianti è stata data notizia sempre il 27 novembre 2014 sul sito sia del “Corriere della Sera” che di “Bastacartelloni” dove si afferma che “Il progetto è sicuramente interessante e il Campidoglio potrà tenerlo in considerazione nel momento in cui andrà a predisporre i bandi di gara” e si precisa riguardo ai futuri 10 bandi di gara che “chi se li aggiudicherà potrà fornire dei servizi alla città. Abbiamo ricordato altre volte il bike sharing, le toilette pubbliche, ma non è escluso che il Comune voglia anche dotarsi per esempio di telecamere di sicurezza. E questa tecnologia potrebbe ritornare utile. 
In termini di “metodo” mi sento di lamentare preliminarmente la scarsa trasparenza di questa operazione, venuta allo scoperto solo ieri e soltanto per opera dell’AIPE che l’ha voluta portare a conoscenza e non certo grazie alla Giunta Capitolina in generale ed all’Assessore Marta Leonori in particolare, che – stando alle dichiarazioni di Daniela Aga Rossi – avrebberaccolto le nostre osservazioni sulla tipologia d’impiantistica presente nel PRIP e coinvolto gli operatori chiedendo di presentare progetti per disegnare la città del futuro”. 
Si tratta quindi di una “sperimentazione” voluta quanto meno dai primi dello scorso mese di ottobre.  
Venire ad apprendere le notizie da parte di una associazione privata, anziché dalla pubblica amministrazione, non può non far sorgere il doppio legittimo interrogativo anzitutto su cosa ci sia da nascondere dietro questa “sperimentazione” ed in secondo luogo sul coinvolgimento – almeno per ora – non di tutti gli operatori del settore, ma esclusivamente di quelli che sono rappresentati da una sola associazione di categoria quale è l’AIPE, per cui mi chiedo se ad essere coinvolte siano state anche le altre 4 associazioni di categoria come la A.A.P.I. (Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane), la I.R.P.A (Imprese Romane Pubblicitarie Associate), la A.P.R. (Associazione Pubblicitari Romani) e laS.P.A.R. (Società Pubblicitarie Associate Romane). 
Se intermini di “metodo” l’incarico di questa “sperimentazione” fosse stato “delegato” esclusivamente all’AIPE ed alle ditte pubblicitarie del riordino da essa rappresentate, come fra le altre la “S.C.I.” (Società Concessioni Internazionali), la A.P.A. (Azienda Pubblicità Affissioni) e la A.P. Italia, è del tutto presumibile che le altre associazioni di categoria ed appresso a loro le ditte pubblicitarie da esse rappresentate (specie del riordino) avranno dei giustificati motivi di risentimento, se non di rivalsa, a maggior ragione perché – come si apprende sempre da Daniela Aga Rossi – la sperimentazione “punta all’evoluzione tecnologica degli impianti SPQR”, che in forza del comma 5 bis dell’art. 7 del Regolamento così come modificato ed integrato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014 “sono oggetto di concessione, nel rispetto dei principi di evidenza pubblica, prioritariamente alle imprese che hanno partecipato alla procedura di cui alle deliberazioni di Consiglio Comunale n. 254/1994 e di Giunta n. 1689/1997 [procedura di riordino, Ndr.]con i criteri che saranno successivamente definiti dalla Giunta Capitolina”. 
Mi corre l’obbligo di ricordare le estenuanti quanto sterili riunioni che il Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti ha voluto dedicare senza trovare una soluzione ad una “premialità” da dovere assolutamente riconoscere alle cosiddette “ditte virtuose”.  
Dal momento che il procedimento di evidenza pubblica che dovrà portare ad assegnare gli impianti SPQR alle sole ditte che hanno partecipato al riordino avverrà per inviti, che dovranno esser fatti in base proprio ai “criteri” che la Giunta Capitolina deve ancora definire (almeno ufficialmente), ritengo più che opportuno che l’Assessore Marta Leonori chiarisca in modo inequivoco che la “sperimentazione” di cui al momento si è fatta carico e comunque la “richiesta alle Associazioni nazionali di categoria di uno studio per realizzare dei progetti di impianti pubblicitari che caratterizzino la città con il loro design ed i loro materiali” non abbia nessuna contropartita in cambio e non comporti comunque nella maniera più assoluta “obblighi” e condizionamenti” tali da far rischiare in un prossimo domani contenziosi a catena che impedirebbero di fatto o ritarderebbero magari di molto la procedura dei bandi di gara, allungando sine die la proroga delle scadenza delle concessioni degli impianti del riordino e la conseguente permanenza sul territorio della Capitale della “cartellopoli” attualmente esistente. 
In termini di “merito” non posso non lamentare nuovamente la mancanza di trasparenza anche da parte della stessa AIPE, unitamente al CRR, che non hanno ritenuto di specificare meglio quali siano esattamente i futuri impianti “SPQR” o addirittura i futuri impianti pubblicitari.
A tal riguardo debbo far presente che la “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP prevede all’art. 35 sia le tipologie degli impianti di proprietà comunale (cartello SPQR, palina SPQR e parapedonale SPQR) che i rispettivi formati, di cui in allegato mette anche le schede tecniche, senza che figurino gli “impianti a messaggio variabile” introdotti invece nel Regolamento con la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, che rispondono sicuramente alla caratteristiche altamente tecnologiche del progetto presentato ieri in Campidoglio dall’AIPE.
Escludendo a priori anche la convenienza economica di far diventare tecnologica una palina SPQR da mt. 1,00 x 1,00 o peggio ancora un parapedonale da mt. 1,00 x 0,70, rimane per esclusione il solo cartello SPQR nei formati da mt. 2,00 x 2,00 e da mt. 3,00 x 2,00, di cui se dovesse essere favorita una maggiore quantità occorrerebbe che la Giunta Capitolina ne dettasse la percentuale fra i criteri di redazione alla S.p.A. “Aequa Roma” incaricata di elaborare i 15 Piani di Localizzazione per ora solo a parole, considerato che la Giunta Capitolina deve ancora approvare la delibera di incarico ufficiale. 
Ora se il progetto dell’AIPE per i nuovi cartelloni pubblicitari riguarda solo gli impianti SPQR della tipologia “cartello” e del presumibile e più adattabile formato di mt. 3,00 x 2,00 e venisse fatto proprio dalla Giunta Capitolina per inserirlo nel procedimento di evidenza pubblica per l’assegnazione degli impianti SPQR alle ditte del riordino che risponderanno a “criteri premiali”, c’è da chiedersi se la Giunta – anche per assicurare l’assegnazione degli impianti da gestire in locazione per 10 anni al maggior numero possibile di operatori – procederà a due o più procedimenti di evidenza pubblica economicamente omogenei tra di loro, mettendo quindi a gara lo stesso mix di tipologie e di formati, oppure separando gli impianti a messaggio variabile dagli altri di tipo tradizionale. 
Se la Giunta procedesse allo stesso modo anche con gli altri impianti di proprietà privata su suolo pubblico, dovrebbe allora tener conto degli specifici “circuiti” in cui rientrano, come quello relativo a “cultura e spettacolo” (nel formato esclusivo di mt. 2,00 x 2,00, da assegnare secondo me con un unico bando di gara, senza nessun servizio connesso, ma solo alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione), quello relativo agli “impianti di pubblica utilità“ (formati esclusivi di mt. 1,20 x 1,80 e mt. 3,20 x 2,40) a sua volta suddiviso in “circuito dedicato al servizio di bike sharing” (da assegnare con un unico bando di gara) e “circuito dedicato ad elementi di arredo urbano” (da assegnare anche con più bandi di gara, uno per ogni elemento di arredo urbano di cui il Comune vorrà dotare la città entro i prossimo decennio, come ad esempio toilettes autopulenti, panchine, cestini etc.) ed infine quello relativo a tutti i rimanenti impianti di proprietà privata su suolo pubblicoda assegnare secondo me anche con più bandi di gara, senza nessun servizio connesso, ma solo alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione e tutt’al più con l’obbligo di una nuova veste già prestabilita degli impianti, per rispettare l’obbligo di definire lotti economicamente omogenei fra di loro. 
Quand’anche la “sperimentazione” riguardasse la sola “veste” esteriore di ogni impianto, quale che ne sia il formato, non posso non mettere in evidenza che l’Amministrazione Capitolina affidandosi al privato abbia implicitamente dimostrato una sua incapacità di “progettare” da sola nuovi modelli di impianti: sarebbe stato in tal caso preferibile mettere a gara, oltre che alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione, anche il progetto migliore di nuovo impianto. 
Avrei francamente preferito non dovere fare tutti i suddetti “distinguo” e pormi tutti i conseguenti interrogativi, a cui chiederò all’Assessore di dare quella risposta che avrebbe dovuto dare prima ufficializzando a priori in modo assolutamente trasparente lo scopo, la finalità e soprattutto l’utilizzo futuro di questa “sperimentazione. 

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP sul centro storico di Roma (sottozona B1): VAS chiede al Segretariato Generale del Comune di Roma di annullare in via di autotutela l’emendamento n. 523 della Commissione Commercio per vizio di legittimità e di sostituirlo con l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle, non recepito benché approvato

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/normativa-tecnica-di-attuazione-del-prip-sul-centro-storico-di-roma-sottozona-b1-vas-chiede-al-segretariato-generale-del-comune-di-roma-di-annullare-in-via-di-autotutela-lemendamento-n-52/


Su questo stesso sito il 4 settembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “PRIP: i contrasti e le incoerenze tra le disposizioni impartite sia dalla normativa tecnica di attuazione del PRIP che dal Regolamento di Pubblicità, provocate dalla mancata coordinazione tra di loro degli emendamenti di Giunta approvati all’ultimo minuto”, che dava notizia da un lato del vizio di legittimità dell’emendamento n. 523 della Commissione Commercio, assunto a testo dell’art. 15 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP, relativa alla sottozona B1 (Centro Storico di Roma, ex Municipio I), e dall’altro lato del mancato recepimento dell’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle, parimenti approvato. (http://www.vasroma.it/prip-il-contrasto-tra-le-disposizioni-impartite-sia-dalla-normativa-tecnica-di-attuazione-del-prip-che-dal-regolamento-di-pubblicita-provocate-dalla-mancata-coordinazione-tra-di-loro-degli-emendamen/#more-9530) 
Ad esso ha fatto seguito l’articolo pubblicato l’11 settembre 29014 dal titolo “Il consigliere del M5S Enrico Stefàno chiede al Segretario Generale ed all’Assessore Marta Leonori di sapere come intendono provvedere riguardo alle discordanze riscontrate soprattutto nella normativa tecnica di attuazione del PRIP”, che faceva sapere del recepimento del mio articolo e della sua trasformazione in una precisa istanza ricolta al Segretario Generale ed all’Assessore Marta Leonori. (http://www.vasroma.it/il-consigliere-del-m5s-enrico-stefano-chiede-al-segretario-generale-ed-allassessore-marta-leonori-di-sapere-come-intendono-provvedere-riguardo-alle-discordanze-riscontrate-soprattutto-nella-n/#more-9796) 
A quella richiesta l’Assessore Marta Leonori ha dato seguito con la Nota prot. n. 64317 del 3 ottobre 2014, sottoscritta anche dalla Direttrice del Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive – Formazione Lavoro, Virginia Proverbio, e dal Dirigente della U.O. Regolazione, Monitoraggio e Controllo delle Affissioni e Pubblicità, dott. Francesco Paciello. 
Con un articolo pubblicato il 7 novembre 2014 dal titolo “Con argomentazioni giuridicamente insostenibili l’Assessore Marta Leonori ritiene di poter consentire l’installazione delle paline con orologio nel centro storico di Roma” ho dato la mia valutazione sulla nota di risposta alla richiesta del consigliere Enrico Stefàno (http://www.vasroma.it/con-argomentazioni-giuridicamente-insostenibili-lassessore-marta-leonori-ritiene-di-poter-consentire-linstallazione-delle-paline-con-orologio-nel-centro-storico-di-roma/#more-12465)    
In considerazione della espressa volontà da un lato di non annullare l’emendamento n. 523 della Commissione Commercio e della più totale ignoranza dell’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle, non recepito benché approvato, con la seguente Nota VAS prot. n. 20 del 29 novembre 2014 ho chiesto al Segetario Generale del Comune di Roma, Liborio Iudicello, di annullare in via di autotutela l’emendamento n. 523 della Commissione Commercio per vizio di legittimità e di sostituirlo con l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle.

 Immagine.Liborio Iudicello
Liborio Iudicello

Al Segretario Generale del Comune di Roma
     Dott. Liborio Iudicello
 p.c.        All’Assessore per Roma Produttiva
On. Marta Leonori 

Oggetto – Art. 15 dellaNormativa Tecnica di Attuazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari” (PRIP), approvata con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014: annullamento in via di autotutela dell’emendamento n. 523 della Commissione Commercio per vizio di legittimità e sua sostituzione con l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle, non recepito benché approvato.          

Ai fini della stesura del testo definitivo della Normativa Tecnica di Attuazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e della sua pubblicazione all’Albo Pretorio la S.V. ha dovuto assemblare i diversi documenti definitivamente approvati con la deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014, che hanno contribuito a formare il testo finale e che sono i seguenti:
- testo non modificato della proposta di deliberazione n. 59 licenziata con Decisione della Giunta Capitolina n. 35 del 30 aprile 2014;
- testo non modificato delle Controdeduzioni della Giunta Capitolina in ordine alla proposta di deliberazione n. 59 approvate il 25 giugno 2014;
- emendamenti presentati il 16 luglio 2014 da gruppi politici e singoli consiglieri;
- emendamento di Giunta presentato il 30 luglio 2014;
- emendamenti della Commissione Commercio presentati il 30 luglio 2014. 
Con espresso riferimento all’art. 15, relativo alla sottozona B1 (corrispondente al Centro Storico di Roma nell’ex Municipio I), come risulta dalla pag. 50 del verbale stenografico della seduta del 30 luglio 2014 è stato approvato con 29 voti favorevoli l’emendamento n. 5 presentato dal Movimento 5 Stelle, che ha proposto una serie di integrazioni al testo dell’art. 15 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP così come licenziato con Decisione della Giunta Capitolina n. 35 del 30 aprile 2014.   
Poco dopo però l’Assemblea Capitolina, con riferimento sempre all’art. 15, senza accorgersi che riguardo alla sottozona B1 era stato già approvato l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle, ha approvato l’emendamento n. 523 della Commissione Commercio che ha sostituito il testo dell’intero art. 15 così come recepito dalla Giunta Capitolina in sede di controdeduzioni approvate il 25 giugno 2014, reintroducendo nel Municipio I le paline SPQR da mt. 1,00 x 1,00 e le paline SPQR con orologio da mt. 1,00 x 0,70, classificando però quest’ultime con la tipologia 2.B che tanto la Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP quanto le schede tecniche allegate attribuiscono invece alle paline con orologio di proprietà privata, senza prevedere e classificare nessuna palina SPQR con orologio. 
A parte l’evidente errore quanto meno formale nell’indicare un impianto di proprietà comunale inesistente con la tipologia del medesimo impianto ma di proprietà privata, gli stessi Uffici per bocca del dott. Francesco Paciello il 30 luglio scorso hanno dato parere favorevole all’emendamento (pag. 66 del verbale stenografico) senza essersi accorti che ai sensi della lettera b) del punto 4) della lettera E) del 1° comma dell’art. 20 del “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni” può essere esposta la pubblicità con paline con orologio “fatta eccezione per il Municipio I”: lo stesso espresso divieto è stato ribadito dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici con il parere che le ha richiesto espressamente l’Assessore Marta Leonori con lettera prot. 32537 del 14/05/2014 (pagg. 11, 14 e 15). 
Si mette in evidenza che il testo dell’art. 15 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP così come licenziato con Decisione della Giunta Capitolina n. 35 del 30 aprile 2014 come proposta n. 59 prevedeva l’installazione nel Municipio I sia delle paline SPQR che delle paline con orologio di proprietà privata e che “sulla proposta in esame è stata svolta da parte del Segretariato Generale la funzione di assistenza giuridico-amministrativa”, senza rilevare l’espresso divieto prescritto per il Centro Storico di Roma. 
Si mette in ancora maggiore evidenza che del suddetto divieto la S.V. non sembra essersi accorta nemmeno dopo, in sede di assemblaggio degli emendamenti approvati, inserendo come testo legittimo dell’art. 15 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP quello dell’emendamento n. 523 della Commissione Commercio: al tempo stesso la S.V. ha ignorato del tutto, non si sa quanto coscientemente, che come testo sicuramente legittimo del medesimo art. 15 c’era quello dell’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle, che non è stato recepito e assemblato. 
Si fa presente che ai sensi del 2° comma del D. Lgs. n. 267/2000 del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti Locali “il segretario comunale … svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell’ente in ordine   alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti.” 
A tal ultimo riguardo il testo dell’art. 15 dell’emendamento n. 523 della Commissione Commercio appare in aperta violazione del divieto prescritto nel Municipio I ai sensi della lettera b) del punto 4) della lettera E) del 1° comma dell’art. 20 del “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni”. 
Per tali casi vale quanto disposto dall’art. 37 del Regolamento comunale, vale a dire che “in caso di contrasto fra le disposizioni del presente Regolamento e quelle dei Piani di cui all’art. 19 prevalgono le disposizioni del Regolamento”.  
Ai sensi dell’art. 9 della legge n. 241 del 7 agosto 1990 “i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni …, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento”: il successivo art. 10 dispone che “hanno diritto: ..b) di presentare memorie scritte e documenti, che l’amministrazione ha l’obbligo di valutare ove siano pertinenti all’oggetto del procedimento. 
Con il presente documento sono stati evidenziati i vizi di legittimità dell’emendamento n. 523 della Commissione Commercio, da cui deriverebbe come grave nocumento il posizionamento da parte del Piano di Localizzazione del Municipio I di paline SPQR da mt. 1,00 x 1,00 e di paline SPQR con orologio da mt. 1,00 x 0,70, da installare nel Centro Storico di Roma che l’UNESCO dal 1980 ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. 
Si chiede pertanto alla S.V. l’immediato annullamento in via di autotutela dell’emendamento n. 523 della Commissione Commercio per vizio di legittimità e la sua sostituzione con l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle. 
In conclusione il testo dell’art. 15 andrebbe comunque coordinato con quello del 2° comma dell’art. 15 così come recepito in sede di controdeduzioni approvate il 25 giugno 2014, in quanto non interessato dall’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle. 
A giudizio del sottoscritto la S.V. dovrebbe assemblare entrambi i testi in modo coordinato e corretto nel seguente modo:
Nella sottozona B1 relativa al centro storico individuato dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità è consentita esclusivamente l’istallazione delle seguenti tipologie di impianti di cui al Titolo VI:
- 1.B – Cartello per PPAA – formato 100 x 140, 140×200, 300×140 a muro destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale per una superficie pariad almeno il 40% della superficie pubblicitaria complessiva della sottozona;
– 2.A – Impianto di pubblica utilità di cui alla lettera I bis) dello comma dell’art. 4 del Regolamento formato 120 x 180.
Non è comunque consentita in tutto il centro storico l’istallazione di impianti su parete cieca o di impianti su tetti e terrazzi.” 
Si resta in attesa di un riscontro scritto che si richiede ai sensi degli artt. 2, 3 e 9 della legge n. 241/1990.

Distinti saluti.
              Dott. Arch. Rodolfo Bosi

Roma, 29 novembre 2014

Immagine.Richiesta a Iudicello
Immagine.Richiesta a Iudicello.1
Immagine.Richiesta a Iudicello.2

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

A Roma gli impianti pubblicitari diventano totem di servizi integrati

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi: 
http://www.vasroma.it/a-roma-gli-impianti-pubblicitari-diventano-totem-di-servizi-integrati/


Articolo di Mila Fiordalisi pubblicato il 4 dicembre 2014 su “Edilizia e Territorio” allegato al “Sole 24 Ore” con questo titolo ed il seguente sottotitolo: “Il Piano Aipe al vaglio del Comune prevede cartelloni autosufficienti dal punto di vista energetico grazie ai pannelli solari trasparenti a basso impatto visivo”.
 Immagine.Mila Fiordalisi
Mila Fiordalisi
Svecchiare” gli impianti pubblicitari di Roma. 
Trasformandoli in veri e propri “totem” multifunzionali in grado di coniugare le esigenze di comunicazione dei committenti con una serie di funzionalità innovative a servizio dell’amministrazione capitolina e anche dei cittadini. 
Questo il “piano” che l’Aipe (l’associazione imprese pubblicità esterne) ha sottoposto al Comune di Roma nell’ambito del Prip (Piano Regolatore Impianti e mezzi Pubblicitari) approvato il 30 luglio scorso (delibera 49/2014) per la gestione degli impianti da attribuire ai privati o da affidare in locazione. 
L’associazione insieme con il Consorzio Roma Ricerche, con cui ha stretto una partnership per lo sviluppo di nuove tecnologie al servizio della pubblicità nelle aree metropolitane e a tutela del decoro urbano, ha ideato una tipologia di impianti sull’onda di quelli operativi in metropoli quali New York e Tokyo. 
Roma potrebbe essere la prima città in Europa a dotarsi di queste innovative infrastrutture“, sottolinea il presidente dell’Aipe Daniela Aga Rossi. 
Attualmente il piano, che abbiamo presentato il 30 ottobre, è al vaglio della Commissione comunale preposta a valutare l’adozione di nuovi impianti a seguito dell’approvazione del Prip“, puntualizza la numero uno dell’associazione. 
L’assessore al Commercio Marta Leonori ha raccolto le nostre osservazioni sulla tipologia d’impiantistica presente nel Prip e coinvolto gli operatori chiedendo di presentare progetti per disegnare la città del futuro. Per noi questa è una sfida importante perché vogliamo contribuire al decoro urbano e all’implementazione tecnologica della nostra città“.
L’installazione dei nuovi impianti sarà a costo zero per l’amministrazione: a occuparsi delle spese per l’installazione e la futura gestione saranno infatti i concessionari degli impianti stessi.  
Hot spot wireless per la connessione a Internet, videocamere di sorveglianza e controllo traffico, sensori di parametri ambientali e sistemi di emergenza con servizio di Sos, i servizi “integrati” negli impianti a firma Aipe-Crr. 
I cartelloni smart – da quelli parapedonali fino al maxi formato 3×2 metri – sono inoltre a base di materiali fotoluminescenti, ossia in grado di “catturare” e trattenere la luce solare o artificiale per poi “rilasciarla” in condizioni di buio con intensità decrescente, e di materiali antigraffiti, “autopulenti” ed anti-corrosione per abbattere al minimo le attività di manutenzione.  
E al momento sono in corso attività di ricerca per valutare la possibilità di adottare materiali alternativi al plexiglass e materiali per la stampa digitale ecosostenibile alternativi al pvc in sostituzione della carta. 
Non solo: gli impianti, illuminati con lampade led ad alta efficienza, potranno essere autosufficienti da un punto di vista energetico, ma anche in questo caso si punta al massimo livello di innovazione. 
L’uso di pannelli fotovoltaici tradizionali ha un impatto estetico non da poco – sottolinea il presidente di Aipe -. Per questa ragione abbiamo deciso di sperimentare l’uso di pannelli solari trasparenti basati su materiali organici che possono essere utilizzati anche per proteggere le strutture“. 
Nell’ambito della partnership Aipe-Crr, la prima fornirà tutto il proprio know how in materia di impianti e di logistica mentre il Crr – che vede fra i soci le università Sapienza, Tor Vergata e Luiss nonché enti quali il Cnr e l’Enea – si occuperà, grazie all’esperienza in campo scientifico e tecnologico, di studiare soluzioni innovative da applicare al sistema della pubblicità esterna.
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Su questo stesso sito il 28 novembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti”, che dava notizia del progetto innovativo per rivoluzionare il sistema urbano degli impianti di comunicazione visiva-pubblicitaria, consegnato al Comune di Roma Capitale dalla Associazione Imprese Pubblicità Esterna (AIPE) “nell’ambito del percorso condiviso inaugurato dalla Giunta orientato al superamento dell’attuale procedimento”.(http://www.vasroma.it/aipe-presenta-in-campidoglio-il-progetto-per-i-nuovi-cartelloni-pubblicitari-saranno-ecologici-e-anti-graffiti/#more-13230 )
Nel suddetto articolo esprimevo una serie di perplessità e di dubbi che l’articolo pubblicato il 4 dicembre scorso su “Edilizia e Territorio”, e ripubblicato su “Esterniamo” il successivo 10 dicembre, ha contribuito in parte a sciogliere, perché ora si parla di “cartelloni smart da quelli parapedonali fino al maxi formato 3×2 metri”, che abbracciano sicuramente tutti i tipi di impianti SPQR, ma che possono comprendere anche tutti gli altri tipi di impianti di proprietà privata su sullo pubblico.
Se infatti il parapedonale SPQR (impianto tipo 1.D) ha le stesse dimensioni di cm. 100 x 70 che ha un parapedonale di proprietà invece privata (impianto tipo 2.A) e queste dimensioni minime di poco superiori (cm. 100 x 100) hanno non solo le paline SPQR (impianti tipo 1.C), ma anche le paline (impianto tipo 3.C) e le paline con orologio (impianto tipo 2.B) di proprietà privata, allora il progetto per i nuovi impianti pubblicitari riguarda anche tutti i formati degli impianti di proprietà privata. 
Con lo stesso ragionamento i “cartelloni smart” dovrebbero anche riguardare gli impianti speciali da mt. 1,20 x 1,80 e da mt. 3,00 x 2,40.
Nell’articolo pubblicato su questo stesso sito il 28 novembre 2014 avevo fatto al riguardo le seguenti considerazioni: “Se la Giunta procedesse allo stesso modo anche con gli altri impianti di proprietà privata su suolo pubblico, dovrebbe allora tener conto degli specifici “circuiti” in cui rientrano, come quello relativo a “cultura e spettacolo” (nel formato esclusivo di mt. 2,00 x 2,00, da assegnare secondo me con un unico bando di gara, senza nessun servizio connesso, ma solo alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione), quello relativo agli “impianti di pubblica utilità“ (formati esclusivi di mt. 1,20 x 1,80 e mt. 3,20 x 2,40) a sua volta suddiviso in “circuito dedicato al servizio di bike sharing” (da assegnare con un unico bando di gara) e “circuito dedicato ad elementi di arredo urbano” (da assegnare anche con più bandi di gara, uno per ogni elemento di arredo urbano di cui il Comune vorrà dotare la città entro i prossimo decennio, come ad esempio toilettes autopulenti, panchine, cestini etc.) ed infine quello relativo a tutti i rimanenti impianti di proprietà privata su suolo pubblico da assegnare secondo me anche con più bandi di gara, senza nessun servizio connesso, ma solo alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione e tutt’al più con l’obbligo di una nuova veste già prestabilita degli impianti, per rispettare l’obbligo di definire lotti economicamente omogenei fra di loro. 
Quand’anche la “sperimentazione” riguardasse la sola “veste” esteriore di ogni impianto, quale che ne sia il formato, non posso non mettere in evidenza che l’Amministrazione Capitolina affidandosi al privato abbia implicitamente dimostrato una sua incapacità di “progettare” da sola nuovi modelli di impianti: sarebbe stato in tal caso preferibile mettere a gara, oltre che alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione, anche il progetto migliore di nuovo impianto.
Una risposta di conferma in tal senso sembra dedursi dal seguente passo dell’articolo pubblicato il 27 novembre 2014 su “Esterniamo”: “sarà ora compito dell’amministrazione definire le caratteristiche ed il design imprescindibile che la comunicazione esterna dovrà assumere inserendo parametri precisi ed inderogabili nei suoi bandi per l’assegnazione degli spazi e farle rispettare”.
Ma sarà veramente così e cioè che nei bandi futuri verranno inseriti i cartelloni smart come parametri precisi ed inderogabili, da far rispettare da parte di chi si aggiudicherà le gare ? 
E questi parametri saranno inseriti in tutti i bandi indistintamente oppure solo in alcuni di essi, visto che “a occuparsi delle spese per l’installazione e la futura gestione saranno infatti i concessionari degli impianti stessi” ?
Ma in caso di inserimento dei suddetti parametri solo in alcuni bandi e non in tutti, come si farà ad evitare differenze di trattamento ed il rischio  di conseguenti quanto inevitabili contenziosi ?
Perché non viene precisato prima ed in modo assolutamente trasparente ogni particolare dall’Assessore Leonori ?
Perché dobbiamo venire a conoscenza nuovamente dal privato e non dal pubblico di un altro pezzo di questo ben strano modo di fare una  “sperimentazione” ?
Che c’è da nascondere ?
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Finirà mai lo scandalo Cartellopoli? L'amministrazione continua incredibilmente a perdere tempo dilapidando risorse e proponendo sperimentazioni. Perché hanno paura di vincere questa partita?

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal blog Roma fa schifo: 
http://www.romafaschifo.com/2014/12/finira-mai-lo-scandalo-cartellopoli.html



È 
la solita storia romana della "sperimentazione". Quando a Roma sentite il termine "sperimentazione" tremate o mettete idealmente le mani al revoler perché avrete senz'altro qualcuno di cui guardarvi. Nell'attesa di far partire una sperimentazione sul fatto che quando il semaforo è rosso occorre fermarsi - perché arriveremo anche a questo - la città continua a "sperimentare" ciò che in tutto il mondo è "normale". Sui bus si sperimenta "solo in alcune linee e solo in alcuni momenti della giornata" la salita dalla porta davanti con validazione del ticket di fronte all'autista. In metro si sperimentano i biglietti da timbrare pure in uscita. Nella mobilità si sperimenta il bike-sharing e così via. Tutto ciò che evidentemente funzionerebbe e sistemerebbe un comparto, no viene applicato bensì viene sperimentato. Per depotenziarlo. O per dimostrare, artatamente, che non funziona. Senza considerare che magari quel servizio non funziona non perché non funzionerebbe (anzi, funzionerebbe eccome), ma non funziona proprio perché invece di essere a regime è in fase sperimentale.

Insomma, udite udite, dopo aver approvato a luglio il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari il Comune cosa fa? Finalmente lo applica? Neppure per sogno! Impaurito dall'aver approvato finalmente un provvedimento che rischia di funzionare, che rischia di sistemare un settore dove il livello di mafiosità e la quantità di denaro farebbe apparire Buzzi e Carminati come due innocue educande, il Comune si ferma e... sperimenta! Cosa c'è di più inattaccabile di una bella sperimentazione. Approvo una legge efficace e poi la applico sperimentalmente ad una strada. Chi apprezza quella legge è felice perché inizia a vederla operativa, chi non l'apprezza è felicissimo perché sa che quella sperimentazione andrà avanti per anni e che in quegli anni di tempo recuperato potrà continuare a lucrare sul caos di tutto il resto della città quella strada esclusa. 

È quello che sta succedendo nel settore della cartellonistica a Roma dove il Comune invece di marciare spedito (Ignazio Marino ha oggi praterie davanti a se per poter marcare grandi azioni di discontinuità, e invece siamo ancora alle sperimentazioni. Per di più in un settore super strategico come l'advertising esterno) cincischia sapendo di cincischiare. Le autorizzazioni e le concessioni scadono tra 20 giorni, il Prip è stato approvato da mesi e non si è proceduto. Dove è il bando? Dove sono le pianificazioni per avere un serio bike-sharing, un sistema di toilette meccanizzate, manutenzione e arredo urbano? Perché non si va avanti? Perché non si pubblicano i bandi?

Le risposte sono evidenti e sono atroci specie alla luce di quel che emerso negli ultimi dieci giorni dalla Procura della Repubblica, in attesa che riemergano le mille carte - insabbiate fino all'arrivo di Pignatone - che riguardano la mafia dello scandalo cartellopoli. Uno scandalo, ribadiamolo con forza, dieci volte più grande di quello emerso fino ad oggi. Quali sono le risposte? Che si cerca di perdere tempo, di fare ammuina, di buttarla in caciara, di procrastinare il più possibile la sistemazione di un settore che, se non portato a regime, ogni secondo che passa fa perdere un sacco di soldi al comune e dunque a tutti noi. Uno scandalo in un momento in cui la città lotta tra tagli, risparmi e commissariamenti del debito. In tutto questo quadro un settore che potrebbe dare un contributo enorme al bilancio del Comune viene tenuto artatamente chiuso in armadio, sapendo che l'armadio è pieno di tarme e non facendo nulla per cacciarle via. Perché?





Perché si dice che il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari - il Prip - deve ora essere sperimentato per vedere se funziona, per magari farci eventuali modifiche? Ma stiamo scherzando? E tutto questo verrebbe da input della Leonori in persona? Trasecoliamo veramente. Sembra che l'amministrazione abbia paura di chiudere positivamente questa questione. E chiuderla positivamente significa soltanto completare i piani particolareggiati, decidere come impostare le gare e cosa "chiedere in cambio alle ditte vincitrici" e infine fare i bandi e assegnare le concessioni. È la cosa più semplice del mondo e non c'è nulla da inventarsi solo copiare i modelli, ad esempio Parigi, come da indicazioni politiche chiarissime di Ignazio Marino. E invece si è trovata l'arma di distrazione di massa: impegnare risorse, tempo, energie (e poi magari comunicarlo, farsene belli) per riqualificare, liberandola dai cartelloni, una strada disabitata come Viale Oceano Pacifico. Una superstrada urbana tra Eur e Torrino che non ha nessuna rilevanza e non è indicatrice di nulla: serve solo a procrastinare sine die la risoluzione di un problema che porterebbe risorse a tutti, che farebbe guadagnare il comune, che porterebbe servizi di qualità (bike-sharing in primis), che porterebbe sicurezza e decoro ma che però non garantirebbe a vita, come invece loro credevano, le dittuncole inqualificabili della cartellopoli cittadina. Quelle che hanno ridotto la città alla mostruosità che è oggi. Quelle con le quali, magari, il Comune tratta e accetta proposte di sperimentazione come questa. Cosa si vuole dimostrare "riqualificando" Viale dell'Oceano Pacifico? Si vuole dimostrare che tutto sommato i bandi di gara non servono e che ci si può mettere d'accordo sistemando le strade così?  





Ciò che sta facendo l'amministrazione è molto grave. Sta facendo come quei giocatori che, trovandosi all'ultimo minuto di una qualche importante partita di calcio di fronte alla porta vuota degli avversari la buttano volutamente fuori costringendo tutta una squadra, che praticamente aveva già vinto il match, a ricominciare l'azione da centrocampo, col rischio, il gol, di prenderlo. Un gioco rischiosissimo e senza nessun guadagno salvo quello del quieto vivere e del buon vicinato con società con le quali invece qualsiasi amministrazione seria non prenderebbe neppure un caffè.

La doppia equivoca “sperimentazione“ del Comune di Roma

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/la-doppia-equivoca-sperimentazione-del-comune-di-roma/


Su questo stesso sito il 28 novembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti”, che dava notizia del progetto innovativo per rivoluzionare il sistema urbano degli impianti di comunicazione visiva-pubblicitaria, consegnato al Comune di Roma Capitale dalla Associazione Imprese Pubblicità Esterna (AIPE) “nell’ambito del percorso condiviso inaugurato dalla Giunta orientato al superamento dell’attuale procedimento”. (http://www.vasroma.it/aipe-presenta-in-campidoglio-il-progetto-per-i-nuovi-cartelloni-pubblicitari-saranno-ecologici-e-anti-graffiti/#more-13230)

L’articolo riportava la seguente dichiarazione della Presidente dell’AIPE Daniela Aga Rossi: “Apprezziamo soprattutto il metodo: l’assessore al Commercio Marta Leonori ha raccolto le nostre osservazioni sulla tipologia d’impiantistica presente nel PRIP e coinvolto gli operatori chiedendo di presentare progetti per disegnare la città del futuro”.

Riguardo al “metodo” metto in risalto che non risulta a tutt’oggi resa pubblica dall’Assessore Marta Leonori in persona l’iniziativa di coinvolgere gli operatori chiedendo loro di “presentare progetti per disegnare la città del futuro”.  

Non risulta in particolare che sia stato fatto sapere pubblicamente sempre da lei in persona se siano state parimenti coinvolte le altre 4 associazioni di categoria che rappresentano tutte le ditte pubblicitarie operanti a Roma e che fino a quanto ad oggi mi risulta sono laAssociazione Aziende Pubblicitarie Italiane(A.A.P.I.), la Imprese Romane Pubblicitarie Associate (I.R.P.A), la Associazione Pubblicitari Romani (l’A.P.R. ) e la Società Pubblicitarie Associate Romane (S.P.A.R.).

A rendere ancor più equivoca, e comunque poco trasparente agli occhi del pubblico la situazione, in quanto non ne è stato portato a conoscenza, alla “sperimentazione” dell’AIPE si è ora sommata la “sperimentazione” messa in atto dal Dott. Francesco Paciello con la seguente nota. 

Immagine.Nota prot. QH 893458 del 5 dicembre 2014
Immagine.Nota Paciello del 5 dicembre 2014
Immagine.Nota paciello del 5 dicem,bre 2014.1 

Come si può ben vedere, la Nota prot. n. QH 83458 del 5 dicembre 2014 porta la firma del solo Dirigente della U.O. Regolazione, Monitoraggio e Controllo Affissioni e Pubblicità, per cui non è dato di dedurre da essa, anche se lo si deve fortemente presumere, se “l’intenzione … di dare immediata attuazione in via sperimentale alle prescrizioni del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari adottato con Deliberazione n. 49/2014 dell’Assemblea Capitolina” sia stata preventivamente autorizzata dall’Assessore Leonori, che farebbe bene ad ogni modo a confermarlo, esibendo la lettera scritta di incarico a Paciello e spiegando anche e soprattutto le contraddizioni che si intravedono in questa “sperimentazione”. 
L’Assessore Leonori, prima ancora che il Dott. Francesco Paciello (specie nel caso che si sia limitato ad eseguire una precisa indicazione venuta dall’alto proprio da lei, si spera non a voce), dovrebbe spiegare perché – se il PRIP è entrato a tutti gli effetti in vigore – si debba darne immediata attuazione solo in via sperimentale e per di più prescrivendo la rimozione di 35 impianti “considerati abusivi perché in violazione dell’autorizzazione, ai sensi dell’art. 2 del Regolamento di Pubblicità”. 

A tal ultimo riguardo metto in evidenza che il richiamato art. 2 del Regolamento di Pubblicità riguarda le “Definizioni” ed è pertanto errato: il Dott. Francesco Paciello intendeva forse riferirsi al 2° comma dell’art. 1 che nell’ultimo periodo dispone testualmente che “le iniziative pubblicitarie svolte con qualunque mezzo nel territorio del Comune di Roma in difetto o in violazione della prescritta autorizzazione, ovvero comunque non contemplate nel presente Regolamento, o non autorizzate da altri Enti ai sensi dell’art. 23 comma 4 del Codice della strada, sono da considerarsi abusive a tutti gli effetti. 

Comunque sia, il Dott. Francesco Paciello non spiega quale sia l’esatta violazione dell’autorizzazione, che per giunta riguarda impianti di ditte che hanno partecipato alla procedura di riordino e che si presuppone quindi che abbiano avuto a suo tempo il rilascio di regolari “concessioni” per impianti installati in posizioni divenute tutt’al più irregolari solo dopo e precisamente nel 1992 perché in violazione delle distanze minime prescritte dal Codice della Strada oppure dopo ancora perché in violazione stavolta dei divieti di affissioni imposti sempre successivamente dalle prescrizioni relative ad aree soggette a vincolo paesaggistico o destinate a parco e riserva naturale. 

Via dell’Oceano Pacifico non è soggetta a nessun vincolo paesaggistico né ricade all’interno di parchi o riserve naturali: quanto ad eventuali violazioni delle distanze minime prescritte dal Codice della Strada, che non sono ad ogni modo previste nella “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP, ma che esistono dal 1992, sono sufficienti le due seguenti foto tratte da Street View di Google Maps, che non danno di certo l’impressione di una “cartellopoli” se messe soprattutto a confronto con Viale di Tor di Quinto, che il PRIP destina a zona “A”, dove ho denunciato dalla fine del 2013 i 95 impianti pubblicitari che vi risultavano illecitamente installati e che fanno tuttora mostra di sé.

Immagine.Viale dell'Oceano Pacifico.0
 Immagine.Viale dell'Oceano Pacifico
Immagine.Viale dell'Oceano pacifico.1
100_6155 
Viale di Tor di Quinto 

L’Assessore Leonori dovrebbe quindi spiegare perché con tale “metodo” fa scattare solo in Viale dell’Oceano Pacifico “misure di salvaguardia” che non sembrano nemmeno sussistere e rimanda di fatto a chissà quando l’immediata attuazione degli effettivi divieti di installazione degli impianti pubblicitari in zona “A” del PRIP (aree destinate a verde pubblico ed a parco e riserva regionale). 
A tal ultimo riguardo faccio presente che in sede di controdeduzioni alle “misure di salvaguardia” proposte da VAS, Basta Cartelloni e Cittadinanzattiva (fatte poi proprie dai Municipi I e XV) la Giunta Capitolina non ha ritenuto di accoglierle con la seguente motivazione: “Per quanto riguarda gli impianti collocati in zona A il problema è risolto con il carattere cogente della sovraordinata disciplina normativa di tutela”. 
Non posso al riguardo non mettere in evidenza che, se viene riconosciuto “carattere cogente” alla“disciplina normativa di tutela” in quanto “sovraordinata”, allora l’obbligo di rimozione degli impianti pubblicitari prescritti da tale normativa sussisteva anche prima della approvazione della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP, che non ha fatto altro che ribadire i divieti di installazione esistenti già da ben prima: ne deriva pertanto che non prevedere tale obbligo nemmeno a livello sperimentale rasenta l’omissione di atti dovuti d’ufficio. 
L’Assessore Leonori, prima ancora che il Dott. Francesco Paciello (specie nel caso che stavolta non si sia messo ad eseguire una precisa indicazione in quanto non gli sarebbe venuta dall’alto, ma abbia intrapreso da solo questa iniziativa), dovrebbe in particolare spiegare quali siano state le ragioni che abbiano portato a scegliere in via sperimentale proprio via dell’Oceano Pacifico e non un’altra via. 

A tal ultimo riguardo debbo far presente che con il Sindaco Alemanno era stata decisa la “riqualificazione” di piazzale Clodio perché si trattava di un “nodo nevralgico, in cui è stata riscontrata l’installazione di numerosi impianti pubblicitari”: a differenza di oggi che si intende fare con un semplice atto amministrativo dirigenziale, la “riqualificazione” è stata messa in atto con tanto di Deliberazione della Giunta Comunale n. 133 del 12 maggio 2010, che con Nota VAS prot. n. 23 del 25 maggio 2010 chiesi di annullare per vizi di legittimità in quanto approvato come Piano di Localizzazione. 

Sono in grado di darmi finalmente una risposta al suddetto interrogativo, perché ieri sono stato portato a conoscenza dei vari passaggi di questo procedimento di “sperimentazione” direttamente da una delle associazioni di categoria che sono state invitate a parteciparvi e che mi ha fatto capire come le due “sperimentazioni” potrebbero essere due facce di una stessa medaglia. 

Il 18 settembre 2014 il Dott. Francesco Paciello ha trasmesso alle suddette 5 associazioni di categoria, oltre che alla Federazione Italiana Sviluppo Pubblicità Esterna (FISPE) ed alla Associazione Italiana Fabbricanti Insegne Luminose (AIFIL) una nota che ha per oggetto le “Caratteristiche tecniche degli impianti. Percorso di partecipazione”.

 Immagine.Nota prot. QH160697 del 18 settembre 2014
Immagine.Nota prot. QH160967 del 18 settembre 2014.1 

Come si può vedere secondo il Dott. Francesco Paciello con riferimento esclusivo al PRIPche fissa le regole sulla base delle quali sviluppare i Piani di Localizzazione già in corso di redazionerisulta necessario avviare un ulteriore percorso che ha natura complementare rispetto agli atti prodotti”. 
Nella suddetta premessa ravviso una doppia stridente contraddizione. 
La prima riguarda i Piani di Localizzazione che sarebbero in corso di redazione, ma di cui la Giunta deve ancora approvare la delibera di incarico, dettando contestualmente proprio i criteri con cui debbono essere redatti i 15 Piani di Localizzazione sulla base delle “regole” dettate anche e soprattutto dal Regolamento di Pubblicità, così come modificato ed integrato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, che obbliga ad una pianificazione quanto meno in 7 specifici “circuiti” (impianti di pubblica utilità, servizio di bike sharing, elementi di arredo urbano, cultura e spettacolo, impianti SPQR, pubbliche affissioni e rimanenti impianti di proprietà privata su suolo pubblico). 
La seconda contraddizione riguarda la non meglio chiarita “natura complementare“ che verrebbe ad assumere questo “ulteriore percorso” rispetto soprattutto alla normativa del PRIP. 
Il Dott. Francesco Paciello fa “riferimento nello specifico alla necessità di determinare le caratteristiche estetiche, costruttive ed i materiali degli impianti pubblicitari a cui fanno riferimento il PRIP ed il Regolamento di Pubblicità, con l’indicazione dei tipi e dei formati ammessi”. 
Faccio presente al riguardo che sia la Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP ed ancor più le sue schede tecniche allegate contengono soltanto (art. 34) la descrizione, le dimensioni ed i formati, le distanze minime fra gli impianti, i formati ammessi nelle sottozone di piano ed alcune prescrizioni particolari, ma non determinano anche “le caratteristiche estetiche, costruttive ed i materiali degli impianti pubblicitari”: lo stesso dicasi per il Regolamento di Pubblicità che alla lettera F) del 1° comma dell’art. 20 indica solo i tipi e formati ammessi. 
Ma il 3° comma dell’art. 12 del Regolamento di Pubblicità dispone testualmente chel’esposizione della pubblicità su impianti e mezzi privati deve essere altresì conforme alle caratteristiche estetiche e costruttive e ai materiali corrispondenti alle specifiche recate dalla deliberazione della Giunta Comunale di cui all’art. 19, comma 2, secondo cui “le norme tecniche, di cui all’art. 4, comma 3, e le specifiche di cui all’art. 12, comma 3 del presente regolamento sono approvate con deliberazione della Giunta Comunale entro 90 giorni dall’entrata in vigore del presente regolamento.”
Il suddetto 3° comma precisa che “con riferimento alle specifiche di cui all’art. 12, comma 3 la Giunta si atterrà ai seguenti criteri: l’installazione degli impianti è effettuata in conformità alle norme di sicurezza vigenti; i materiali utilizzati devono essere non deteriorabili, di alta resistenza e solidità e la struttura deve essere preferibilmente metallica; i supporti di sostegno devono risultare di adeguata sezione e di minimo ingombro ed infissi nel terreno per una profondità tale da garantirne la necessaria stabilità; il pannello espositivo è realizzato con un supporto che ne garantisce la rigidità.”
Metto in evidenza che l’obbligo per la Giunta di deliberare le norme tecniche e le specifiche degli impianti sussisteva già nel Regolamento approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 100 del 12 aprile 2006, ma che vi è stato dato seguito solo 4 anni dopo quando con Deliberazione della Giunta Comunale n. 25 del 10 febbraio 2010 è stato deciso “di approvare iprogetti-tipo per le seguenti tipologie di impianti pubblicitari:
  1. impianti destinati alle Pubbliche Affissioni ed al circuito politico-sindacale nelle dimensioni: m. 1 x 1,4 – m. 1,4 x 2 e m. 3 x 1,4, i cui progetti si allegano in atti sotto la lettera “A”;
  2. impianti di proprietà comunale da concedere in locazione a terzi – c.d. S.P.Q.R. – nelle dimensioni di m. 1 x 1 – m. 1 x 1,4 – m. 2 x 2 – m. 2,5 x 1,5 e m. 4 x 3, i cui progetti si allegano in atti sotto la lettera “B”;
  3. impianti di pubblica utilità della tipologia “orologi” con pannelli pubblicitari di dimensioni di m. 1 x 0,7 (interno Città Storica) e m. 1 x 1,4 (esterno Città Storica), i cui progetti si allegano in atti sotto la lettera “C”;
  4. impianti di proprietà privata della tipologia paline di m. 1 x 1 da installare nell’ambito della Città Storica, il cui progetto si allega in atti sotto la lettera “D”;
  5. impianti di proprietà privata della tipologia paline di m. 1 x 1 da installare fuori dall’ambito della Città Storica, il cui progetto si allega in atti sotto la lettera “E”. 
La delibera precisa che “al fine di armonizzare l’impiantistica esistente sul territorio, è possibile utilizzare anche per gli impianti di proprietà privata la tipologia prevista al precedente punto 2 per gli impianti comunali, con esclusione del logo “S.P.Q.R.”. 
La delibera stabilisce anche che “Le caratteristiche tecniche dovranno essere conformi a quelle stabilite nei predetti progetti” e dispone che “La sostituzione degli impianti esistenti con quelli dei progetti-tipo dovrà avvenire, …. , prioritariamente, nell’ambito dei Municipi I – Centro Storico e XVII entro due mesi dalla data di approvazione del presente provvedimento, e dovranno concludersi entro il 30 giugno 2010.”
Dispone infine che “gli oneri per gli adeguamenti degli impianti esistenti ai progetti approvati, compresi quelli di cui al precedente punto 2, sono ad esclusivo carico dei soggetti autorizzati all’esposizione pubblicitaria”.
La suddetta scadenza del 30 giugno 2010 non è stata rispettata, al punto che a distanza ormai di quasi 4 anni e mezzo il Dott. Francesco Paciello ha sentito il bisogno di trasmettere la seguente nota a tutte le Società inserite nella Nuova Banca Dati (NBD) e proprietarie di impianti SPQR nell’attuale I Municipio (ex I e XVII).

Immagine.Nota prot. QH77007 del 18 novembre 2014 

Tornando all’ulteriore percorso di natura complementare attivato con la nota del 18 settembre scorso, il Dott. Francesco Paciello precisa che si tratta di un “percorso amministrativo funzionale all’adozione della Deliberazione della Giunta Comunale di cui al combinato disposto degli art. 12, comma 3 e 19 comma 2” e che “appare opportuno attivare da subito un percorso di partecipazione che coinvolga i soggetti interessati del settore”.

Conseguentemente invita le 7 associazioni di categoria in indirizzo “a presentare entro il termine del 30 ottobre c.a. una o più proposte corredate dell’idonea documentazione tecnica relativa alle caratteristiche sopra citatefacendo sapere che “tale documentazione sarà esaminata da una apposita Commissione Tecnica che sarà nominata con separato atto”, ma che non si sa se sia stata già costituita.

Dalla lettera in questione si desume anzitutto che non sia ritenuta valida più di tanto la Deliberazione della Giunta Comunale n. 25/2010, che è stata all’epoca emanata senza sentire il bisogno di attivare .. un percorso di partecipazione che coinvolga i soggetti interessati del settore” e che si voglia ad ogni modo approvare dei nuovi progetti-tipo con il coinvolgimento stavolta dei “soggetti interessati del settore”: a tal ultimo riguardo fin da prima dell’approvazione del PRIP nei pochissimi incontri che l’Assessore Leonori ha concesso a VAS e Basta Cartelloni è stato da lei manifestato il suo giudizio negativo sugli attuali impianti esistenti a Roma e più o meno previsti in modo identico nelle schede tecniche allegate alla Normativa del PRIP ed è stata dichiarata la sua intenzione di arrivare ad avere un domani una “veste” unica per tutti i tipi e formati di impianti. 

C’è per di più da far presente che l’ultimo comma dell’art. 34 della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP dispone che “sulla base delle schede tecniche allegate, l’amministrazione capitolina predispone i progetti-tipo degli impianti da approvarsi in sede di Giunta Capitolina. Tali progetti-tipo, da adottarsi per le diverse forme di esposizione pubblicitaria previste dal piano, devono garantire l’omogeneizzazione degli impianti di tipo privato e quelli di proprietà di Roma Capitale, differenziati con l’apposizione di idoneo logo.”. 

Sotto questo aspetto appare del tutto coerente con questa sua dichiarata intenzione l’ulteriore “percorso di partecipazione” che ha attivato il Dott. Francesco Paciello, il quale – a differenza dello sterile analogo “percorso di partecipazione” attivato sul PRIP dal Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti – non ha ritenuto di considerare “soggetti interessati del settore” né VAS, né Basta Carteloni né Cittadinanzattiva, che oltre a non essere stati invitati al suddetto ulteriore percorso, sono stati tenuti all’oscuro di tutto: dal momento che la sua nota del 18 settembre scorso non fa alcun cenno ad una preventiva quanto obbligatoria autorizzazione in tal senso dell’Assessore Leonori, non è dato di sapere se ci sia stata effettivamente ed in quale forma (se scritta o semplicemente orale) né se sia dipesa da una sua espressa volontà l’esclusione dal percorso di VAS, Basta Cartelloni e Cittadinanzattiva.  

C’è anche da far presente che l’ultimo comma del precedente art. 33 dispone testualmente che “nelle aree a progettazione unitaria possono essere studiati specifici progetti-tipo degli impianti, anche diversi da quelli utilizzati nella restante parte del territorio capitolino, con l’obiettivo di rafforzarne la riconoscibilità e l’integrazione con gli elementi dell’arredo urbano”. 

L’EUR rientra nella aree a progettazione unitaria, come attesta il seguente estratto, da cui si evince che al confine vi ricade anche viale dell’Oceano Pacifico.

 Immagine.Ambito a progettazione unitaria EUR. png

Riguardo alla suddetta iniziativa del Dott. Francesco Paciello, alcune associazioni di categoria hanno ad ogni modo espresso delle perplessità, a fronte delle quali sembra che sia stato l’Assessore Leonori ad autorizzare il Dott. Francesco Paciello ad incontrarsi soltanto con tali soggetti per chiarire tutte le loro perplessità. 
Stando a quanto mi è stato riferito da chi vi ha personalmente partecipato, l’incontro è avvenuto il 28 ottobre 2014 nella sala riunioni di via dei Cerchi n. 6: erano presenti fra gli altri la Presidente dell’AIPE Daniela Aga Rossi ed il Presidnete della SPAR Gianfranco Festa, il sig. Ranieri Randaccio della SCI, il sig. Oberdan Zuccaroli della Pubbli Roma ed il sig. Alessandro Di Gregorio della Gregor, oltre al rappresentante della Clear Channel. 
È stato trattato l’obbligo di convertire i formati di mt. 4 x 3 in formati di mt. 3 x 2 di equivalente superficie ed è stata riconosciuta la necessità di uniformare quanto meno il colore di tutti questi impianti di minori dimensioni: sembra che il Dott. Paciello abbia indicato tre criteri, due dei quali riguardanti l’uguale colore grigio e la necessità di evitare impianti fatiscenti. 
A questo punto Daniela Aga Rossi, Ranieri Randaccio, Oberdan Zuccartoli ed Alessandro Di Gregorio hanno proposto di farne oggetto di una “sperimentazione” da effettuare proprio su viale dell’Oceano Pacifico, che sarebbe stata accolta da tutti i presenti. 
METTO IN RISALTO AL RIGUARDO CHE RISPETTO AL PERCORSO ATTIVATO DAL DOTT. FRANCESCO PACIELLO, A CUI HA INVITATO A PARTECIPARE FORMALMENTE TUTTE E 7 LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA, LA SUA CANALIZZAZIONE A LIVELLO SPERIMENTALE SU VIALE DELL’OCEANO PACIFICO È PARTITA INTANTO DALL’AIPE E DALLE DITTE PUBBLICITARIE PRESENTI QUEL GIORNO ED ACCOLTA PASSIVAMENTE DAL DOTT. FRANCESCO PACIELLO, SENZA RITENERE DI DOVERNE INFORMARE ANCHE E SOPRATTUTTO SIA LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA ASSENTI QUEL GIORNO (COME L’AAPI) CHE LE DITTE PUBBLICITARIE CHE NON HANNO POTUTO PARTECIPARE ALL’INCONTRO PERCHÉ NON INVITATE PER POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (COME SEMBRA CHE SIA STATO FATTA LA CONVOCAZIONE PER QUELLA RIUNIONE RISERVATA NON A TUTTI). 
Metto ancor più in risalto la presenza a quella riunione dell’Avv. Gianluca Giattino, responsabile di Aequa Roma che ha redatto il PRIP, riguardo al quale così come riguardo ai Piani di Localizzazione non dovrebbe avere nessuna incidenza l’ulteriore percorso di partecipazione: così non sembra invece essere, a giudicare dagli atti successivamente prodotti.  
Come precisato dalla stessa Daniela Aga Rossi il successivo 30 ottobre 2014 l’AIPE ha presentato quello che ha definito addirittura “piano” e che in base a quanto dato in pasto alla stampa costituirebbe un progetto-tipo valido per tutti i tipi e formati di impianti, dal minimo formato di cm. 100 x 70 del parapedonale al massimo formato di mt. 3 x 2, ma non dovrebbe avere niente a che fare con la “sperimentazione” voluta in viale dell’Oceano Pacifico.  
La proposta della suddetta strada sembrerebbe invece essere stata implicitamente accolta dalla stesso Assessore Leonori: ne dà una conferma indiretta la seguente Nota prot. n. QH 82072 del 1 dicembre 2014 che ha per oggetto i “Primi interventi in attuazione del PRIP” ed è indirizzata sempre alle stesse 7 associazioni di categoria. 

 Immagine.Nota Paciello del 1 dicembre 2014
Immagine.Nota Paciello del 1 dicembre 2014.1 

Come si può vedere, si parla di “indirizzi” che l’Assessore Leonori avrebbe dato al Dott. Francesco Paciello, “in merito alla necessità, nelle more della definizione del PRIP, di dare attuazione alle relative prescrizioni in alcune vie e/o piazze ove si ravvisi un’elevata presenza di impianti abusivi, oppure una disordinata concentrazione di impianti autorizzati tali da incidere negativamente sul decoro della città. 

Debbo preliminarmente mettere in grande risalto l’impropria quanto contraddittoria espressione “nelle more della definizione del PRIP”, perché lascia implicitamente intendere che il PRIP benché definitivamente approvato dall’Assemblea Capitolina debba essere ancora “definito” non si capisce bene in chissà quali parti. 
Rilevo in secondo luogo la stridente contraddizione che si evince nel voler dare attuazione alle prescrizioni del PRIP solo “in alcune vie e/o piazze” e non in tutte, giustificando questo strano modo di procedere con la elevata presenza di impianti abusivi, quasi a lasciar intendere che dove questa presenza non è elevata gli impianti abusivi (ad esempio i “senza scheda”) possono continuare a dormire sogni tranquilli, ignorando per di più bellamente che la natura abusiva di questi impianti non è stabilita dalle Norme del PRIP, ma dal Codice della Strada e dal Regolamento di Pubblicità. 
Trovo addirittura risibile che si cerchi di giustificare questi primi interventi dove c’è una “disordinata concentrazione di impianti autorizzati tali da incidere negativamente sul decoro della città”, perché è un autogol che si sta facendo il Comune riconoscendo che proprio gli impianti da lui autorizzati danneggiano l’immagine della città. 
Trovo inoltre del tutto inaccettabile ed incoerente che gli stessi interventi in attuazione del PRIP non siano estesi a tutta la città e se ne deleghi invece l’individuazione di dove agire “allo scopo di sperimentare quanto previsto dalla normativa ed, eventualmente, adottare ogni utile modifica per la migliore realizzazione dell’interesse pubblico“. 
PER COME SONO PORTATO A GIUDICARE DALLA SUCCESSIONE FIN QUI DESCRITTA DEGLI ATTI, LA NOTA IN QUESTIONE DEL 1 DICEMBRE È PER ME LA “BENEDIZIONE” CHE È STATA FATTA DARE A POSTERIORI DALL’ASSESSORE MARTA LEONORI SU UN PERCORSO DI PARTECIPAZIONE CHE È STATO PRESUMIBILMENTE DA LEI PROMOSSO ALL’INIZIO IN PERFETTA BUONA FEDE, MA CHE STRADA FACENDO È STATO DEFORMATO E COMUNQUE SFRUTTATO PER RIMETTERE IN DISCUSSIONE IL PRIP SE NON ANCHE PER INFLUENZARE I PIANI DI LOCALIZZAZIONE, SENZA PERÒ CHE LA LEONORI STESSA VI ABBIA FIN QUI RAVVISATO NIENTE DI ANORMALE O ILLEGITTIMO.  
A me personalmente non risulta affatto che la “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP preveda una qualche forma di sperimentazione. 
Cosa vuol dire esattamente “adottare ogni utile modifica per la migliore realizzazione dell’interesse pubblico” ?  
Modificare che cosa ?  
Le Norme Tecniche di Attuazione del PRIP oppure le schede tecniche allegate ad esse ? 
Nella seconda parte della suddetta nota sui “primi interventi in attuazione del PRIP” il Dott. Francesco Paciello afferma che “è stato ritenuto utile la rappresentazione cartografica di un Piano di Localizzazione avviando una fase di confronto con le SS.LL. che, come peraltro avvenuto con il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, possa attraverso proposte ed interventi diretti, concretizzare la partecipazione popolare su un documento fondamentale per la città”.  
Se debbo interpretare alla lettera il suddetto passo, trovo in termini di “metodo” quanto meno anomalo che si sottoponga al confronto con le associazioni di categoria la “rappresentazione cartografica di un Piano di Localizzazione” per avviare una fase di confronto esclusivamente con loro che si tradurrebbe in un inammissibile allungamento dei tempi di adozione dei 15 Piani di Localizzazione, escludendo per giunta dalla“partecipazione popolare” cittadini, comitati ed associazioni, come VAS, Basta Cartelloni e Cittadinanzattiva, quando il “confronto” è ampiamente possibile dopo l’adozione, in termini di osservazioni e confronti vari con tutti i 15 i Municipi di Roma che saranno chiamati ad esprimere il loro parere obbligatorio, ancorché consultivo. 
Anche a non voler intravedere un nesso diretto con quanto concordato il precedente 28 ottobre, il Dott. Francesco Paciello ha trasmesso la nota relativa all’intervento di riqualificazione di viale dell’Oceano Pacifico in cui conferma (non si sa quanto casualmente) la scelta di tale strada, dove a suo dire sarebbero stati già rimossi tutti gli impianti “senza scheda” che vi risultavano illecitamente installati, mentre sono da rimuovere 35 impianti di ben 16 ditte pubblicitarie del riordino, tra i quali spiccano in misura maggiore i 13 della ditta Urbe Pubblicità di Franco e Stefano Cappelli e C., ed in misura minore i 2 delle ditte Clear Channel Affitalia, D & D Outdor Advertising, Media Group Unipersonale (ex MG), Moretti Pubblicità, Pubbli Roma Uninominale, IGP Décaux e Spot Pubblicità. 
Continuando a chiedersi quali possano essere state le ragioni che hanno spinto ad una “riqualificazione” proprio di viale dell’Oceano Pacifico, per trovare un motivo che giustifichi caso mai la revoca di tutte le ubicazioni dei 35 impianti attualmente presenti sono andato a verificare la classificazione di tale strada che ne fa il PRIP e la sottozona in cui ricade (che è la B2): riporto al riguardo il seguente estratto della Tavola 1.11.

Immagine.Estratto tavola 1.11
Immagine.Legenda tipi stradali PRIP 

Come si può bene vedere, viale dell’Oceano Pacifico è classificata come tipo stradale ST 16, ed ha quindi un indice di affollamento di 16 mq. ogni 100 metri lineari. 

Ma se la riqualificazione di tale strada fosse concretizzabile con il rispetto del suddetto indice di affollamento, allora il Dott. Francesco Paciello dovrebbe spiegare con quali criteri prescrive, a pena di sanzione, la rimozione dei suddetti 35 impianti e non degli altri che vi rimangono. 
Revocare delle concessioni in un momento di transizione durante il quale gli operatori che ne hanno i requisiti e gli impianti che rispondono a determinate caratteristiche possono rimanere attivi presta il fianco ad un contenzioso, perchè alcuni vengono penalizzati rispetto ad altri. 
A tal riguardo non posso tacere che alla fine del “percorso di partecipazione” e precisamente alla fine dell’ultima seduta che si è svolta il 26 marzo 2014 il Presidente Corsetti aveva concordato di costituire un gruppo di lavoro (subito accettato, se non proposto in separata sede dall’AIPE) che avrebbe dovuto mettersi a progettare la “massimizzazione” degli impianti installabili su 4 strade che avrebbe scelto assieme al dott. Paciello (piazzale della Radio, viale Marconi, piazza Bologna e via del Corso) accogliendo anche la proposta del sig. Ranieri Randaccio di aggiungervi il tratto della via Salaria libero da case quanto meno da un lato. 

Si trattava, guarda la coincidenza, di una “sperimentazione” ante litteram proposta dall’AIPE, che l’ha poi concretizzata su tre strade (via Cavour, via Catanzaro e via Guglielmo Marconi).  
A fronte di tutti questi retroscena, sorge fin troppo spontaneo l’interrogativo se il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari annunciato ai Mass media il 27 novembre scorso da Daniela Aga Rossi abbia qualche legame diretto con l’iniziativa formalizzata il successivo 5 dicembre dal Dott. Francesco Paciello. 

Nel 2° dei due articoli pubblicati il 27 novembre 2014 su “Esterniamo” era riportato il seguente passo: ”In questa direzione si è orientata anche la giunta capitolina con la sua richiesta alle Associazioni nazionali di categoria di uno studio per realizzare dei progetti di impianti pubblicitari che caratterizzino la città con il loro design ed i loro materiali”. 

Ne deriva a tal ultimo riguardo il seguente più che giustificato interrogativo: oltre che alla immediata attuazione alle prescrizioni del PRIP, liberando viale dell’Oceano Pacifico in via sperimentale, l’Assessore Leonori o chi per lei ha voluto per caso dare immediata attuazione anche al progetto presentato dall’AIPE, sperimentandolo proprio su viale dell’Oceano Pacifico per installarvi i nuovi cartelloni al posto di quelli che verranno rimossi, magari senza alcuna pubblicità, al solo scopo dimostrativo di far vedere la differenza che ci sarà tra oggi e domani ? 

Al suddetto interrogativo mi sento di invitare l’Assessore Leonori a verificare ad ogni modo la coerenza della Presidente dell’AIPE che da un lato fa delle lodi sperticate al “metodo” avviato di coinvolgere gli operatori chiedendo loro di presentare progetti per disegnare la città del futuro e dall’altro lato presenta ricorso al TAR del Lazio per impugnare proprio il PRIP .  

L’Assessore Leonori non può continuare a tacere e far finta di non accorgersi di quanto sta accadendo intorno a lei, specie di questi tempi in cui l’inchiesta penale su “Mafia Capitale” dovrebbe spingere ad una trasparenza ancora maggiore a tutela della sua immagine e di un suo operato cristallino della Amministrazione Capitolina.

AGGIORNAMENTO

Come già scritto, nel corso della riunione che c’è stata il 28 ottobre 2014 nella sala riunioni di via dei Cerchi n. 6 Daniela Aga Rossi, Ranieri Randaccio, Oberdan Zuccaroli ed Alessandro Di Gregorio hanno proposto di fare una “sperimentazione” proprio su viale dell’Oceano Pacifico. 

La “sperimentazione” concordata in linea di massima il 28 ottobre scorso, che avrebbe comunque dovuto essere formalizzata dall’associazione di categoria AIPE, si è tramutata invece in un progetto di “riqualificazione” di viale dell’Oceano Pacifico redatto non solo da Ranieri Randaccio della SCI, da Oberdan Zuccaroli della Pubbli Roma e da Alessandro Di Gregorio della Gregor, ma anche da Rodolfo Moretti della Rodolfo Moretti Pubblicità, da Alfredo Grandinetti della Sarila e dal rappresentante della Pateo Uninominale, che è subentrata con questa nuova denominazione sociale allo Studio M Pubblicità. 

l progetto è stato presentato e registrato al prot. QH/74748 dell’11 novembre 2014.  
Per un opportuno confronto metto in risalto che con la Nota prot. n. QH/83458 del 5 dicembre 2014 il Dott. Francesco Paciello aveva chiesto la rimozione spontanea dei seguenti impianti pubblicitari installati su viale dell’Oceano Pacifico di proprietà della SCI, della SARILA, della PUBBLI ROMA e della RODOLFO MORETTI PUBBLICITÀ:

SCI (0040/A0743/P e 0040/AH640/P);

SARILA (0064/AT045/P);
 
PUBBLI ROMA (0049/BU334/P e 0049/AA731/P);

MORETTI PUBBLICITÀ (0023/AS951/P e 0023/BM532/P). 

Essendo stato presentato un mese prima il progetto di “riqualificazione” da parte delle suddette 4 ditte, sorge a questo punto spontaneo chiedersi se il Dott. Francesco Paciello ne fosse a conoscenza e quindi abbia ciò nonostante chiesto ugualmente la rimozione spontanea dei suddetti 7 impianti di loro proprietà. 

Se ne deve dedurre ad ogni modo che anche le altre due ditte (Gregor e Pateo Uninominale) abbiano dei propri impianti installati su viale dell’Oceano Pacifico, che si preoccupano di “riqualificare” migliorando quindi non solo il decoro urbano della strada in questione, ma anche contestualmente la posizione dei propri impianti e conseguentemente i propri interessi.  

Solo nella tarda mattinata di oggi, a distanza praticamente di quasi un mese esatto dalla presentazione del progetto di “riqualificazione”, il Dott. Francesco Paciello ha ritenuto di rispondere con la seguente Nota prot. QH86051 del 12 dicembre 2014., indirizzata via PEC per conoscenza anche alle altre 11 ditte pubblicitarie a cui il 5 dicembre scorso ha trasmesso l’invito-diffida a rimuovere i propri impianti parimenti installati su viale dell’Oceano Pacifico (manca la ditta RAPPRESENTANZE GENERALI di MAINARDI G. & C S.r.l in quanto fallita o comunque cancellata dalla Nuova Banca Dati).

 Immagine.Nota prot. QH 86051 del 12 dicembre 2014 

Come si può ben vedere, la trasmissione per conoscenza alle suddette 11 ditte pubblicitarie si spiega con la motivazione addotta dal Dott. Francesco Paciello, secondo cui la proposta “non può essere presa in considerazione in quanto non partecipano al progetto tutti gli operatori che hanno impianti pubblicitari sulla Via in questione ”. 

Il Dott. Francesco Paciello ribadisce che “conseguentemente, l’intervento di riqualificazione è stato avviato sulla base delle determinazioni assunte d’ufficio dall’amministrazione e contenute nella nota prot. QH783458 del 05/12/2004 [errore di battitura, ndr,], ciò al fine di assicurare, a tutte le Società che hanno impianti pubblicitari sulla stessa strada, parità di condizioni sulla base del ruolo di garanzia che compete a questa Direzione. 

Tenendo presente al riguardo che il Dott. Francesco Paciello non ha spiegato i vizi di legittimità che avrebbe rilevato sui 35 impianti che ha chiesto di rimuovere, dovrebbe a maggior ragione spiegare – proprio riguardo alla “parità di condizioni” – perché ritiene invece del tutto regolai le posizioni degli impianti di proprietà della Gregor e della Pateo Uninominale. 

La nota si chiude precisando che “con separata nota saranno comunicati i criteri individuati per la rassegnazione dell’ubicazione dei soli impianti pubblicitari rimossi spontaneamente”.  

Mi auguro che a monte dei “criteri”, individuati peraltro solo per le ditte “virtuose” che rimuoveranno spontaneamente i loro impianti, verranno chiarite le ragioni tecniche e giuridiche che “legittimano” queste rimozioni per una “riqualificazione” di cui bisognerebbe spiegare perché si sia orientata proprio su viale dell’Oceano Pacifico.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

“Sperimentazione”: la rettifica del Dott. Francesco Paciello

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/sperimentazione-la-rettifica-del-dott-francesco-paciello/


Su questo stesso sito il 12 dicembre 2014 ho pubblicato un articolo dal titolo “La doppia equivoca ‘sperimentazione’ del Comune di Roma” (http://www.vasroma.it/la-doppia-equivoca-sperimentazione-del-comune-di-roma/), che della Nota prot. n. QH 83458 del 5 dicembre 2014del Dott. Francesco Paciello dava notizia che si doveva dare immediata attuazione solo in via sperimentale della “riqualificazione” di viale dell’Oceano Pacifico, prescrivendo la rimozione di 35 impianti “considerati abusivi perché in violazione dell’autorizzazione, ai sensi dell’art. 2 del Regolamento di Pubblicità”. 

A tal ultimo riguardo ho messo in evidenza che il richiamato art. 2 del Regolamento di Pubblicità riguarda le “Definizioni” ed è pertanto errato: il Dott. Francesco Paciello intendeva forse riferirsi al 2° comma dell’art. 1 che nell’ultimo periodo dispone testualmente che “le iniziative pubblicitarie svolte con qualunque mezzo nel territorio del Comune di Roma in difetto o in violazione della prescritta autorizzazione, ovvero comunque non contemplate nel presente Regolamento, o non autorizzate da altri Enti ai sensi dell’art. 23 comma 4 del Codice della strada, sono da considerarsi abusive a tutti gli effetti.” 

Con la seguente Nota prot. n. QH/86409 del 15 dicembre 2014 il Dott. Francesco Paciello ha dimostrato di avere letto il mio articolo e di avermi dato ragione, perché ha sentito l’obbligo istituzionale di rettificare il “mero errore materiale” riportato al comma 8. 

Immagine.Nota prot. QH 86409 del 15 dicembre 2014

Gliene dò atto e merito, anche se avrei preferito che – magari con una specifica apposita separata nota – avesse chiarito in che cosa consista esattamente l’intervento di “riqualificazione” su viale dell’Oceano Pacifico ed in che misura coincida con i “primi interventi in attuazione del PRIP” e comunque rientri negli indirizzi che avrebbe fornito l’Assessore Leonori “nelle more della definizione del PRIP”, dichiarate nella Nota prot. n. QH 82072 del 1 dicembre 2014 sempre del Dott. Paciello parlando esplicitamente di “adottare ogni utile modifica per la migliore realizzazione dell’interesse pubblico”.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Rallentamenti nella grande riforma dei cartelloni a Roma? Marta Leonori risponde alle nostre perplessità. Che restano tali e quali

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal blog Roma fa schifo:
http://www.romafaschifo.com/2014/12/rallentamenti-nella-grande-riforma-dei.html



Ho letto in questi ultimi giorni le preoccupazioni da parte di chi ha sostenuto negli anni una lotta contro il degrado dovuto alla proliferazione di cartelli pubblicitari abusivi.
Il timore sarebbe che, dopo la storica approvazione del PRIP, non si voglia poi procedere speditamente con gli atti conseguenti per ripristinare decoro della città, aumentare le risorse economiche e fornire servizi all’altezza di tante altre città europee.
Niente di più sbagliato! Ribadisco la mia più ferma intenzione di portare a compimento tutto il percorso che riguarda gli impianti pubblicitari e la pubblicità esterna nella città.
A volte i tempi subiscono allungamenti non voluti, ma questo non deve essere interpretato come un ripensamento o un’accondiscendenza a pressioni contrarie.
In Giunta approvammo nel dicembre 2013 la cancellazione di quella sorta di sanatoria che andava sotto il nome di “impianti senza scheda”; si poteva fare prima? Può darsi, ma è stato fatto, e nei mesi successivi è stato possibile eliminare circa 5.000 impianti dal territorio, nei tempi corretti, attendendo anche che il TAR convenisse con le ragioni dell’Amministrazione.


Avrei voluto approvare il PRIP all’inizio del 2014, così non è stato, ma ci siamo riusciti a luglio. E dico “ci siamo riusciti” perché è stato importante anche il supporto delle associazioni, dei blog e di tutti quei cittadini che hanno considerato una giusta battaglia di civiltà superare anni di disordine e illegalità in questo settore.
Ora i prossimi principali passi sono: l’approvazione dei Piani di localizzazione e la pubblicazione successiva delle gare per l’assegnazione di tutti gli spazi pubblicitari.
Anche qui i tempi non sono sempre quelli desiderati: da un lato stiamo attendendo nei prossimi giorni la decisione del TAR sugli innumerevoli ricorsi presentati contro il PRIP e il nuovo Regolamento, dall’altro abbiamo dovuto attendere il 30 novembre l’approvazione dell’assestamento di bilancio che ha messo a disposizione le risorse economiche per la predisposizione dei Piani.
Ora con l’affidamento entro la fine dell’anno dell’incarico a Aequa Roma - e augurandoci che il giudice amministrativo riconosca la correttezza dei nostri atti - da marzo potremo confrontarci sui Piani redatti per poter poi procedere all’indizione delle gare.
Riguardo la sperimentazione, che tanto scalpore ha sollevato, voglio specificare che questa semplice prova non sostituisce né rallenta in alcun modo il percorso descritto. Avverrà contemporaneamente alla redazione dei Piani, potrà fornire magari qualche utile elemento da tenere in considerazione dal punto di vista tecnico, ma sarà soprattutto una prima proiezione (anche comunicativa) di ciò che sarà la pubblicità esterna a Roma dopo l’assegnazione delle gare.
Vi ringrazio per la vostra attenzione sempre alta e vigile e vi rassicuro, tuttavia, che il mio impegno e quello della giunta non verrà meno sulla strada delle regole e di uno sviluppo sano, sostenibile e condiviso.
Con i miei più cordiali saluti
Marta Leonori


*Grazie all'assessore per i chiarimenti riferiti a questo articolo.
Noi tuttavia continuiamo ad avere la sensazione che la sperimentazione, di cui non si intravede il senso neppure in questa pur articolata spiegazione, serva alle dittuncole della cartellopoli romana (che la sperimentazione hanno proposto e che se la sono vista guarda caso formalmente rifiutare ma di fatto accettare) solo per accreditarsi e allisciarsi un pochino il Comune in vista delle gare, oltre che per perdere tempo preziosissimo. Rimaniamo piuttosto convinti di questo e lo siamo ancor di più dopo questa lettera: a cosa serve, infatti, sperimentare su una strada proprio quando si dichiara di voler andare diretti e spediti alla meta? Se si va alla meta non serve sperimentare, perché a breve si possono avere risultati d'eccellenza realmente, non per finta. A cosa serve sperimentare se ci si inscrive in un tracciato sperimentato già, da vent'anni, da tutte le altre città occidentali?
Il motivo per cui le dittuncole, secondo i 'pregiudizi' di Roma fa Schifo avrebbero proposto questa sperimentazione per allisciarsi l'amministrazione? Semplice. Perché se i bandi verranno scritti in un modo, la città sarà trasformata e vi sarà spazio solo per quei quattro o cinque grandi operatori internazionali (che sono quelli che gestiscono le affissioni in tutte le grandi città del mondo, ma guardaunpo'); se le gare invece saranno scritte in un altro modo, se i lotti saranno porzionati in maniera sballata, allora il business romano diverrà poco appetibile per le ditte serie e per i capitali internazionali che magari eviteranno di confondersi e lasceranno spazio di nuovo a loro, a coloro che ci hanno ridotto in questa condizione di degrado, pericolo e criminalità unica al mondo. E' su questa sottigliezza che lavorano le lobby e le pressioni sull'amministrazione. 

Confidiamo che Marta Leonori e il suo staff si rendano conto della partita cruciale che si stanno giocando. Stiamo parlando di un comparto che muove affari di dimensioni tali che gli intrallazzi di Buzzi e Carminati sono spicciolini. 

O si stravince o si straperde, non c'è spazio per un risultato onorevole, un buon pareggio in trasferta o per qualsiasi altra forma di compromesso. O Roma diventa una città normale, paragonabile a Londra, Madrid, Parigi, oppure rimane quello che è con enorme danno per le casse del Comune e per i servizi per i cittadini. Noi sappiamo perfettamente e ci rendiamo conto in maniera totale del livello di feccia, di intimidazioni, di pressioni e di minacce che chi prova a scardinare sistemi di potere e rendite di posizione subisce. Conosciamo il livello dei personaggi che fanno pressioni sull'amministrazione, ma proprio perché i personaggi sono questi non pensate che andrebbero spazzati via da questo business specifico e dalla nostra città tutta in generale?

Roma è stata male amministrata per decenni. Di questo mal governo molti sono profittati. Per sistemare le cose occorre scontentare questa fascia di persone e di imprese. Non se ne esce. Occorre scontentarli. 

E invece si procede con cautela, sperimentando... Con questa sperimentazione, con le voci di bandi che verranno scritti su misura per non infastidire troppo le dittuncole, con questi rallentamenti (magari non dipesi dall'assessorato, per carità) che tipo di messaggio sta mandando la nostra città al settore dell'adv esterno nel mondo? 


Eppure i fatti di Piazza Navona dovrebbero essere d'insegnamento. Anche lì assessori e presidenti tutto sommato avrebbero preferito prorogare e buonanotte. Per quieto vivere e per non doversi sobbarcare l'onere dello scontro con la feccia. Poi per vari motivi si sono ritrovati a fronteggiare una situazione nuova e i risultati li pongono direttamente dentro la storia: con un bando minimamente civile, infatti, gli operatori incivili vanno via, non hanno cittadinanza ne si adattano in una piattaforma di legalità. A Piazza Navona questo modello ha avuto risultati clamorosi: il modello va replicato.

Se le cose andranno come si deve non avremo problemi a dare atto, come abbiamo fatto più volte in passato, all'Assessore Leonori dei suoi successi e delle sue rivoluzioni. Se invece così non sarà non potremo fare a meno che farlo notare con la massima forza. In questo momento siamo guardinghi e pessimisti. Speriamo tantissimo di sbagliarci, anche perché oggi come oggi ogni giorno perso rappresenta un disastro in termini di economia e di legalità per la città.
-RFS

“Sperimentazione”: le troppo vaghe precisazioni dell’Assessore Marta Leonori

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/sperimentazione-le-troppo-vaghe-precisazioni-dellassessore-marta-leonori/


In un articolo pubblicato l’11 dicembre scorso su “Roma fa schifo” che riguardava la “sperimentazione” annunciata il 1 dicembre 2014 si ponevano le seguenti domande: "Perché si dice che il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari – il Prip – deve ora essere sperimentato per vedere se funziona, per magari farci eventuali modifiche? Ma stiamo scherzando? E tutto questo verrebbe da input della Leonori in persona? Trasecoliamoveramente". (http://www.romafaschifo.com/2014/12/finira-mai-lo-scandalo-cartellopoli.html)

L’Assessore Leonori ha voluto dare un seguito alle suddette domande così come all’intero articolo con il seguente messaggio pubblicato ieri sempre sul sito htpp://www.romafaschifo.com.

Ho letto in questi ultimi giorni le preoccupazioni da parte di chi ha sostenuto negli anni una lotta contro il degrado dovuto alla proliferazione di cartelli pubblicitari abusivi. 
Il timore sarebbe che, dopo la storica approvazione del PRIP, non si voglia poi procedere speditamente con gli atti conseguenti per ripristinare decoro della città, aumentare le risorse economiche e fornire servizi all’altezza di tante altre città europee. 
Niente di più sbagliato!  
Ribadisco la mia più ferma intenzione di portare a compimento tutto il percorso che riguarda gli impianti pubblicitari e la pubblicità esterna nella città. 
A volte i tempi subiscono allungamenti non voluti, ma questo non deve essere interpretato come un ripensamento o un’accondiscendenza a pressioni contrarie. 
In Giunta approvammo nel dicembre 2013 la cancellazione di quella sorta di sanatoria che andava sotto il nome di “impianti senza scheda”; si poteva fare prima? 
Può darsi, ma è stato fatto, e nei mesi successivi è stato possibile eliminare circa 5.000 impianti dal territorio, nei tempi corretti, attendendo anche che il TAR convenisse con le ragioni dell’Amministrazione. 
Avrei voluto approvare il PRIP all’inizio del 2014, così non è stato, ma ci siamo riusciti a luglio. 
E dico “ci siamo riusciti” perché è stato importante anche il supporto delle associazioni, dei blog e di tutti quei cittadini che hanno considerato una giusta battaglia di civiltà superare anni di disordine e illegalità in questo settore.
Ora i prossimi principali passi sono: l’approvazione dei Piani di localizzazione e la pubblicazione successiva delle gare per l’assegnazione di tutti gli spazi pubblicitari. 
Anche qui i tempi non sono sempre quelli desiderati: da un lato stiamo attendendo nei prossimi giorni la decisione del TAR sugli innumerevoli ricorsi presentati contro il PRIP e il nuovo Regolamento, dall’altro abbiamo dovuto attendere il 30 novembre l’approvazione dell’assestamento di bilancio che ha messo a disposizione le risorse economiche per la predisposizione dei Piani. 
Ora con l’affidamento entro la fine dell’anno dell’incarico a Aequa Roma – e augurandoci che il giudice amministrativo riconosca la correttezza dei nostri atti – da marzo potremo confrontarci sui Piani redatti per poter poi procedere all’indizione delle gare. 
Riguardo la sperimentazione, che tanto scalpore ha sollevato, voglio specificare che questa semplice prova non sostituisce né rallenta in alcun modo il percorso descritto. 
Avverrà contemporaneamente alla redazione dei Piani, potrà fornire magari qualche utile elemento da tenere in considerazione dal punto di vista tecnico, ma sarà soprattutto una prima proiezione (anche comunicativa) di ciò che sarà la pubblicità esterna a Roma dopo l’assegnazione delle gare. 
Vi ringrazio per la vostra attenzione sempre alta e vigile e vi rassicuro, tuttavia, che il mio impegno e quello della giunta non verrà meno sulla strada delle regole e di uno sviluppo sano, sostenibile e condiviso. 
Con i miei più cordiali saluti. 
Marta Leonori 

In termini di “metodo” non posso esimermi dal lamentare questo modo di comportarsi a fronte di un problema di non secondaria importanza quale è quello della “sperimentazione” su cui erano stati espressi dei primi dubbi in un articolo pubblicato il 27 novembre 2014 sul sito “htpp://bastacartelloni.it” e sono piovute poi critiche aperte l’11 dicembre 2014 sul sito “htpp://romafaschifo.com” ed il giorno dopo sul sito “htpp://www.vasroma.it con un mio articolo. 

Il mio articolo si chiudeva testualmente nel seguente modo: “L’Assessore Leonori non può continuare a tacere e far finta di non accorgersi di quanto sta accadendo intorno a lei, specie di questi tempi in cui l’inchiesta penale su ‘Mafia Capitale’ dovrebbe spingere ad una trasparenza ancora maggiore a tutela della sua immagine e di un operato cristallino della Amministrazione Capitolina. 

L’Assessore Leonori ha preferito una “risposta” del tutto personale a “Roma fa schifo”, senza nemmeno ritenere di estenderla quanto meno anche a “Basta Cartelloni” e “VAS Roma”, se non altro per la parte del messaggio che riguarda proprio la “sperimentazione”, invece di fare un vero e proprio comunicato ufficiale riferito a tutti ed in particolare anche alle ditte pubblicitarie. 
In termini di “merito”, riguardo al contenuto del messaggio di posta elettronica, l’Assessore Leonori fa sapere che il grave ritardo nell’assegnazione dell’incarico per la redazione dei 15 Piani di Localizzazione è dovuto al fatto che si è “dovuto attendere il 30 novembre l’approvazione dell’assestamento di bilancio che ha messo a disposizione le risorse economiche per la predisposizione dei Piani”: il bilancio di assestamento è stato comunque approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 124 del 27 e 28 novembre 2014. 

L’Assessore Leonori nonfa sapere inoltre a chi sia stato dato l’incarico di redigere i 15 Piani di Localizzazione,  anche se appare più che presumibile che sia la S.p.A. “Aequa Roma” che ha già redatto il PRIP.

Con riferimento agli impianti cosiddetti “senza scheda” l’Assessore Marta Leonori afferma che “nei mesi successivi è stato possibile eliminare circa 5.000 impianti dal territorio, nei tempi corretti”: debbo purtroppo rilevare che l’affermazione non risponde del tutto al vero. 
Come dichiarato in un comunicato stampa pubblicato sul sito del Comune, 5.000 circa è il numero complessivo degli impianti pubblicitari “senza scheda” esistenti sul territorio all’atto della deliberazione della Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2014 che ne ha prescritto la rimozione, che secondo l’interpretazione che ne è stata poi data sarebbe dovuta avvenire entro il 19 marzo scorso, stando agli inviti-diffida a rimuovere spontaneamente tali impianti ad opera delle ditte che ne sono proprietarie, trasmessi ai primi di febbraio del 2014 dal Dott. Francesco Paciello. 

Stando sempre alle cifre fornite in altra sede dall’Assessore Leonori, l’invito-diffida a rimuovere spontaneamente i propri impianti avrebbe portato a registrarne come effettivamente rimossi entro la data del 19 marzo 2014 appena 700 impianti circa. 

Grazie ai ricorsi contro gli inviti-diffida presentati da diverse ditte pubblicitarie sia al TAR prima che al Consiglio di Stato dopo, tutti comunque rigettati, è rimasto tutto fermo praticamente fino allo scorso mese di ottobre, senza però che a tutt’oggi si registrino le rimozioni dei circa più di 4.000 impianti rimanenti. 

Anziché a rimozioni più che dovute, si assiste ad una corsa sempre più sfrenata a convertire gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 in due impianti di mt. 3 x 2.

L’Assessore afferma di stare “attendendo nei prossimi giorni la decisione del TAR sugli innumerevoli ricorsi presentati contro il PRIP e il nuovo Regolamento”, ma non fa sapere quanti siano stati in tutto i ricorsi presentati né precisa il numero di quelli che hanno impugnato solo il PRIP ed il numero di quelli che hanno invece impugnato le modifiche ed integrazioni apportate al Regolamento. 

Da voci raccolte ma non ancora ufficialmente confermate sembra che proprio nella giornata di oggi sia stata fissata l’udienza del TAR sulla richiesta di sospensiva non si sa se nei confronti della deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014 (PRIP) oppure nei confronti della deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014 (modifiche ed integrazioni del Regolamento) o nei confronti di tutti e due (in tal caso anche con più di un singolo ricorso). 
Né VAS né Basta Cartelloni né Cittadinanzattiva sono stati messi in condizioni di poter intervenire ad opponedum contro i ricorrenti ed a difesa dei due atti dell’Assemblea Capitolina.
Mi aspetto che l’Assessore Leonori comunichi almeno ufficialmente prima o poi il numero esatto dei ricorsi presentati sia contro il PRIP che contro il Regolamento, facendo sapere l’esito che ha avuto ognuno di essi.  

Per quanto riguarda infine la sperimentazione l’Assessore Leonori ha voluto specificare che “questa semplice prova non sostituisce né rallenta in alcun modo il percorso descritto”, vale a dire nell’immediato la redazione dei Piani di Localizzazione sulla base della disciplina dettata dalla Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP. 

Metto in evidenza che nella Nota prot. QH 82072 del 1 dicembre si parla di “indirizzi” che l’Assessore Leonori avrebbe “formulato” al Dott. Francesco Paciello “nelle more della definizione del PRIP … allo scopo di sperimentare quanto previsto dalla normativa” del PRIP “ed eventualmente adottare ogni utile modifica …”. 

La precisazione dell’Assessore Leonori è troppo vaga perché ha la valenza di una semplice garanzia che non spiega come e dove possa essere “definito” il PRIP bypassando l’Assemblea Capitolina che l’ha definitivamente approvato: non chiarisce soprattutto se le eventuali modifiche riguardino il PRIP o direttamente i Piani di Localizzazione e quale sia comunque l’esatta natura di “ogni utile modifica”.  

In un caso come nell’altro a mio giudizio c’è la rischiosa possibilità di una diretta incidenza sui Piani di Localizzazione in corso di redazione, sia con una eventuale modifica delle schede tecniche allegate alla Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP che con una eventuale sperimentazione di viale dell’Oceano Pacifico in applicazione del suo indice di affollamento stabilito dal PRIP e delle distanze minime prescritte dal Codice della Strada: dal momento che tale strada rientra fra quelle del Piano di Localizzazione del Municipio IX, che si concretizzerà proprio con l’applicazione del suo indice di affollamento stabilito dal PRIP e delle distanze minime prescritte dal Codice della Strada, è del tutto evidente non solo il rischio di una illecita sovrapposizione, ma anche e soprattutto di far rimanere installati nelle posizioni individuate dal Piano di Localizzazione gli impianti pubblicitari del riordino, anziché i nuovi futuri impianti da mettere a gara. 

L’Assessore Leonori ha voluto assicurare che questa “sperimentazione” “sarà soprattutto una prima proiezione (anche comunicativa) di ciò che sarà la pubblicità esterna a Roma dopo l’assegnazione delle gare”. 

Ma se così fosse veramente, perché non ha fatto predisporre delle “slide” che facessero vedere la differenza che ci sarà a regime tra oggi e domani, esattamente come ha fatto il 5 maggio 2014 all’atto della presentazione delle linee guida del PRIP in conferenza stampa? 
Torno a ribadire che l’Assessore Leonori dovrebbe andare oltre la “forma” assiomatica di una “assicurazione” ed essere molto più trasparente nella “sostanza” reale di questa “sperimentazione” in cui a mio giudizio sembra essersi voluta imbarcare del tutto inopportunamente.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

I 7 ricorsi al TAR presentati contro le modifiche e le integrazioni del Regolamento di Pubblicità approvate dall’Assemblea Capitolina

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/i-7-ricorsi-al-tar-presentati-contro-le-modifiche-e-le-integrazioni-del-regolamento-di-pubblicita-approvate-dallassemblea-capitolina/


Con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014 sono state approvate una serie di modifiche ed integrazioni al “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e pubbliche affissioni”.

Da voci raccolte sono venuto a sapere che nella giornata di mercoledì 17 dicembre 2014 il Tar del Lazio aveva fissato l’udienza per la discussione di una serie di ricorsi presentati da diverse ditte pubblicitarie sia contro la deliberazione n. 50 (Regolamento) che contro la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014 (PRIP).

Da una ricerca svolta ieri in Internet sul sito del TAR del Lazio Sezione di Roma ho trovatoben 7 ricorsi presentati tutti controil Regolamento dalle seguenti ditte pubblicitarie. 

DEFI ITALIA (registrata nella Nuova Banca Dati con il codice 0115)

 Immagine.Ricorso DEFI


La Sezione Seconda del TAR ha rinviato aI merito il giudizio sul ricorso 14401/2014 presentato il 21 novembre 2014 

Immagine.Ricorso Defi.1

 

SCI (SOCIETÀ CONCESSIONI INTERNAZIONALI) (registrata nella Nuova Banca Dati con il codice 0040)

 Immagine.Ricorso SCI


La Sezione Seconda del TAR ha pronunciato l’Ordinanza Cautelare n. 06520/2014 accogliendo la richiesta di sospensiva del ricorso n. 14403/2014 presentato il 21 novembre 2014 e fissando l’udienza pubblica nel merito.

Immagine.Ricorso SCI.1
Immagine.Ricorso SCI.2

 

FOX (registrata nella Nuova Banca Dati con il codice 0164, ora cancellato) 

 Immagine.Ricorso FOX


La Sezione Seconda del TAR ha pronunciato l’Ordinanza Cautelare n. 06524/2014 accogliendo la richiesta di sospensiva del ricorso n. 14431/2014 presentato il 21 novembre 2014 e fissando l’udienza pubblica nel merito.

Immagine.Ricorso FOX.2

 

D & D OUTDOR ADVERTISING (registrata nella Nuova Banca Dati con il codice 0062)

 Immagine.Ricorso D&D


La Sezione Seconda del TAR ha pronunciato l’Ordinanza Cautelare n. 06523/2014 accogliendo la richiesta di sospensiva del ricorso n. 14433/2014 presentato il 21 novembre 2014 e fissando l’udienza pubblica nel merito.


Immagine.Ricorso D&D.2

 

WHAYAP (ha la stessa sede della A.P. Italia, registrata nella Nuova Banca Dati con il codice 0010, che è in via Cerchiara n. 45)

 Immagine.Ricorso whayap


La Sezione Seconda del TAR ha pronunciato l’Ordinanza Cautelare n. 06522/2014 accogliendo la richiesta di sospensiva del ricorso n. 14435/2014 presentato il 21 novembre 2014 e fissando l’udienza pubblica nel merito.

 Immagine.Ricorso whayap.1
Immagine.Ricorso whayap.2

 

APA (AGENZIA PUBBLICITÀ AFFISSIONI) (registrata nella Nuova Banca Dati con il codice 0044)

 Immagine.Ricorso APA


La Sezione Seconda del TAR ha pronunciato l’Ordinanza Cautelare n. 06508/2014 accogliendo la richiesta di sospensiva del ricorso n. 14436/2014 presentato il 21 novembre 2014 e fissando l’udienza pubblica nel merito.

Immagine.Ricorso APA.1
Immagine.Ricorso APA.2

 

CLEAR CHANNEL AFFITALIA (registrata nella Nuova Banca Dati con il codice 0025)

 Immagine.Ricorso Clear Channel


La Sezione Seconda del TAR ha pronunciato l’Ordinanza Cautelare n. 06525/2014 accogliendo la richiesta di sospensiva del ricorso n. 14853/2014 presentato il 28 novembre e fissando l’udienza pubblica nel merito.

 Immagine.Ricorso Clear Channel.1
Immagine.Ricorso Clear Channel.2

Da voci raccolte ma non ancora ufficialmente confermate sembrerebbe che la Seconda Sezione del TAR abbia accolto la sospensiva soltanto di una parte del Regolamento di secondaria importanza in cui è stato ravvisato il fumus boni iuris ma che non andrebbe minimamente ad intaccare l’intera intelaiatura delle modifiche e delle integrazioni che sono state apportate al Regolamento.

Sotto questo aspetto la pronuncia della Seconda Sezione del  TAR suona come un rigetto sostanziale dei ricorsi presentati.

Ne sapremo di più non appena verranno pubblicate le suddette 6 Ordinazne Cautelari e dal loro testo si potrà valutare l’esatto contenuto e la conseguente portata delle sospensive che sono state accolte.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) 

Un buon anno da Cartellopoli con le promesse del sindaco. Se verranno esaudite questo blog chiuderà a breve

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Le promesse hanno un valore. Le promesse scritte hanno un valore maggiore. Le promesse videoriprese hanno un valore più grande ancora. Queste parole del sindaco, se si tradurranno in realtà, ci faranno ritrovare qui, alla fine del 2015 con una città completamente trasformata e, finalmente, migliore. Glielo ricorderemo ogni settimana del nuovo anno finché anche questa riforma, a dir poco cruciale per la città, verrà portata a termine dopo trent'anni di sotterfugi, furfanterie, mafie, minacce e miliardi di euro sottratti al Comune e ai cittadini e finiti nelle tasche delle ditte cartellonare.

Il TAR del Lazio accoglie parzialmente il ricorso della SCI sospendendo fino al 20 maggio 2015 la decorrenza della conversione degli impianti pubblicitari di formato 4 x 3

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/il-tar-del-lazio-accoglie-parzialmente-il-ricorso-della-sci-sospendendo-fino-al-20-maggio-2015-la-decorrenza-della-conversione-degli-impianti-pubblicitari-di-formato-4-x-3/


Su questo stesso sito il 19 dicembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “I 7 ricorsi al TAR presentati contro le modifiche e le integrazioni del Regolamento di Pubblicità approvate dall’Assemblea Capitolina”, che dava notizia del loro esito, sinteticamente riportato sul sito del TAR nel seguente modo: “ACCOGLIE FISSA UDIENZA PUBBLICA” (http://www.vasroma.it/i-7-ricorsi-al-tar-presentati-contro-le-modifiche-e-le-integrazioni-del-regolamento-di-pubblicita-approvate-dallassemblea-capitolina/#more-13896). 

Lo stesso giorno sul sito del Comune è stato pubblicato il seguente comunicato stampa: “Il Tar del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva del nuovo Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (Prip) varato a giugno dall’Assemblea Capitolina.  

In una nota congiunta, il sindaco Ignazio Marino e l’assessore capitolino alla Roma Produttiva, Marta Leonori, hanno dichiarato di aver rimodulato nel segno della legalità e del decoro l’offerta di spazi pubblicitari presente in città e che il 60% delle imprese del settore di Roma ha già aderito spontaneamente alle nuove direttive, confermate dal Tar del Lazio, che impongono di ridurre gli impianti dalla misura di 4 x 3 metri a quella di 3 x 2 metri.  

Per tutte le aziende che ancora non si sono adeguate alle nuove normative, il termine per modificare la cartellonistica è stato posticipato dal 31 gennaio al 20 maggio 2015, come segno della volontà di apertura al dialogo con le realtà economiche cittadine. Rimangono per il resto confermate tutte le norme compresa la scadenza delle concessioni e autorizzazioni al 31 dicembre o comunque all’esito delle gare che saranno pubblicate nel 2015”.

Sempre il 19 dicembre 2014 sul sito htpp://www.esterniamo.it è stato pubblicato un articolo dal titolo “IL TAR CONCEDE TEMPO AI CONCESSIONARI (ED AL COMUNE DI ROMA) PER UN PERCORSO CONDIVISO PER IL DECORO”: è stato pubblicato anche su questo sito per farne oggetto di un commento riguardo alle ulteriori informazioni che ha consentito di avere rispetto al suddetto articolo relativo ai 7 ricorsi presentati contro il nuovo Regolamento. (http://www.vasroma.it/il-tar-concede-tempo-ai-concessionari-ed-al-comune-di-roma-per-un-percorso-condiviso-per-il-decoro/?preview=true)
L’articolo pubblicato su “Esterniamo” afferma che “il TAR, con apposita ordinanza, ha fissato il merito per la discussione dei ricorsi al 20 Maggio prossimo, sospendendo di fatto,  fino a tale data, l’ordine di trasformazione dei cartelloni 4×3”, mentre il comunicato stampa del Comune sostiene allo stesso riguardo che “il termine per modificare la cartellonistica è stato posticipato dal 31 gennaio al 20 maggio 2015”.

Sono riuscito ad avere nel frattempo la seguente Ordinanza n. 06520 del 18 dicembre 2014 con cui la Seconda Sezione del TAR del Lazio ha accolto “la domanda cautelare proposta con il ricorso” presentato dalla SCI.

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L’esame delle notizie che vi sono contenute consente di fare chiarezza rispetto anche ad alcuni passaggi equivoci o quanto meno contraddittori contenuti nell’Ordinanza. 

Dalla suddetta Ordinanza vengo anzitutto a sapere per la 1° volta che la deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, con cui è stato approvato il nuovo regolamento comunale di Pubblicità, è stata pubblicata dall’11 al 25 agosto 2014, ma successivamente modificata e ripubblicata dal 19 settembre al 3 ottobre 2014. 

Da voci raccolte ma non ufficialmente confermate sono venuto a sapere che le modifiche che hanno costretto ad una ripubblicazione non hanno minimamente riguardato il testo del Nuovo Regolamento che è rimasto quindi esattamente lo stesso. 

La suddetta precisazione è importante perché mi ha aiutato a fugare del tutto anche il sospetto che fosse stato cambiato il testo del 1° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento, sospetto pienamente legittimato dal fatto che nelle premesse dell’Ordinanza viene “CONSIDERATO che sussiste l’allegato pregiudizio solo limitatamente alla nuova previsione dell’art. 34, comma 1-ter, del Regolamento nella parte in cui fissa al 31 gennaio 2015 il termine per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3”. 
Il testo così come vigente dell’art. 34 del nuovo Regolamento non ha nessun comma 1-ter né fa riferimento alla scadenza del 31 gennaio 2015: legittimava qquindi il mio primo sospetto che fosse stato cambiato con l’aggiunta di un comma 1-ter. 

L’apparente “errore” riguardo al citato comma 1-ter dell’art. 34 sono poi riuscito a spiegarlo con il fatto che il dispositivo della deliberazione n. 50/2014 elenca tutte le modifiche ed integrazioni che l’Assemblea Capitolina ha voluto apportare, fra le quali si sono le due seguenti:

Art. 34 comma 1: abrogare comma 1, 1bis 4, 5 e 5bis.
Art. 34 aggiungere il comma 1ter come segue: “A decorrere dal 1° gennaio 2015 i formati di dimensioni uguali o superiori a quelli di cui all’art. 4 comma 2 lettera b) sono convertiti in formati non superiori a quelli di cui all’art. 20 lett. e) punto 1)”. 

Come si può bene vedere nel dispositivo della deliberazione n. 50/2014 viene indicato come comma 1-ter, solo perché successivo agli abrogati comma 1 e comma 1-bis, lo stesso testo che dopo l’assemblaggio poi effettuato dal Segretariato Generale è diventato l’attuale e vigente comma 1, che fissa però soltanto la data del 1 gennaio 2015 come decorrenza per la conversione di ogni impianti di mt. 4 x 3 in due distinti impianti di mt. 3 x 2. 

L’ulteriore e meno apparente “errore” in cui sembra essere incorsa la Seconda Sezione del TAR del Lazio riguarda la scadenza del 31 gennaio 2015 che non compare nell’art. 1-ter (alias comma 1) dell’art. 34 del nuovo Regolamento e che si spiega solo con quanto ha fatto sapere l’articolo pubblicato su “Esterniamo”, vale a dire con la contestuale impugnazione della nota del Dott. Francesco Paciello che indica proprio la scadenza del 31 gennaio 2015 come termine ultimo entro cui ogni ditta “dovrà provvedere ad adeguare tutti i suoi impianti”, ma che non viene espressamente citata nell’Ordinanza, in quanto ricompresa nella generica espressione di “ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente”. 

La Seconda Sezione del TAR del Lazio sembra aver fatto un evidente qui pro quo, confondendo il termine del 31 gennaio 2015 come “disposizione” del comma 1-ter (alias comma 1) dell’art. 34 del nuovo Regolamento, che da voci raccolte ma non ancora ufficialmente confermate sembra scaturire dai 120 giorni di tempo previsti dalla entrata in vigore del nuovo Regolamento e per non si sa bene per quali altri motivi tecnico-giuridici tale scadenza sia slittata al prossimo 31 gennaio. 

La Seconda Sezione del TAR del Lazio non sembra invece aver fatto nessun errore riguardo a cosa sia stato oggettivamente prorogato fino al 20 maggio del 2015, se cioè la decorrenza del 1 gennaio 2015 o invece la scadenza del 31 gennaio 2015, perché – dopo aver “CONSIDERATO che, ad un primo esame, appare supportato dal fumus boni iuris solo il motivo di ricorso incentrato sulla brevità del termine previsto per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3” – ha stavolta preso in esame il testo vigente del 1° comma dell’art. 34 perché ha “CONSIDERATO che, tenuto conto di quanto precede, sussistono i presupposti per accogliere la domanda cautelare solo limitatamente alla fissazione al 1° gennaio 2015 del termine per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3, che si proroga fino alla data del 20 maggio 2015, qui fissata per la trattazione del merito del ricorso”. 

Ne deriva che una corretta interpretazione di quanto disposto con la suddetta Ordinanza è stata data nell’articolo pubblicato su “Esterniamo”, secondo cui fino al 20 maggio 2015 è stato sospeso di fatto l’ordine di trasformazione dei cartelloni 4×3, mentre non risponde affatto al vero quanto riportato nel comunicato stampa del Comune, vale a dire che “il termine per modificare la cartellonistica è stato posticipato dal 31 gennaio al 20 maggio 2015”, facendo così intendere erroneamente l’esatto contrario e cioè che la conversione dei cartelloni di mt. 4 x 3 decorrerebbe effettivamente dal 1 gennaio 2015 (se non anche da prima) ed andrebbe portata a termine non entro il 31 gennaio 2015, ma entro il 20 maggio 2015.  
Ne deriva quindi in conclusione che gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 possono rimanere installati sul territorio per i prossimi 5 mesi circa. 

Debbo mettere in evidenza al riguardo che la conversione di diversi impianti di mt. 4 x 3 (ogni volta in due impianti distinti di mt. 3 x 2) è stata già messa in atto da diversi mesi, in modo totalmente abusivo o sfruttando al limite della legittimità il vigente comma 12 dell’art. 34 del nuovo Regolamento che consente non solo l’accorpamento di due o più impianti, ma anche la “trasformazione di più impianti già esistenti aventi formato diverso in nuovi impianti tutti del medesimo formato”. 

Allo stesso riguardodovrebbe essere ad ogni modo chiarita la disposizione normativa in base alla quale il comunicato del Comune afferma che “ il 60% delle imprese del settore di Roma ha già aderito spontaneamente alle nuove direttive, confermate dal Tar del Lazio, che impongono di ridurre gli impianti dalla misura di 4 x 3 metri a quella di 3 x 2 metri“.

Debbo mettere in risalto ad ogni modo che l’eventuale moratoria della conversione di tutti gli impianti di mt. 4 x 3 fino al 20 maggio 2015 si traduce in ultima analisi in una perdita del guadagno che le ditte pubblicitarie ricaverebbero proprio da tali operazioni, come ho dimostrato nell’articolo pubblicato su questo stesso sito il 17 novembre 2014 dal titolo “La convenienza economica per le ditte pubblicitarie e non certo per il Comune di convertire ogni loro impianto di mt. 4 x 3 in due impianti di mt. 3 x 2”. (http://www.vasroma.it/la-convenienza-economica-per-le-ditte-pubblicitarie-e-non-certo-per-il-comune-di-convertire-ogni-loro-impianto-di-mt-4-x-3-in-due-impianti-di-mt-3-x-2/)

Ricordo per inciso che la “proibizione del Maxi posters formato 4 x 3 trasformandoli in 3 x 2 !!!” è stata chiesta proprio con una Nota della SCI del 14 marzo 2014.
Non sono riuscito finora ad avere copia delle altre 5 Ordinanze della Seconda Sezione del TAR del Lazio, che stando però a quanto fatto sapere nell’articolo pubblicato su “Esterniamo” dovrebbero aver concesso lo stesso esatto tipo di sospensiva. 

Una considerazione finale: stando al comunicato del Comune il TAR del Lazio ha rigettatotutte le altre richieste di sospensiva non solo del comma 9 dell’art. 34 del nuovo Regolamento, che fissa al 31 dicembre prossimo la scadenza di tutte le concessioni degli impianti del “riordino” (che essendo prorogata fino all’espletamento dei bandi non ha fatto ravvisare al la Seconda Sezione del TAR il fumus boni iuris né il periculum im mora), ma anche dell’articolato della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP. 

Ne deriva che quanto meno per l’immediato non è stato minimamente intaccato il percorso in atto relativo alla redazione dei 15 Piani di Localizzazione: quello invece relativo al successivo espletamento dei bandi di gara, che si basano proprio sulla definitiva scadenza delle concessioni ed il contestuale rilascio delle nuove autorizzazioni e delle nuove concessioni relative agli impianti SPQR, è legato all’esito della pronuncia del TAR proprio sulla piena legittimità della scadenza improrogabile del 31 dicembre 2014.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)  

Il TAR concede tempo ai concessionari (ed al Comune di Roma) per un percorso condiviso per il decoro

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/il-tar-concede-tempo-ai-concessionari-ed-al-comune-di-roma-per-un-percorso-condiviso-per-il-decoro/


Articolo pubblicato il 19 dicembre sul sito htpp://www.esterniamo.it.

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Come già noto, molte concessionarie di affissione locali, nazionali e multinazionali, nonché le Associazioni di categoria, hanno impugnato le delibere nr. 49 e nr. 50  2014 del Comune di Roma, rispettivamente il PRIP Piano Regolatore Impianti Pubblicitari ed il Nuovo Regolamento sulla Pubblicità, oltre alla nota dello stesso Comune in cui si applicava uno dei primi effetti. 
La trasformazione degli impianti pubblicitari di formato mt. 4×3 a formato mt. 3×2. 
In effetti, nei giorni passati, l’operazione di “trasformazione” si era notata solo su una piccola parte di impianti ed operata in maniera confusa e disomogenea, così come, francamente, eravamo abbastanza preoccupati nel vedere  – magari nel periodo di intenso traffico natalizio – le nostre strade invase da camion impegnati nel cambio di impianti di tutte le forme e colori. 
Ieri il TAR, con apposita ordinanza, ha fissato il merito per la discussione dei ricorsi al 20 Maggio prossimo, sospendendo di fatto, fino a tale data, l’ordine di trasformazione dei cartelloni 4×3. 
A questo punto si spera si apra una finestra di tempo utile a coordinare e progettare un’attuazione alle nuove disposizioni di Roma Capitale che tenga conto delle aspettative degli investitori e della necessità di dare uniformità e decoro alla città  – anche attraverso l’utilizzo di  nuovi impianti presentati dalle Associazioni e che sono al vaglio dell’amministrazione – rispettando una corretta programmazione che non stressi la cittadinanza. 
Ci auguriamo che tale prezioso tempo non venga sprecato e che, con il buon senso, si riesca a trovare un percorso condiviso tra amministrazione ed operatori per definire un nuovo ciclo, evitando, magari, di rimandare e prolungare le questioni nelle aule dei tribunali. 

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Dal suddetto articolo si viene anzitutto a sapere che a fare ricorso sono statemolte concessionarie di affissione locali, nazionali e multinazionali”. 

Su questo stesso sito il 19 dicembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “I 7 ricorsi al TAR presentati contro le modifiche e le integrazioni del Regolamento di Pubblicità approvate dall’Assemblea Capitolina”, che dava notizia del loro esito, sinteticamente riportato sul sito del TAR nel seguente modo: “ACCOGLIE FISSA UDIENZA PUBBLICA” (http://www.vasroma.it/i-7-ricorsi-al-tar-presentati-contro-le-modifiche-e-le-integrazioni-del-regolamento-di-pubblicita-approvate-dallassemblea-capitolina/#more-13896) .

Dal confronto tra i due articoli si deduce che:
– fra le concessionarie di affissione locali” c’è sicuramente la FOX;
– fra le concessionarie di affissione nazionali” c’è sicuramente la WHAYAP, nuova denominazione sociale della A.P. Italia, di cui è Presidente Mita Aga Rossi, sorella della Presidente dell’AIPE;
– fra le concessionarie di affissione multinazionali” c’è sicuramente la CLEAR CHANNEL.

Dallo stesso confronto emerge che è stata impugnata non solo la deliberazione n. 50/2014 (nuovo Regolamento), ma anche la deliberazione n. 49/2014 (PRIP), e che a fare ricorso sono state anche non meglio precisate “Associazioni di categoria”, fra le quali da voci raccolte sembra esserci l’AIPE (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) che collabora nella “iniziativa” di Esterniamo e che ha come Presidente Daniela Aga Rossi. 

Dall’articolo di “Esterniamo” apprendiamo che ad essere stata impugnata è anche la “nota dello stesso Comune in cui si applicava uno dei primi effetti”: si tratta della nota del Dott. Francesco Paciello che ho pubblicato su questo stesso sito nell’articolo del 10 novembre 2014 dal titolo “Quand’è che deve iniziare la rimozione di tutti gli impianti pubblicitari di mt. 4×3” (http://www.vasroma.it/quande-che-deve-iniziare-la-rimozione-di-tutti-gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3/#more-12547). 

L’articolo di “Esterniamo” chiarisce quale sia “uno dei primi effetti” del PRIP e del nuovo Regolamento, vale a dire “la trasformazione degli impianti pubblicitari di formato mt. 4×3 a formato mt. 3×2”.  

L’articolo fa sapere che “il TAR, con apposita ordinanza, ha fissato il merito per la discussione dei ricorsi al 20 Maggio prossimo, sospendendo di fatto, fino a tale data, l’ordine di trasformazione dei cartelloni 4×3”: specifica quindi in che consista esattamente l’espressione ACCOGLIE FISSA UDIENZA PUBBLICA”, riportata sinteticamente sul sito del TAR. 
Si capisce così anche la motivazione che ha indotto la Seconda Sezione del TAR del Lazio ad accogliere tale specifica sospensiva, dal momento che il 1° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento stabilisce che la conversione degli impianti di mt. 4 x 3 deve decorrere dal 1 gennaio del 2015 e con la sua nota il Dott. Francesco Paciello ha fissato al successivo 31 gennaio il termine di tempo entro cui rimuovere gli impianti di mt. 4 x 3 e convertirne ognuno in due impianti di mt. 3 x 2: trattandosi di un troppo breve lasso di tempo, la Seconda Sezione del TAR del Lazio ha prorogato fino alla data del 20 maggio 2015 la decorrenza della conversione che il nuovo Regolamento fissa dal 1 gennaio 2015. 

COME GIUSTAMENTE EVIDENZIA L’ARTICOLO DI “ESTERNIAMO”, IL TAR HA SOSPESO DI FATTO, FINO A TALE DATA, L’ORDINE DI TRASFORMAZIONE DEI CARTELLONI 4×3. 

L’articolo di Esterniamo sfrutta la suddetta disposizione per uscire del tutto al di fuori del tema affrontato, sperando che “si apra una finestra di tempo utile a coordinare e progettare un’attuazione alle nuove disposizioni di Roma Capitale che tenga conto delle aspettative degli investitori e della necessità di dare uniformità e decoro alla città – anche attraverso l’utilizzo di  nuovi impianti presentati dalle Associazioni e che sono al vaglio dell’amministrazione – rispettando una corretta programmazione che non stressi la cittadinanza”.   

Fra i “nuovi impianti presentati dalle Associazioni e che sono al vaglio dell’amministrazione” c’è il progetto presentato dall’AIPE, a cui ho dedicato su questo stesso sito un articolo pubblicato il 28 novembre 2014 dal titolo “Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti”: dava notizia del progetto innovativo per rivoluzionare il sistema urbano degli impianti di comunicazione visiva-pubblicitaria, consegnato al Comune di Roma Capitale dalla Associazione Imprese Pubblicità Esterna (AIPE) “nell’ambito del percorso condiviso inaugurato dalla Giunta orientato al superamento dell’attuale procedimento”. (http://www.vasroma.it/aipe-presenta-in-campidoglio-il-progetto-per-i-nuovi-cartelloni-pubblicitari-saranno-ecologici-e-anti-graffiti/#more-13230 ) 

Ad esso ha fatto seguito un ulteriore mio articolo pubblicato il 12 dicembre 2014 dal titolo “La doppia equivoca ‘sperimentazione’ del Comune di Roma”, che dava notizia fra l’altro del “percorso di partecipazione” avviato dal Dott. Francesco Paciello con Nota prot. QH/60697 del 18 settembre 2014 con cui ha invitato le associazioni di categoria a presentare proposte di impianti futuri determinandone “le caratteristiche estetiche, costruttive ed i materiali degli impianti pubblicitari(http://www.vasroma.it/la-doppia-equivoca-sperimentazione-del-comune-di-roma/#more-13649).

Immagine.Nota prot. QH160697 del 18 settembre 2014
Immagine.Nota prot. QH160967 del 18 settembre 2014.1

A presentare proposte sembra sia stata sostanzialmente solo l’AIPE, che è ad ogni modo quella che ha dato il maggior risalto mediatico al suo “progetto”, facendone fare oggetto di appositi articoli su “Esterniamo” (il 21, 27 e 28 novembre 2014 ed il 10 dicembre 2014), sul “Corriere della Sera” (27 novembre 2014) e su “Il Sole 24 Ore” (4 dicembre 2014).

L’articolo di “Esterniamo” auspica l’utilizzo dei  nuovi impianti presentati dalle Associazioni di categoria, “rispettando una corretta programmazione che non stressi la cittadinanza”: metto in evidenza al riguardo che la “corretta programmazione” del Comune è e deve essere al momento solo e soltanto quella stabilita esclusivamente dalle deliberazioni n. 49/2014 e 50/2014 che prevedono dapprima la redazione ed approvazione dei 15 Piani di Localizzazione e poi l’espletamento dei 10 bandi di gara per l’assegnazione della gestione di tutti i nuovi impianti individuati sul territorio proprio dai Piani di Localizzazione. 

Metto in ancor maggiore evidenza che la suddetta programmazione, proprio perché corretta e rispettosa della nuova normativa entrata in vigore dopo la sua approvazione avvenuta il 30 luglio 2014, non può di certo “stressare la cittadinanza”, che caso mai rischia di essere concretamente “stressata” da procedure anomale e comunque non previste dalla vigente normativa, che non farebbero altro che generare confusione se non rischiare di ritardare i tempi fissati proprio della corretta programmazione. 

L’articolo di “Esterniamo” si chiude augurandosi che “si riesca a trovare un percorso condiviso tra amministrazione ed operatori per definire un nuovo ciclo, evitando, magari, di rimandare e prolungare le questioni nelle aule dei tribunali”. 

Non posso non rilevare al riguardo che l’AIPE da un lato vorrebbe arrivare a concordare con il Comune un non meglio definito “nuovo ciclo”, che non si capisce quale possa essere al di fuori di quello veramente nuovo sancito dall’Assemblea Capitolina con le delibere n. 49 e n. 50 approvate il 30 luglio 2014: dall’altro lato l’AIPE lo auspica con un tono di quasi velata minaccia per evitare “di rimandare e prolungare le questioni nelle aule dei tribunali”, senza precisare però quali siano esattamente gli argomenti delle “questioni” da trattare e da risolvere in modo condiviso proprio con un nuovo ciclo” . 

Metto in evidenza in conclusione l’estrema contraddizione e la conseguente poca coerenza che intravedo tra le lodi quasi sperticate che Daniela Aga Rossi come Presidente dell’AIPEha fatto alla Giunta Capitolina ed in particolare all’Assessore Marta Leonori: Prendiamo atto con soddisfazione che la Giunta di Roma Capitale voglia cambiare pagina” ed “Apprezziamo soprattutto il metodo: l’assessore al Commercio Marta Leonori ha raccolto le nostre osservazioni sulla tipologia d’impiantistica presente nel PRIP e coinvolto gli operatori”. 

Le suddette affermazioni stridono fortemente con il ricorso al TAR del Lazio presentato (presumibilmente prima) sempre dall’AIPE contro il Comune e quindi lo stesso Assessore Leonori.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)   

Lavoretto di fino dopo la rimozione

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Salve, in questi giorni è stato smontato un cartellone pubblicitario dal marciapiede di Via Appia Nuova angolo Via Gela alle spalle della scuola Liceo Augusto. I tubolari che lo sostenevano sono stati tagliati a terra e sono rimaste tre cupole di cemento ed asfalto, quest'ultimo aggiunto anche per coprire i ferri taglienti, con un grosso rischio di inciampo. In più quando si toglierá l'asfato freddo ci sarà un grosso rischio di tagliarsi.

Vi chiedo di individuare la ditta proprietaria del tabellone rimosso ed oltre una salata multa, far mettere in sicurezza il marciapiedi come previsto dalle Leggi con massima urgenza.

Quel lato del marciapiede è molto utilizzato dai pedoni per la presenza della MA di Ponte Lungo, Stazione FS di Tuscolana e varie fermate di bus oltre alle attività commerciali in zona.

Allego qualche foto (segnalazione inviata al IX Municipio).

Luigi

PRIP: la redazione per “circuiti” dei 15 Piani di Localizzazione

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/prip-la-redazione-per-circuiti-dei-15-piani-di-localizzazione/


Su questo stesso sito il 5 settembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “PRIP: criteri da dettare per la redazione dei 15 Piani di Localizzazione”, che ipotizzava una redazione per “circuiti”, individuandone specificatamente tre (http://www.vasroma.it/prip-criteri-da-dettare-per-la-redazione-dei-15-piani-di-localizzazione/#more-9549).

Il successivo 31 dicembre è stata data notizia che la Giunta Capitolina ha approvato la delibera di incarico per la redazione dei Piani di Localizzazione”, che a tutt’oggi non risulta ancora pubblicata all’Albo Pretorio on line del Comune (http://www.vasroma.it/prip-la-giunta-capitolina-ha-approvato-la-delibera-di-incarico-per-la-redazione-dei-piani-di-localizzazione/#more-14274): ne deriva che non è ancora possibile conoscere i criteri che la Giunta Capitolina ha dettato alla S.p.A. “Aequa Roma”.

In questo frattempo ho avuto modo di approfondire ancora meglio sia la Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP che le modifiche ed integrazioni apportate al Regolamento di Pubblicità, arrivando a fare 5 macro-distinzioni e ad individuare complessivamente 6 distinti “circuiti”.

Le macro distinzioni in termini sia tecnici che giuridici scaturiscono dalla nuova normativa in materia approvata il 30 luglio scorso dall’Assemblea Capitolina, ed in particolare dall’art. 35 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP (relativo alle “Tipologie di impianto ammesse”) e dalla lettera F) del 1° comma dell’art. 20 del Regolamento così come modificato ed integrato (relativa ai “Tipi e formati ammessi”).
Sono le seguenti.

1 – Cartelli per pubbliche affissioni, da distribuire su tutto il territorio nei 3 formati da mt. 1,00 x 1,40, 1,40 x 2,00 e 3,00 x 1,40 nella quantità del 16% dell’80% della superficie espositiva complessiva massima dei mezzi pubblicitari, stabilita dalla lettera b) del 3° comma dell’art. 6 del Regolamento così come modificato ed integrato.
Si tratta di una disposizione rispettosa della libertà di pensiero e di espressione sancita dall’art. 21 della Costituzione.

2 – Impianti SPQR, da distribuire su tutto il territorio nelle 2 tipologie della “palina” di formato da mt. 1,00 x 1,00 e del “cartello” di formato da mt. 2,00 x 2,00 e 3,00 x 2,00 (secondo l’art. 35 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP) o di mt. 3,00 x 1,40 (secondo la lettera F del 1° comma dell’art. 20 del Regolamento), nella quantità del 29% della superficie espositiva complessiva massima prevista dal PRIP, stabilita dal 2° comma dell’art. 21 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP.

3 – Impianti pubblicitari di servizio, da distribuire su tutto il territorio nelle 2 tipologie della “palina con orologio” di formato da mt. 1,00 x 0,70 e del “parapedonale” di formato da mt. 1,00 x 0,70, nella quantità del 6% dell’80% della superficie espositiva complessiva massima dei mezzi pubblicitari, stabilita dalla lettera c) del 3° comma dell’art. 6 del Regolamento così come modificato ed integrato.

4 – Impianti privati su suolo pubblico, da distribuire su tutto il territorio nelle 3 diverse tipologie del “cartello” di formato da mt. 1,20 x 1,80, 1,40 x 2,00 e 3,00 x 2,00, del “cassonetto, plancia, vetrina” di formato da mt. 1,40 x 2,00 e 3,00 x 2,00 e della “palina” di formato da mt. 0,70 x 1,00 e 1,00 x 1,00, nonché nei due formati di mt. 1,20 x 1,80 e 3,20 x 2,40 consentiti esclusivamente per impianti e servizi di pubblica utilità, nella quantità del 78% dell’80% della superficie espositiva complessiva massima dei mezzi pubblicitari, stabilita dalla lettera a) del 3° comma dell’art. 6 del Regolamento così come modificato ed integrato.

5 – Impianti privati su suolo privato, da distribuire esclusivamente su suolo privato nelle stesse 3 diverse tipologie del “cartello” di formato da mt. 1,20 x 1,80, 1,40 x 2,00 e 3,00 x 2,00, del “cassonetto, plancia, vetrina” di formato da mt. 1,40 x 2,00 e 3,00 x 2,00 e della “palina di formato da mt. 0,70 x 1,00 e 1,00 x 1,00, con in più le 3 tipologie della “tabella” di formato da mt. 1,20 x 1,80, 1,40 x 2,00 e 3,00 x 3,00, dell’ “impianto su parere cieca” e dell’ “impianto su tetto o terrazzo”, stabiliti dall’art. 35 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP.

Questi tipi di impianti non dovrebbero essere pianificati dai Piani di Localizzazione: vale però per essi come disciplina solo quella stabilita dal PRIP per le sottozone B1, B2 e B3 in cui si trovano a ricadere.
Quanto alla loro gestione a mercato libero, come “regola” dovrebbe valere quella di chi arriva prima e si vedrà rilasciata la relativa autorizzazione.
 
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Va precisato che costituiscono un “unicum” e possono essere quindi accorpati fra di loro tutti gli impianti di proprietà privata su suolo pubblico, vale a dire gli impianti privati su suolo pubblico e gli impianti pubblicitari di servizio (paline con orologio e parapedonali).

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L’obbligo di redigere i 15 Piani di Localizzazione per “circuiti” da concepire come “aree omogenee” in funzione dei futuri 10 lotti deriva dal combinato disposto tra l’ultimo comma dell’art. 29 della Normativa Tecnica del PRIP ed il 1° comma dell’art. 19 del Regolamento di Pubblicità che rimanda al 2° comma del precedente art. 7.

I “circuiti” da prevedere in funzione dei futuri bandi di gara sono i seguenti.

1 – “circuito” per gli impianti di pubblica utilità, intesi chiaramente come servizio di bike sharing da una parte ed elementi di arredo urbano dall’altra parte.
L’obbligo di questo “circuito” generalizzato deriva dal combinato disposto  tra l’ultimo comma degli artt. 15, 16, 17 e punto 5 dell’art. 35 della Normativa Tecnica del PRIP e la lettera lBis del 1° comma dell’art. 4 del Regolamento di Pubblicità che rimanda al successivo punto 3 della lettera F del 1° comma dell’art. 20.
Il suddetto “circuito” si disarticola poi in:
  • circuito dedicato al servizio di bike sharing, costituito da un certo numero di impianti privati su suolo pubblico(corrispondenti grosso modo alle 350 postazioni complessive previste dal PGTU)da assegnare con un unico bando di gara; riguardo alla distribuzione sul territorio dei suddetti impianti va precisato che i formati da mt. 1,20 x 1,80 debbono essere posizionati in prevalenza nel centro storico e nella città storica, collocando al di fuori della perimertrazione della delibera n. 609/1981 i formati da mt. 3,20 x 2,40;
  • circuito dedicato ad elementi di arredo urbano, costituito da un certo numero di impianti privati su suolo pubblicoda assegnare anche con più bandi di gara (uno per ogni elemento di arredo urbano di cui il Comune vorrà dotare la città entro i prossimo decennio, come ad esempio toilettes autopulenti, panchine, cestini etc.).
 
2 – circuito cultura e spettacolo, a cui destinare esclusivamente gli impianti di dimensioni di mt. 2,00 x 2,00  (ai sensi del dispositivo della deliberazione della Giunta Capitolina n. 116/2013 non abrogato dalla deliberazione della Giunta Capitolina n. 425/2013).
Sarà costitutio da un certo numero di impianti privati su suolo pubblicoda assegnare con un unico bando di gara, senza nessun servizio connesso, ma solo alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione, da aggiungere al Canone Iniziative Pubblicitarie (CIP).

3 – circuito di tutti i rimanenti impianti di proprietà privata su suolo pubblico, a cui destinare una certa quantità di tutti i tipi e formati di impianti privati su suolo privato sopra descritti, da assegnare anche con più bandi di gara, senza nessun servizio connesso, ma solo alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione, da aggiungere al Canone Iniziative Pubblicitarie (CIP).
Ai suddetti 3 “circuiti” relativi ad una certa quantità di impianti privati su suolo pubblico si aggiungono i seguenti due ulteriori “circuiti “ relativi invece ad impianti di proprietà del Comune.

4 – circuito degli impianti SPQR di proprietà comunale il cui obbligo deriva dal combinato disposto tra l’ultimo comma dell’art. 21 della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP ed il comma 5 Bis dell’art. 7 del Regolamento di Pubblicità che è coordinato con il comma 2 del successivo art. 21. Dovrebbe essere costituito da una certa quantità di superficie pubblicitaria espositiva dei complessivi 138.000 mq. stabiliti dal PRIPda assegnare alle ditte pubblicitarie che hanno partecipato al riordino con un uno o più procedimenti di evidenza pubblica, senza nessun servizio connesso, ma solo alla maggiore offerta fatta sul canone di concessione, da aggiungere al Canone Iniziative Pubblicitarie (CIP).

5 –  circuito per pubbliche affissioni su impianti esclusivamente di proprietà comunale, costituto anch’esso da una certa quantità di superficie pubblicitaria espositiva dei complessivi 138.000 mq. stabiliti dal PRIP.

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Riguardo all’obbligo di garantire ai 10 futuri lotti una “omogeneità economica complessiva” e di assicurare “circuiti” che ricomprendano le diverse “aree omogenee”, per quanto tecnicamente possibile (combinato disposto tra il comma 1 Bis dell’art. 7 ed il successivo comma 1 dell’art. 19 del Regolamento di Pubblicità) va escluso in termini di “metodo” che:
  • si possano bandire dei lotti che prevedano tanto la maggiore offerta in termini di canone di concessione quanto la prestazione anche di un servizio sia esso bike sharing o elemento di arredo urbano (in tal caso viene richiesto solo il CIP);
  • si possano bandire dei lotti che prevedano tipologie e formati di impianti disomogenei tra di loro, come ad esempio di due impianti speciali da mt. 1,20 x 1,80 e da 3,20 x 2,40 mischiati in uno stesso lotto con impianti del circuito cultura e spettacolo e/o impianti privati su suolo pubblico, per i quali ultimi vanno bandite anche più gare a sé stanti senza la prestazione aggiuntiva di nessun servizio.
Staremo a vedere se i criteri dettati dalla Giunta Capitolina hanno individuato gli stessi 6 distinti “circuiti”  e quanti mq. di superficie pubblicitaria espositiva hanno riservato per ognun o di essi.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) 

Azioni da intraprendere a seguito della approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e del nuovo Regolamento di Pubblicità

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/azioni-da-intraprendere-a-seguito-della-approvazione-del-piano-regolatore-degli-impianti-pubblicitari-prip-e-del-nuovo-regolamento-di-pubblicita/


Ad ogni singolo Consiglio Municipale spetta il compito istituzionale di assicurare il decoro del rispettivo territorio municipale, che è fortemente danneggiato dal fenomeno della cosiddetta “cartellopoli”.
Per tale motivo il 22 dicembre 2014 ho trasmesso il seguente messaggio di posta elettronica a tutti i Presidenti ed a tutti gli Assessori al Commercio dei 15 Municipi di Roma

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——— Messaggio inoltrato ———

Da: vas roma
Date: 22 dicembre 2014 11:40

Oggetto: Azioni da intraprendere a seguito della approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e del nuovo Regolamento di Pubblicità

Come dovrebbe esser noto con deliberazione n. 50 del 30 luglio 2014 l’Assemblea Capitolina ha approvato una serie di modifiche ed integrazioni al “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni”. 

Fra le integrazioni approvate c’è l’aggiunta di un comma 2 all’art. 32 dal seguente testo: “Per essere in grado di intervenire tempestivamente, ai nuclei di vigilanza di cui al precedente comma, laddove costituiti nei Municipi, deve essere garantita nelle forme e nei modi che verranno definiti la piena disponibilità ed il conseguente utilizzo dell’apposito fondo di cui al comma 5 Bis del precedente articolo 31, costituito dai proventi delle sanzioni applicate esclusivamente in relazione agli impianti pubblicitari ricadenti nel territorio del rispettivo Municipio”. 

Il suddetto comma 2 fa riferimento ad un comma 5 Bis del precedente art. 31 che non esiste, in quanto trattasi di un emendamento che non è stato approvato e che aveva ad ogni modo il seguente testo: “5 bis. I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie applicare agli impianti accertati come abusivi debbono essere destinati ad un fondo apposito, finalizzato a coprire tutte le spese che si dovessero anticipare in caso di rimozione forzata d’ufficio dei medesimi impianti”. 

Ciò comporta che per rendere concretamente applicabile il comma 2 dell’art. 32 le SS. LL. dovrebbero attivarsi nell’ambito delle rispettive competenze per costituire anzitutto l’apposito nucleo di vigilanza (se non ancora istituito) previsto dal precedente 1° comma e sollecitare gli Assessori comunali al Bilancio On. Silvia Scozzese e per Roma Produttiva On. Marta Leonori a studiare le forme ed i modi più opportuni per riuscire a mettere in bilancio una apposita partita di giro in cui incamerare le sanzioni incassate da mettere poi a disposizione dei Municipi, per consentire ad essi di fare le rimozioni forzate degli impianti accertati come abusivi.     

Indipendentemente dalla disponibilità o meno dei fondi delle sanzioni, alle SS. LL. spetta il compito istituzionale di assicurare il decoro del rispettivo territorio municipale, che è fortemente danneggiato dal fenomeno della cosiddetta “cartellopoli”. 

Tale compito spetta a maggior ragione ai Municipi III, IV, VII, XII e XV, che hanno approvato apposite risoluzioni in tal senso che impegnano Presidente ed Assessore competente, ed ancor più ai Municipi II e XIII perché hanno approvato specifiche deliberazioni che impegnano l’intero Consiglio Municipale. 
Ai fini del ripristino del decoro nel territorio del Municipio di rispettiva competenza, a seguito della approvazione del PRIP e del nuovo Regolamento di Pubblicità le SS. LL possono (se non debbono)  intraprendere la seguente serie di azioni.   

1 – Sul sito del Comune di Roma è pubblicato l’Elenco contribuenti inseriti nella Nuova Banca Dati (di cui si rimette in allegato l’aggiornamento al 12 novembre 2014 Elenco_CONTRIBUENTI_NBD_12nov2014) [è stato nel frattempo pubblicato un ulteriore aggiornamento al 23 dicembre 2014, ndr.]: individua ed elenca singolarmente gli impianti “senza scheda” delle ditte dichiarate cessate parzialmente, che non hanno ottemperato all’invito-diffida a rimuoverli a proprie cure e spese, loro trasmesso dal Dott. Francesco Paciello ai primi dello scorso mese di febbraio. 

Le SS. LL. possono quindi estrarne l’elenco degli impianti “senza scheda” ricadenti nel territorio del proprio Municipio, per chiedere poi al rispettivo Comandante del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale di accertare quali e quanti di essi siano stati già sanzionati, provvedendo a far emanare per tutti gli altri il dovuto Verbale di Accertamento di Violazione (VAV) da trasmettere al Dirigente Dott. Francesco Paciello ed al Gruppo Sicurezza Sociale Urbana (GSSU) per la notifica e l’incasso della sanzione e la conseguente rimozione forzata d’ufficio, dovuta quanto meno da parte del Comune.   

2 – Le SS. LL. possono esigere dal Comune la rimozione di tutti gli impianti che ricadono all’interno o ai bordi delle aree naturali protette e di quelle a verde pubblico (parchi e giardini pubblici) destinate dal PRIP a zona “A”.  Per la migliore comprensione di questa incombenza allego copia in PDF dell’Articolo pubblicato il 30 settembre 2014 sul sito www.vasroma.it

3 – Le SS. LL. possono inoltre esigere dal Comune la rimozione di tutti gli impianti che risultano installati a meno di 25 metri l’uno dall’altro. 
Per la migliore comprensione anche di questa incombenza allego copia in PDF dell’Articolo pubblicato il 26 settembre 2014 sul sito www.vasroma.   

4 – Le SS. LL. possono per di più effettuare il controllo delle ricollocazioni per accertare che gli impianti siano stati spostati su aree compatibili con le destinazioni del PRIP. 
Per la migliore comprensione anche di quest’ultima incombenza allego copia in PDF dell’Articolo pubblicato il 9 ottobre 2014 sul sito www.vasroma.it. 

Dichiaro la mia disponibilità ad avere un incontro con le SS. LL. nel caso che ritenessero di avere ulteriori chiarimenti nel dettaglio delle suddette azioni. 

Si resta in attesa di un cortese riscontro scritto, che si richiede ai sensi degli artt. 2, 3 e 9 della legge n. 41/1990. 

Distinti saluti. 

Dott. Arch. Rodolfo Bosi 
- Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS) -

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Si sta effettuando a Roma la rimozione di tutti gli impianti pubblicitari della ditta P.E.S.

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/si-sta-effettuando-a-roma-la-rimozione-di-tutti-gli-impianti-pubblicitari-della-ditta-p-e-s/


Fra le ditte pubblicitarie “storiche” c’è indubbiamente la S.r.l. P.E.S. (Pubblicità Esterna Speciale), che difatti risultava registrata nella Nuova Banca Dati con il codice identificativo 0006: l’uso del tempo passato è d’obbligo perché ora risulta dichiarata decaduta.

Per arrivare a capire bene le ragioni per cui si stiano conseguentemente effettuando le rimozioni di tutti gli impianti della PES è opportuno ripercorrerne la storia in ordine cronologico.
La P.E.S. originaria ha partecipato alla procedura del “riordino”, risultando registrata al prot. n. 218 del 28 dicembre 1996: ha dichiarato di avere installato 66 impianti scheda “R” e 39 impianti scheda “SPQR” e di avere presentato 30 istanze di rilascio di concessione per nuovi impianti “scheda “E”, avendone installati nel frattempo 20 (scheda “ES”).

Negli anni successivi la S.r.l. P.E.S. risulta avere acquisito o essere comunque subentrata alle seguenti ditte del “riordino”:

A.P.D. (che alla fine del 1996 aveva dichiarato 390 impianti scheda “R”, 205 impianti scheda “SPQR” e 1960 istanze scheda “E”);

IMA (che alla fine del 1996 aveva dichiarato 179 impianti scheda “R” e 690 istanze scheda “E”, di cui aveva installato un impianto scheda “ES”); 

PUBBLIGEST (che alla fine del 1996 aveva dichiarato 199 impianti scheda “R”).

La S.r.l. P.E.S. si è trovata così ad avere 834 impianti scheda “R”, 244 impianti scheda “SPQR” e 21 impianti scheda “ES” facenti parte delle 2.680 istanze scheda “E”, per un totale complessivo di 1.099 impianti installati.

Fra le ditte pubblicitarie che hanno partecipato alla procedura di “riordino” c’è la S.r.l. PUBBLIEMME PUBBLICITÀ, che risulta registrata nella Nuova Banca Dati con il codice numero 0070: la PES ne è diventata una consociata, pur rimanendone distinta da un punto di vista fiscale, ma non in modo totale.
Ne è una riprova l’impianto di mt. 4 x 3 installato sul confine del Parco di Veio dalla Ditta “PES” con il n. 211 in via Vilfredo Pareto all’altezza dell’incrocio con via Cassia Vecchia: il codice di numero identificativo assegnato al suddetto impianto poi rimosso è 0070/AS161/P con cui è registrata nella Nuova Banca Dati la “Pubbliemme Pubblicità” S.r.l. che è comunque legata alla “PES”.

 Immagine.Impianto con codice Pubbliemme Pubblicità
A destra l’impianto della P.E.S. con il numero di codice della Pubbliemme Pubblicità

Successivamente alla chiusura delle domande di partecipazione alla procedura di riordino la P.E.S. ha installato diversi impianti scheda “E”, senza aspettare il preventivo ed obbligatorio rilascio della “autorizzazione” da parte del Comune di Roma.
Ne è un esempio l’impianto installato in Piazza Armenia, da me segnalato il 21 settembre 2011, di cui riporto di seguito la scheda risultante nella Nuova Banca Dati e la foto.

 NBD Piazza Armenia. 0006AO624P-A (2)
Immagine.PES in Piazza Armenia 
Impianto della P.E.S. installato in Piazza Armenia

La P.E.S. ha installato anche impianti “senza scheda”, come dimostra la sottostante scheda relativa all’impianto installato in via Ignazio Silone, da me segnalato il 19 settembre 2011.

 Estratto NBD impianto PES in via Ignazio Silone (2)
Immagine.PES in viale Ignazio Silone

Oltre che ai formati di mt. 4,00 x 3,00 la P.E.S. si è contraddistinta per la installazione di impianti tipo plancia di mt. 1,40 x 2,00, come quella installata in piazza dell’Alberone di cui si riporta una foto che ne fa capire tutta la pericolosità.

 Immagine.Plancia PES

Con un messaggio di posta elettronica trasmesso il 1 ottobre 2010 ho segnalato tre di questi impianti tipo plancia installati in piazzale Apollodoro, in piazzale Maresciallo Diaz ed in viale di Tor di Quinto.
A febbraio del 2011 ho accertato l’avvenuta rimozione dell’impianto installato in Viale di Tor di Quinto con numero di codice identificativo 0006/AT764/P; ad aprile del 2012 ho accertato l’avvenuta rimozione anche di quello installato su piazzale Maresciallo Diaz con numero di codice identificativo 0006/AT891/P; a giugno del 2012 ho accertato l’avvenuta rimozione anche di quello installato su piazzale Apollodoro.

In seguito alla richiesta di chiarimenti da parte della Polizia Municipale del Gruppo Sicurezza Sociale Urbana (in sigla GSSU), che aveva chiesto un parere sulla pericolosità degli impianti tipo plancia di mt. 1,40 x 2,00 installati in tutta Roma dalla S.r.l. “P.E.S.”, il 15 settembre del 2010 si è provveduto ad effettuare delle rilevazioni su uno di tali impianti ed è stato comunicato con la successiva Nota del 22 settembre 2010 che ha un’altezza del sostegno di appena 60 cm. circa dal piano di calpestio alla base del pannello, in contrasto quindi con la normativa vigente in materia che prescrive una altezza minima di mt. 2,50: è stato riscontrato in particolare che i pannelli sono in vetro e gli spigoli sono vivi e quindi pericolosi vista l’altezza alla quale sono installati.

Con Nota prot. QH74192 del 12 ottobre 2010 trasmessa alla “P.E.S.” (e per conoscenza al GSSU) l’allora Dirigente del Servizio Affissioni e Pubblicità dott. Francesco Paciello, dopo avere rilevato la natura illegittima della suddetta tipologia di impianti ed aver fatto presente che “non risulta, peraltro, agli atti perfezionato il procedimento di accorpamento degli impianti in oggetto secondo le prescrizioni della Determinazione Dirigenziale n. 3312 del 23.12.2008”, ha comunicato che “quanto sopra rappresentano motivi ostativi al mantenimento degli impianti in questione sul territorio”.

Nei mesi successivi la “P.E.S.” non ha provveduto a rimuovere nessuno dei suddetti impianti ed in particolare quello installato sullo spartitraffico di via Tuscolana all’altezza del civico n. 623, che è stato sanzionato dall’allora XII° Gruppo di Polizia Municipale, ma che non è stato rimosso: a distanza di 8 mesi, il 2 novembre 2011 contro di esso è andata a schiantarsi una moto con due persone a bordo che hanno perso la vita, determinando il sequestro penale dell’impianto pubblicitario per omicidio colposo.

Immagine.Impianto PES incidentato

Dalla sottostante scheda della Nuova Banca Dati si evince che si tratta di un impianto pubblicitario bifacciale del tipo plancia in vetro di proprietà privata della S.r.l. Pubblicità Esterna Speciale” (P.E.S.) di mt. 1,40 x 2,00, installato su suolo pubblico in via Tuscolana n. 623, che è stato regolarmente autorizzato dal Comune con concessione n. 1560 rilasciata nel 1987 e che fa parte della procedura di “riordino” come scheda “R”: si evince anche che l’impianto è stato registrato nella Nuova Banca dati il 27 ottobre del 2009.

 Immagine.Scheda impianto in via Tuscolana

Dalla “Storia Impianto” si evince che in origine l’impianto era uno stendardo, che solo successivamente è stato trasformato in plancia: non c’è però traccia della variazione che lo ha determinato né se ci sia stata istruttoria tecnica.

È importante comunque mettere in evidenza l’anno 1987 di rilascio della concessione, che è antecedente alla entrata in vigore del Codice della Strada emanato con D.Lgs. n. 285/1992 e del successivo Regolamento di Attuazione che ha prescritto il divieto di installare impianti pubblicitari sullo spartitraffico centrale delle strade, che con la deroga poi adottata dal Regolamento Comunale di Pubblicità non può essere inferiore alla larghezza di 4 metri.

L’impianto in questione è stato installato sullo spartitraffico centrale di questo tratto della Via Tuscolana, che è largo molto meno di 4 metri, provocando l’incidente mortale.

Alla diffida da me inoltrata non ha fatto seguito nessun riscontro, nemmeno di tipo formale: ma anche a seguito di analoghe diffide presentate da altre associazioni e da privati cittadini, nonché dell’ampia eco mediatica che hanno avuto sia l’incidente che le proteste che ha successivamente provocato, sembra che i Verbali di Accertata Violazione (V.A.V.) redatti dai diversi Gruppi di Polizia Municipale abbiano portato alla rimozione di 113 impianti pubblicitari della “P.E.S.”, che non costituiscono ad ogni modo la totale quantità di questa particolare tipologia di cui risultava a quell’epoca installato a Roma ancora un discreto numero.

Va rimarcato al riguardo che nel rispetto della normativa vigente in materia per ognuno dei suddetti 113 impianti deve essere stata trasmessa alla “P.E.S.” una lettera-diffida con l’invito a rimuovere a proprie cure e spese il relativo impianto entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento, trascorsi inutilmente i quali il Comune avrebbe provveduto alla rimozione forzata d’ufficio, che è stata poi effettivamente messa in atto: ne deriva che la “P.E.S.” non ha ottemperato a nessuna lettera-diffida.

Ciò nonostante, il 4 maggio 2012 la “P.E.S.” ha depositato presso la sede di Roma del TAR del Lazio il ricorso n. 3388 con cui ha chiesto da un lato l’annullamento “del provvedimento, atti e delibere dell’Amministrazione comunale di Roma, non conosciuti, espliciti o impliciti, sulla cui base è stata eseguita l’azione di rimozione di numerosi impianti pubblicitari, tutti collocati non abusivamente ma per effetto di uno specifico atto autorizzativo del Comune stesso” nonché “dei verbali della Polizia Municipale e/o gli atti dell’Amministrazione Comunale che hanno consentito la rimozione di 113 impianti tipo MUPI 140X200” e dall’altro lato addirittura un “risarcimento danni in forma specifica”.
L’impugnazione della “P.E.S.” è stata basata sul fatto che tutti gli impianti pubblicitari sarebbero stati installati per effetto di specifico atto autorizzativo dell’amministrazione comunale, che presumibilmente è la loro registrazione nella Nuova Banca Dati a seguito dell’avvenuto pagamento del Canone Iniziative pubblicitarie (CIP).

Dai verbali della Polizia Municipale la II Sezione del TAR ha ricavato che la rimozione degli impianti è stata disposta a seguito peraltro di una operazione di controllo straordinaria sul territorio condotta dal citato Corpo di Polizia ai sensi del comma 13 Quater dell’art. 23 del D.Lgs. n. 295/1992, con cui è stato emanato il nuovo Codice della Strada.

Il TAR ha dichiarato inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione, in quanto il provvedimento con il quale l’autorità proprietaria della strada ordina la rimozione di impianti pubblicitari abusivamente installati su suolo demaniale costituisce un accessorio della sanzione amministrativa pecuniaria prevista dal comma 11 del medesimo art. 23.

Per tali motivi la II Sezione del TAR del Lazio con sentenza breve del 16 giugno 2012 ha dichiarato inammissibile il ricorso, con compensazione delle spese.

L’art. 22 bis della legge n. 689/1981 consente di fare opposizione in generale davanti al Giudice di Pace, salvo i casi di violazioni in materia urbanistica ed edilizia per i quali occorre ricorrere davanti al Tribunale, mentre il 1° comma dell’art. 23 dispone che “il giudice, se il ricorso è proposto oltre il termine previsto dal primo comma dell’art. 22, ne dichiara l’inammissibilità con ordinanza ricorribile per cassazione”.
Ne dovrebbe esser derivato che la “P.E.S.” non possa aver potuto fare più ricorso davanti al Giudice Ordinario, essendo trascorsi ben più di 30 giorni dalle ordinanze di rimozione.

È poi subentrata la crisi economica, che ha portato la P.E.S. a versare in uno stato di morosità nei confronti del Comune di Roma.

Malgrado questa situazione economica, nel mese di gennaio del 2014 Fabrizio Bona, direttore commerciale di Alitalia ed ex direttore commerciale della fallimentare compagnia telefonica BIP Mobile, ha stipulato un contratto da 800mila euro in esclusiva per una campagna pubblicitaria di affissioni con la società P.E.S. (vedi http://www.vasroma.it/alitalia-il-pasticcio-dei-contratti-pubblicitari/).

Con una lettere datata 5 febbraio 2014 il direttore generale dell’associazione A.A.P.I. (Associazione Aziende Pubblitarie Italiane), dott. Franco Meroni, ha scritto: “Tale fatto (la stipula del contratto in esclusiva con la P.E.S., ndr ) ha destato in noi un notevole stupore per le seguenti ragioni: la vostra compagnia ha proceduto a selezionare una sola impresa per questa campagna senza consultare o quantomeno richiedere preventivi ad altre imprese“.

Non solo, oltre alla violazione del codice etico per le ragioni sopracitate, l’Alitalia: “ha scelto un’impresa che, a quanto ci consta, ha formulato una richiesta di concordato preventivo per il proprio stato d’insolvenza (sta cercando cioè un accordo con i creditori per non dichiarare fallimento e mantenersi in piedi ndr ) ed in ragione di alcune procedure esecutive in corso“.
Come se non bastasse, la P.E.S. ha: “accumulato un significativo debito con le amministrazioni locali, non da ultimo lo stesso Comune di Roma“.

Alcuni dei loro impianti pubblicitari, infine: “non sono stati espressamente autorizzati dalle amministrazioni locali in cui gli stessi si trovano” e non possiedono “certificazioni sia sulla effettiva esecuzione delle affissioni sia di audience riconosciute dal mercato pubblicitario e non assicurano certamente una corretta copertura del territorio nazionale“.

La P.E.S. è stata dichiarata fallita il 14 marzo 2014 da una sentenza del Tribunale di Roma. (vedi http://media.mimesi.com/cacheServer/servlet/CNcacheCopy?file=pdf/201404/26/0142_binpageBARI38.pdf&authCookie=1875856243)

L’allora vigente 3° comma dell’art. 7 del “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni”, così come approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 37/2009, disponeva fra l’altro (come dispone tuttora) che “costituiscono causa di decadenza di diritto dall’autorizzazione: ….. il mancato pagamento del canone per un importo pari a due rate, anche non consecutive e non riferite alla stessa annualità”.

Come rilevato poi dal TAR “il rigore dell’art. 7, comma 3, del Regolamento Pubblicità del Comune di Roma appare giustificato dall’esigenza che la concessione degli spazi pubblici di cui verte, sia attribuita ad imprese che presentino i necessari requisiti di affidabilità e solvibilità”.

In applicazione del suddetto dettato normativo con Determinazione Dirigenziale n. 36744 del 28 maggio 2014 il dott. Francesco Paciello ha disposto la decadenza da tutti gli impianti pubblicitari della P.E.S. censiti nella Nuova Banca Dati ed ha ordinato la loro rimozione. 

Contro la suddetta Determinazione Dirigenziale il curatore fallimentare Avv. Gian Luca Righi ha fatto ricorso, che è stato però respinto con Ordinanza del TAR n. 2967 del 3 luglio 2014.
Metto in evidenza che nel ricorso è intervenuta ad opponendum l’associazione A.A.P.I. .

La Curatela del fallimento ha allora ricorso in appello, ottenendo con Ordinanza del Consiglio di Stato n. 3093/2014 la sospensione del provvedimento fino al 26 agosto 2014: ma con Sentenza del Consiglio di Stato n. 3820 del 27 agosto 2014 è stato respinto anche l’appello.  

(vedi http://www.vasroma.it/pubblicazione-delle-ditte-pubblicitarie-che-hanno-installato-impianti-senza-scheda-e-che-non-avrebbero-comunque-diritto-a-partecipare-alla-procedura-di-evidenza-pubblica-relativa-agl/ )

Anche nel ricorso al Consiglio di Stato è intervenuta ad opponendum l’associazione A.A.P.I.. 
Dopo la doppia sconfitta a TAR e Consiglio di Stato, per evitare di dover pagare anche il CIP sulla pubblicità degli inserzionisti, il curatore fallimentare della PES ha fatto oscurare tutti gli impianti della PES, che dovranno comunque pagare la COSAP.

 Immagine.Impianti PES oscurati

Navigando in internet ho scovato la seguente lettera che in data 14 ottotbre 2014 l’Avv. Gian Luca Righi ha trasmesso al Comune di Aversa.

 Immagine.Lettera curatore fallimentare

Vi si evince da un lato che il Giudice Delegato con ordinanza del 9 ottobre 2014 ha disposto la vendita all’incanto in un unico lotto del ramo d’azienda avente ad oggetto l’attività di affissione e vendita di spazi pubblicitari, che è costituita dall’altro lato da n. 1.919 impianti pubblicitari.

Dei suddetti 1.919 impianti ben 1.218 erano da rimuovere entro il 31 dicembre 2014 in Comune di Roma, Milano e Palermo. 

Nel frattempo il 29 ottobre 2014 si è svolta la vendita all’asta anche e soprattutto dei 1.919 impianti pubblicitarii della P.E.S. di cui sono da rimuovere tutti quelli installati in Comune di Roma, in ottemperanza della Determinazione Dirigenziale del dott. Francesco Paciello n. 36744 del 28 maggio 2014. 

Non è dato di sapere se le rimozioni degli impianti della P.E.S., a cui si sta assistendo in tutta Roma a partire dagli ultimi due mesi dell’anno scorso, sia curata da chi si è aggiudicato l’asta o dal curatore fallimentare Avv. Gian Luca Righi, fors’anche con i proventi dell’incanto. 

Fra gli impianti pubblicitari di cui è stata accertata finora l’avvenuta rimozione ci sono quelli installati su viale di Tor di Quinto, da me segnalati assieme a ben altri 92 impianti con Nota VAS prot. . 27 del 23 dicembre 2013  (vedi http://www.vasroma.it/vas-chiede-quanto-meno-loscuramento-dei-95-imianti-pubblicitari-installati-lungo-viale-di-tor-di-quinto-e-via-flaminia/#more-3888).

Si tratta di impianti installati in zona “A” secondo il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014.
Avevo segnalato i tre seguenti impianti della P.E.S..

Impianto monofacciale installato con il numero 1442 all’altezza del civico n. 64 di viale di Tor di Quinto (rimosso)

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Foto scattata il 12 dicembre 2013

 Immagine.PES rimosso in viale Tor di Quinto.1
Foto scattata da Basta Cartelloni l’8 gennaio 2015

Impianto monofacciale installato all’altezza del civico 112 di viale di Tor di Quinto (rimosso)

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Foto scattata il 12 dicembre 2013

Immagine.PES rimosso in viale Tor di Quinto.2
Foto scattata da Basta Cartelloni l’8 gennaio 2015

Impianto bifacciale installato con il numero 1452 all’altezza del civico n. 23 di viale di Tor di Quinto (al bordo del parcheggio di piazzale di Ponte Milvio) (non ancora rimosso)

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Foto scattata il 12 dicembre 2013

Per gentile concessione delle foto da parte di Basta Cartelloni, sono in grado di documentare l’ulteriore avvenuta rimozione di due impianti della P.E.S. installati in via della Moschea.

Immagine.Impianti PES oscurati in via della Moschea
Foto scattata a dicembre del 2014

Immagine.Impianti PES rimossim in via della Moschea
Foto scattata l’8 gennaio 2015

Si tratta ora di aspettare che spariscano del tutto il migliaio di impianti della P.E.S. e di vedere la città di Roma recuperare così, anche se per ora in minima parte, il decoro che le spetta.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Ma che senso ha montare impianti gps sui cartelloni pubblicitari? Intervista di Repubblica a Marta Leonori

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Buone e cattive notizie dall'intervista di oggi che l'assessore Marta Leonori ha rilasciato alle pagine di Cronaca di Roma del quotidiano La Repubblica. Da una parte fa ben sperare leggere che si parla di impianti pubblicitari in cambio di bike-sharing o di altri servizi, dall'altra preoccupa leggere di impianti dotati di gps. Ma dove devono andare i cartelloni pubblicitari a zonzo per avere necessità di un gps? L'abusivismo, purtroppo non si riesce a capirlo, se si sistema il settore e se si fanno gare pubbliche come si deve, proprio non si presenta a monte, non sarà dunque necessario reprimerlo a valle con invenzioni bislacche tipo questa.
Positivo, dopo la canizza che scatenammo (soprattutto su Roma fa Schifo) qualche settimana fa, che il Comune abbia annullato quella polpetta avvelenata che era la sperimentazione su una strada dell'Eur. Ora avanti velocissimo per la riforma di questo settore.

La controversa questione della data da cui dovrebbe decorrere la conversione di tutti gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/la-controversa-questione-della-data-da-cui-dovrebbe-decorrere-la-rimozione-conversione-di-tutti-gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3/


Come dovrebbe essere ormai noto, con il PRIP ed il nuovo Regolamento di Pubblicità sono stati aboliti gli impianti di mt. 4 x 3.

Per la problematica che ne è derivata soprattutto riguardo alla data da cui dovrebbe iniziare la rimozione di tutti questi impianti è opportuno ripercorrere tutti i passaggi procedimentali che hanno portato alla normativa attualmente in vigore.

Con Decisione n. 36 del 30 aprile 2014 la Giunta Capitolina ha adottato come proposta n. 61 tutta una serie di modifiche ed integrazioni al “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni” così come a suo tempo approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 37 del 30 marzo 2009.

Nel testo della proposta sono riportate tutte le modifiche ed integrazioni proposte, tra cui l’eliminazione della lettera g) del punto 1) della lettera F) del 1° comma dell’art. 20, relativa per l’appunto ai formati pittorici, anche luminosi, di metri 4,00 x 3,00, come poi evidenziato in una delle slides proiettate nel corso della Conferenza Stampa di presentazione delle linee guida del PRIP che si è tenuta il 5 maggio 2014.

Immagine.Slide 5

È rimasto invece invariato il testo della lettera b) del 2° comma dell’art. 4, che dispone il divieto per “gli impianti e i mezzi la cui superficie espositiva facciale superi i 12 metri quadrati, salvo quanto disposto dall’art. 20, comma 1, lett. F) in materia di impianti non soggetti ai limiti di formato”, facendo così salvi proprio gli aboliti impianti di mt. 4 x 3, ad eccezione degli impianti non soggetti ai limiti di formato espressamente indicati, quali insegne, targhe, tende e simili, mezzi collocati su ponteggi e recinzioni di cantiere e gli impianti su terrazzi e pareti cieche ove consentite.

Si sarebbe dovuto estendere il suddetto divieto precisando che vale per “gli impianti e i mezzi la cui superficie espositiva sia uguale o superiore ai 12 metri quadrati”. 
Ci si è poi resi conto della necessità di fare la suddetta precisazione nel preciso momento che si è posto il problema in generale della entrata in vigore del nuovo regolamento ed in particolare della data da cui far decorrere come “Norme transitorie” l’inizio delle rimozioni di tutti gli impianti di formato 4 x 3. 

Ma fra le modifiche ed integrazioni espressamente riportate nel testo della 61° proposta riguardo all’art. 34 ci sono solo i commi 7 e 9 (da sostituire interamente), il comma 10 (da eliminare) e l’aggiunta di un ultimo comma (diventato l’attuale comma 14). 

È rimasto così invariato il seguente testo sia del 1° comma dell’art. 34 che del successivo comma 1 Bis:
1. A decorrere dal 25 novembre 2004, i formati di dimensione uguale o superiore a quella di cui all’art. 4, comma 2, lett. b), sono convertiti, ai sensi dell’art. 10, comma 2, in formati di dimensione inferiore entro il limite numerico di 7.000 facciate e senza che da tale conversione risulti un aumento del numero degli impianti autorizzati salvo il caso in cui il soggetto autorizzato faccia istanza in cui si obbliga contestualmente ad ottemperare alle eventuali prescrizioni impartite dall’Amministrazione in materia di servizi di recupero, arredo o riarredo, miglioramento del decoro e manutenzione dei siti ricompresi nei lotti in cui insistono gli impianti e i mezzi autorizzati; in tale ultimo caso, il soggetto autorizzato potrà ottenere, dopo l’entrata in vigore dei Piani di cui all’art. 19, l’autorizzazione all’installazione di nuovi impianti, nel limite massimo del 10 per cento della differenza rispetto alla quantità di superficie precedentemente esposta e riconosciuta legittima all’esito di procedimento di riordino, e comunque di formato inferiore alla dimensione di m. 4×3. Il procedimento di conversione di cui al presente comma e la
determinazione dei relativi servizi aggiuntivi saranno stabiliti con successivo provvedimento. Fino all’entrata in vigore dei Piani di cui all’art. 19 sono confermate tutte le limitazioni disposte dalla deliberazione del Consiglio Comunale n. 609 del 3 aprile 1981 e, per i progetti realizzati, dalla deliberazione del Consiglio Comunale n. 163 del 25 ottobre 1999.
1bis. Ai fini della conversione di cui al comma 1, l’adeguamento alle norme tecniche di cui all’art. 4, comma 3 e alle specifiche di cui all’art. 12, comma 3 avviene, in deroga a quanto disposto, entro il predetto termine del 25 novembre 2004.

Ma nel testo coordinato del nuovo Regolamento che è parte integrante della 61° proposta figura, dopo il comma 1 Bis, un comma 1 Ter dal seguente testo: “A decorrere dal 1 gennaio 2015 i formati di dimensioni uguali o superiori a quelli di cui all’art. 4 comma 2 lettera b) sono convertiti in formati non superiori a quelli di cui all’art. 20 lett. f) punto 1) . 

Il suddetto comma 1 Ter non è stato fatto oggetto di nessuna modica o integrazione nei “pareri” espressi dai Municipi I, VII, XII, XIII, XIV e XV: i Consigli dei Municipi I e XV hanno proposto di eliminare dall’art. 34 il comma 5 ed il comma 5 Bis.

Con le Controdeduzioni della Giunta Capitolina in ordine alla proposta di deliberazione n. 61 approvate nella seduta del 25 giugno 2014 è stata accolta la proposta di eliminazione sia del comma 5 che del comma 5 Bis dell’art. 34.

Il suddetto comma 1 Ter non è stato fatto oggetto di nessuna modifica nemmeno il 30 luglio 2014, quando l’Assemblea Capitolina ha approvato l’assemblaggio degli emendamenti presentati dai gruppi politici, dalla Giunta Capitolina e dalla Commissione Commercio. 

Il testo definitivo del Regolamento che è stato allegato alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014 costituisce quindi l’assemblaggio dei seguenti documenti:
–       testo non modificato della proposta di deliberazione n. 61 licenziata con Decisione della Giunta Capitolina n. 36 del 30 aprile 2014;
–       testo non modificato delle Controdeduzioni della Giunta Capitolina in ordine alla proposta di deliberazione n. 61 approvate il 25 giugno 2014;
–       emendamenti presentati il 16 luglio 2014 da gruppi politici e singoli consiglieri;
–       emendamenti di Giunta presentati il 30 luglio 2014;
–       emendamenti della Commissione Commercio presentati il 30 luglio 2014.

Ma il testo del dispositivo della Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014 riporta l’elenco completo delle modifiche ed integrazioni approvate, fra le quali figurano le due seguenti:

Art. 34 comma 1: abrogare comma 1, 1bis 4, 5 e 5bis.
Art. 34 aggiungere il comma 1ter come segue: “A decorrere dal 1° gennaio 2015 i formati di dimensioni uguali o superiori a quelli di cui all’art. 4 comma 2 lettera b) sono convertiti in formati non superiori a quelli di cui all’art. 20 lett. e) punto 1).

Dal momento che quel pomeriggio del 30 luglio 2014 ho assistito al voto dell’Assemblea Capitolina non mi risulta che abbia approvato anche il testo della deliberazione con il suddetto dispositivo. 
Ne deriva che si dovrebbe chiarire non solo al sottoscritto chi ed a quale titolo abbia potuto estendere l’eliminazione dei commi 5 e 5 Bis, decisa in sede di controdeduzioni della Giunta Capitolina, anche ai commi 1 ed 1 Bis, facendo diventare l’attuale e vigente comma 1 quello che era invece a tutti gli effetti il comma 1 Ter. 

Con quello che se non mi si spiega si configura come un vero e proprio eccesso di potere è stato eliminato il comma 1 e con esso la conferma di “tutte le limitazioni disposte dalla deliberazione del Consiglio Comunale n. 609 del 3 aprile 1981”, che vieta all’interno di un certo perimetro l’installazione di impianti di formato superiore ai 6 mq., consentendo quindi solo impianti di formato 3 x 2. 

Benché non più confermata, la deliberazione del Consiglio Comunale n. 609/1981 mantiene però la sua piena validità dal momento che non figura fra i provvedimenti abrogati dall’art. 35 del nuovo Regolamento di Pubblicità. 

Della suddetta eliminazione dei commi 1 ed 1 Bis dell’art. 34 non sembra essersi accorta nemmeno la Sezione Seconda del TAR del Lazio che ha emesso l’ Ordinanza n. 06520 del 18 dicembre 2014, con cui ha accolto parzialmente la richiesta di sospensiva presentata dalla ditta “S.C.I.” (Società Concessioni Internazionali). 

Con il ricorso 14403/2014 la “S.C.I.” ha impugnato anche la lettera che il Dott. Francesco Paciello aveva trasmesso a tutte le ditte che hanno partecipato alla procedura di “riordino”. (vedi http://www.vasroma.it/quande-che-deve-iniziare-la-rimozione-di-tutti-gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3/)

Immagine.Letetra Paciello a ditte riordino
Immagine.Lettera Paciello a ditte riordino.1
Immagine.Lettera Paciello a ditte riordino.2

Come si può ben vedere, il dott. Francesco Paciello richiama la scadenza del 31.12.2014 e comunica che “dall’1.1.2015 le società che hanno partecipato alla procedura di riordino possono:
- mantenere gli impianti già inseriti nella NBD anche oltre il 31.12.2014 ma solo fino all’espletamento delle procedure di gara di cui all’art. 7 comma 2;
- partecipare all’assegnazione degli impianti pubblicitari di proprietà di Roma Capitale (cd. SPQR), secondo quanto previsto dall’art. 7 comma 5 bis, in base ai criteri che saranno successivamente definiti dalla Giunta Capitolina”.

Dopo aver richiamato “l’attenzione sulla necessità di un rigoroso rispetto delle prescrizioni regolamentari”, il Dott. Paciello “segnala la modifica dell’art. 20 comma 1 lett. F) avete ad oggetto ‘tipi e formati ammessi’, il quale ha ridotto il numero dei formati escludendo, tra gli altri, il formato 4 x 3” e fa presente che “conseguentemente, ogni Società che vorrà mantenere gli impianti sul territorio dovrà provvedere ad adeguare tutti i suoi impianti entro il 31.1.2015”, precisando che “la presente costituisce formale diffida all’adeguamento degli impianti inseriti nella NBD alle prescrizioni di cui all’art. 20 comma 1 lett. F) entro il termine ultimo del 31.1.2015 .   

Mi è stato chiarito che la suddetta scadenza del 31 gennaio 2015 deriverebbe dalla data della decorrenza dei 120 giorni entro cui provvedere a partire dalla entrata in vigore del nuovo Regolamento di Pubblicità, fatta decorrere però dal 19 settembre 2014 per causa dei ricorsi al TAR poi presentati. 

Riguardo alla richiesta di sospensiva la Sezione Seconda del TAR del Lazio ha “CONSIDERATO che sussiste l’allegato pregiudizio solo limitatamente alla nuova previsione dell’art. 34, comma 1-ter, del Regolamento nella parte in cui fissa al 31 gennaio 2015 il termine per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3”.

Come si può constatare, la Seconda Sezione attribuisce al comma 1-Ter (che di fatto è invece il comma 1) dell’art. 34 la scadenza del 31 gennaio 2015, che invece è stata indicata dal dott. Francesco Paciello.
La Seconda Sezione del TAR del Lazio ha conseguentemente “CONSIDERATO che, ad un primo esame, appare supportato dal fumus boni iuris solo il motivo di ricorso incentrato sulla brevità del termine previsto per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3” . 

Come si può anche qui constatare, la Seconda Sezione tiene stavolta conto della decorrenza del 1 gennaio 2015 effettivamente stabilita dal comma 1-Ter (alias comma 1) dell’art. 34 per calcolare la brevità di appena un mese entro cui provvedere alla rimozione e riconversione di tutti gli impianti di mt. 4 x 3. 

La Seconda Sezione del TAR del Lazio arriva così alla conclusione che “tenuto conto di quanto precede, sussistono i presupposti per accogliere la domanda cautelare solo limitatamente alla fissazione al 1° gennaio 2015 del termine per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3, che si proroga fino alla data del 20 maggio 2015, qui fissata per la trattazione del merito del ricorso”.

Se si interpreta alla lettera, il suddetto disposto, se interpretato alla lettera per come è stato formulato, dovrebbe stare a significare che la data della decorrenza da cui iniziare la conversione di tutti gli impianti di mt. 4 x 3, che secondo il vigente comma 1 dell’art. 34 parte dal 1 gennaio 2015, è stata prorogata invece fino al 20 maggio 2015 e che conseguentemente fino a tale data debbono rimanere installati sul territorio di Roma tutti gli impianti di mt. 4 x 3, in attesa delle decisione che nel merito prenderà la Seconda Sezione del TAR il prossimo 20 maggio.  

Se invece si “interpreta” in modo più discrezionale il significato dell’espressione usta, vale a dire che ad essere prorogata fino alla data del 20 maggio 2015 non è la data del 1 gennaio 2015, ma il lasso di tempo entro cui pervenire al “termine per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3”, allora l’Ordinanza va intesa nel senso di avere allargato a 5 mesi il solo mese di tempo fissato dalla norma così come applicata dal dott. Francesco Paciello entro cui terminare tutte le rimozioni degli impianti di mt. 4 x 3, convertendoli in impianti di mt. 3 x 2.  

A tal riguardo non posso non far presente che per evitare ogni equivoco interpretativo, sarebbe stato molto meglio che la Seconda sezione del TAR del Lazio si fosse espressamente pronunciata dicendo senza ombra di dubbio che ad essere stata prorogata fino al prossimo 20 maggio è stata la scadenza ultimativa del 31 gennaio e non la decorrenza del 1 gennaio 2015.  

Dal momento che anche da prima del 1 gennaio 2015 stanno imperversando in tutta Roma riconversione di impianti di mt. 4 x 3 in impianti di mt. 3 x 2, sarebbe più che opportuno che il Comune precisi ufficialmente se queste operazioni sono legittimate oppure no dall’Ordinanza del TAR, precisando anche e soprattutto che ogni impianti di mt. 4 x 3 può essere convertito in un solo impianto di mt. 3 x 2, perdendo conseguentemente i rimenanti 6 mq. di superficie espositiva.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)

Attuazione del PRIP: l’Assessore Leonori anticipa i contenuti della deliberazione con cui la Giunta Capitolina ha dato l’incarico della redazione dei Piani di Localizzazione

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Pubblichiamo questo articolo ripreso dal nuovo sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS (Verdi Ambiente e Società) di cui è responsabile il Dott. Arch. Rodolfo Bosi:
http://www.vasroma.it/attuazione-del-prip-lassessore-leonori-anticipa-i-contenuti-della-deliberazione-con-cui-la-giunta-capitolina-ha-dato-lincarico-della-redazione-dei-piani-di-localizzazione/


Sulla cronaca di Roma del quotidiano “La Repubblica” del 14 gennaio 2015 è stata pubblicata la seguente intervista che la giornalista Giulia Cerasi ha fatto all’Assessore Marta Leonori.

 Immagine.La Repubblioca del 14 gennaio 2014

Lo stesso giorno l’articolo è stato pubblicato anche sul sito web dello stesso quotidiano (http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/01/14/news/leonori_e_contro_cartellopoli_arrivano_gli_impianti_col_gps-104921092/). 

L’Assessore fa sapere che “il 30 dicembre la giunta ha affidato ad Aequa Roma il compito di realizzare, entro tre mesi, i cosiddetti piani di localizzazione”, confermando quanto avevo riportato in questo stesso sito proprio quel giorno (vedi http://www.vasroma.it/prip-la-giunta-capitolina-ha-approvato-la-delibera-di-incarico-per-la-redazione-dei-piani-di-localizzazione/#more-14274).

Ma la deliberazione non è stata a tutt’oggi ancora pubblicata on line sul sito del Comune di Roma.

A tutto il 12 gennaio scorso sul sito web del Comune di Roma figuravano le deliberazioni della Giunta Capitolina approvate fino al 15 dicembre dell’anno scorso: il 12 gennaio è stato fatto un aggiornamento  che è arrivato a pubblicare fino alla deliberazione n. 393 del 30 dicembre 2014 relativa alla adozione dello schema di programma triennale dei LL. PP. 2015-2017.

Se ci sono voluti la bellezza di 27 giorni per fare un aggiornamento, c’è da chiedersi se bisogna allora aspettare un altro mese circa per vedere finalmente pubblicata questa benedetta delibera e conoscere soprattutto i criteri che la Giunta Capitolina ha ufficialmente dettato alla S.p.A. “Aequa Roma” per la redazione dei 15 Piani di Localizzazione. 

Nell’intervista rilasciata a “La Repubblica” l’Assessore Leonori ne anticipa i contenuti che intendo valutare riportando di seguito isolatamente in grassetto di colore blu le singole risposte date nell’intervista, per portare in corrispondenza di ognuna di esse un mio commento.

Tengo a precisare che i commenti che riporto in grassetto di colore rosso e che hanno per lo più il carattere della puntualizzazione (talora anche fin troppo cavillosa) non vogliono essere di certo un appunto o addirittura una contestazione di quanto dichiarato dall’Assessore Leonori, ma hanno semplicemente la dichiarata finalità di dare in particolare a chi legge e soprattutto ai meno addetti ai lavori un maggiore chiarimento sulle questioni man mano affrontate dall’Assessore, finalizzato ad evitare possibili equivoci se non interpretazioni sbagliate.

DOPO vent’anni, anche a Roma è stato approvato il Piano regolatore degli impianti pubblicitari (Prip), che ha ridisegnato i criteri per la presenza dei cartelloni su strade e piazze. Ora, grazie ai piani di localizzazione che saranno redatti entro marzo e alla gara che sarà indetta entro settembre, riporteremo finalmente il decoro in città“. A tracciare la road map per mettere fine alla “cartellopoli” capitolina è l’assessore al Commercio, Marta Leonori.

L’assessore parla di “piani di localizzazione che saranno redatti entro marzo”, facendo così sapere che la deliberazione della Giunta Capitolina dovrebbe aver dato 90 giorni di tempo entro cui finire di redigere i 15 Piani di Localizzazione e non entro cui approvarli definitivamente. 
L’art. 32 della normativa tecnica di attuazione del PRIP, approvata con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 30 luglio 2014 , è relativo alla “Approvazione dei piani di localizzazione” e prevede:
  • la pubblicazione on line degli elaborati di tutti i Piani di Localizzazione così come adottati dalla Giunta Capitolina dopo la avvenuta loro redazione da parte di “Aequa Roma” e conseguente consegna entro il prossimo mese di marzo;
  • la presentazione di “contributi partecipativi (osservazioni, istanze, proposte)da parte di chiunque ne abbia interesse;
  • l’espressione del “parere” di competenza da parte dei Consigli dei 15 Municipi di Roma;
  • le controdeduzioni e la contestuale approvazione dei 15 Piani di Localizzazione da parte della Giunta Capitolina. 
Ne deriva che l’approvazione definitiva dei 15 Piani di Localizzazione dovrebbe avvenire tutt’al più entro il prossimo mese di maggio, vale a dire 2 mesi dopo la loro adozione. 
L’assessore parla anche di una “gara che sarà indetta entro settembre”. 

Faccio anzitutto presente ai non addetti ai lavori che non ci sarà una sola “gara”, dal momento che il comma 1 Bis dell’art. 7 del nuovo “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni”, così come approvato con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, stabilisce che “il territorio capitolino viene suddiviso in massimo 10 lotti” e che quindi dovrebbero esserci al massimo 10 “gare” e comunque non una sola gara. 

Metto in evidenza in secondo luogo che i bandi di gara possono e debbono essere indetti subito dopo l’approvazione definitiva dei 15 Piani di Localizzazione, che come da me poco sopra calcolato dovrebbe avvenire entro la fine del mese di maggio, per cui non si capiscono le ragioni per cui i futuri bandi di gara dovrebbero essere indetti a settembre, vale a dire con 3-4 mesi di ritardo. 
Questa considerazione non è di secondaria importanza se si vuole entrare a regime entro quest’anno: a tal riguardo si deve tener conto infatti che i bandi di gare, specie per il servizio di Bike Sharing, saranno a livello internazionale e che il tempo che occorre per espletarli (dalla pubblicazione alla aggiudicazione) è mediamente di 6 mesi, per cui si può sicuramente entrare a regime se verranno pubblicati al massimo entro la metà del prossimo mese di giugno e non certo a settembre.  

Assessore, l’Aula ha approvato il Prip in luglio, cosa è stato fatto da allora?
Il 30 dicembre la giunta ha affidato ad Aequa Roma il compito di realizzare, entro tre mesi, i cosiddetti piani di localizzazione, vale a dire una mappa municipio per municipio, strada per strada, di quanti e quali impianti potranno essere installati. A fine anno, infatti, sono scadute le concessioni degli attuali cartelloni, che per la prima volta non saranno prorogate ma messe a gara“. 

Il 9° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità ha stabilito che “gli impianti riconducibili alla procedura di riordino, già riconosciuti come validi nella Nuova Banca Dati, permangono sul territorio fino al 31/12/2014, senza possibilità di rinnovo o rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”. 

Ne deriva che “le concessioni degli attuali cartelloni” del riordino sono effettivamente scadute il 31 dicembre del 2014, ma sono state però anche prorogate fino all’espletamento “delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”, che quindi avverrà dopo l’indizione dei bandi di gara, vale a dire dopo il prossimo mese di settembre: ne deriva che fino a tale data tutti gli impianti pubblicitari facenti parte della procedura di “riordino” permangono sul territorio di Roma. 

L’Assessore parla di “concessioni degli attuali cartelloni, che per la prima volta … saranno … messe a gara“. 

Al riguardo debbo solo puntualizzare che ad essere messe a gara non saranno le concessioni degli impianti del “riordino”, ma il rilascio delle concessioni relative ai futuri nuovi impianti pubblicitari da installare nel numero e soprattutto nelle posizioni individuate sul territorio di ogni Municipio dai 15 Piani di Localizzazione: a conferma viene l’ultimo periodo del 9° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità che dispone che “non si procede al rilascio dei singoli atti autorizzatori relativamente agli impianti predetti”. 

Quali impianti saranno permessi?
Intanto la superficie diminuirà dagli attuali 224mila metri quadrati a non più di 138mila. La delibera prevede poi 5 diversi tipi di impianti: quelli per pubbliche affissioni, di cui il 10% sarà destinato alla comunicazione politico-sindacale; gli Spqr; quelli di servizio, con una quota destinata ai municipi; quelli privati in area pubblica, divisi in lotti destinati anche al bike sharing, ai servizi di pubblica utilità e al circuito cultura e spettacolo; e quelli privati in area privata, in cui è prevista anche la pubblicità nei mercati e sulle edicole“.

Preciso anzitutto che i 138.000 mq. di superficie espositiva complessiva a cui il PRIP è ora sceso rispetto agli iniziali 162.500 mq., dopo che la S.p.A. “Aequa Roma” ha corretto gli errori materiali da me rilevati, sono comprensivi anche della superficie espositiva riservata agli impianti privati in area privata. 
L’Assessore afferma che “La delibera prevede poi 5 diversi tipi di impianti”, che corrispondono esattamente alle 5 “macrodistinzioni” da me fatte nell’articolo pubblicato l’8 gennaio 2015 su questo stesso sito dal titolo “PRIP: la redazione per “circuiti” dei 15 Piani di Localizzazione” (http://www.vasroma.it/prip-la-redazione-per-circuiti-dei-15-piani-di-localizzazione/ 

Rispetto al mio articolo l’Assessore Leonori precisa che:
  • il 10% degli impianti per pubbliche affissioni “sarà destinato alla comunicazione politico-sindacale”;
  • una quota degli impianti di servizio (paline con orologio e parapedonali) sarà “destinata ai municipi”;
  • gli impianti privati in area pubblica saranno “divisi in lotti destinati anche al bike sharing, ai servizi di pubblica utilità e al circuito cultura e spettacolo”, lasciando presupporre gli stessi 3 specifici “circuiti” da me indicati nell’articolo sopra richiamato;
  • la “pubblicità nei mercati e sulle edicole” sarà prevista anche per “gli impianti in area privata”, oltre che ovviamente per quelli in area pubblica.
La delibera prevede che i cartelloni siano tutti uguali?
Una commissione sta lavorando per definire un’estetica unica. Ogni cartellone sarà inoltre dotato di un sistema che ne permetterà la geolocalizzazione e quindi anche il controllo, da parte sia del Comune che dei cittadini, tramite internet o con un’app. Oltre alla scheda della singola installazione, si potrà capire chi è la società concessionaria, se è in regola con i pagamenti, ma anche segnalare eventuali rotture. Con aumento della trasparenza e diminuzione dell’abusivismo“.

A più riprese l’Assessore Leonori si è dichiarata contraria alla attuale forma degli impianti, così come illustrati nelle sintetiche schede tecniche allegate alle norme di attuazione del PRIP: vengo ora a sapere che ha voluto costituire una apposita commissione per definire un’estetica unica che presumibilmente imporrà in tutti i futuri bandi di gara.  

Quanto alla “geolocalizzazione” di cui sarà dotato ogni futuro impianto faccio presente che l’articolo pubblicato su “La Repubblica” ha il seguente titolo: “Leonori: “ E contro Cartellopoli arrivano gli impianti col Gps”. 

Il Sistema di Posizionamento Globale (in inglese: Global Positioning System, abbreviato GPS, a sua volta abbreviazione di NAVSTAR GPS, acronimo di NAVigation Satellite Timing And Ranging Global Positioning System o di NAVigation Signal Timing And Ranging Global Position System) è un sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile che, attraverso una rete satellitare dedicata di satelliti artificiali in orbita, fornisce ad un terminale mobile o ricevitore GPS informazioni sulle sue coordinate geografiche ed orario, in ogni condizione meteorologica, ovunque sulla Terra. 

L’eventuale utilizzo del GPS è stato previsto già dalla fine del 2011 quando la Commissione Commercio presieduta all’epoca da Ugo Cassone ha approvato un maxi-emendamento che prevedeva fra l’altro la seguente disposizione: “A partire dal 01/01/2012 verranno studiate procedure tecnologiche per il controllo elettronico satellitare degli impianti sul territorio”. 
A novembre del 2012 la stessa Commissione Commercio ha approvato un nuovo emendamento sostitutivo di quello dell’anno prima che fra l’altro conteneva la seguente disposizione: “Entro il ….. i titolari di impianti per la pubblicità e le pubbliche affissioni esistenti sul territorio di Roma Capitale dovranno dotare a propria cura e spese ogni impianto di un supporto elettronico che ne consenta la immediata identificazione sul territorio. Sarà inoltre onere del titolare dell’impianto stesso mantenere il supporto elettronico in perfetto stato di funzionamento e di manutenzione. 
Ma il riferimento che fa oggi l’Assessore Leonori ad un “controllo, da parte sia del Comune che dei cittadini, tramite internet o con un’app” lascia chiaramente intendere che si sta parlando di WebGis, vale a dire di sistemi informativi geografici (GIS) pubblicati su web

Un WebGIS è quindi l’estensione al web degli applicativi nati e sviluppati per gestire la cartografia numerica: un progetto WebGIS si distingue quindi da un progetto GIS per le specifiche finalità di comunicazione e di condivisione delle informazioni con altri utenti.

Gli esempi più noti di WebGIS sono gli applicativi web per la localizzazione cartografica, gli stradari oppure gli atlanti on-line. Le applicazioni WebGIS sono utilizzabili attraverso i browser internet, talvolta con l’impiego di specifici plugin, oppure per mezzo di software distinti come Google Earth.
Altri esempi tipici di applicazioni GIS pubblicate in versione WebGIS sono i sistemi informativi territoriali (SIT) delle Regioni e di diversi Comuni: questi rendono accessibili ai cittadini informazioni di carattere ambientale, urbanistico, territoriale offendo una navigazione su base cartografica delle stesse.

Si passa così dal concetto di “geolocalizzazione” al concetto di “georeferenziazione”con cui si intende l’attribuzione a un dato di un’informazione relativa alla sua dislocazione geografica, che va quindi oltre la mera posizione sul territorio di ogni impianto pubblicitario. 

A tal ultimo riguardo c’è da sapere che fin dal 2009, data dell’incarico di redigere il PRIP, la S.p.A. “Aequa Roma” si è avvalsa della collaborazione della DeA società di ingegneria Srl, in breve DeAssociati, che è una società di ingegneria specializzata nella ricerca, nella consulenza e nella progettazione in campo urbano e territoriale, ma che opera anche nell’ambito dei sistemi informativi territoriali. 

In tale ambito, come si evince dal suo sito, la DEA Associati ha elaborato la “progettazione di un sistema informativo territoriale esteso all’intero territorio del comune di Roma per la gestione del piano regolatore dell’impiantistica pubblicitaria”, con la “realizzazione dei layer relativi ai vincoli paesaggistici, alla disciplina urbanistica e alla rete stradale”, precisando che “il Gis permette la pianificazione dei nuovi impianti pubblicitari e il controllo e la gestione di quelli esistenti, anche per contrastare l’abusivismo”.  

In pratica il sistema WebGis che sta utilizzando la S.p.A. “Aequa Roma” consente di effettuare la pianificazione dei 15 Piani di Localizzazione corredando ogni posizione individuata per installarvi tutti i futuri impianti pubblicitari (da mettere a gara) di un meccanismo che consente la “gestione” in tutti i sensi di ogni singolo futuro impianto (dalla concessione che lo autorizza, alla regolarità dei pagamenti dei CIP, ecc. ecc.). 

In questo senso è fortemente riduttivo immaginare il sistema WebGps soltanto come un mezzo per combattere l’abusivismo, considerato che una volta arrivati a regime sparirà del tutto la caotica “cartellopoli” in cui ancora versa la città di Roma e che giustificava fin tanto che rimaneva tale e quale l’uso del GPS per combattere un abusivismo, che una volta a regime scomparirà invece definitivamente.

Varie ditte pubblicitarie hanno però fatto ricorso al Tar contro il nuovo Prip, non ha paura di uno stallo o di uno stop definitivo?
Il Tar per ora ha concesso solo più tempo alle ditte per riconvertire i cartelloni 4×3 in 3×2, anche se già il 60% circa è stato sostituito dalle stesse società. In attesa che i giudici si pronuncino il 20 maggio, abbiamo stabilito una moratoria di 180 giorni per la ricollocazione e l’adeguamento dei vecchi impianti secondo le regole del Prip e abbiamo sospeso la sperimentazione prevista per viale dell’Oceano Pacifico. Quanto ai contenuti, stiamo predisponendo un accordo con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che monitorerà i messaggi e dirimerà le controversie“.

Su questo stesso sito il 13 gennaio 2015 ho pubblicato un articolo dal titolo “La controversa questione della data da cui dovrebbe decorrere la conversione di tutti gli impianti pubblicitari di mt. 4 x 3”, che si chiudeva nel seguente modo: “Dal momento che anche da prima del 1 gennaio 2015 stanno imperversando in tutta Roma riconversione di impianti di mt. 4 x 3 in impianti di mt. 3 x 2, sarebbe più che opportuno che il Comune precisi ufficialmente se queste operazioni sono legittimate oppure no dall’Ordinanza del TAR, precisando anche e soprattutto che ogni impianti di mt. 4 x 3 può essere convertito in un solo impianto di mt. 3 x 2, perdendo conseguentemente i rimanenti 6 mq. di superficie espositiva.” (http://www.vasroma.it/la-controversa-questione-della-data-da-cui-dovrebbe-decorrere-la-rimozione-conversione-di-tutti-gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3/#more-14598) 

Con la suddetta risposta l’Assessore Leonori ha fatto capire che interpreta l’Ordinanza del TAR del Lazio nel senso che avrebbe prorogato fino al prossimo 20 maggio la scadenza del 31 gennaio 2015., calcolata dal dott. Francesco Paciello, e non la decorrenza invece del 1 gennaio 2015 prevista nel 1° comma della’rt. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità. 

Per di più al riguardo mi è stato dato nel frattempo un chiarimento secondo il quale la decorrenza del 1 gennaio 2015 riportata nel testo del 1° comma dell’art. 34 non sarebbe riferita agli impianti di mt. 4 x 3, ma soltanto agli impianti di dimensioni superiori ai 12 mq., di cui fa espresso divieto la lettera b) del 2° comma dell’art. 4 del nuovo Regolamento di Pubblicità. 

Mi sento di obiettare al riguardo che la Seconda Sezione del TAR del Lazio parla espressamente di “fissazione al 1° gennaio 2015 del termine per la conversione degli impianti pubblicitari in formato 4×3” e che ad ogni modo, pur restando fermo il divieto imposto dall’art. 4 soltanto per gli impianti di formato superiore ai mt. 4 x 3, il testo del 1° comma del successivo art. 34 parla testualmente di “formati di dimensioni UGUALI o superiori a quelli di cui all’art. 4 comma 2 lett. b)”. 
Quale che sia la giusta “interpretazione” del dettato dell’Ordinanza del TAR del Lazio, mi sta più che bene la conversione di tutti gli impianti di mt. 4 x 3 se intesa che può essere effettuata come da me auspicato “in un solo impianto di mt. 3 x 2, perdendo conseguentemente i rimanenti 6 mq. di superficie espositiva”, perché a parità di numero di impianti che rimane sul territorio si viene però a dimezzare addirittura l’impatto ambientale e visivo sull’intera città di Roma. 

La conversione degli impianti di mt. 4 x 3 è però anche vantaggiosa per le ditte pubblicitarie. 
Su questo stesso sito il 17 novembre 2014 ho pubblicato un articolo dal titolo “La convenienza economica per le ditte pubblicitarie e non certo per il Comune di convertire ogni loro impianto di mt. 4 x 3 in due impianti di mt. 3 x 2”, in cui dimostravo quanto ogni ditta viene a risparmiare con una riconversione in 2 impianti di mt. 3 x 2. (http://www.vasroma.it/la-convenienza-economica-per-le-ditte-pubblicitarie-e-non-certo-per-il-comune-di-convertire-ogni-loro-impianto-di-mt-4-x-3-in-due-impianti-di-mt-3-x-2/#more-12784) 

Se ora mi è stato chiarito che ogni impianto di mt. 4 x 3 può essere convertito soltanto in un impianto di mt. 3 x 2, si viene allora a raddoppiare il risparmio delle ditte pubblicitarie, mentre per contro il Comune di Roma per l’anno 2015 subisce una minore entrata proveniente ai CIP di questi impianti convertiti. 

L’Assessore Leonori fa sapere inoltre di avere stabilito con la Giunta Capitolina una “moratoria di 180 giorni per la ricollocazione e l’adeguamento dei vecchi impianti secondo le regole del Prip”. 

Apprendo con estrema soddisfazione questa decisione, che considero anche una mia personale vittoria, anche se tardiva, dal momento che con Nota VAS prot. n. 24 del 5 dicembre 2013 avevo fatto richiesta di sospendere ogni spostamento degli impianti pubblicitari installati a Roma, facendone anche oggetto di un apposito articolo pubblicato il 6 dicembre 2013 su questo stesso sito (http://www.vasroma.it/vas-chiede-al-sindaco-la-sospensione-di-ogni-spostamento-degli-impianti-pubblicitari-installati-a-roma/). 

Si pone al riguardo lo stesso problema da me sollevato all’inizio di questo articolo riguardo al fatto che la deliberazione della Giunta Capitolina non è stata a tutt’oggi ancora pubblicata on line sul sito del Comune di Roma, per cui viene da chiedersi se i 180 giorni di moratoria decorrono dalla data di approvazione della suddetta delibera (30 dicembre 2014) o dalla data della sua pubblicazione on line (quasi un mese dopo).

L’Assessore Leonori fa sapere infine di avere “sospeso la sperimentazione prevista per viale dell’Oceano Pacifico”, altra notizia che apprendo con estrema soddisfazione perché ritengo di avere modestamente contribuito a far prendere questa decisione con la seguente serie di miei articoli dedicati all’argomento che sono stati pubblicati su questo sito:

Dal momento che la suddetta “sperimentazione” di Viale dell’Oceano Indiano è stata avviata dal dott. Francesco Paciello con Nota prot. n. QH 83458 del 5 dicembre 2014, debbo presumere che in questo frattempo l’Assessore Leonori abbia dato incarico al dott. Paciello di comunicare alle ditte pubblicitarie interessate la sospensione di questo “intervento di riqualificazione”, osteggiato non solo da VAS, ma anche da Basta Cartelloni (http://www.bastacartelloni.it/2014/12/la-strana-storia-dei-cartelloni-di-via.html) e dal blog Roma fa schifo“(http://www.romafaschifo.com/2014/12/finira-mai-lo-scandalo-cartellopoli.html) 

Mi aspetto quindi che l’Assessore Leonori incarichi il dott. Francesco Paciello di comunicare anche alle suddette associazioni l’avvenuta sospensione di questo inopportuno “intervento di riqualificazione di viale dell’Oceano Indiano”. 

Mi aspetto infine che quanto prima sia pubblicata on line la deliberazione della Giunta Capitolina per verificare non tanto ciò che ha anticipato l’Assessore Marta Leonori, che non è certo in discussione, quanto le singole quantità di superficie espositiva complessiva espressa in mq. che sono state assegnate soprattutto ad ognuno dei 6 “circuiti” che ho illustrato nell’articolo pubblicato su questo sito l’8 gennaio 2015. (http://www.vasroma.it/prip-la-redazione-per-circuiti-dei-15-piani-di-localizzazione/)

Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)
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